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Autore: Sakkaku    15/01/2017    6 recensioni
In principio questa storia era una drabble, poi ho deciso di renderla più completa e svilupparla un pochino.
Dal testo: Pensavo che il sogno fosse finito, mi sono svegliata, eppure nello stesso tempo sono nel medesimo posto del sogno. Avverto una sgradevole sensazione e nonostante tutto i miei occhi continuano a vedere quella strada buia e quei cavalli mangiare pane secco, con quelle ombre che si avvicinano per prendermi. Vogliono farmi del male, lo so.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sogno nella realtà

 

E' buio.
I lampioni lungo la via sono spenti, probabilmente fulminati a causa del vento.
Appoggio la tracolla a terra e inizio a dare il pane secco ai cavalli. Uno dei tre nitrisce e muove le orecchie in diverse direzioni. Quel suo atteggiamento mi spinge a guardarmi attorno. Comprendo il suo nervosismo, perché a destra vedo avvicinarsi due figure e a sinistra tre ombre.
Il cuore raddoppia i battiti, vorrei calmarmi ma invano. Afferro la borsa e inizio a correre.
Sono circondata, inghiottita dal buio.
Chiudo gli occhi e li riapro.
Ho mia madre di fronte, le chiedo cosa ci facciamo lì in quella strada buia a dare il pane secco ai cavalli, per tutta risposta mi guarda stranita, mi dice che siamo in un ristorante e di smetterla di parlare come una pazza, perché le faccio fare brutte figure.
Non capisco.
Pensavo che il sogno fosse finito, mi sono svegliata, eppure nello stesso tempo sono nel medesimo posto del sogno. Avverto una sgradevole sensazione e nonostante tutto i miei occhi continuano a vedere quella strada buia e quei cavalli mangiare pane secco, con quelle ombre che si avvicinano per prendermi. Vogliono farmi del male, lo so.
Improvvisamente mi ritrovo in una vasca piena d'acqua calda e molta schiuma. Mi appoggio e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi e capire quale sia il problema di quella giornata.
All'improvviso sento delle mani premere sul mio collo che iniziano a spingermi sott'acqua. Inizio a dimenarmi, le braccia e le gambe si muovono in maniera scoordinata e senza senso. Tutto quel dibattermi non serve a nulla.
Gli ingranaggi della mia mente mi dicono che tutto questo è già successo: sto rivivendo i miei sogni nella realtà.
Il solo modo per salvarmi è dormire.
Abbasso le palpebre, cerco di non pensare che sto annegando in una vasca da bagno, penso alla strada con i lampioni fulminati.
Dopo poco mi ritrovo lì, al buio. La scena si ripete e a quel punto inizio a gridare.
Mi ritrovo seduta sul mio letto, madida di sudore, convulsamente inizio a darmi pizzicotti sulle braccia per essere certa di non essere di nuovo nel sogno-realtà, bensì di essere sveglia una volta per tutte.
Rabbrividisco senza una ragione, anzi la ragione la so, però voglio evitare di pensarci. Decido di bermi una camomilla, per calmarmi.
“La prossima volta ci penserò due volte prima di dire: sarebbe un sogno se questo si avverasse” penso mentre la bevanda calda riscalda il mio corpo ancora scosso per la brutta esperienza.
Non volevo indagare oltre sulla vicenda, volevo semplicemente dimenticarmene.

  
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