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Autore: guimug    15/01/2017    3 recensioni
Quando serve protezione, quando il coraggio manca o quando la speranza sembra essere fuggita via fermiamoci un momento ad ascoltare... forse un frullo d'ali tradisce al presenza di un angelo custode che non chiede di meglio che prendersi cura di noi, non è detto debba trattarsi di un giovane con le ali ma potrebbe essere più concretamente qualcuno che ci tende una mano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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Lakewood - 24 Dicembre 1941 again​

 

Heaven is a place on earth

 

 

“Ehi Tuttelentiggini, sei ancora fra noi?”

La voce di Terence riscosse Candy dalle sue fantasticherie, si era lasciata andare al ricordo e non si era accorta del tempo che passava. Ora doveva sbrigarsi perché gli ospiti stavano per arrivare. Salì in camera per vestirsi e al momento di scegliere il vestito sentì una voce parlarle.

“Secondo me, quello rosso con le guarnizioni in raso è perfetto”

Si voltò e riconobbe una persona che apparteneva al suo passato. Non era più una ragazzina ormai, ma Dorothy aveva sempre quel fresco sorriso che tanto piaceva a Candy quando, tanto tempo prima, dividevano le dure fatiche a casa Legan.

“Dorothy! Cosa ci fai qui?”

“Mi ha chiamata Terence, ha detto che aveva bisogno di qualcuno che si occupasse dei preparativi per la festa di stasera e, siccome ormai mi sono specializzata in questo campo, ha pensato che ti avrebbe fatto piacere se fossi venuta. Non ti ha detto nulla perché voleva fosse una sorpresa.”

“Quel matto di Terry! Ma sono davvero felice di rivederti!”

Le due donne passarono dei bei momenti a ricordare il loro passato comune, Dorothy insistette per aiutare Candy a vestirsi e pettinarsi come faceva una volta perché diceva che sarebbe stato come fare un tuffo nel passato. Quando Candy fu pronta scese in salotto dove Angie, elegantissima in un abito verde smeraldo, e Terence, in un impeccabile tuxedo, la stavano aspettando.

“Pensavamo non scendessi più, mamma! Dorothy ti ha tenuta impegnata a ricordare i bei tempi andati?”

“Taci, impertinente!” rispose ridendo Candy alla figlia “Sono stata felicissima di rivederla, è stato proprio un bellissimo regalo di Natale. Grazie, Terry” e sfiorò le labbra del marito con un rapido bacio.

Terence cercò di trattenerla ma Candy sgusciò via dalle sue braccia con un’altra fresca risata.

“Ora non è il momento! Gli ospiti stanno arrivando”

“Infatti” aggiunse Angie “Non vorrete che vi trovino appiccicati come busta e francobollo, vero? Sarebbe molto imbarazzante!”

Terence stava per replicare alla figlia, quando il campanello suonò. La famigliola si diresse all’ingresso dove Dorothy stava aprendo la porta, Candy fece gli onori di casa ricevendo Archie ed Annie ed accogliendo Patty, che entrò raggiante al braccio di un bel giovane.

“Questo è mio marito Alfred, è un avvocato di Washington”

Alfred si presentò con cortesia alla padrona di casa e ad Angie, quindi strinse la mano a Terence, Candy prese Patty sotto braccio dicendole

“Complimenti, tuo marito è proprio un bell’uomo. Sei stata davvero fortunata.”

“Sì, Candy. Inoltre lui lavora per il Congresso e si sta facendo una solida posizione negli ambienti governativi. Questo significa che non corre il rischio di venire richiamato… Non potrei sopportare il rischio di perdere ancora l’uomo che amo in guerra”

Candy abbracciò l’amica. Nonostante si fosse rifatta una vita, Patty non aveva mai dimenticato Stear. Il campanello trillò ancora e Dorothy annunciò l’ospite più importante. Solenne nella sua ampia sedia a rotelle, spinta da un George ormai ingrigito, ma sempre devoto alla famiglia, la zia Elroy fece il suo ingresso nell’ampio salone addobbato. La malattia ne aveva minato il fisico che appariva scarno e debilitato ma gli occhi mostravano ancora quella forza d’animo e quella lucidità di spirito che ne avevano contraddistinto tutta la vita. Tutti le si fecero incontro per renderle l’omaggio che meritava, ma la signora pretese che il primo saluto venisse dalla più giovane. Angie si avvicinò e prese la mano della matriarca.

“Buon Natale, nonna Elroy”

All’anziana signora si inumidirono gli occhi come quel giorno di quindici anni prima, quando aveva preso in braccio quella bellissima ragazza per la prima volta. Poi anche gli altri salutarono la zia e finalmente la festa poté cominciare. Dopo la cena venne il momento di riunirsi tutti intorno all’albero per cantare una carola e, mentre le note di “Silent night” riempivano la stanza, Angie prese la scala e pose sulla cima dell’albero un piccolo angelo dorato. La zia Elroy guardò la nipote che compiva quel gesto e per un momento credette di intravedere un paio d’ali anche sulla sua schiena. L’anziana signora sapeva che era l’ultima volta che poteva stare con tutta la sua famiglia riunita, ma era felice di vedere che tutti si volevano bene e che l’armonia regnava. Pensò che perfino Neal, per merito del piccolo Auguste, aveva messo giudizio e, una volta scontata la sua pena, era partito con Marie ed il figlio per il Canada e si era rifatto una vita onesta. Presto avrebbe incontrato i veri angeli e magari avrebbe rivisto Albert, Anthony e Stear a cui avrebbe raccontato che, se c’è l’amore, non c’è bisogno di angeli celesti perché ognuno può essere un angelo per qualcun altro, ed il paradiso può essere un qualsiasi posto sulla terra.

  
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