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Autore: Sayuuri9    13/01/2017    4 recensioni
Yuri Plisetsky, 15 anni, un campione del pattinaggio artistico.
Ha ottenuto il primo posto nella categoria Seniores alla finale del Grand Prix, ma qualcosa non è al suo posto: le sue emozioni.
Si può rincorrere un obiettivo immaginandone la gratificazione smisurata e giungere lì, ottenerlo, rimanendo insoddisfatti?
Yuri è insoddisfatto ma sa di non essere solo, o meglio, se ne rende conto gradualemente, gesto dopo gesto.
I gesti di Otabek, che dal suo posto, discretamente, lo ammira e lo sostiene con tutta la spontaneità e il rispetto che ci si potrebbe immaginare da un rivale onesto, da un amico, ma non solo..
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lilia Baranovskaya, Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

Guardo gli spalti gremiti, la folla si accalca, applausi, riflettori.
Abbasso lo sguardo, diamine.. E' quella la vista dal podio del Grand Prix Senior?
Ho raggiunto tutto quel che volevo, nonno, guardami!! 
Ma non basta, questo non è il podio che mi aspettavo.

Sono giunto dove volevo, Viktor, io sono qui, il tuo maialino sta un gradino sotto, perché non hai allenato me?
Quando si ottine tutto, a cos'altro si deve mirare? Rivincere la stessa medaglia, come ai Junior, magari tre volte anche qui?
La vertigine mi attrae verso il basso, quando una voce.. << Ohe.. Yuri!! >> sollevo lo sguardo, in fondo alla pista, distanziato dai cronisti e dagli altri atleti, discreto nella sua postazione, fuori dalla vittoria, Otabek tira su il pollice e mi sorride.

I miei tormenti si sgretolano in mille meravigliosi pezzi, come una lastra di ghiaccio che piomba al suolo.



|| ~~

<< Yuri, c'è proprio del lavoro da fare per quella schiena.. e la rigidità delle mani.. ah! Sei ben lontano dall'essere una Prima Ballerina! >>
Stringo l'asciugamani attorno al collo, la mia insegnante di danza, l'ex moglie del mio allenatore, ha ragione.
Mi irrigidisco, i miei gesti sono precisi, tecnici, elaborati, le mie movenze però mancano di musicalità. Dannazione, quel maialino ha fatto strillare il pubblico come fosse un cigno danzante. No, no, non va.

<< Rinfrescati, per stasera non c'è niente che tu possa fare. >>
Mi dà una pacchetta, quasi tradisce la sua rigidità ed un filo di commozione le attraversa lo sguardo, per poi tornare alla magnifica statua di marmo che è sempre.
Inespressiva nella vita, tanto quanto espressiva nell'arte della danza.

E questi sarebbero spogliatoi? Tremendi questi spagnoli.
Dovrò addossare tutto sulla panca, accidenti. Questo lavabo è minuscolo e troppo alto.
Mi specchio, questa banale e malconcia lastra di vetro riflette un vincente. Un gignetto mi attraversa il volto, involontario, quasi stupendomi.
Cosa sogghigno? Accidenti, posso fare ancora di più!
Poggio le mani al sostegno del lavabo, davanti a me, sospiro chinando il capo.

<< Ehm.. >>
Chi diamine è ora?? In un impeto mi volto, pronto a strillare contro il mio seccatore..

<< Era socchiusa >>
Una morsa mi stringe il petto quando vedo Otabek, lì sull'uscio, sereno e discreto nella sua contenuta preoccupazione.
<< Otabek.. >> Riesco a pronunciare a stento.
<< Mi sembravi un po'corrucciato. Non ti sarai stirato qualche muscolo, vero? >>
Una domanda falsa, non vuole farmi fuggire chiedendomi qualcosa di serio. Ma so che ha compreso il mio sgomento, l'ho capito dal momento in cui prima, alla premiazione, mi ha tirato in salvo dai miei stessi pensieri.

Inspiro.. cosa dovrei dire? No, per questa sera basta con tecniche e struttura.
Avanzo silente, a capo chino. Lui non si muove, credo stia pensando che uscirò, lasciandolo qui, come se fossi infastidito dalla sua presenza. Ma non si scompone, non sarebbe da lui.

Mi fermo quando sono consapevole di averlo ad un passo di distanza, pur non azzardandomi ad alzare lo sguardo.
Silente, serrando le labbra in un misto fra la rassegnazione e lo stridio dell'orgoglio che  mi richiama alla ragione, limitandomi ma non fermandomi, mi piego in avanti e  poggio la fronte nell'incavo fra la sua spalla e il petto.


 

|| ~~

Interminabili attimi di silenzio dominano lo spogliatoio.

Accidenti a me.. ma come mi è saltato in mente? Pretendere da lui del conforto.
Sta lì, non si muove, l'ho infastidito. Non riesco a combinar..

Un sospiro spezza il silenzio. Otabek, con un cenno secco delle braccia, non privo di garbo però, mi attrae nel suo abbraccio.

Deglutisco, poggiando le mani appena sotto il mio viso. Sento la muscolatura del suo petto asciutto, sodo, eppur più pieno del mio, così come i muscoli delle spalle, leggermente tesi, spingere contro la mia fronte.
Le sue dita mi accarezzano la parte alta della nuca, scorrendo sotto i miei capelli in una confidenziale danza. Ad ogni carezza, il nodo di pensieri che mi martellava la testa pare districarsi sempre più.
L'altro braccio mi cinge la schiena, tenendomi stretto a lui e leggermente sollevato sulle punte.
Deve avere delle braccia piuttosto forti per reggermi così, perché nonostante stia sulle punte da un po', non avverto la fatica, mi sento sorretto.. al sicuro.

Affondo le dita sul suo petto. Vorrei dei veri artigli  in questo momento, meriterebbe dei graffi.
Deve capire che la prossima volta dovrà essere accanto a me, su quel podio. Non può semplicemente aspettarmi dopo,  io voglio vincere con lui, voglio che lui vinca per me.

Mentre stringo le dita, puntandole con ostinazione, lui si ritrae appena e allenta l'abbraccio.
Sono pietrificato, ho sbagliato qualcosa? Sono stato invadente?
Alzo lo sguardo sul suo viso, cercando la conferma dei miei timori.
Otabek mi osserva meditabondo, ma non pare interdetto, solo.. assorto.

Aggrotto la fronte. Che accidenti stai pensando, Otabek? Non puoi abbracciare la gente e poi ritrarti così, sai?
Piega le labbra in un sorriso sornione, così insolito dalla sua solita aria neutrale.
L'angolo destro della sua bocca si stringe ancora, quel ghignetto accennato non è tradito però dall'espressione degli occhi, che rimane neutra e riflessiva.

Deglutisco ancora. Non avevo mai fatto caso a quanto fossero definiti i suoi lineamenti, eleganti, mascolini.
Ma cosa sto pensando? Non abbassare la guardia, Yuri. Amico o no, è un avversario!

Si china, reggendomi ancora in quell'abbraccio, seppur allentato.
Porta la fronte all'altezza della mia, ormai non sono più padrone del mio corpo.
Una parte di me vorrebbe spingerlo via, chi si crede per concedersi tanta confidenza? L'altra vorrebbe..cosa vorrebbe? Cosa sto provando? Maledizione, fa qualcosa Yuri!

Sfrega la fronte contro la mia, ispirando sulla pelle del mio viso come a volerne carpire il profumo. Poi, con un'inaspettata risalita del mento, poggia le labbra calde sulla mia fronte, aiutandosi prima con il naso a scostarvi le ciocche dorate che vi ricadono sopra.

<< Non ho intenzione di battere qualcuno che si fa tanti scrupoli, Yuri. Farai bene a star su col morale. >>
Mormora, le labbra sono ancora in leggero contatto con la mia fronte, così che ne sento i movimenti mentre mi parla e i soffi delicati delle parole.
Lentamente ritrae le braccia, non so che espressione abbia, non oso guardarlo in viso.
In compenso, il mio di viso è in fiamme, ma prima che riesca a mettere insieme qualcosa da controbattere, i suoi passi composti lo hanno già portato fuori dalla saletta.

Fisso la porta spaesato..


 

 



Saluti:
*compare da dietro una nuvoletta*

Macciao!
Questa che pubblico è stata la mia primissima fanfiction, che ho scritto qualche mesetto fa e pubblicato altrove mentre perdevo l'ultimo briciolo di sanità mentale dietro le uscite settimanali dell'anime! (/^-^)/
Premetto che ho aggiunto il rating giallo e non verde perché comunque, pur non essendoci particolari allusioni o accenni a tematiche "forti", ho trovato l'introspettività di Yuri molto complessa e ben poco "leggera". Spero tuttavia di non aver deluso le aspettative scegliendo questo rating.

Yuri è il personaggio della serie che ha smosso più a fondo la mia emotività, rivedendomi in alcune sfaccettature del suo carattere ed amo sondarne la mentalità, seppur mi crei delle difficoltà, perché forse nel mio immaginario è quella che riesco ad interpretare meglio, secondo quella che è la mia idea naturalmente.
Yuri è sicuramente intimidito dal mondo esterno ma la sua tenacia, la sua voglia di battersi per i suoi sogni, non sono banali e non sono da tutti. Non è scontato che un adolescente riesca a prefissarsi degli obiettivi così importanti, facendo enormi rinunce.
D'altro canto, i suoi aspetti caratteriali più "esterni" lo rendono sgradevole alle volte a chi non riesce a rapportarsi, non dico guardar oltre, perché non credo sia necessariamente una questione di superficialità, a volte semplicemente non si riesce ad andar oltre pur cogliendo parte dell'animo degli altri.
Qui arriva Otabek, che con quella che credo sia una sensibilità innata, che non si direbbe, riesce a intercettare le debolezze di Yuri e lo sostiene. Lo ammira da lontano, dapprima, ma quando vede che lui ne ha bisogno, capisce che è il momento, ed arriva, lo raccoglie.
Per me Yuri ha vinto ben più di un primo posto e sicuramente Otabek il suo cuore lo aveva sul podio, senza bisogno di salirci.

Grazie per essere rimasti a leggere fin qui, spero che la shot vi sia piaciuta!

DAVAI!
   
 
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