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Autore: Redferne    17/01/2017    6 recensioni
Un figlio, si sa, è sicuramente il tesoro più prezioso, per un genitore.
E la sua felicita rappresenta per lui il massimo traguardo raggiungibile.
Ma fino a che punto sarebbe disposto a spingersi, pur di poter realizzare il suo più grande desiderio, quello che coltiva sin da piccolo?
Scopriamolo in questo racconto che segna il ritorno alle atmosfere comico-demenziali delle mie prime due storielle degli esordi.
E che mi ha permesso finalmente di poter dire la mia su due personaggi importantissimi, ma che fino ad ora non ho mai avuto occasione di trattare.
Enjoy!!
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellwether, Bonnie Hopps, Judy Hopps, Sindaco Lionheart, Stu Hopps
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CUORE DI MAMMA

 

 

(TERZA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Stimati cittadini! Come sindaco di Zootropolis, sono fiero di annunciare che la mia iniziativa di integrazione mammifera, mirata a garantire le pari opportunità anche agli animali di piccole dimensioni, ha finalmente cominciato a dare i suoi frutti. Sono qui, infatti, per celebrare personalmente la promozione di una brillante cadetta, che si é distinta per il suo coraggio, il suo valore e le sue capacità, fino a risultare la migliore del suo corso, diventando così IL PRIMO AGENTE CONIGLIO nella storia del nostro dipartimento di polizia. Signore e signori, JUDY HOPPS!!”

Lionheart era sul palco appositamente allestito per la cerimonia di premiazione. Al suo fianco vi era la fida Bellwether.

Di fronte ai due e a qualche metro di distanza dal palco, in formazione compatta e perfettamente allineati, i cadetti. Tra di loro, in prima fila, sull’attenti e con il berretto sottobraccio, si trovava Judy. Era felice, sorridente e raggiante.

Non appena udì il suo nome, la coniglietta salì sul palco, mettendosi accanto a Bellwether.

La folla alle spalle dei cadetti, composta da parenti, amici e conoscenti, ed ordinatamente disposta su alcune file di sedie di colore bianco, eruppe con un lungo applauso.

In mezzo a quella moltitudine, composta da animali di tutte le specie ma accomunati dalle considerevoli dimensioni, si trovavano Stu e Bonnie, attorniati da una nutrita schiera della loro numerosa prole.

Stu, seduto su di una seggiola anch’esso, era visibilmente commosso dalla gioia. Anche Bonnie, al suo suo fianco e ritta in piedi a tentare di consolarlo, lo era.

“Hai visto la nostra figliola, Bonnie?” Disse lui. “Non é splendida?”

“Già. E’ davvero splendida.” gli fece eco lei.

“Ma tu pensa, lei e quella sua fissazione di entrare in polizia! Ma chi l’avrebbe mai detto, che un giorno ce l’avrebbe fatta davvero, eh? Se avessi scommesso, a quest’ora sarei milionario e potrei pagare la gente per lavorare la terra e infangarsi le zampe al mio posto! Dico bene, Bonnie?”

“Già, proprio così. Chi l’avrebbe mai detto.”

“A proposito: PERCHE’ NON TI SIEDI ANCHE TU, cara?” le chiese poi il marito, facendole opportunamente spazio. “Questa sedia é bella grande: c’é posto per tutti e due!”

“N-no...grazie, caro.” rispose Bonnie, con una leggera punta di imbarazzo. “P-preferisco rimanere in piedi. Ti ringrazio lo stesso, comunque.”

C’era una nota strana nelle sue parole e nel tono della sua voce, quasi di sofferenza. La cosa impensierì Stu, che le si avvicinò.”

“Ho capito.” Disse lui, bisbigliandole nell’orecchio. “Ancora quel problema di EMORROIDI, vero? Tesoro, te l’ho già detto mille volte che dovresti fare un salto dal dottor Ross a farti dare un’occhiata, ma non ti decidi mai a darmi retta, una buona volta...”

“S-si, caro. Hai ragione tu. Dovrò finalmente decidermi, uno di questi giorni.”

“Del resto, mi sa che dovrò andarci anch’io, prima o poi...” aggiunse Stu, massaggiandosi le tempie con entrambe le mani. “...ho sempre questo fastidioso doloretto ai lati della fronte, ultimamente. Chissà cosa può essere...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Judy, é con mio grande onore che ho deciso di assegnarti ufficialmente al PRIMO DISTRETTO DI DOWNTOWN, nel cuore di Zootropolis!” Proclamò Lionheart, trionfante.

“Ehm...ehm...Bellwether, il distintivo!” Ordinò poi, mentre si schiariva la voce.

“Oh, si...giusto, grazie.” Rispose la pecorella.

Detto questo, si diresse verso Judy e, dopo averlo estratto dall’apposita confezione, glielo appuntò al petto sulla parte sinistra, all’altezza del cuore.

“Grazie.” Disse fiera quest’ultima, mettendo la mano destra a lato della fronte, in segno di saluto. “Terrò alto l’onore.”

“Sa, io...sogno questo momento fin da piccola!” Confidò poi al vice sindaco, con un sorriso entusiasta.

“Capisco.” rispose Bellwether, ricambiando il sorriso. “Beh, oggi é senz’altro un gran giorno, per tutti noi piccoletti!!”

Sopraggiunse il sindaco.

“Ok, Bellwether, SI SPOSTI! FORZA!!” Disse, buttandola di lato con una zampata decisa.

Stavano arrivando i fotografi e non voleva assolutamente perdere la ghiotta occasione.

“Ok, agente Hopps: sorrida! Mostri bene quei denti!!” Le suggerì, poggiandole una mano sulla minuscola spalla.

Ghignarono entrambi soddisfatti, sotto una pioggia battente di flash.

Judy, per il coronamento del suo sogno. Certo, la strada da percorrere era ancora lunga, ma il primo mattone era stato finalmente posato.

Anche Lionheart rise di gusto. Per una volta tanto non aveva dovuto raccontare bubbole, per riuscire a tirare la stampa ed il pubblico dalla sua. Quello che aveva detto poco fa sulla Hopps era TUTTO VERO. Perché erano le stesse parole che Miranda, il suo sergente istruttore, gli aveva riferito per telefono due settimane addietro. E cioé che Judy, dopo un inizio a dir poco disastroso, aveva rivelato capacità a dir poco eccezionali, superando ogni prova con il massimo dei voti e risultando la migliore in assoluto del suo corso. Non occorreva alcuna spinta per aggiustare le cose, dunque. Non era necessaria. Ce l’avrebbe fatta benissimo anche da sola.

Ma tutto questo sua madre non lo sapeva. E lui si era guardato bene dal dirglielo.

Dopotutto, in politica, menzogne ed omissioni come questa sono da considerarsi BUGIE BIANCHE, dette a fin di bene. Può valer la pena ingannare, se poi alla fine risultano tutti felici e contenti.

Lo era l’agente Hopps, che aveva realizzato la più grande aspirazione della sua vita.

Lo era soprattutto lui, che a seguito di quell’operazione a buon fine avrebbe senz’altro guadagnato sostegno, fiducia ma soprattutto VOTI da parte dell’intera popolazione dei conigli, da qui negli anni a venire. Ed inoltre, con l’occasione aveva aggiunto un’altra tacca al calcio della sua pistola. E che tacca, signori...davvero memorabile. Da vantarsi, anche solo con sé stessi. Quella Bonnie...così timida e repressa, all’apparenza...e chi l’avrebbe mai sospettata, una roba simile? Proprio vero, ciò che si vociferava sulle femmine di coltiva-carote!!

Ecco, forse lei era quella un po' meno contenta, viste le ovvie differenze anatomiche tra le loro specie, con tutte le dolorose conseguenze del caso. Anche se, vedendo l’impeto e la passione che la matura coniglia aveva dimostrato, in quella circostanza, il buon sindaco non avrebbe osato mettere la zampa sul fuoco, a riguardo…

A quanto pare, il corn...(oops!! Non si deve dire, acciderbole! Qualche cornuto in quanto provvisto di corna si potrebbe offendere!) suo marito doveva essere troppo occupato a dissodare e seminare terreni, per poter adempiere ai suoi doveri coniugali. Oppure, parlando di un altro genere di semina, aveva già infornato la consorte con tanti di quei batuffoli di pelo da non giudicarlo più una priorità.

E comunque, si dice che i figli siano il nostro futuro, la nostra più preziosa risorsa. E che la loro gioia sia il nostro più gran traguardo. Quindi, cosa sarà mai un piccolo sacrificio, messo a confronto con la sempiterna felicità e gratitudine della propria beneamata figliola? E a proposito di figliola e di gratitudine, chissà che anche la giovane Judy, per ringraziarlo della preziosa opportunità che le aveva offerto, un giorno o l'altro non...

Per carità. Non c'era neanche da pensarci. Una simile eventualità non era nemmeno da prendere in considerazione, almeno per ora. Troppi riflettori addosso, a quella coniglietta. E troppa attenzione da parte dei media.

Essendo la prima della sua specie ad entrare nelle forze dell'ordine, la Hopps era sulla bocca di tutti, in quel momento. E per quei luridi spolpatori di ossa che la gente si ostina a definire giornalisti, un caso più unico che raro come quello era un'autentica manna dal cielo, ottima per riempire le pagine dei quotidiani e i buchi dei notiziari per intere settimane. Fino a che la gente non ne avesse avute piene le scatole. O fino a che non avessero trovato qualche altra fesseria più interessante di cui parlare.

Troppi rischi, dunque. Troppi, perchè lui, in quanto sindaco, potesse concedersi il rischio di correre. Per chi occupa una posizione come la sua, un simile colpo di testa equivaleva alla classica MOSSA SBAGLIATISSIMA che avrebbe finito per far franare tutto quanto il castello. Con il probabile risultato di vanificare totalmente tutti i suoi sforzi fatti finora.

Bisogna sapersi accontentare, nella vita. Si può essere avidi, ogni qualvolta se ne abbia l'occasione. Ma ingordi, MAI.

E poi, giusto per essere sinceri sino in fondo: con una mammina così, CHI AVEVA BISOGNO DELLA FIGLIA?

Leodore buttò un occhio in mezzo alla folla e scorse Bonnie che nel frattempo, sfinita dalle continue e pressanti richieste del marito, e anche per non farlo insospettire troppo, aveva deciso finalmente di sedersi accanto a lui, ignorando le fitte.

I loro sguardi si incrociarono per un breve istante.

Ciao, chiappe di peluche.Pensò il leone, mentre le faceva l'occhiolino. Ci si rivede in strani posti, a quanto pare.

Lei, per tutta risposta, si nascose il volto, guardando dall'altra parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano trascorsi ormai tre giorni da quando Judy era partita alla volta di Zootropolis, per continuare ad inseguire il suo sogno.

Stu fermò il furgone di famiglia davanti alla loro bancarella di frutta e verdura.

"Allora, tesoro: io vado a dare una rapida occhiata ai campi. Più tardi verrò a darti una mano, intesi?" Disse lui, guardando la moglie seduta nel sedile accanto.

"Ok, caro. A più tardi." rispose lei.

Si diedero un bacio, poi Bonnie scese lentamente dal furgone, a fatica.

"E mi raccomando: và a farti fare quel famoso controllino, uno di questi giorni!" Le raccomandò Stu, mentre ripartiva.

"Va bene, va bene, caro. Te lo prometto." replicò lei mentre arrancava verso il negozietto, tenendosi per un fianco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poco distante, una tigre in abito ed occhiali scuri osservava la scena, in silenzio.

All'improvviso, portò la mano destra verso l'orecchio corrispondente, attivando l'auricolare.

"Si, signore...ho il bersaglio sotto tiro, proprio qui davanti a me...il marito ha appena finito di salutarla. Entrerò in azione non appena si sarà allontanato. Passo e chiudo."

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonnie emise un sospiro, da dietro al bancone.

Quel mattino non c'era stata ancora l'ombra di un cliente. In oltre, i dolori non erano ancora cessati del tutto. E, come se non bastasse, Stu non aveva ancora finito di insistere, con quella storia del dottore e delle EMORROIDI...

In compenso era la prima volta, dopo tre settimane dal COLLOQUIO PRIVATO con il sindaco, che riusciva di nuovo a poggiare il fondoschiena su qualcosa. Anche se doveva trattarsi di qualcosa di UNICAMENTE MORBIDO.

Ed in fin dei conti, la consolava la consapevolezza di averlo fatto per una buona causa. Per esaudire il più grande desiderio di sua figlia.

Coraggio, Bonnie: ti può capitare sicuramente di peggio, nella vita. Cerchiamo di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, Pensò.

Del resto, non era forse quello che da sempre sosteneva la sua cara, piccola Judy?

Un'ombra di fronte a lei la distolse dai suoi pensieri.

Vide una tigre, in completo scuro ed occhiali da sole dai riflessi color rubino. Pareva un agente segreto o una guardia del corpo.Tra le braccia teneva un enorme mazzo di rose scarlatte. Dovevano esere una cinquantina, almeno.

"B-buongiorno...posso aiutarla?" Chiese lei, con un certo timore.

"Per lei, signora." rispose semplicemente la tigre, porgendole i fiori.

"P-per me?" domandò la coniglia stupita, prendendo le rose e portandole a sé.

Le annusò, chiudendo gli occhi ed inspirandone la fragranza. Non erano solo bellissime: emanavano anche un profumo a dir poco delizioso ed inebriante.

"Grazie, davvero." Aggiunse poi. "Ma chi..."

Nessuna risposta.

Bonnie riaprì gli occhi e si diede un'occhiata intorno. Della tigre, più nessuna traccia. Era come sparita, dissolta nel nulla.

Guardò ancora il gigantesco mazzo di rose. Sulla sommità vi era una picola busta bianca.

Bonnie la prese e la aprì, come colta da un improvviso presentimento.

Dentro vi era un biglietto con le seguenti parole, scritte in corsivo ed a cratteri dorati:

 

Mia adorata Bonnie,

questi sono per te.

Un piccolo, sciocco pensiero per ringraziarti delle poche,

ma dolci e travolgenti ore trascorse in tua compagnia.

Come te, NESSUNA MAI.

TE LO GIURO.

Sempre a tua disposizione.

Quando, dove e come vuoi tu.

A presto,

caro il mio bocconcino (e al diavolo il bon-ton!!)

 

 

 

Leodore,

il tuo tenero leoncino

 

(GRRAAUUUURRGGHHHH!!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Eccoci giunti al termine anche di questa breve storia.

Ne approfitto per tirare due conclusioni veloci sul modo in cui ho voluto raffigurare Lionheart, il sindaco di Zootropolis.

Ammetto di aver esagerato un pochino, esacerbandone alcuni aspetti che nel film venivano appena accennati: che fosse un individuo cinico ed opportunista l'avevamo già capito tutti da un bel pezzo. Siamo sinceri, qualcuno ha mai veramente creduto (a parte Judy, ovviamente) alla storia delle PARI OPPORTUNITA'?

Ha fatto entrare la coniglietta in polizia solo per avere i voti da parte della popolazione dei conigli. Altrimenti non gli avrebbe importato nulla.

Qui, comunque, abbiamo un Lionheart che é un autentico tiranno: avido, egoista, approfittatore, arrivista senza scrupoli e p...da competizione.

Ad ogni modo, credo di averlo ritratto in maniersa abbastanza verosimile.

Un piccolo appunto riguardo al capitolo scorso, di cui avrei già dovuto parlarvi ma che poi ho tralasciato (la memoria...): l'orsa polare che fa da sergente istruttore a Judy, in realtà, non ha nome. Nei credits viene nominata con un generico DRILL INSTRUCTOR. Quindi, l'ho ribattezzata io. MIRANDA HURTLOCKER mi sembrava un nome carino. E bello tosto.

Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la storia ed il sempre presente Plando per la recensione.

Ancora una cosa: lasciatemi dire che mi é piaciuto molto scrivere quesi due ultimi due raccontini brevi.

Ma, adesso, basta giocare. Ricomincia ufficialmente THE PROMISE YOU MADE.

Quando? Prestissimo.

Il nuovo capitolo é già pronto, devo solo effettuare alcune correzioni. Entro la prossima settimana dovrei riuscire a pubblicarlo (salvo imprevisti sul lavoro).

Grazie a tutti e alla prossima!!

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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