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Autore: ImJustMi    14/01/2017    1 recensioni
In una fredda notte di Gennaio un pianista pieno di rumore e una ragazza troppo vuota si regalano sentimenti.
Tratto dalla storia:
"Per lui ogni nota, ogni movimento della sua mano sulla tastiera, era una vittoria, un rimborso per tutti gli anni di prove, di sacrifici. Ogni volta che si esibiva le sue stesse note lo cambiavano impercettibilmente all'esterno e enormemente all'interno.
In un angolo remoto della stanza, mentre tutti facevano festa, una giovane ragazza restava in disparte, con gli occhi chiusi, a cercare di sentire quei piccoli suoni oltre il chiacchiericcio della folla."
[...]
"Così, mentre il mondo batteva il suo tempo, un cuore pieno di rumore si trasformava in musica e la musica rendeva fertile una mente arida di amore."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I think about it all the time,
The lights went out, you were fine,
You kinda struggle not to shine.”

-Dermot Kennedy, An Evening I Will Not Forget

Quella sera era bellissimo, più della sera precedente e meno di quella successiva, sembrava circondato da un bagliore di luce bianca, così diverso da ogni altra persona nella stanza che non potevi fare a meno di chiederti se fosse o meno un angelo caduto per sbaglio dal paradiso, o magari mandato apposta, come punizione, in quell'inferno.

Camminava e sorrideva come se fosse in un mondo tutto suo, dove non sembravano esistere né odio, né amore, né pace, né guerra, solo rumore. Rumore che trovava ordine solo quando posava le mani sul pianoforte, quando muoveva sinuose le dita sui tasti bianchi e neri per rimettere a posto la confusione in lui. Quella sera, come tante altre volte, spolverava qualche angolo della sua coscienza facendo piccole prove al pianoforte della sala. Aveva notato con tristezza che nessuno lo aveva suonato da parecchio tempo e non poté fare a meno di sentirsi un po' malinconico.

Le altre persone nella stanza sembravano non accorgersi nemmeno di lui, come se dessero per scontato che quella fosse solo una piccola sequenza di note, messa lì per riempire il vuoto che avrebbe potuto lasciare una conversazione non troppo gradevole. Per il pianista però, non era così. Per lui ogni nota, ogni movimento della sua mano sulla tastiera, era una vittoria, un rimborso per tutti gli anni di prove, di sacrifici. Ogni volta che si esibiva le sue stesse note lo cambiavano impercettibilmente all'esterno e enormemente all'interno.

In un angolo remoto della stanza, mentre tutti facevano festa, una giovane ragazza restava in disparte, con gli occhi chiusi, a cercare di sentire quei piccoli suoni oltre il chiacchiericcio della folla. Nella sua immaginazione, quelle note, che erano piccoli semini neri sulla carta, germogliavano e sbocciavano creando un meraviglioso giardino di fiori variopinti, di cui il pianista era giardiniere. E con mani abili tagliava via ogni erbaccia, ogni spina, ogni scheggia, lasciando spazio a splendidi boccioli che sarebbero sbocciati nei giorni a seguire, ogni volta che la ragazza avesse ripensato a quel momento. Così, mentre il mondo batteva il suo tempo, un cuore pieno di rumore si trasformava in musica e la musica rendeva fertile una mente arida di amore.

Quando però, le mani di lui si fermarono entrambi tornarono alla realtà e furono sopraffatti dal caos da cui, fino a poco prima, si erano isolati. La ragazza aprì gli occhi per guardarlo ancora una volta, dall'inizio della festa. Il pianista rimise a posto gli spartiti e tenendoli sottobraccio uscì dalla stanza, senza degnarla di uno sguardo, senza accorgersi della sua esistenza.

Nel cuore della ragazza quel silenzio era troppo forte, assordante, e perdeva un pezzo della piccola pace lasciata dalla musica ad ogni passo con cui lui si allontanava. Dopo aver recuperato le sue cose, uscì anche lei, giusto in tempo per accorgersi che stava nevicando. Guardò il cielo, poi chiuse gli occhi e un fiocco di neve le si posò sulla punta del naso, sorrise candidamente.

In quel momento lui, che era ancora a pochi metri di distanza, la guardò per la prima volta, e sembrò non averne mai abbastanza di quel timido sorriso che restò sulle sue labbra per troppo poco tempo. Senza dire niente, con un sentimento così forte nel cuore da spaventarlo quasi, tornava a casa, silenzioso come era arrivato, per continuare la sua ordinaria vita, e iniziare a comporre presto sulle meravigliose emozioni che gli aveva lasciato quel sorriso.

Quando lei aprì gli occhi lui se n'era già andato, ma in quella nevosa notte di Gennaio qualcosa era cambiato, per sempre. 

   
 
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