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Autore: Mucenje    17/01/2017    0 recensioni
Definire questa raccolta in un solo genere è riduttivo. Non c'è una trama come non c'è nella vita, sono solo piccoli frammenti di essa con un piccolo senno di poi.
Si tratta di una serie di racconti di ogni genere, sia inventati che realmente accaduti (a me in prima persona oppure a persone a me vicine), corti o lunghi, che ho voluto raccogliere insieme per tentare d offrire una piccola visione di quello che, secondo la mia visione e la mia esperienza, è il mondo e la società oggi.
Sentitevi liberi di recensire e commentare, criticarmi, darmi del pessimista, oppure raccontarmi qualcosa per contribuire nell'ampliamento di questo quadro.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5. La fauna nei gate aeroportuali.
 





Ed eccomi qui, più di un anno dopo la laurea.

Quante cose sono cambiate da quando aspettavo i treni sotto il sole di Sicilia per redigere la mia odiatissima tesi, sudato e con il computer nella borsa. Sono andato avanti, in realtà me ne sono proprio andato. Ho deciso di proseguire, di tornare sui libri tre mesi dopo essermi tolto quell’immenso peso. Ho fatto la valigia e sono andato via, al nord, in realtà al centro ma tutto ciò che si trova sopra lo stretto per i miei nonni è nord, in Toscana per la precisione, a vedere la pioggia che cade inesorabile sull’Arno d’argenteo marrone. A prendermi un po’ di freddo, ma non troppo.
Ho chiuso con i treni. No, in realtà ho chiuso con i treni a carbone che abbiamo giù, il mio rapporto conflittuale con Trenitalia va migliorando (ma non troppo). Ormai viaggio solo in aereo perché, diciamocelo, è mille volte più comodo, ed in tre ore sono a casa mia a riposarmi, con la testa sui libri, per preparare un qualche esame… ma se non altro non sto su un lurido treno! Come adesso, ho passato tutti i controlli di sicurezza, dovrò solo guardare il mio volo su un tabellone ed andare a trovare il mio gate, con tutta la calma e tranquillità del mondo.

“PISA – Gate 2 – Partenza prevista­ 20:40”

Gate 2, quindi al piano inferiore? Quasi quasi mi prendo anche un caffè al bar, manca più di un’ora. O forse no, l’ultima volta era imbevibile…. Però dell’acqua potrebbe rivelarsi utile!

1,50€? MA SCHERZIAMO? Che ladri, santo cielo. Sarà meglio per loro che questa sia l’acqua più buona dell’universo.

Mi sono incamminato verso il mio gate, ovviamente non esiste una sediolina libera nemmeno a pagamento, però si tratta di una mezz’oretta, posso resistere. Mi sono andato a mettere in fila, almeno passo prima e mi levo questo pensiero. Qualcuno mi sta alitando sul collo, che ansia. Mi tocca la spalla, mi volto. Si tratta di una ragazza, avrà la mia età, abbastanza normale.

“Scusa, che tu sappia qui siamo tutti per Pisa?”

Si, no, boh. Siamo attaccati ad un altro gate, quindi forse metà e metà.

“Probabilmente le persone sedute sì, ma non so perché stanno imbarcando anche questo volo per Milano”

Mi rimetto le cuffie e continuo a rispondere agli sms che mi arrivano. Mi guardo intorno, solo anziani e famiglie con bambini che sono sicuro che odierò una volta in volo. Mi tocca la spalla nuovamente.

“Scusa ancora, ma tra quanto imbarchiamo?”

C’ho scritto Ryanair in fronte? Come faccio a sapere quando imbarchiamo? Faccio spallucce e non rispondo, anche perché non saprei cosa rispondere. Oddio che ansia, queste mi sembrano le tipiche frasi di chi vuole fare conversazione. Ma io non c’ho voglia e… troppo tardi, mi sta già parlando. Che faccio, fingo di voler essere una persona sociale? Fingo di essere una persona sociale. Intanto penserò agli atomi… o meglio, alla pizza che mi farò portare a casa una volta arrivato! Just Eat è una salvezza per gli studenti che non hanno voglia nemmeno di respirare.

Oddio no.

Oddio.

No.

Non può essere.

“PISA – Gate 2 – Partenza prevista­ 21:30”

È una presa per il culo, vero? Non abbiamo davvero un’ora di ritardo? Voglio ufficialmente morire, e come me anche i bambini che scorrazzano e/o piangono e gli anziani che si lamentano di aver dovuto togliere la cintura durante i controlli. Scrivo un messaggio a mia madre per avvertirla di questo crudele destino, prima che mi inizi a dare per disperso quando secondo i suoi calcoli l’aereo arriverà (e noi saremo probabilmente decollati in quel momento). La tipa alle mie spalle non ha smesso nemmeno un secondo di parlare, che ansia. Provo a chiamare la mia ragazza… ovviamente non mi risponde, e ti pareva. La mia unica gioia, quel minuscolo essere che mi ha fatto ricredere su tutto, anche sulle attese in stazione, sui baci d’addio tra i binari e su molte altre banalità. Già, perché per dovermi complicare la vita, sono riuscito a trovare una ragazza che sta a 4 ore di treno di distanza, con un cambio intermedio che di solito mi obbliga a correre per 16 binari della maestosa stazione di Santa Maria Novella. Però lo faccio volentieri, quando ho i soldi per farlo…

Qui si sta scatenando una rivolta, i bambini fanno cadere valigie nemmeno fossero dei terroristi, i vecchi agitano i loro bastoni, le madri vorrebbero solo una fiaschetta con della Vodka dentro, i padri sono accampati in un angolo come anni di shopping di scarpe con le rispettive compagne gli hanno insegnato, la tipa dietro di me mi parla di cibi Vegan e Pan-Italianismo, che non so nemmeno cosa sia, ed io sto cercando gli sguardi sofferenti degli altri fuorisede che stanno rientrando in questa odiatissima città come me. Mi sa che la pizza me la scordo stasera… no, non posso, a casa non ci sarà nulla da mangiare, ed io la spesa la farò domani, penso… se no ordino da asporto finché non tornano i miei coinquilini, non è brutta come idea. No, non posso sopravvivere a pizza e cinese una settimana, ho ingurgitato abbastanza calorie in queste ultime tre settimane. Chissà cosa ne pensa la vegana, che ora parla di… di sua nonna che non accetta il suo odio per i mangiacadavere, interessante. Mi chiedo sempre perché la gente pensi che io sia un buono psicologo, orecchio, o un animale sociale. Un bambino mi ha appena fatto cadere la valigia sugli stinchi, maledizione! Ma se gli urlo non vorrei che la vegana si metta d’accordo con la madre per menarmi perché “I figli devono crescere senza regole, vaccini e compiti per casa”. Quando penso ste cose mi convinco del fatto che internet mi abbia rovinato, irrimediabilmente. Non ho più l’età per fare queste cose, a breve andrò ad unirmi ai vecchietti con il bastone e gli racconterò della mia esperienza a -52 anni nelle trincee dell’Istria, dopotutto ho studiato così tanto l’argomento che sarei credibile. Mi sono ufficialmente scocciato, mi manca quasi quasi il caldo della stazione deserta ed il treno che non arriva mai. No, quello mai. Ma dopo averlo pensato quasi quasi il Karma mi punirà facendo ritardare di un’ulteriore ora il mio volo. Mi vien da piangere al solo pensiero.

Mi sto trovando in braccio la borsa della tipa mentre lei stringe la carta d’identità tra i denti e cerca qualcosa, ma perché mi faccio coinvolgere sempre in queste cose? Perché?

Un’addetta del aeroporto mi è passata avanti, questo vuol dire che imbarcheranno, o che hanno cancellato il volo.

Un annuncio richiama i passeggeri con priorità, manca davvero poco e ci siamo. Intanto anche la vegana si è zittita, il che mi fa sperare per il meglio… no, come non detto, ha ricominciato a parlare. Mi vibra il telefono? Oh, mia madre. Ed io che avevo sperato in un messaggio che mi annunciava la mia santificazione, o che ne so, la mia ragazza che mi diceva di aprirle la porta di casa perché era venuta a farmi una sorpresa ed aveva preso la pizza… Rispondo e liquido la telefonata con poco, do il mio documento all’addetta ed il biglietto che ho sul cellulare.

“Grazie, buon viaggio.”

Ringrazio e cammino fino all’uscita vera e propria, trascinando il mio trolley che sembra sempre più pesante, salgo sull’aereo, mostro nuovamente il biglietto e mi vado ad accomodare posando la valigia sulla cappelliera. Non ho la forza né di pensare né di fare qualsiasi cosa ma, ovviamente, sono lato corridoio e mi tocca alzarmi per far passare il tipo seduto dal lato finestrino. Mi risiedo ma non ho tenuto conto di due cose: è appena arrivato il tizio del sedile centrale e la vegana mi sta facendo segnali da tre sedili più avanti e continua a parlarmi.

Voglio morire.

Ed anche una sigaretta.

Bentornato a casa. 






















N.d.A. Si tratta della seconda parte del primo capitolo, ovvero "L'umanità del binario 2", non sono strettamente collegati ma vi invito ad andare a darci un'occhiata qual'ora non l'aveste già fatto ;)

   
 
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