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Autore: ShannaInLuv    16/01/2017    2 recensioni
Rose x Scorpius! | [Fanfiction partecipante al contest "Are you mine?" indetto da Mary Black sul Forum di EFP]
Cosa c’è che non va?
Cosa c’è, Scorpius?
Perché mi guardi negli occhi e mi sorridi, dall’altro capo della Sala Grande; mi guardi, mi sorridi, come un tempo, ma il tuo sorriso si spegne subito.
Cosa c’è che non va, Scorpius?
Perché, certe volte, mi guardi come se fossi un alieno, perché certe volte mi guardi come se fossi sbagliata?
E, santo Godric solo sa, quanto io davvero mi senta sbagliata, smarrita, distrutta, e seppellita.
Seppellita da te.
Perché mi hai seppellita, Scorpius?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nickname sul forum: Shanna_GrifthiterinEvil
Nickname su EFP:  Shanna_RenicoBOO
Titolo della storia
:  Break me, bury me.
Coppia scelta: (indicate se avete anche scelto l'indicazione abbinata, riportandola per intero) (1. Rose Weasley/Scorpius Malfoy.
 
Mi piacerebbe che descriveste un rapporto disfunzionale, in cui Rose non riesce a stare dietro a uno Scorpius che, pur amandola, è tormentato e imprevedibile. )
Rating: Giallo.
Contesto: Vago
Genere: Introspettivo, Drammatico, Malinconico.
Note/avvertimenti: \
 Note dell'Autore:
 Ciao! Inannzitutto inizio col ringraziare Mary Black per aver indetto questo forum, poi proseguo col dire che questa shot doveva essere circa dieci volte più lunga, continuando con un’altra fase della storia, ma che ho deciso di omettere per mancanza di tempo nel svilupparla. Comunque, farò un seguito, che per intenderci sarà la parte due. Il titolo e alcune frasi all’interno della storia sono ispirate a una canzone dei 30 Secondo to Mars, che è intitolata The kill ( se volete, potete utilizzarla come sottofondo della storia). E, volevo precisare che la frase che dirà Ron ( quelli della sua famiglia fanno star male gli altri) è collegata a un prequel, ovviamente inedito, sulla Dramione. Sì scusate, farò anche quello, sorry :$
Detto questo, ringrazio anticipatamente chi leggerà recensirà inserirà la storia nelle preferite seguite ricordate .
Un bacio,
Shanna.
Ps. I miei cucciolotti T.T Coraggio Scorp!





[Break me, bury me.]


***


 
 
Cosa c’è che non va?
Cosa c’è, Scorpius?
Perché mi guardi negli occhi e mi sorridi, dall’altro capo della Sala Grande; mi guardi, mi sorridi, come un tempo, ma il tuo sorriso si spegne subito.
Cosa c’è che non va, Scorpius?
Perché, certe volte, mi guardi come se fossi un alieno, perché certe volte mi guardi come se fossi sbagliata?
E, santo Godric solo sa, quanto io davvero mi senta sbagliata, smarrita, distrutta, e seppellita.
Seppellita da te.
Perché mi hai seppellita, Scorpius?
Lo so che mi ami, me lo dici tutte le volte, me lo dici sempre, ogni giorno, con quegli occhi che assomigliano tanto a un grigio cielo in pieno giorno durante la tempesta. Perché è questo che mi consideri, una tempesta nella tua vita.
E lo sai, ricordare fa male, più di qualsiasi altra Maledizione Cruciatus; e il tuo sguardo mi uccide più di qualsiasi altro Anatema Che Uccide.
E lo sai perché?
Perché ti amo.
 
***
 
Il nostro amore è iniziato durante il sesto anno; siamo sempre stati buoni amici, sin dal primo anno, su quel treno per Hogwarts, dove ci siamo seduti tutti e tre insieme – io, te e Al – incuranti del fatto che le nostre famiglie fossero completamente opposte, e anche che noi fossimo nemici giurati sin dalla nascita.
Noi lo sapevamo, me lo ricordo benissimo, mi ricordo come ci siamo guardati di sottecchi, inizialmente, nascondendo il nostro cognome appositamente. E poi grazie ad Al – è sempre stato merito suo quando le cose tra noi hanno funzionato – che siamo diventati amici. Perché io ero la sua migliore amica, e tu il suo, e quindi eravamo legati da un filo inevitabile, indissolubile, anche se io ero una Weasley dai capelli rossi e Mezzosangue, anche se tu eri un Malfoy dai capelli platino e Purosangue.
Siamo sempre stati così diversi.
E così uguali.
Io sempre odiato mia madre, perché tutti mi paragonano a lei, alle sue smanie da perfettina.
Tu hai sempre odiato tuo padre, perché tutti ti paragonano a lui, e alle sue scelte riprovevoli.
Io smistata a Grifondoro.
Tu smistato a Serpeverde.
Entrambi abbiamo il Quidditch nel nostro cuore, e questo ci bastava, allora. E amiamo Al, come un fratello, e ci bastava anche questo. Finché non hai iniziato a cambiare.
Fino al sesto anno siamo sempre stati uniti, io mi stavo innamorando di te, me ne rendevo conto, stava succedendo pian piano e io non potevo evitarlo. Eri così bello, con quegli occhi tempestosi con pagliuzze color prato; con quel sorriso smagliante, quasi da accecare i passanti, e i lineamenti spigolosi, maturi. E poi eri sempre allegro, cordiale, con il sorriso sulle labbra. Tu non eri il Serpeverde che tutti si immaginavano, eri Scorpius.
Scorpius e basta.
Una volta, durante le vacanze Natalizie, ho tirato per il maglione papà, prendendolo in disparte. Perché lui, al contrario della mamma, c’era sempre stato, ed era ormai, diventato il mio confidente affettivo. Lui mi ha guardata con i suoi vissuti occhi azzurri – papà, il mio papà, che con me era sempre dolce e che mi trattava sempre come la sua bambina – e io gli ho sorriso, incerta.
«Ti devo dire una cosa,» avevo sussurrato. «Credo… credo che mi piaccia un ragazzo.»
Papà era avvampato, diventando color pomodoro, si era mosso a disagio e mi aveva scompigliato i capelli. «Beh… lo conosco?»
Quello era stato il mio turno di avvampare, mentre guardavo di sottecchi la figura di Scorpius che rideva con Al, cercando di non farmi beccare da papà. Ma lui non era stupido come sembrava, lo capì.
Era diventato improvvisamente serio, guardandomi con i suoi occhi celesti, non più dolci, bensì preoccupati e tristi. «Non voglio che ti faccia star male, Rosie. Quelli della sua famiglia…»  Poi aveva scosso la testa, lasciando la frase in sospeso e rivolgendomi un finto sorriso rassicurante.
Ora lo so come finiva la frase di papà.
Quelli della sua famiglia fanno star male gli altri.
 
Se potessi tornare indietro nel tempo non so se lo rifarei.
Io ho amato – in ogni modo – Scorpius con tutto il mio cuore. Ma lui sembra così tormentato da qualcosa che non esiste, qualcosa che, forse, invece esiste ma io non riesco a capire. Allora, come posso reggermi in piedi in questa maniera? Come posso dichiarare il mio amore a un ragazzo tormentato ma di cui non riuscivo, effettivamente, a capire cosa lo tormentasse?
Mamma ci sarebbe riuscita, ma io no.
Credevo di essere forte, di poter tenere duro, illudendomi di qualcosa che in realtà non potevo fare. Non potevo fare tutto questo solo perché sono Rose Weasley, perché i miei genitori sono due Salvatori del Mondo Magico e io sono una Grifondoro.
Io sono solo Rose.
E tutto questo il mio cuore non poteva reggerlo.
Mi sto spezzando, Scorpius.
Non so se, ipoteticamente, potessi tornare indietro, farei le stesse scelte. Non so se ti direi di quando mi invitasti al Ballo del Ceppo, non so se ti bacerei di nuovo, sotto quella finestra; lo stesso luogo dove incidemmo le nostre iniziali alla fine del sesto anno. Non so se ti direi che ti amo, urlandolo al vento...
No, quello sì. Dopotutto era la verità. Ti amavo, da impazzire, ma sarebbe stato meglio tenersi comunque tutto dentro, aspettare che il dolore passasse e tornate amici -e basta.
Mi sarebbe presto passata, anziché continuare a fingere.
Fingere? Non è esatto. Io continuavo a nascondermi dietro un amore ormai sbiadito. Lui continuava a fingere, piuttosto?
Scorpius, io non lo so perché all'improvviso sei diventato così distante? Perché, all'improvviso il tuo sorriso si spegne mentre mi guarda?
 


***

 
 
Era passato più di un'ora da quando Scorpius era stato richiamato dalla Preside nel suo ufficio, ed era dallo stesso tempo che io lo stavo aspettando seduta alla fine delle gradinate della scala a chiocciola. Era stato richiamato con una certa urgenza e ci eravamo preoccupati entrambi.
All'improvviso udì uno scricchiolio, poi delle voci che parlavano sommessamente, la Preside che gracchiava qualcosa che non riuscii bene ad udire, e poi la porta sbattere.
Mi voltai, quando, mi accorsi che delle persone stavano scendendo la scala a chiocciola.
Una donna mi passò davanti, dai folti capelli neri e la portatura elegante; incrociai i suoi occhi verdi soltanto per un attimo, giusto per leggere lo sguardo colmo di disperazione e tristezza. Quando incrociai quelli di Draco Malfoy, invece, nei suoi occhi intravidi solo risentimento e disperazione. Mi scoccò un'occhiata fugace, per prendere poi sotto braccio la moglie e dirigersi a passo svelto verso l'uscita.
Ma la persona che mi scosse più profondamente fu la terza: un uomo sull'ottantina, gobbo, con i lunghi capelli bianchi legati in una coda. Doveva essere Lucius Malfoy, il nonno di Scorpius, e assomigliava così tanto sia a Draco che a Scorpius.
Quando mi passò accanto, fece una smorfia, mi guardò, come a sfidarmi e assottigliò gli occhi; non c'era dubbio che il suo volto mostrasse soltanto sentimenti di odio e rabbia.
Perché?
Perché la famiglia di Scorpius mi odiava senza che io li conoscessi?
Dopo interminabili secondi, in cui il mio cuore aveva perso diversi battiti e le mie lacrime stavano pungendo prepotenti ai bordi degli occhi, sentì una quarta persona scendere da quelle scale.
Era ovvio, chi fosse.
Era davvero ovvio.
«Tutto bene, Rose?» gracchiò.
Tutto bene? Quello stupido aveva appena avuto un confronto, barra litigata, con i suoi famigliari e lui chiedeva a me se io stessi bene?
Quanto si può essere stupidi?
Tirai su col naso, ma non ebbi il coraggio di incrociare i suoi occhi, per paura di intravedere qualcosa di spiacevole.
Scorpius si sedette accanto a me, afferrò il mento con due dita e volse il mio viso contro al suo. Lo osservai, e allora capii che era Scorpius quello che doveva piangere, doveva essere disperato più di me, non solo perché il suo volto fosse ricoperto da lividi - quanti schiaffi gli avevano dato Draco, Lucius e Astoria Malfoy? -, ma perchè anche la sua anima era lacerata.
«Che ti è successo?» miagolai.
Scorpius sbuffò via un ciuffo che gli ricadeva mollemente sulla fronte, e sorrise - o perlomeno cercò di farlo -. «Mi sono confrontato con mio padre. »
Confrontato? Sembrava piuttosto che avesse fatto un incontro di boxe, con suo padre.
«Mi odiano.» sussurrai, ricordando gli sguardi carichi di sentimenti negativi, e fui sul punto di piangere di nuovo, da perfetta egoista. Vidi lo sguardo di Scorpius rabbuiarsi, il sorriso mesto spegnersi e lo vidi diventare lo Scorpius afflitto, quello che vedevo sempre, ormai.
«Rose... io ti amo.» sussurrò roco, accompagnato da un ringhio. Il suo alito di menta invase le mie narici, il suo naso solleticava il mio. Appoggiò le nostre fronti e chiuse gli occhi, per poi sospirare, lentamente.
«Anche io.» balbettai, cercando di circondarlo in un abbraccio.
Ora capivo cosa c'era che non andava.
Ora capivo chi fosse quello Scorpius così differente dal mio, e capivo perchè questi sentimenti struggenti facessero parte del suo cuore, sovrastandolo.
Mi stava seppellendo, Scorpius. Mi stava seppellendo, pian piano. Perchè amarmi gli provocava dolore, ed è un istinto umano scostarsi quando qualcosa provoca dolore al tuo corpo.
E, anche se non lo stava facendo consciamente, anche se Scorpius mi amava davvero, era tutto troppo doloroso, per lui.
«Ti amo tanto.» ripetei.
E rividi gli occhi di tristezza di Astoria, quelli di risentimento di Draco, quello di odio puro di Lucius, come se io stessi portando il loro adorato Scorpius in un luogo che lo avrebbe condotto alla morte. Come se stessero perdendo Scorpius Malfoy, lasciando spazio a una persona che non riconoscevano più.
E capii che Scorpius aveva lottato per me, anche se era afflitto, imprevedibile, disperato e talmente fragile come una sfera di cristallo che si sarebbe potuto rompere dal mio soffio.
Il mio soffio poteva rompere quella palla di cristallo, e sicuramente ci sarebbero stati i Malfoy a ripararlo.
«Davvero, davvero, tanto.» piansi.
Scorpius alzò di scatto la testa e mi guardò, carico di dolore, come chi non capisse costa stava per succedere. Mi accarezzò la guancia.
Voglio aiutarti, Scorpius.
«Rose, cosa...»
Trattenni il respiro. Sapevo cosa fare, sapevo come seppellirmi, sapevo come rompere quel cristallo che era diventato Scorpius.
Con un solo soffio.
«Dopo i M.A.G.O., tra un mese, parto.» affermai, decisa. Vidi lo sguardo di Scorpius vacillare, perché il suo istinto gli diceva che non sarebbe stato un viaggio, bensì un biglietto di sola andata. «Vado a.... Lavorare da zio Charlie, in Romania. Lì conferirò gli esami da Spezzaincantesimi. »
Scorpius si allontanò di scatto, come scottato, ma non pianse; Scorpius non piangeva mai, perdipiù di fronte a me; cercava di dimostrarsi sempre forte, superiore e incrollabile. Anche se ultimamente Scorpius stava vacillando, e questi sentimenti non si dimostravano attivi come prima.
«Cosa...? Ma... Rose! »
«È meglio così. La nostra relazione aveva una data di scadenza e noi lo sapevamo bene.» lo fissai con sguardo carico di significato, vidi la consapevolezza attraversare il volto di Scorpius, perché lui aveva capito cosa stava per succedere. E, soprattutto, aveva capito il perché stava per succedere.
Mi voltai, cercando di trattenere le lacrime. Perché non volevo piangere, se lo avessi fatto, Scorpius mi avrebbe convinta a restare con lui.
Ma non potevo farlo soffrire ancora.
Dovevo seppellirmi.
La sua mano si strinse intorno al suo polso e si parò davanti a me, quasi con il fiatone, con gli occhi lucidi.
Scorpius non piangeva mai.
«Resta con me.» si risolverà tutto, resteremo insieme.
Lo fissai, senza aprire bocca; perché se lo avessi fatto, dalle mie labbra sarebbe uscito un .
Strattonai il polso dalla sua presa e lo superai, camminando a passo svelto lungo il corridoio, con la testa incassata tra le spalle.
Volevo aiutare Scorpius, amandolo, pensavo che fosse la cosa giusta. Pensavo che non volevo che Scorpius fosse rinnegato dai Malfoy, che non vivesse con il senso di colpa di aver tradito la famiglia – per una Mezzosangue, una Weasley, come me -, e che né, tantomeno, soffrisse perché io ci stavo male.
Volevo che fosse felice, come un tempo, come i nostri primi tempi assieme, quando tutto quello non era ancora iniziato, quando ridevamo felici sulle sponde del Lago Nervo, quando ci lanciavamo occhiate furtive durante le lezioni, i pasti e le partite di Quidditch.
Capii all’improvviso che, in ogni caso – se fossi restata con Scorpius o meno – tutto quello non sarebbe accaduto mai più.
Era stato bello, finché era durato.
Ora, stavo semplicemente prendendo una difficile decisione, che avrebbe salvato sia lui che me.
E forse, nel profondo, era anche quello che voleva Scorpius. Forse era quello il tormento che lo lacerava negli ultimi tempi; il tormento di lasciarmi oppure no, il tormento di prendere la decisione giusta o sbagliata. Giusta per lui, sbagliata per la famiglia. Giusta per la famiglia, sbagliata per noi.
Scorpius era stato così combattuto negli ultimi tempi, che forse non aveva semplicemente il coraggio di prendere una decisione del genere. Cosa che, a me, non mancava.
Per una volta, penso, stavo agendo come avrebbe agito mia madre.
 
Addio Scorpius.
E potei udire il suono del cristallo che si infrangeva a terra.
   
 
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