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Autore: kamy    16/01/2017    2 recensioni
Dopo il ritorno dal viaggio nello spazio, Trunks non è più lo stesso. Riuscirà a capire cosa lo ha cambiato e a ritrovare se stesso?
Partecipa alla challenge 'Prompt sotto l'albero' di Il giardino di Efp.
Scritta sui prompt di Livia Duras.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla challenge 'Prompt sotto l'albero' di Il giardino di Efp. Foto nel banner: https://www.facebook.com/IlGiardinodiEfp/photos/a.1848993831981562.1073741848.1746939895520290/1849600828587529/?type=3&theater. 

Scritta sul prompt di Livia Duras: quando ritornano dal loro viaggio, niente è più come prima.

 

Cap.1 Angeli di neve

 

Trunks alzò il capo osservando i fiocchi di neve che scendevano. Strinse con entrambe le mani, coperte da dei guanti grigi, la ringhiera di metallo del terrazzo. La stoffa dei guanti si inumidì con il ghiaccio. 

I fiocchi di neve s’infilarono dentro il cappotto del giovane e tra i suoi capelli color glicine. 

Trunks udì dei passi alle sue spalle, abbassò il capo e si voltò. Vide Goten avanzare verso di lui.

“Urca, non hai freddo qui fuori?” gli domandò, passandosi la mano tra i capelli neri a cespuglio. 

Trunks si grattò il sopracciglio e sospirò.

“Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria” ammise. 

Goten gli si affiancò e guardò il giardino ricoperto di neve, stallatiti di ghiaccio si erano create sui rami degli alberi. 

Una gazza ladra si appoggiò su uno dei cespugli facendo cadere della neve e lasciando le sue impronte su quella rimasta sopra le foglie.

“Ultimamente ti isoli sempre più spesso. Ti rinchiudi nei tuoi silenzio. Ed io non so come aiutarti” sussurrò Goten. Si voltò verso Trunks e lo guardò negli occhi azzurro cielo.

“Siamo ancora migliori amici?” domandò. 

Trunks incassò il capo tra le spalle e sospirò, il fiato gli si condensò davanti al viso.

“Lo sarai sempre” lo rassicurò. 

Goten gli sorrise, il suo naso si era arrossato e tremava. Tornò a guardare il giardino e osservò una figura che correva avanti e indietro con le braccia alzate. Riconobbe Pan, la nipote cercava di afferrare i fiocchi di neve con le mani coperte dai guanti.

“Avrei voluto venire con te in quel viaggio. Da quando sei partito, è come se si fosse aperta una voragine tra te e il resto del mondo”. Aggiunse.

< Tutti pensano sia colpa della faccenda Baby, ma di quella non ricordiamo nulla e perciò l’abbiamo superata abbastanza bene > pensò.

“Da quando siamo tornati tutto è cambiato. Io mi sento diverso e anche il mondo mi appare sotto una nuova luce” ammise Trunks. 

Goten indicò Pan con la mano.

“Perché non le vai a parlare?” domandò. 

Trunks deglutì a vuoto e scrollò le spalle.

“A-avevo intenzione di leggere” borbottò. 

Goten roteò gli occhi.

“Immaginavo bene, allora è lei il problema” bisbigliò. Si voltò verso Trunks e lo afferrò per la sciarpa rossa che indossava, lo strattonò facendolo abbassare.

“Allora vai a leggere in giardino” gli propose. 

Trunks avvampò.

“Se lo chiedi così, devo dire che risulti molto convincente” ammise.

 

********************

 

Pan osservò Trunks seduto su una panchina ghiacciata. Il giovane aveva il viso nascosto da un libro. Si schiarì la gola, il ragazzo girò pagina.

“Trunks!” chiamò Pan alzando la voce. 

Trunks alzò lo sguardo dal libro, e lo abbassò.

“Sì?” domandò. 

Pan si chinò e accarezzò la neve con entrambe le mani.

“Sei lì da almeno mezz’ora, ma sei totalmente in silenzio. Il libro deve averti presto molto” disse. 

Trunks avvampò.

< In realtà ho guardato più te che il libro > pensò.

“Che libro stai leggendo?” domandò Pan. Le ginocchia le dolevano e i piedi le affondavano nel manto nevoso. Con entrambe le mani coperte da guanti prese una palla di neve.

“Angeli metropolitani” rispose Trunks. Alzò lo sguardò dal libro e osservò la ragazzina piegata in avanti creare una fila di pupazzi di nevi alti fino al suo ginocchio con due sole palle di neve. La palla di neve più in basso era larga un pugno e mezzo propri, quella di sopra invece un pugno della giovane. 

Pan tolse dalla tasca del cappotto una serie di sassolini neri di varie forme e li utilizzò per fare gli occhi ai pupazzi di neve.

“E di cosa parla?” domandò. 

Trunks si mordicchiò il labbro ripetutamente.

“Beh, ancora non ho il quadro completo della situazione. Credo si capirà bene man mano che leggo” spiegò. 

Pan annuì, il vento e i capelli le sferzavano il viso arrossato. Si nascose la bocca con la sciarpa di lana.

Pan sorrise guardando il gruppetto di mini pupazzi di neve che aveva creato, erano disposti a cerchio e si ‘guardavano’ tra loro.

“Dimmi quello che hai letto finora” lo invogliò. 

Trunks si massaggiò il collo, utilizzò la copertina del libro come segnalibro e se lo appoggiò sulle labbra.

“Inizia con una giovane donna con una vita sregolata. Di giorno è una programmatrice di computer disoccupata, ma di notte fa la ballerina nei night. Vive in un appartamento in una città che sembra un incrocio tra la capitale giapponese e una metropoli americana. La sua abitazione è abbandonata al più completo disordine, tra lattine di birra. Come animale domestico ha un pinguino con cui va anche a dormire. Non ha mai avuto una relazione stabile, ma…”. Iniziò. 

Pan ridacchiò.

“Ho capito! Incontra un giovane tenebroso e lui, nonostante il suo carattere, è il primo di cui si innamora” disse. 

Trunks schioccò la lingua sul palato.

“Se lo hai già letto, non mi svelare il finale. Voglio ancora sperare che non sia un semplice romantico” borbottò. 

Pan lo raggiunse e si sedette accanto a lui.

“Cosa ci sarebbe di male anche fosse un romantico?” domandò. 

Trunks socchiuse gli occhi e avvertì una fitta al petto.

“Non sono molto fortunato in amore” ammise. 

Pan si sporse e gli baciò la guancia gelida. Trunks sentì le orecchie avvampare.

“Lo diventerai. Vuoi aiutarmi con il pupazzo di neve?” domandò Pan. 

Trunks sospirò.

“Sì, tanto ti conosco. L’avrai vinta anche se ti dico di no” brontolò. 

Pan si rialzò in piedi con un saltello.

“Porta dentro il libro e poi torna qui. Così ci divertiamo, musone” lo punzecchiò. 

Trunks si alzò a sua volta e guardò il cielo nuvoloso.

“E se ricomincia a nevicare?” domandò. 

Pan gli fece l’occhiolino.

“Allora faremo gli angeli di neve, invece che quelli metropolitani” lo invogliò. 

Trunks si allontanò di un paio di passi.

“Allora a dopo, angelo di neve” disse. 

Pan gli fece la linguaccia e Trunks corse dentro.

  
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