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Autore: eleanor89    27/05/2009    5 recensioni
Raccolta di oneshot (romantiche e anti-romantiche) dedicate a diverse amiche, brevi storie che ruotano attorno ad una cena due giorni dopo un Capodanno a Konoha. Cena a base di cosa, il titolo può suggerirlo. Consigliata in particolare a chi ha apprezzato “Pensieri”.
Capitolo I: prologo -SasukevsRavioli-
Capitolo II: SasuSaku [a Recchan]
Capitolo III: GaaraNaru [a Recchan]
Capitolo IV: ShikaIno [a Lee]
Capitolo V: SuiKa [a Hipatya]
Sasuke deglutisce, pallido. Non il solito pallore sexy che le ragazze che gli vanno dietro adorano, piuttosto un biancore verdolino dovuto al fatto che probabilmente rimetterà l’anima a breve, dovendo mandar giù qualcosa di più pericoloso dei veleni con cui ha avuto a che fare nella sua breve vita.
L’unico esponente ancora in vita -in vita ancora per poco, gli suggerisce il raviolo- della casata Uchiha prende saldamente in mano la forchetta e prova a spostare la cena con un colpetto.
Ora ha la sensazione che lo fissi.
Se fosse del pesce o la testa di qualche animale sarebbe comprensibile, ma si suppone che della semplice pasta priva di occhi non debba dare quell’impressione. Forse poi il fatto che un singolo raviolo sia grande quanto un piatto non aiuta a classificarlo nei non viventi. E Naruto sarebbe capace di averci messo sopra qualcosa di allucinogeno, a ben pensare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Parte V SuiKa. [Hipatya]


Quel pezzente idiota inutile di Suigetsu continua a sorridere come se nulla fosse, dopo aver palesemente e schifosamente civettato con la sgualdrina bionda che risponde al nome di Ino.

Karin la sta odiando, Konoha, e tutto a causa di quei due, in particolare del pezzente.

Cos'è che aveva detto? “«E’ stato un bel pugno.»” Glielo dà lei un bel pugno al bastardo traditore! Flirtare in modo tanto evidente con una di questo paesino di svitati che più che ninja sembrano una combriccola sfigata di mocciosi in cerca di giocattoli nuovi e...

Oh, certo, oltre ai bambocci tutti sorridenti ci sono anche individui quali Shino Aburame, che rientrano nella categoria zombie. E' disgustoso pensare che qualcuno se ne vada in giro a fare da gabbia umana per gli insetti. Cioè, non che gli insetti si possano mettere in gabbia, ma il concetto è quello: che schifo. Si salva appena il compagno di squadra, che è un bel pezzo di ragazzo, solo che è cretino anche lui.

«Uh, è tornato quel tipo degli insetti.» ha appena annunciato così, all'aria, e poi si rende conto di trovarsi vicino ad Ino e digrigna i denti. L'altra le sembra pensarci un attimo su.

«Preferivo Kiba.» commenta, e Karin inizia ad approvarla un po' di più.

«Kiba è… Kiba.»

«Molto.»

Sì, perlomeno ha buon gusto e non cadrà nelle trappole di quel pesciolino da due soldi.

«Mpf.» fa il ragazzo col codino, un altro di quelli che si esprimono tanto, probabilmente. Forse lei parlerà anche troppo, ma preferisce questo ad essere una mummia come certi ragazzi di sua conoscenza, o una che si incarta ogni due per tre come quella patetica bambolina della Hyuga.

In realtà, ma Karin lo ammette a malapena a se stessa, la Hyuga non le dispiace molto, e neppure la Yamanaka.

E' Suigetsu quello che le sta sulle palle, e per colpa sua ci passano pure gli altri.

Incrocia le braccia, non ha molta voglia di partecipare, ma quando vede scorrere dell'alcol cambia idea, pensando che almeno sopravviverà alla serata.

Ha un vago ricordo dell'ultima volta che si è ubriacata, sa che stava litigando con Suigetsu e che in qualche modo si è svegliata da tutt'altra parte e non sa cos'è accaduto nel mezzo, ma è sicura che non sia successo niente di particolare, e sta praticamente pregando perché tutti i ricordi di questa serata spariscano nel nulla, dal momento in cui si è trovata davanti il piatto di quell'assassino di Naruto, lui coi suoi occhi da cuccioletto sperduto che le hanno impedito di liberare la terra dalla sua minaccia.

«Quanto sei silenziosa oggi...»

Solleva gli occhi di scatto, incontrando quelli di Suigetsu ed il suo sorriso che fa venire voglia di buttargli giù i denti a pugni. Dal tono di voce, fosse stato un altro, avrebbe detto che era un qualcuno preoccupato, ma sapere che aveva parlato proprio quella triglia serviva soltanto ad innervosirla di più. E comunque era sicura che fosse tutto un suo piano diabolico.

Suigetsu in realtà si stava semplicemente annoiando, aveva litigato con lei per tutto il tragitto fino a casa di Sasuke, come sempre, ma durante la serata Karin aveva praticamente ignorato tutti ed in particolare lui, e non era abituato ad un simile trattamento.

«Fatti i fatti tuoi, sogliola.» sbuffa lei, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Sanno entrambi che potrà caricare potenti schiaffi quando le pare, così.

«Siamo acide più del solito? Che c'è, festeggiare l'anno nuovo o “quel che è” ti fa notare quanto sei vecchia?»

Il colpo non giunge dall'alto come sempre, ma dal basso, perché Karin gli pesta violentemente un piede. Ha imparato che è inutile tentare di colpire qualcuno che muta il suo corpo in acqua, ma preso alla sprovvista Suigetsu è ancora un potenziale bersaglio, e il tacco che si abbatte sul suo piede riesce quasi ad attraversarlo prima che lui possa rendersi liquido.

Senza contare che il piede è comunque in una scarpa anche quando non è solido, e che Suigetsu il colpo lo sente lo stesso.

Stringe i denti, non le darà mai tale soddisfazione, e accenna un: «Appunto, colpisci già come la debole racchia che sei.»

Stavolta il solito schiaffo, che evita con facilità.

«Come ti permetti, inutile rottame? Io poi non ho bisogno di essere forte con le mie capacità! Tu invece dovresti saper combattere, e invece cosa mai sei riuscito a combinare? E dov'è la tua adorata spada?» inveisce lei, toccando un punto debole. Questo fa capire a Suigetsu che Karin non era soltanto annoiata come lui, fino a poco prima. E lo fa anche arrabbiare.

«Ehi...» li richiama Juugo, paziente.

Suigetsu si guarda attorno per un momento, fortunatamente nessuno bada troppo a loro, e poi nota che manca qualcuno.

«Ma Sasuke non c’è?»

Karin sbuffa, pensando che è naturale che non se ne sia accorto dato che era a fare la corte a Ino.

«Ehi, Shikamaru, tu e Karin sareste perfetti come coppietta.» scherza uno di quei tizi che si sogna la notte tanto sono brutti, con sopracciglia enormi e tuta inguardabile.

Suigetsu inarca leggermente le sopracciglia, lanciando uno sguardo ad entrambi e notando l'aura maligna intorno ad Ino che sfoggia un sorriso tanto falso da far paura, più o meno come quello che ha lui ora.

«Figuriamoci.» sbottano Shikamaru e Karin, e tutti ridono, chi sul serio, chi istericamente.

Ci si lancia sul bere e Suigetsu osserva Karin, consapevole che l'ultima volta che si sono ubriacati lei gli è praticamente saltata addosso e che a lui non è dispiaciuto.

Non è che gli piaccia quella strega, figuriamoci, ma ha comunque un corpo non male e fa sempre piacere.

«Oh, il team sette è tornato.» annuncia improvvisamente Neji, sarcastico.

Suigetsu guarda alla finestra, e c'è Sakura. Ecco, quella tipa le piace. Potrebbe essere come Karin, ma è una copia migliorata. Ha l'aria dolce, ed è sempre molto gentile con lui.

E poi è “la donna del boss”. Ottimo argomento per stuzzicare Karin, che è stata particolarmente stronza poco fa.

«Stavi facendo sesso? Ne hai l’aria.»

«C’è freddo, Scrofa perversa.»

A parte il loro modo di essere amiche, che fa molto rapporto-tra-uomini e ha un che di psicotico, ecco, vorrebbe che Karin fosse come loro.

«Senti, mi serve qualcosa per fare il naso ad un pupazzo di neve, e la bocca magari. Non chiedere. Non ci crederesti. Poi ti racconto.»

«Ma sei con Sasuke-kun?» pigola scioccata Karin. Anche Suigetsu è sconcertato all'idea che Sasuke faccia un pupazzo di neve, e preferisce credere che Ino abbia ragione.

«Così dicono, allora? Non avete, che so, una carota…»

Ti dico io dove mettertela, puttanella! Dovevo essere io quella! Riesce soltanto a pensare Karin, stordita.

«Carota? Sakura, non vorrai invece del burro o qualcosa di più utile sessualm…»

Suigetsu non può fare a meno di ridere a quella scena, e sposta lo sguardo di Karin, che è annichilita. E' visibilmente incredula e offesa al tempo stesso.

«Ma che cazz…Vi state ubriacando e non avete chiamato me per primo? Io non vi ho educato così. Deve essere stata vostra madre. Mi vergogno di voi.»

Karin si rianima alla vista di Kiba, con profondo disgusto di Suigetsu.

E mentre gli altri continuano a far baccano e Juugo, che sembra approvare Sakura quanto lui, le dà quanto a chiesto, Suigetsu si china verso di Karin, reprimendo il sorriso per dare maggiore effetto alle parole.

«Io sarò inutile in battaglia, ma tu lo sei sia lì che in squadra, non valevi nulla neanche come sostituta di Sakura, a livello di dottore o... di donna.»

Si ritrae di scatto, aspettandosi un pugno, un urlo furibondo, una reazione normale di Karin insomma. Che non arriva.

Karin sta fissando praticamente il vuoto rimasto ora che Kiba e Hinata sono entrati, con gli occhi persi immobili e leggermente sgranati, e a malapena respira.

Volta il viso lentamente, guardando Suigetsu, che non sorride più, perché si sta spaventando più del solito.

«Hai ragione.» sussurra, e abbassa lo sguardo velocemente, sembrando in cerca di parole. Poi volta di nuovo il capo bruscamente, e a passo svelto si dilegua in corridoio.

Suigetsu resta immobile, con l'aria di aver appena visto un fantasma, ammutolito e decisamente sottosopra.

Ma che, mica se l'è presa?

«Ehi, Suicoso... Tu. Non vieni a bere?» lo chiama Kiba con voce un po' nervosa, che sta cercando evidentemente qualcuno che si metta tra lui e il cugino-barra fratello maggiore iperprotettivo della moretta che ha accanto. Suigetsu lo guarda soltanto per qualche secondo, poi fa cenno di no con la testa e si appresta a seguire Karin.

«Beh, se ne vanno tutti?» esclama il tizio che Suigetsu non vede l'ora di uccidere, quello vestito di verde. Ma non ha tempo per assassinarlo ora e prosegue.

Esce in corridoio, alla ricerca di Karin. Non sa bene neanche lui perché, forse è qualche reminiscenza del “tratta bene le donne” che insegnano a tutti i bambini maschi, anche se non ha mai considerato Karin veramente un essere femminile, esclusa la parentesi ubriacamento, o forse vuole solo infierire e il suo cervello ancora non gliel'ha detto, lasciando il suo corpo e la sua coscienza un po' confusi; oh, ecco! La coscienza! Non pensava di averne ancora una ma forse, e solo forse, si sente un po' in colpa.

Non sa dove potrebbe essersi cacciata però, e questo è un bel problema, perché lui non ha capacità speciali che gli facciano riconoscere la gente dal chakra né tanto meno trovarla.

«Ehi, strega...» prova a chiamarla, titubante. Gli potrebbe arrivare una scarpa in faccia dal nulla, ma meglio di niente. Invece non giunge risposta.

Suigetsu sbuffa, contrariato. Sta gelando, odia il “troppo freddo” appena meno del “troppo caldo”, ha iniziato a soffiare un po' di vento che avvicina sin troppo la neve che cade a lui e ha la netta impressione che se si dovesse imbattere in Sasuke e Sakura sarebbe l'ultima cosa che vedrebbe, prima di venire ucciso da un qualche attacco combinato chidori-pugni.

Giusto quando inizia a pensare di lasciar perdere sente il ticchettio delle scarpe di Karin, con quelli che lui ha definito: “tacchi da battona. Sì, dico a te”. Si rende conto che forse è stato un po' più pesante del solito, ma questa è solo colpa di Karin.

Si lancia all'inseguimento, e vede per un secondo la coda rossa di Karin frustare l'aria. Probabilmente si è persa, come teme che stia succedendo anche a lui, visto che quella casa è labirintica e ha corridoi quasi tutti uguali, a meno che non ci si trovi in prossimità del giardino e si possa guardare l'esterno per raccapezzarsi.

Gira l'angolo e sente il rumore di una porta chiudersi. Camminando con passo felpato e mezzo chinato a terra cerca di vedere in quale stanza ci sia la luce accesa, sperando sempre di non trovarci Sasuke e Sakura assieme. Si ferma alla seconda porta, incerto se bussare o meno.

Al diavolo.

Apre la porta, che non fa il minimo rumore, e trova un bagno. Un bagno piuttosto ricco, Sasuke non bada a spese quando deve trattarsi bene, con tanto di stemma Uchiha ogni tanto sulle piastrelle delle pareti. E Karin è lì.

Rannicchiata per terra.

Con la testa china sulle ginocchia.

In un angolo.

Karin.

Suigetsu è seriamente, seriamente, tentato di chiudere la porta e battersela, magari lontano da Konoha, perché c'è qualcosa di terribilmente anormale in tutto questo e anche se potrebbe essere lui la causa non vuole averci nulla a che fare.

Però poi il senso di colpa prevale, maledizione a chiunque metta strane idee in testa sulle donne, e chiude la porta alle sue spalle, restando solo con lei. Vorrebbe avere una bottiglia di saké ora, o per lei o per darsene un colpo in testa lui.

«E-Ehi...» balbetta quasi, con la voce che si rifiuta di uscire in questa situazione, e lui non può darle torto.

Alla fine la raggiunge, e si lascia cadere seduto accanto a lei.

«Ehi, Karin, piantala.» azzarda, non molto sicuro di come si dovrebbe comportare. «Dai Karin, da quando te la prendi per quello che ti dico io... si scherza...»

Le proprie giustificazioni suonano false persino a lui.

«Senti, dai, ho esagerato.»

«No, hai ragione.» lo blocca lei, con una voce che sa di pianto.

Suigetsu trattiene il fiato, a bocca aperta. Adesso salterà fuori qualcuno a gridare che è uno scherzo, sicuramente. Aspetta qualche secondo, per verificare questa ipotesi, e poi valuta l'idea di andare a cercare volontariamente Sasuke per farsi eliminare. Ma insomma, lui non è mica una balia per adolescenti insicure!

E una mano di Karin trema, appena percettibile.

«Ma no! Ho detto un mucchio di cazzate, funziona così tra di noi, no? Tu offendi me, io offendo te, poi tu mi picchi ed io rido perché non mi fai male.» spiega con semplicità, un po' più convinto.

Karin muove leggermente la testa, sempre tenendola contro le gambe, ed una traccia lucida è visibilissima sul suo viso, sotto le luci artificiali del bagno. Da qualche parte nel petto, Suigetsu sente male. E c'è il senso di colpa, forte questa volta.

«Scusami se ti offendo.» sussurra lei, prima di tornare alla posizione originaria, con un guizzo ad entrambe le mani stavolta. «Non so fare altro. Scusami, non ci devi passare... tu.»

Suigetsu sta sudando freddo, ora. O meglio, non può realmente sudare, ma goccioline d'acqua scendono lungo la sua schiena, e sente uno strano calore in tutto il corpo. Non lo sa spiegare neanche lui, cosa gli sta prendendo.

«N-Non... non piangerai sul serio?!» esclama, apertamente isterico. «Su, non farmi dire cose imbarazzanti, ma lo sai che non penso davvero quello che ti ho detto! Torniamo a litigare come prima, ti va? Non c'è bisogno di prendermi in parola, io parlo sempre a vanvera e... non metterti a fare così ora!» termina, notando che il corpo di Karin è scosso da brevi e leggeri sussulti. Potrebbe giurare di aver sentito un leggero lamento.

A quel punto, ricordando che è un uomo, prende una decisione drastica e le mette un braccio sulle spalle. La sente irrigidirsi del tutto, ma ormai il danno è fatto. L'avvicina un po' a sé, mandando definitivamente all'inferno l'orgoglio e la sua povera immagine di stronzo menefreghista.

«Scusami, sul serio.» dice, e stavolta il suo tono è serio. Non c'è l'ombra del perenne ghigno.

E Karin comincia a ridere, lasciandolo ancora più sconvolto di prima.

Il sospetto si annida sulla sua mente, ma neanche Karin sa recitare così bene, quindi deve essere qualcos'altro.

Karin butta la testa indietro, ridendo ancora mentre si separa da lei, e non può fare a meno di pensare che in fondo non sia così poco carina.

«Giù i tentacoli, polipo!»

Forse sì.

«Ed è fantastico come... un ragazzo si faccia smontare... da due lacrime finte... di acqua di rubinetto, e qualche s-singhiozzo b-ben fa-fatto!» e alle ultime tre parole ripete il tono lacrimoso di poco prima, guastato solo dalle risate.

Sì, l'ha ufficialmente preso in giro.

Sì, è un genio del male e non ha un'anima.

Suigetsu ringhia, anche stavolta senza l'ombra di un sorriso, e il suo sguardo è tanto furioso da spaventare Karin.

«E datti una calmata! Così impari a dire cose orribili! E poi dai, è così che funziona tra noi...» gli fa il verso, tornando a sorridere. Stavolta quasi... intenerita?

Suigetsu si sgonfia a poco a poco, sempre guardandola male, mentre lei continua a sorridergli.

«Ora li meriteresti tu due schiaffi.» le fa presente, e lei risistema gli occhiali su per il naso, con aria da perfettina.

«Non permetterti.» ribatte in tono di minaccia. Poi è lei a ghignare. «Ho fatto solo come si fa tra noi... scusa, lo sai che faccio cazzate, ne dico, ti offendo, mi offendi, ti do schiaffi, ridi perché non ti ho fatto nulla...» sfotte ancora, e Suigetsu non ci vede di più.

Ha bisogno di sfogare la rabbia e l'indignazione, e non ci si trova a picchiarla, anche perché, è dura ammetterlo, ma pur essendo Karin la donna dei due ha ben presente che da arrabbiata le sue forze si triplicano ed è parecchio sleale, e così scartando l'idea di darle un pugno, come meriterebbe, decide di prendere tempo placcandola, e mandandola con la schiena a terra.

E se pensa che lui abbia cattive idee, ben venga. Non le farebbe male un po' di paura.

«Brutto figlio di...»

Karin non avrà mai paura di lui. Probabilmente si fida troppo e sa che non farebbe mai... Si fida troppo? Inaspettatamente questo pensiero riesce a calmarlo.

«Non ti prenderò a pugni solo perché poi frigneresti troppo e diventeresti ancora più insopportabile.» la informa, con cupa minaccia.

E Karin, ma Dio, è solo una ragazza!, rischiando di spappolargli i suoi preziosi gioielli con una ginocchiata, ribalta selvaggiamente le posizioni.

«Non ti prenderò a pugni solo perché... no, aspetta, IO ti prenderò a pugni!»

«Ti faccio presente che con me non funziona tanto.» le ricordò vittorioso, e Karin sorride.

«Sì, sì, diventerai liquido, certo. Ma ti stancherai prima tu ad usare il chakra... piuttosto che io a prenderti a pugni.»

Francamente, è atterrito. Karin non minaccia a vuoto, Karin lo prenderà a pugni finché non passerà la notte, e dubita che qualche anima pia si preoccuperà di cercarli, e finché lui non esaurirà il chakra e sarà perfettamente solido. A quel punto ci penserà lei a scomporlo in tanti pezzettini, continuando a picchiarlo con la forza della sua testardaggine e ferocia.

Prova con l'imbarazzo: «Mi ecciterò ad averti sopra, sai?»

«Non ne avevo dubbi.» conferma lei, naso per aria, «Dovresti eccitarti anche solo ad essere nella mia stanza.»

«Detesto le tue risposte pronte.» ammette lui, imbronciato.

Karin alza un braccio, caricando un pugno che se lo colpisse da solido farebbe sbucare il suo naso dall'altra parte della testa, e un'anima pia apre veramente la porta, con enorme sorpresa del ragazzo.

Si bloccano entrambi, voltandosi verso il nuovo arrivato, quel tal Rock Lee che Karin e Suigetsu quella sera hanno deciso di odiare tanto, e che ora lui abbraccerebbe volentieri.

Rock Lee li guarda, visibilmente stupito, poi, quasi, cosa, soddisfatto?

Sarà mica un sadico? si domanda con orrore Suigetsu, mentre Karin si domanda invece in che condizioni siano i suoi capelli, domanda che l'affligge tutte le volte che Suigetsu è nei dintorni, visto che ha il vizio di tirarle la coda, spettinargliela, estrarre ciocche a caso dall'elastico, oppure scioglierglieli, ed in quel caso comunque può tirarli e via dicendo.

«Vi allenate?»

No, non è sadico, è solo stupido.

«Facciamo sesso.» risponde Karin, come se fosse naturale. «Ti spiace chiudere la porta?»

Suigetsu apre la bocca, esterrefatto, e poi guarda con pena quell'innocente chunin della foglia che si è fatto scarlatto, ed è sparito farfugliando qualcosa.

Karin si lascia andare ad una risata liberatoria, adesso la serata va veramente per il verso giusto, e al diavolo Sasuke che preferisce quelle coi capelli color maiale e tutto quello che le dava noia fino a due secondi prima, perché si sta divertendo davvero molto. E con stupore di entrambi anche Suigetsu ride, al pensiero di quel poveretto e della corsa che si farà.

«Che serpe! Ora non guarderà mai più i compagni di squadra negli occhi, vergognati!» commenta tra una risata e l'altra, poco toccato dal futuro triste che aspetta l'altro, in realtà.

«Stai scherzando? Scioccare i verginelli della foglia è stupendo!» ribatte Karin con uno sguardo malizioso che, una volta tanto, a Suigetsu piace.

«Credo che tu l'abbia traumatizzato a vita.» afferma con falsa serietà, per poi tirarle d'impulso una delle ciocche lunghe che dalla coda sono precipitate davanti alle sue spalle.

«Aho! Coglione! Non mi tirare i capelli, bastardo!» si lamenta subito lei, scacciando la mano con uno schiaffo.

«Ehi, e se andassimo a scioccare anche qualche altro ragazzo puro?» propone Suigetsu, che ha intravisto una via d'uscita, e fa leva sui gomiti per avvicinarsi a lei. Il suo sorriso è, se possibile, più largo del solito, e anche parecchio contagioso.

Karin si porta entrambe la mani alla coda, lisciandola, e sta già sorridendo a sua volta, sadica come sempre. «Potremmo fingere che tu mi dia uno schiaffo, e poi io dire qualcosa tipo che siamo per il sadomaso!» squittisce con convinzione, «Oh, dei, pensa alla faccia del tipo verdognolo, se non è già morto di crepacuore, o gli Hyuga! Tutti e due, quello con la scopa su per il culo e la suora!»

Suigetsu scoppia a ridere, una risata autentica, ed entrambi si alzano. Ci manca poco che Karin gli porga una mano per aiutarlo, tanto è eccitata e grata al tempo stesso.

«Anche tu non puoi vedere quel Neji, vero? Avrei detto che avresti subito cominciato a fare la gatta morta, sai, moro, silenzioso... morto dentro...»

«Per favore, per favore!» lo interrompe lei piccata, «E poi ho intenzione di darmi ai ragazzi coi capelli chiari.» aggiunge, in un chiaro intento provocatorio. Lui finge di non cogliere, ma è del tipo “non colgo ma adesso me la segno e la riuserò contro di te”.

«A questo proposito, secondo me dovresti berci sopra.» le suggerisce, mentre vanno alla porta, con la stessa disinvoltura di due che sicuramente non si stavano minacciando di botte fino a due secondi prima sul pavimento di un bagno altrui.

«Questo è scontato. Ho tutta intenzione di ubriacarmi per reggere sino a domattina.»

«Tu non ricordi quello che ti succede da ubriaca, vero?» accenna lui con un sorrisino.

«Cosa dovrei ricordare? E tu?» indaga, sospettosa.

«Io canto.» mente prontamente lui per distogliere la sua attenzione dalla prima domanda.

«Ti terrò lontano dalle bottiglie a costo della vita.»

Oh, fa niente, per me l'importante è che sia tu quella brilla, dato che almeno così diventi un po' più sincera con te stessa, pensa lui, non senza il desiderio di ripetere l'esperienza dell'ultima volta senza i fastidiosi capogiri di mezzo, e sarà il primo a tenersi alla larga dall'alcol.

«Così silenzioso mi... dai fastidio. A che stai pensando? Anzi, cosa stai macchinando?» lo interroga lei, aprendo la porta del bagno e lanciandogli un'occhiata ancora più sospettosa di prima. Stava per dire “mi preoccupi” ma conoscendo il soggetto non è veramente il caso, se ne vanterebbe sino alla morte.

«Ti manca la mia voce?» miagola lui, fingendosi intenerito, e Karin sbuffa indispettita, voltando la testa di scatto e frustando di nuovo l'aria con la coda.

Suigetsu ha di nuovo voglia di tirargliela, anche se gli arriverà giù un pugno da primato anche stavolta.

Chissà perché ma non può fare a meno di tirarle i capelli tutte le volte che li nota. Un po' come non può fare a meno di stuzzicarla a parole, e non sopporta quando lei se ne sta in silenzio e non dice il perché.

«Ehi,» lo richiama lei, repentinamente tornata cospiratrice, «Dà il tormento a quel sopracciglione-testa-a-scodella con particolari piccanti, mi raccomando.»

«Per chi mi hai preso? Gli racconterò ogni preliminare.» replica lui, fiero.

E quando sono in corridoio e Karin tenta di rifarsi la coda, Suigetsu affonda la mano all'improvviso nei suoi capelli ora sciolti, sempre ben curati e molto morbidi, e ne ascolta la consistenza per un solo secondo, l'unico che si può concedere.

Poi chiude le dita intorno ad una ciocca sola, e tira.






EEEEE questo è amore amore amore. <3

Ho promesso risposte alle recensioni, ho promesso di tutto, ma non prometto più niente visto che non riesco a mantenere. Sappiate solo che ho le mie buone giustificazioni.


Questo capitolo lo dedico ad un mio caro amico, anche se non penso leggerà mai le mie storie perché non è il tipo, a cui voglio un mondo di bene, e che ora è all'ospedale ma deve riprendersi presto, a tutti i costi. Perché c'è un sacco di gente che lo aspetta qui, me compresa.

E ovviamente la prima dedica va alla Tya, che mi ha sempre chiesto una SuiKa, sperando che non sia sotto le sue aspettative.

   
 
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