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Autore: Notteinfinita    17/01/2017    8 recensioni
Akane ha un incubo e si sveglia nel cuore della notte, ciò che non sa è che questo avrà conseguenze inimmaginabili.
*****
DAL TESTO:
Mi sveglio di soprassalto, madida di sudore nonostante sia il diciassette gennaio.
Sono passati diversi mesi dal mio mancato matrimonio con Ranma.
All'inizio ci sono stata male, ho anche smesso di rivolgergli la parola per un po' ma poi ho capito quanto deve essere stato traumatico per lui svegliarsi vestito da sposo...a me, almeno, il consenso lo hanno chiesto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo un incubo


Mi sveglio di soprassalto, madida di sudore nonostante sia il diciassette gennaio.

Sono passati diversi mesi dal mio mancato matrimonio con Ranma.

All'inizio ci sono stata male, ho anche smesso di rivolgergli la parola per un po' ma poi ho capito quanto deve essere stato traumatico per lui svegliarsi vestito da sposo...a me, almeno, il consenso lo hanno chiesto.

Ed in fondo non potevo dimenticare ciò che lui si era lasciato sfuggire quando pensava di avermi perso così siamo tornati alla vita di prima, abitiamo sempre sotto lo stesso tetto e in teoria continuiamo ad essere fidanzati.

L'unica novità, purtroppo negativa, è che da allora quasi ogni notte mi sveglio in preda agli incubi.

Cambia il contesto, cambiano gli antagonisti ma il fulcro del sogno è sempre uno: qualcuno o qualcosa mi porta via Ranma ed ogni volta mi sveglio urlando il suo nome.

Così al resto si aggiunge la paura che qualcuno possa sentirmi mentre lo chiamo.

Per fortuna papà e il signor Genma russano come dei trattori e il loro concerto copre ogni altro rumore.

Anche stanotte il duetto di tromboni sta facendo il suo lavoro e così, rassicurata, mi alzo e vado in bagno a sciacquarmi la faccia.

Stavolta forse è stata peggio delle altre; io e Ranma eravamo in riva al mare, un drago acquatico con il viso di Kodachi è uscito dall'acqua ed lo ha afferrato con la sua lunga coda per poi tornare ad immergersi mentre io li guardavo impotente.

Mi sento così scombussolata da non avere più sonno.

Decido di scendere il cucina a prepararmi un bicchiere di latte caldo, spero mi aiuti a rilassarmi.

Appena uscita dal bagno, però, i miei occhi si fissano sulla porta della camera in cui dormono Ranma e suo padre.

So che è una pazzia ma non resisto e così, con passo felpato, mi avvicino alla porta e la socchiudo.

Per poco non mi scappa una risata nel vedere il signor Genma in versione panda che dorme tenendo in mano un cartello con scritto “Zzzz Zzzz!”...quell'uomo è davvero assurdo!

Qualsiasi pensiero su di lui viene scacciato via nel momento in cui i miei occhi si posano sull'altra figura addormentata.

Il futon è completamente storto e lui dorme quasi per metà sui tatami.

Mi chiedo cosa sogni per agitarsi così.

Intenerita mi avvicino a lui e, il più silenziosamente possibile, lo copro.

Quando esco dalla stanza mi accorgo di aver trattenuto il respiro, non avrei saputo affrontare il suo sguardo se mi avesse trovata china su di lui.

Per evitare ulteriori problemi mi allontano velocemente dalla stanza e raggiungo la cucina.

Ho appena finito di versare il latte in una tazza quando avverto una presenza alle mie spalle.

Mi giro di scatto e mi trovo davanti proprio Ranma che mi guarda con aria interrogativa.

Sono così sorpresa da lasciare cadere la tazza.

Per fortuna lui ha i riflessi pronti e così l'afferra prima che si frantumi sul pavimento svegliando tutta la famiglia.

Il liquido all'interno è però bollente e così Ranma inizia un buffo balletto facendo saltare la tazza da una mano all'altra mentre io, in preda alle risate, non riesco ad aiutarlo.

Per fortuna dopo pochi secondi mi riprendo e riesco a recuperare al tazza e poggiarla sul lavandino, nel farlo però le nostre mani si sfiorano ed io mi sento arrossire.

«Akane, tutto bene?» mi chiede lui, insolitamente serio.

«Si certo, avevo solo voglia di una tazza di latte.» minimizzo io, sperando di essere credibile.

«Non sei mai stata brava a dire bugie.» afferma, quasi a sottolineare un'ovvietà.

In effetti anche Kasumi mi ha sempre detto che scopriva le mie marachelle perché mi si leggeva in faccia quando mentivo.

«Ok, ho avuto un incubo e così ho deciso di calmarmi con il latte caldo.» spiego, innervosendomi.

«C'ero anch'io nell'incubo?»

«Cosa c'entri tu?»

«Ti ho sentito quando sei entrata in camera mia.» confessa, arrossendo leggermente.

Dentro di me vorrei urlare dalla vergogna, se era sveglio allora mi ha sentito mentre gli rimboccavo le coperte...spero solo non abbia avuto modo di intuire che sono stata tentata di baciarlo.

«Avevo sentito un rumore, ma era solo tuo padre.» rispondo, evitando di guardarlo negli occhi.

«Akane, ti ho già detto che non sei capace di mentire.»

Sto per partire con una delle mie sfuriate, il solo modo che conosco per tirarmi fuori dalle situazioni imbarazzanti ma nel momento in cui alzo gli occhi vedo il suo sguardo preoccupato e la mia ira scema di colpo.

«Tu non dormi bene da mesi. Pensi non abbia notato che faccia stanca hai la mattina? E poi...e poi stanotte ti ho sentito chiamarmi.» confessa, con voce malferma.

La sua preoccupazione, il fatto che si fosse accorto del mio stare male danno il colpo di grazia al mio autocontrollo. Scoppio in un pianto dirotto, incassando la testa nelle spalle.

Improvvisamente sento le sue braccia che mi cingono e in un attimo mi trovo a singhiozzare sul suo petto stringendo tra le mani la sua canotta bianca, fradicia delle mie lacrime.

«Da quando siamo tornati da Jusenkyo ogni notte sogno che un mostro o qualcuna delle tue pretendenti viene a portarti via da me.» confesso, incapace di trattenermi.

Mi aspetto che lui si allontani o che faccia qualcuno dei suoi commenti sarcastici invece sento aumentare la stretta delle sue braccia attorno a me.

«Io non andrò mai via né permetterò a nessuno di separarci, a meno che non sia tu a chiedermi di andarmene.» afferma con voce sicura, anche se sento il suo cuore battere all'impazzata contro il mio orecchio.

So quanto deve essergli costato dire quelle parole e mi rendo conto che è il mio turno di essere coraggiosa.

Alzò lo sguardo su di lui e fisso i miei occhi nei suoi, vedo che mi guarda timoroso di una mia reazione ma io lo rassicuro sorridendogli.

Con po' di difficoltà, visto che continua a tenermi stretta, alzo le braccia e gli cingo il collo, so di essere arrossita ed anche lui non è da meno...siamo proprio una bella accoppiata!

Mi alzo sulle punte e avvicino il mio viso al suo, ormai solo pochi millimetri ci separano ma non ho il coraggio di andare avanti.

Rimaniamo così per qualche secondo mentre i nostri respiri si fanno più affannosi e, alla fine, annulliamo la distanza e le nostre labbra si sfiorano dapprima timidamente e poi con sempre maggior trasporto.

Schiudo le labbra e lui s'impossessa della mia bocca con una bramosia che non gli conoscevo.

Senza fiato, ci stacchiamo e abbassiamo lo sguardo, nuovamente timidi.

«Forse è meglio se torniamo a letto, non è il caso che qualcuno ci becchi.» propone Ranma, senza accennare a lasciarmi.

In effetti ci manca soltanto che qualcuno ci veda, non voglio che niente rovini questo momento.

Con fare impacciato ci allontaniamo, gli sorrido, imbarazzata.

Bevo velocemente il latte, anche se ormai non ne ho più bisogno, giusto per non lasciare tracce.

Lui mi aspetta e insieme risaliamo le scale tenendoci per mano.

«Buonanotte Ranma.» sussurro, giunta davanti alla mia porta.

«Buonanotte Akane.» risponde lui senza lasciarmi la mano.

Lo vedo tentennare, poi, d'un tratto guarda velocemente a destra e a sinistra quindi mi stampa un bacio veloce sulle labbra per poi fuggirsene in camera sua.

Rientro nella mia stanza e mi accoccolo sotto le coperte, il sorriso che è sulle mie labbra non vuole andare via.

Mi addormento con la certezza di non avere incubi perché ho appena vissuto il mio più bel sogno nella realtà.

  
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