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Autore: Sarck    17/01/2017    4 recensioni
"Le ciglia lunghe di lei scivolano lungo la schiena di Soul Eater, accarezzano il pavimento e si sollevano ad osservare chi abbia distrutto il suo piano, una buona volta che la Albarn non era presente. Quando nota il secondo ragazzo, però, arrossisce terribilmente.
Da quel giorno, ai bordi del suo quaderno, con una mano sotto al mento e occhi persi, scrive sempre "Blackstar" con tanto di cuoricini."
***
Tsubaki non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a fare i conti con una ragazzetta intenta a catturare l'attenzione del sul partner. Blackstar, d'altro canto, ha ben altri problemi per la testa, che non lo fanno dormire tranquillo.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Tsubaki, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stalker, senza nome




La ragazzina ha 12 anni, ciuffetto scuro di capelli a corpirle gli occhi e due codini, alti, per assomigliare di più a Maka Albarn. A quanto pare, a Soul Eater quelle con i codini piacciono.
Sta facendo finta di leggere qualcosa sulla bacheca, mentre con la coda dell'occhio lo guarda. Eccolo, Soul, con i suoi passi strascicati, le mani buttate nelle tasche della felpa e il viso basso.
II cuore della brunetta perde un colpo. Sospira e aspetta che compaia anche la meister del ragazzo, sperando non succeda. Perché, in tal caso, lei prenderà un forte respiro, si avvicinerà a lui e finalmente "deventa il mio partner" gli chiederà, soffiando la frase fuori dalle labbra tremanti, mentre con la testa farà ondeggiare i codini, per farglieli notare.
Il ragazzo si sta avvicinando, la sua maestra d'armi sembra non essere nei paraggi ed è quello il momento, è quello, deve agire, smetterla di far finta di star leggendo gli ultimi annunci, chiamarlo per norme e sfoggiare quelle dannate codine che si è fatta per l'occasione.
"SOUL!" Voce troppo alta, qualcosa non va. L'interessato alza la testa, si scosta i capelli dalla faccia e sorride obliquo.
"Ehi!"
È quasi davanti a lei, quasi davanti. Tachicardia, ha i palmi sudati, se lui accettasse di diventare la sua arma non potrebbe stringergli la mano in quelle condizioni.
Soul la supera, aumenta il ghigno e "Blackstar!" risponde, battendo un cinque al ragazzo di fronte a lui.
Le ciglia lunghe di lei scivolano lungo la schiena di Soul Eater, accarezzano il pavimento e si sollevano ad osservare chi abbia distrutto il suo piano, una buona volta che la Albarn non era presente. Quando nota il secondo ragazzo, però, arrossisce terribilmente.

Da quel giorno, ai bordi del suo quaderno, con una mano sotto al mento e occhi persi, scrive sempre "Blackstar" con tanto di cuoricini.


***
Tsubaki non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a dire una cosa del genere, ma lo sta facendo: "non la reggo più". La voce lamentosa, i capelli sciolti e le dita tra essi. Lo ripete anche: "Maka, io non la reggo più".
L'amica ha il volto più riposato rispetto al solito, sta tenendo con l'indice il segno del libro e sorride "oh, ora mi capisci quindi?". Tsubaki si limita a grugnire e accasciarsi sul tavolo, schivando di poco la zuccheriera. Quando Blackstar torna, dieci minuti dopo, la trova esattamente così.

Il giorno seguente succede di nuovo. Sono appena entrati a scuola, Tsubaki è riuscita a convincere il suo partner a non arrivare in ritardo e stanno per recarsi in aula magna, quando la vede. Ha una coda alta, fastidiosamente simile alla sua e continua a guardarli, da dietro l'armadietto. Anzi, a guardarlo. Tsubaki cerca di non girare gli occhi nella sua direzione, non sapendo come reagire nel caso incontrasse il suo sguardo; sa che potrebbe lanciarle un'occhiata infastidita e assolutamente non vuole farlo. Quel nervosismo che si porta dentro la inquieta, non le era mai capitato di sentirsi così.
Con la coda dell'occhio controlla Blackstar, che cammina di fianco a lei con le mani intrecciate dietro la testa. Forse, se non andasse in giro sempre in canotta non attirerebbe in quel modo l'attenzione delle ragazze. Va bene che sta iniziando a fare caldo e in casa anche lei è passata al pigiama più leggero, ma lui è esagerato come suo solito. La cosa positiva è che non si è minimamente accorto, nè quel giorno nè i precedenti, della ragazzina con la coda nascosta dietro gli angoli.

Blackstar apre la porta dell'aula magna, tenendola per lei, particolarmente assonnato. Mentre Tsubaki lo supera ed entra, nota gli occhi contornati di nero.
In classe lui si addormenta tre volte, per ognugna di esse riceve dal professor Sid il registro in fronte. Preciso tanto da far invidia a Maka. Tsubaki rischia la vita ogni volta, perché quell'arma impropria la schiva di poco, dato che la testa di Blackstar crolla sempre sulla sua spalla. I capelli le fanno solletico sul collo, ma hanno il solito profumo forte. A Tsubaki quell'odore piace; lo sente sempre quando sono in casa, nella camera da letto in cui dormono entrambi, sul suo cuscino e sugli asciugamani in bagno. Respirarlo forte così, insieme al peso della sua testa sulla spalla e il suo respiro rumoroso, le fa terribilmente ricordare le volte in cui si è intrufolato malamente nel suo letto, per tranquillizzarla la notte, quando qualcosa la agitava.

Il problema sopraggiunge anche a fine delle lezioni. Lei è lì, sugli ultimi gradoni d’ingresso della Shibusen, le mani sui fianchi, ferma, poco più in basso di loro. Tsubaki batte le palpebre più volte; non riesce a crederci.
Blackstar non si accorge neanche della ragazza che si trova proprio sulla sua traiettoria, finchè non se la ritrova davanti, a barrargli la strada.
Lei non ci crede, continua a guardare il suo partner pochi metri più in basso e la brunetta –- coda alta - sul gradino sotto di lui.
È Soul, dietro di lei, a dare voce ai suoi pensieri: "ma cos'’ha addosso quella?".
Attimo di silenzio, perfino Patty, lì con loro, lo nota. Ovviamente scoppia a ridere, proprio mentre Soul "ma poi, mica andava dietro a me?" continua. Maka gli tira una gomitata in pancia, seccata, poi posa una mano sulla spalla di Tsubaki, che in risposta gira la testa dalla sua parte, ma continua a tenere gli occhi sui due, spalancatissimi. L'amica le stringe di più la spalla.
"Tsubaki", piccola pausa, fa scivolare via la mano "mi dispiace dirlo, ma quella lì è un genio, non avrebbe potuto fare cosa più azzeccata".
Lei stringe le labbra, con gli occhi più lucidi del solito e "Black..." inizia a dire, con la voce che trema.
La ragazza davanti al suo compagno ha una foto di Blackstar stampata sulla maglietta e la sta sfoggiando con fierezza; pugni sui fianchi e gambe divaricate, qualche spanna davanti a lui.
"Peccato non poter vedere l’'espressione di Blackstar" ghigna Soul.
Tsubaki quasi piange, agitata come non mai, poi la ragazzina allunga una mano verso l'interessato e tutti si zittiscono, perfino Patty smette di ridere.
Gli sta porgendo un pennarello. "Una tua firma, qui" dice, sbattendo le ciglia e indicandosi uno spazio bianco sulla maglietta, al'l’altezza del seno sinistro.
Tsubaki scende in due falcate i pochi gradini che la separano dal suo compagno e "Blackstar…" inizia a dire, per la seconda volta, con le guance imporporate e gli occhi lucidissimi. Non sa per cosa, forse perché, come ha detto Maka, una pensata del genere attira indubbiamente l'attenzione del suo compagno.
Blackstar allunga un braccio per fermarla dall'avanzare, o dal parlare, appesantendo il suo nodo in gola.
"Hei Tsubaki, fammi fare un autografo a questa mia fan, hai visto?" ha il sorriso di un bambino, enorme, le guance più rosa del solito. Tsubaki lo osserva prendere il pennarello e iniziare a scrivere il suo nome, con fierezza. La piccoletta, un gradino sotto di lei, la sta guardando con aria vittoriosa.
Tsubaki li supera tutti e due, pugni stretti e coda a muoversi a destra e sinistra oltre le sue spalle, esce dalla scuola, senza salutare nessuno.
Patty, più in dietro, apre la bocca per la prima volta: "ma cosa si preoccupa Tsu, domani Blackstar si sarà già dimenticato di quella". Poi, fiera nel suo top attillato "è pure piatta!", aggiunge. Soul concorda. Maka, occhi stretti, sta zitta.
 
Quella sera Blackstar non fa altro che parlare di quanto sia un grande, ad aver incontrato la sua fan più coraggiosa. È  davvero sicuro che un dio come lui ne abbia a bizzeffe, di ragazze che lo ammirano e che quella - non le ha chiesto il nome, ma dopotutto è lui la star, certe piccolezze non importano - sia solo una delle numerose.
 
È proprio per l'ormai pessimo umore di Tsubaki che il giorno dopo si presentano Liz e Maka davanti alla porta del suo appartamento. Liz, con un trolley e una borsa da palestra che sembra stia per scoppiare e Maka dietro di lei, che urla a Blackstar di andarsene di casa e non tornare per qualche ora.
Tsubaki sta per chiudere la porta quando nota che c’è anche Patty; sta salendo le scale di corsa. Arriva sul pianerottolo, le sorride, saluta con la mano e poi si siede sul corrimano.
"Patty, tu non entri?" chiede la padrona di casa. In risposta lei si lascia scivolare giù per la scala, con un "dopooooooo" strascicato.
Tsubaki alza le spalle e chiude la porta dietro di sé, proprio mentre Liz sta tirando fuori dal suo borsone un completino intimo rosso fiammante. Effettivamente, doveva prevedere cosa la sua amica intendesse con "lascia fare a me, ho un piano".
Esausta, si butta sulla poltrona.


 
***
Soul di certo non si aspettava che Blackstar gli entrasse dalla finestra, insieme a Blair, felina. Atterrano entrambi in salotto, uno di modo molto meno aggraziato.
"Amico! Ho un problema" annuncia Blackstar.
Soul incrocia i piedi sul tavolino - tanto non c’è Maka in casa a sgridarlo - mentre il divano si abbassa per il peso di Blackstar che ci si è buttato sopra. "Con le porte?" chiede, annoiato.
"Quali porte? Se sono entrato dalla finestra".
Un "appunto" sussurrato con tanto di occhi al cielo, poi lo lascia continuare: "che succede?"
 


Quel problema, per lui, è davvero grave. Ci pensa, alle dritte che gli ha dato Soul, mentre torna a casa, impiegandoci più tempo del dovuto. Non è pronto, a tornare al suo appartamento.
Ha chiesto un aiuto anche a Kid, il giorno prima, ma i suoi consigli sono stati ancora meno utili: “pensa a qualcosa di asimmetrico”. Poco utile, davvero.
Quando entra in casa, Tsubaki ha iniziato a preparare la cena. Ha ancora addosso i vestiti di quella mattina e i capelli sono sciolti, stranamente. Tira un sospiro di sollievo, per ora l'’ha scampata.
"Blackstar il riso sta bollendo, io vado a farmi la doccia, controlli tu?". Il futuro bushin annuisce, guardandando torvo la pentola.
Rimane in piedi per mezzo minuto, senza fare esattamente qualcosa, poi gli viene in mente che non ha ancora fatto i suoi esercizi fisici quel giorno. Malissimo! Dunque inizia subito i piegamenti, su un braccio.

Blackstar non è un tipo che pensa molto, eppure, mentre avvicina e allontana il suo busto dal pavimento, non può far altro che pensare a quel problema: il nuovo pigiama estivo di Tsubaki. Non può farne a meno, ce l'ha sempre in testa: pantaloncini cortissimi e canotta aderente. E la sua arma non mette mai il reggiseno per dormire, mai.
Aumenta la velocità dei piegamenti, cambiando braccio, e gli torna in mentre l'altra sera, quando Tsubaki gli aveva fatto notare che era da un po’ che non dormivano vicini. Lui non si intrufolava più nel suo letto, perché l’ultima volta che lo aveva fatto si era ritrovato a dormire a pancia in su, con le mani dietro alla testa tutto il tempo. Se le avesse tolte da lì, non sa - sì che lo sa - dove avrebbe potuto metterle. Poi si era svegliato con Tsubaki poggiata sul suo petto, il seno schiacciato addosso, i capelli lunghissimi sparsi sul materasso e la gamba piegata sopra le sue. Il pantaloncino, cortissimo e largo, si era alzato e Blackstar era rimasto cinque minuti buoni a fissare la natica scoperta e il bordo delle mutandine blu.
Decisamente, quel pigiama minuscolo gli provoca un problema.
Per questo si irrigidisce, mentre è in verticale appoggiato sugli avambracci, quando sente la porta del bagno aprirsi e quasi non vuole alzare gli occhi dal pavimento, sapendo che si troverà Tsubaki davanti, stretta in quei vestiti per il quale sono giorni che non riesce a dormire bene.
Ma quando Tsubaki esce dal bagno indossa qualcosa di evidentemente diverso e Blackstar, a testa in giù con gli occhi sgranati - perché sì, ha guardato - si sbilancia in avanti. Rimane così, a terra, mentre lei corre verso di lui, preoccupata, il tessuto sottilissimo del babydoll a svolazzarle sui fianchi.
Blackstar chiede solo "che?" mentre non trova neanche la forza di alzarsi da terra. Fortunatamente è a pancia in giù. Ha la guancia schiacciata contro il pavimento freddo, ma non riesce a non sorridere, comunque.
Tsubaki si morde il labbro, poi prende un respiro enorme. "Molto meglio della maglietta di quella tua fan, vero?".
Ha parlato tutto d'un fiato, ma lui è distratto, perché da quella posizione riesce a vederle le mutandine, sotto al sottile tessuto azzurro che le copre a malapena i fianchi tondi.
"Tu non vuoi proprio farmi dormire eh", ammette, ignorando del tutto la domanda e passandosi una mano sulla faccia.
"Cosa?"


 
***
Tsubaki arriva raggiante a scuola il giorno dopo. Ha dormito benissimo.
Blackstar la sera prima l'’aveva buttata sul divano e le si era premuto addosso. Lei lo aveva preso per il collo della maglietta e gli aveva passato la lingua sulle labbra, mentre una spallina sottilissima le era scivolata giù.
"Oh, ti piace?" aveva chiesto, alzando i fianchi per incontrare quelli di lui. Blackstar le aveva stretto troppo forte la coscia e aveva assottigliato gli occhi, ma non aveva risposto. A Tsubaki, andava bene così.
 
Quando passano davanti alla classe, la piccoletta c’è anche quel giorno. Ha una felpa con su scritto "Blackstar è un Dio!".
Il soggetto tirato in causa la nota, si ferma per leggere, piegando il busto in avanti, poi ride soddisfatto, con il petto gonfio - orgoglio o soddisfazione - e le alza il pollice da lontano. La ragazzina arrossisce e ricambia, per poi sgattagliolare via sorridendo, non prima di aver lanciato un'’occhiataccia a Tsubaki. Quest'ultima, invece, sospira, ma non si farà di certo rovinare il buon umore.
"Scusami se te lo chiedo, ma ti ricordi come si chiama quella ragazza lì che ti fa il filo?"
Blackstar alza un sopracciglio, ha le mani intrecciate dietro la testa e la guarda, oltre il muscolo della spalla. Con gli occhi sembra volerle dire qualcosa, poi  torna guardare in avanti, camminando con un sorriso esageratamente grande sul volto.
"Non gliel'’ho neanche chiesto, non ha così importanza, non posso mica sapere il nome di tutti i miei seguaci".
 
Ci pensa solo quando si siedono in classe, mentre Maka sta tirando un libro addosso a Blackstar, che a lei, invece, quando si erano conosciuti la prima volta, le aveva subito chiesto come si chiamasse.













 
 
* Spazio autrice. Nya *
Eh eh, qualcosina di un pò demenziale. Insomma, Soul ha tutte quelle fan, ho pensato che anche Blackstar ne meritasse qualcuna, a discapito della dolce Tsu.
Spero sia stata una lettura piacevole, nonostante la storia non sia propriamente romantica.
Avevo da troppo tempo in testa l'idea di Blackstar che non riusciva a dormire per colpa di Tsubaki, mi sembra credibilissimo; come può essere indifferente a una tipa come lei che dome nella sua stessa camera! Quindi eccola, nel suo pigiamino striminzito :3
Sarò felicissima di leggere qualche recensione! Alla prossima (perchè ci sarà una prossima volta, ho già in mente una piccola raccolta da scrivere).

PS: se trovate "doppi apostrofi" scusatemi, copiando la storia per inserirla sono scomparsi tutti, insieme alla virgolette, e li ho rimessi uno per uno, poi cambiando carattere sono riapparsi, doppi T.T Ho ricontrollato tutto per toglierli, spero non ne sia sfuggito qualcuno T.T

Arianna xx
  
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