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Autore: meiousetsuna    16/01/2017    5 recensioni
Seconda classificata nel contest: The Breaking Point, di SherylHolmes
È un qualsiasi mercoledì mattina, al 221B di Baker Street; Sherlock e John stanno facendo colazione, ma quest’ultimo appare particolarmente seccato agli occhi del consulente investigativo, che è curioso di scoprirne il motivo.
Dal testo:
“Lascia perdere… insomma, questo ragazzo vestito di pelle nera con le borchie mi guarda, mi sorride, allunga la mano vicino alla mia, verso le buste del latte, e mi porge una bomboletta che era sullo stesso scaffale. E sai cosa mi ha detto?”
“Presumo che abbia cercato di sedurti, ma è uno spreco di energie intellettuali indovinare, sei qui per raccontarlo”.
“Certo, certo… mi ha detto ‘non ti vergognare, volevi la panna, vero? Questa è buonissima, è vegana ma è gustosa e leggermente zuccherata, mette d’accordo tutti; nutrilo, quel moretto che sta con te! Vi ho visti insieme un paio di volte, è sexy ma un po’ magro, no? Non devi solo consumarlo, dagli da mangiare… è bello toccare un po’ di roba’ Capisci!? E lo vedi come si chiama questa panna? Yummy!”
Enjoy!
Setsuna
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda classificata nel contest: The Breaking Point, di SherylHolmes
Personaggi: John/Sherlock
genere: Commedia, romantico
E la 4ª serie? Ancora no!^^

I racconti del vicinato

La tazza di Earl Grey fumante liberava sottili volute di vapore profumato, che si dissolveva nell’attimo in cui raggiungeva due occhi di ghiaccio, avversari troppo potenti da sconfiggere.
Sherlock posò delicatamente la stoviglia al centro del piattino, congiungendo le mani eleganti, finalmente libere, posandole appena sulle labbra mentre deduceva cosa si nascondesse dietro l’atteggiamento nervoso di John.
Il dottore era rientrato sbattendo la porta in modo particolarmente violento, accompagnando la salita di ognuno dei diciassette gradini con una specifica imprecazione colorita.
‘Impressionante, forse potrei cominciare col catalogare quanti diversi tipi di… no, questo può aspettare’.
“John”.
“Cosa”. La voce troppo trattenuta era quella delle sfuriate delle grandi occasioni.
“Avendo già cosparso quel toast di marmellata da un lato, ora che l’hai capovolto per spalmarla sull’altro, per la forza di gravità…”
John rimase col coltello sospeso a mezz’aria per un secondo di troppo, permettendo a gocce di confettura di arancia di piombare dispettose nel suo caffè.
Il pane venne sbattuto malamente sul vassoio, e il caffè gettato in una delle provette da laboratorio, che non mancavano mai di corredare il vasellame di tutti i loro pasti.
“La prossima volta andrai tu a comperare il latte fresco, i dolci e qualsiasi altra diavoleria ti venga in mente di mangiare, chiaro?”
“È a te che piace fare la spesa, io mi annoio. Puoi esporre chiaramente i fatti?”
“Vuoi saperlo? Sono entrato dal fornaio per i tuoi maledetti biscotti, e la proprietaria, sai quella con la treccia lunghissima, mi ha fatto l’occhiolino e ha aggiunto un omaggio nella busta. Una brioche a forma di cuore. La mangi col suo ragazzo ― ripeté John, scimmiottando la voce zuccherosa della fornaia ― e lo saluti. Voi coppie gay siete così carine!”
“Oh. Non è stata gentile?”
“Voleva esserlo, certo! Ma tutti mi fissavano, sai come lo odio. Ma se fosse finita qui, non sarebbe grave!”
“Vai avanti, il caso mi interessa”.
“Ti diverti? Almeno uno di noi è contento. Al supermercato stavo per prendere il latte, e mi si è avvicinato un tipo… insomma, sembrava il motociclista dei Village People. Sherlock, perché mi guardi vacuo? Dio mio, non sai chi sono”.
“Non mi è mai servito per nessuna indagine. Un gruppo di comici?”
“Lascia perdere… insomma, questo ragazzo vestito di pelle nera con le borchie mi guarda, mi sorride, allunga la mano vicino alla mia, verso le buste del latte, e mi porge una bomboletta che era sullo stesso scaffale. E sai cosa mi ha detto?”
“Presumo che abbia cercato di sedurti, ma è uno spreco di energie intellettuali indovinare, sei qui per raccontarlo”.
“Certo, certo… mi ha detto ‘non ti vergognare, volevi la panna, vero? Questa è buonissima, è vegana ma è gustosa e leggermente zuccherata, mette d’accordo tutti; nutrilo, quel moretto che sta con te! Vi ho visti insieme un paio di volte, è sexy ma un po’ magro, no? Non devi solo consumarlo, dagli da mangiare… è bello toccare un po’ di roba’ Capisci!? E lo vedi come si chiama questa panna? Yummy!”
“So leggere. In effetti l’hai comprata”. Il tono di Sherlock era quanto mai distaccato.
“Ormai ce l’avevo in mano… senti mi spieghi perché se ci vai tu nessuno ti dice ‘prendi del cibo per quel biondino’, eh?”
“Perché scoraggio la loro confidenza”.
“No, no! Perché tutti mi guardano è pensano… sai che c’è? Adesso mi sentono una volta per tutte!”
Prima che l’investigatore potesse opporsi ― cosa che per la verità non sembrava molto ansioso di fare ― il dottore corse alla finestra della cucina che dava sul retro, verso la stradicciola che scendeva verso i garage, la spalancò e preso un bel respiro, tuonò al massimo della potenza che la sua voce poteva raggiungere.
“ Se c’è qualcuno a cui interessa saperlo, io non sono GAY!!!”
La frenetica attività del mercoledì mattina a Londra parve bloccarsi in quell’istante. Era come se gli autobus a due piani cercassero di contrarsi, come se i taxi volessero cercare parcheggio nello stesso istante; i piccioni avrebbero smesso di volare, ma questo li avrebbe trasformati in una pioggia di biblica memoria.
Il nipote della signora Turner frenò sulla sua bicicletta rossa, alzando il viso verso la finestra, con la bocca aperta. E dire che sua nonna insisteva che la Hudson prendeva solo gente strana, in casa!
Il postino, rimasto inebetito, perse l’occasione di recapitare la corrispondenza nella cassetta del signor Lewis senza scappare dal suo ferocissimo bull dog, visto che questo era distratto dal gatto della signora Carter che passeggiava con aria di sfida sul muretto che divideva i loro giardini.
Ma persino il felino non osò muoversi da dove si trovava, facendo letteralmente impazzire il cane che cercava di saltare per raggiungerlo.
Il loro dirimpettaio, Mark ― un hooligan facinoroso agli arresti domiciliari per uno scontro con le forze dell’ordine ― lasciò addirittura il posto davanti la TV, dove stava seguendo il dibattito sull’ultima partita del Chelsea, per affacciarsi di corsa. Allora a Londra c’è ancora un uomo non pervertito?
Individuato John gli indirizzò un simpaticissimo saluto con un braccio sollevato e uno sguardo che significava: ‘se ti incontro allo stadio non ti pesto, amico!’
Il dottore richiuse la finestra, tornò dal suo lato del tavolo e fissò Sherlock, che non aveva battuto ciglio.
“Avranno capito? Come devo spiegarglielo?”
Gli occhi di Sherlock si assottigliarono, gli angoli delle labbra si sollevarono senza che potesse impedirselo, fino a scoppiare in una risata sincera, che evidenziò un sottile disegno di rughe d’espressione, ma quella divertita.
John sbottò in una risata di cuore nello stesso istante, fino a sentire le lacrime agli occhi, battendo leggermente un pugno sul mobile.
All’improvviso, in perfetto unisono, i due uomini si afferrarono per il bavero della giacca, il collo del maglione, l’attaccatura dei capelli, le loro labbra si afferrarono le une con le altre, il sapore del tè e del caffè che si univano in un’insolita miscela, un ginocchio di Sherlock posato su tavolo per sporgersi meglio verso John.
Quando lingue, baci e saliva non furono più attribuibili con certezza all’uno o all’altro, i due si staccarono per riprendere una boccata d’ossigeno.
“Se questo non è essere gay, come lo definiresti, John Watson?”
“Essere fidanzato con l’unico uomo che amerò nella mia vita. È una differenza così complicata, com’è che non ci arrivano?”
“Stai pretendendo che il Q.I. di un intero quartiere sia in media più alto di novantasette, non ci conterei. Invece perché non lo spieghi a me?"
La mano destra di Sherlock agitò la bomboletta di Yummy, puntandola verso il viso di John che deglutì vistosamente.
“In effetti, da quando siamo insieme ho perso un chilo e mezzo”.


Gioia? Pare di sì! Di nuovo, grazie Koa__ Stamane non sapevo come dovevo sentirmi!
“I racconti del vicinato” è un bellissimo manga di Ai Ayazawa, purtroppo tradotto in Italia con “I cortili del cuore”. Non c’entra nulla, ma è un titolo d’effetto *-*
Note: credo proprio che non ci sia la stradina sul retro, ma era un’esigenza fondamentale…
I Chelsea Headhunters sono considerati uno dei gruppi più violenti del panorama calcistico inglese

  
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