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Autore: Morphine77    16/01/2017    0 recensioni
E' più importante la vita o la morte? Non è forse vero che il nostro percorso su questa terra non sia altro che il preludio di ciò che ci aspetta una volta che il nostro cuore cesserà di battere? E se la morte stessa fosse una nuova vita? Queste erano le domande che vorticavano nella mia mente prima che incontrassi lui. Da lì tutto cambiò...
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Compton, Eric Northman, Godric, Nuovo personaggio, Sookie Stackhouse
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza
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Prologo
Ci sono momenti nella vita in cui senti che nulla stia andando per il verso giusto. Quando percepisci quell’aura di negatività attorno a te, che ti penetra nel profondo appiattendo le giornate. Ti senti perso, nel vuoto. Certe volte immagini una versione di te in miniatura, un povero piccolo essere in balia della bufera che sta imperversando nella tua testa; magari sei sola, ferma, immobile nel bel mezzo di un campo di grano. E’ notte, la luce flebile della luna coperta dai nuvoloni spessi, pregni di quella stessa angoscia che imperversa statica nel tuo spirito. Le stelle non si vedono, sono anch’esse oscurate dalla pece, pesante, quel buio che ti acceca. Forse qualche ombra riesci a scorgerla, magari dei resti delle spighe ormai cadute che tremolano sul terreno, quando il vento le sfiora; le disturba dalla loro quiete sepolcrale. Muovi un passo, due. Senti il gracchiare delle foglie secche che si spezzano sotto i tuoi piedi. Il silenzio torna assordante. E allora osservi il nulla attorno a te, strizzi gli occhi per guardare più lontano, se magari dietro quell’arbusto c’è una strada, o una luce, o semplicemente qualcosa di diverso da questo campo spento quanto estenuante. Allora scorgi qualcosa, non sei sicura di cosa sia, è giusto una chiazza scura, riflessi argentei. Ha colto la tua attenzione. Forse è tutto frutto della tua immaginazione o forse è reale, della durata massima di un decimo di secondo. Ha rotto la monotonia del paesaggio. Se paesaggio possiamo chiamare una distesa di oscurità senza fine. Era una sfumatura diversa, un istante prezioso: la speranza. E’ qui che scatti. Il ginocchio si piega lesto e il polpaccio spinge sotto la pressione del quadricipite, così i muscoli si attivano, si liberano dal torpore che li ingessava. Corri, passo dopo passo, verso ciò che avevi visto solo un momento prima. Corri verso quel punto, corri più veloce che puoi. Corri nel fango, tra le spighe cadute, pezzetti d’erba e sassolini si inseriscono nelle fessure delle scarpe. Ma non importa, vuoi solo arrivare a quello sbrilluccichio in lontananza. Forse è solo un ricordo, forse non lo raggiungerai mai… Ma l’importante era muoversi, trovare un pretesto per sbloccare gli arti, la mente, verso una distrazione capace di rompere la monotonia angosciosa dell’essere ferma, immobile in una vastità che ti consuma l’anima. 
   
 
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