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Autore: Iridium Senet    18/01/2017    0 recensioni
[Evanescence- Terzo capitolo: Prima storia (La rosa)]
La piuma si illumina di porpora.
La rosa nera riapre gli occhi al passato.
La ragazza, ignara, entra nel terzo mistero.
Il libro viene aperto, il primo raggio di conoscenza liberato.
“Può il fiore nero brillare fulgido nel buio?”
[Stardust/BlackRose (si dice così?)... vabbè...ship di draghi]
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Evanescence'
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Nera rosa che fulgida brilla

 N era rosa,

che fulgida brilla.

Nera la rosa,

bianca la vita.

Sia la Luna

La tua madrina.

Nera una,

sotto un manto di brina…

             

 

 

Okami no Tora.

Aki lesse confusa quell’insegna.

Non aveva mai visto quel negozio, poco ma sicuro.

“Sarà nuovo…” Si disse, incuriosita. Scrollò le spalle: che male c’era se avesse dato un’occhiata? Poi, i suoi amici non si sarebbero preoccupati se non l’avessero vista arrivare subito dopo scuola, giusto?

Si aggiustò meglio la tracolla della cartella e afferrò il pomello della porta di legno, affianco alla vetrina, spingendola delicatamente.

Un tintinnio si diffuse in tutta la stanza, mentre un delicato profumo d’incenso le solleticò le narici.

Era un negozio particolare, con le pareti grigio perla della sala principale e il pavimento in legno, dove faceva sfoggia di sé un grande tappeto dai raffinati ricami, dai colori sfavillanti.

Nei vari angoli della stanza principale si potevano distinguere molti oggetti antichi, tenuti in buono stato, con qualche ammaccatura dovuta dal tempo, che rendeva quei monili più interessanti. Ma ciò che più risaltava all’occhio, e che fece rimanere senza fiato Aki, era la presenza di numerosi libri.

Ovunque.

Su ogni scaffale disponibile, soprattutto nelle varie stanze adiacenti, sui tavoli vicino alle librerie, anch’esse piene, sulla scrivania vicino alla cassa, addirittura in alcune fessure sul pavimento o su aperture sul muro. Pure nella scala, all’angolo della sala, vi erano, in ogni gradino, almeno un libro.

“Posso esserti utile?”

Una voce gentile fece sobbalzare Aki, non essendosi neanche accorta di non essere più sola nella stanza.

Una ragazza era scesa dal secondo piano, portando sulle braccia una pila non indifferente di tomi di vario genere. La rossa non riusciva a vedere bene il volto della giovane, ma si sorprese per come riuscisse a reggere quel peso anche con una corporatura così minuta.

“Vuole una mano?” Si offrì Aki, avendo paura che prima o poi avrebbe fatto uno scivolone.

“Oh, non preoccuparti. Ce la posso fare benissimo da sola..e non darmi del lei, per favore, non sono così vecchia!” Le disse questa, portando, senza troppi problemi, quella pila sopra alla scrivania, al lato sinistro della stanza.

 Posata la catasta, si girò verso Aki. Era sicuramente una sua coetanea, forse con qualche anno in più, ma un poco più bassa e atletica, dai tratti decisamente occidentali, ma dal taglio leggermente allungato degli occhi che l’aveva tratta per un attimo in inganno. La cosa che più risaltava, però, erano i suoi ricci capelli argentei, legati con un elastico nero in una coda alta, e il colore dei suoi occhi, di un colore indaco dai riflessi viola, così intensi da perforarle l’anima. Aveva due strane cicatrici, sicuramente da taglio, che le sfregiavano il viso nei due zigomi in modo simmetrico, dando al suo viso una parvenza quasi felina.

Un grosso ciondolo con il simbolo dello Yang brillava sul suo collo.

Le sorrise cordiale, scoprendo i canini leggermente più appuntiti del normale, e le si avvicinò, dandole il benvenuto.

“Scusa per il disordine, ma io e il mio coinquilino siamo arrivati proprio oggi. Abbiamo finito di scaricare tutto proprio ora. Comunque, piacere, il mio nome è An…”

“ANTARR!!”

Un grido, decisamente maschile, fece spaventare a morte le due ragazze, che non erano neanche riuscite a stringersi la mano.

L’albina socchiuse gli occhi, incominciando a ringhiare

“Scusami un attimo…” Si allontanò dalla rossa, rimasta basita, per avvicinarsi alla scala da cui era scesa, scrocchiandosi le nocche in modo decisamente inquietante “Yama, grosso essere inutile, che hai da urlare?”

Una testa corvina fece capolino dal piano di sopra, fissando stizzito Antarr, con due particolari occhi d’orati “Dammi una mano a portare di sotto tutte queste cose, invece di perdere tem…po.. “ Sgranò gli occhi, sorpreso, vedendo che nella stanza c’era un’altra persona.

Aki arrossì di botto, sentendosi intimidita da quegli occhi inquisitori, per poi scoppiare a ridere per la faccia basita e immobile del nuovo arrivato, mentre, al contrario, Antarr gli lanciò uno sguardo assassino “Tu spiegami perché mi devi far fare figure idiote ogni santa volta…” Il corvino le sorrise in segno di scuse, passandosi la mano tra i capelli.

La rossa riprese fiato “Mi dispiace..ma non ho saputo resistere..”

 “Non ti preoccupare, succede sempre ormai…” Sospirò sconsolata l’albina, mentre il ragazzo scese dalle scale, affiancandola.

Era molto alto, più o meno quanto Jack, e con una buona muscolatura, dovette ammettere, con un certo imbarazzo, la rossa. Aveva dei nerissimi capelli, mossi e ribelli, che, ogni tanto, gli coprivano gli occhi magnetici, ferini, di un brillante colore d’orato.

Al polso aveva un bracciale in cuoio nero, con attaccato lo Yin come pendente. 

Cavolo.. che differenza!” pensò Aki, vedendo i due ragazzi vicini.

Come se le avessero letto nel pensiero, Yama ghignò, facendo scintillare i suoi canini appuntiti, mentre l’albina ridacchiò “Diciamo che non siamo parenti…” E assottigliò lo sguardo “…altrimenti questo qua doveva essere un po’ più basso!”

“Insomma! Non è mica colpa mia!!” Esclamò esasperato il moro. Dovevano aver fatto lo stesso discorso tante, forse troppe volte. Antarr fece un gesto innervosito, facendo così finire la conversazione.

“Lasciamo perdere i discorsi idioti di una complessata..” Incominciò il ragazzo, appoggiandosi con il gomito sopra la testa dell’albina, che aveva socchiuso gli occhi e aveva scoperto i denti, ringhiando nuovamente “..ormai non ce ne sarebbe bisogno, ma una buona presentazione va fatta comunque. Piacere, io sono Yama, mentre questa qua sotto è Ant-ahia!”

L’albina gli aveva dato un calcio nelle gambe, facendolo stramazzare al suolo, e sorrise come se non fosse successo nulla, rivolgendosi alla rossa “Aki… fai come se fossi a casa tua, oggi regaliamo un libro a scelta del cliente!” E prese per il colletto il ragazzo “Noi, intanto, torniamo al nostro trasloco..” Disse salendo il primo gradino.

“…ma ti do un consiglio: guarda nella libreria rosso scuro, nella terza stanzetta con l’orologio a fiore, potrebbero esserci… cose molto interessanti!” Le consigliò, trascinandosi dietro uno Yama imprecante “E stai fermo, tu! Chi sarebbe la complessata?!” Esplose Antarr, scomparendo al piano di sopra.

Rimasta sola, Aki si portò le mani alla bocca, cercando di non scoppiare a ridere per il continuo bisticcio dei due ragazzi “Spero che non debba chiamare uno psicologo!” Pensò, guardandosi attorno.

Poi alzò un sopracciglio, stupita, ricordandosi un particolare “Ma come faceva a sapere come mi chiamavo? Io non mi ero neanche presentata…

Ma poi fece spallucce. Non importava poi così tanto, sembravano bravi ragazzi dopo tutto.

E, ridacchiando, decise di seguire il consiglio della proprietaria del negozio, dirigendosi verso la terza stanza. Sulla sua parete di fronte, di un delicato color salmone, l’orologio  a forma di fiore a sei petali, indicato da Antarr, segnavano le due del pomeriggio. Proprio sotto, era stato posto un piccolo tavolino, con affianco una poltroncina color ocra. Un leggero odore di cannella stuzzicò le narici della rossa, che lo respirò a pieni polmoni per inebriarsi di quel profumo.

 Al centro della stanza si innalzava, dal pavimento di legno scuro, una grossa libreria dalla forma particolare, tubolare, con la cima che si allargava come la chioma di un albero, arrivando a toccare il soffitto, laccata di porpora e decorata da raffigurazioni di minuscole foglioline dorate. Al centro della parte cilindrica faceva sfoggia di sé una pietra, di un materiale rosa-aranciato semitrasparente, che risplendeva con la luce delle lampade al muro, rimandando riflessi dai colori caldi su tutta quella stanzetta. Toccò la sua superficie, sentendola fredda sotto la sua mano, fremendo leggermente: sentiva che quel cristallo le apparteneva, in qualche modo.

“E’ una Padparadscha. Difficile da trovare, ancor più è pronunciarne il nome. Nella cristalloterapia esso indica la volontà di comunicare al mondo direttamente col cuore. Unisce in sé creatività e spiritualità.” Disse una voce dietro di lei.

Aki si girò di scatto, presa alla sprovvista, fissando con occhi sgranati la faccia divertita di Antarr.

Caspita! Da dove diamine era sbucata fuori??

Si accorse solo dopo qualche momento che le stava porgendo una tazza con qualcosa di caldo dentro, dal profumo invitante.

“E’ cioccolata calda” Le sorrise, porgendole la bevanda “Aiuta la concentrazione e rilassa la mente. Provare per credere!”

“Oltre al fatto che una delle poche cose che sappia, tra virgolette, cucinare!” Urlò dall’altra stanza Yama, a quanto pare ripresosi dalla botta di prima. Antarr sospirò pesantemente “Prima o poi lo defenestro, giuro!”

“Guarda che ti sento!”

Aki si trattenne dal ridere, prendendo la tazza e ringraziando, mentre l’albina le indicò la poltroncina presente nella stanza “Se vuoi leggere qualcosa, quello è il posto migliore, bisogna scegliere minuziosamente il libro da prendere” E, salutandola, ritornò alle proprie faccende, oppure, chissà.. a fare ciò che aveva giurato prima.

La rossa ritornò a guardare la libreria con quella forma particolare, cercando un libro interessante.

Si stupì non poco quando lesse i titoli dei libri posti in quel mobile: tomi dalle più disparate forme e dimensioni, dai colori caldi che richiamavano le foglie degli alberi o la terra fertile. Libri di scienza, mitologia, storia, e tantissimi altri generi, con in comune il solo fatto di parlare del mondo terrestre. Libri nuovi e antichissimi, scritti in ogni lingua conosciuta e non, dalle rilegature elaborate o semplicissime, con illustrazioni minuziose o file di scritte su scritte. Papiri, rotoli, tavolette e, addirittura, pelli incise.

Allungò una mano, sfiorando i dorsi delle copertine dei tomi, come se fossero oggetti sacri, per poi riportare lo sguardo sul cristallo al centro. C’era qualcosa che l’attirava.

Ne toccò il bordo e la pietra si spostò leggermente. Incuriosita ancora di più, ed eccitata, fece più pressione, aprendola del tutto, per poi guardare cosa c’era dentro la piccola nicchia ora scoperta.

Un libricino.

Lo prese, e se lo rigirò tra le mani, appoggiando la tazza sul tavolo. Era molto più piccolo degli altri, tutto color prugna dalle rifiniture dorate. Al posto del titolo spiccava una grossa rosa dai petali neri.

Alzò un sopracciglio: perché quel colore così singolare?

Richiuse con attenzione l’apertura, rimettendo al suo posto il grosso cristallo,e, con quel piccolo volume in mano, si sedette sulla poltrona, sorseggiando la cioccolata calda, assaporandola con gusto. Antarr aveva ragione.

Rimirò per qualche altro secondo quel disegno sulla copertina,per poi aprire il libro.

Nella prima pagina vi era un immagine di un fiore ancora chiuso con, sullo sfondo, una grossa Luna piena.

Sotto, scritto a mano con un’ elegante calligrafia, vi era un’unica frase:

Può il fiore nero brillare fulgido nel buio?

Aki alzò un sopracciglio. Cosa voleva significare? Era strano, eppure.. le facevano venire in mente molti ricordi. Si toccò lo stabilizzatore che aveva tra i capelli “Impossibile, ma come…” Scosse la testa.

Si passò una mano dietro il collo, non capendoci nulla. Poi la curiosità prese il sopravvento e, dimenticandosi i dilemmi di prima, girò pagina.

E iniziò a leggere…

 

****
“Non avrei mai pensato che la prima storia sarebbe andata a lei…” disse Yama, mentre scribacchiava qualcosa su un foglio.

Antarr sorrise, sfogliando delicatamente un grosso tomo dall’aspetto molto antico “Io non avevo dubbi invece..”

Yama portò lo sguardo all’albina, alzando un sopracciglio, per poi spostarlo verso la stanza dove Aki si era messa a leggere e vide spuntare, dalla borsa della rossa, una grossa e, all’apparenza, morbida piuma bianca con la punta rosso scuro. Fece un sorrisetto “Sei sempre la solita Antarr, non lasci mai nulla al caso, vero?”

L’albina alzò lo sguardo, facendogli un occhiolino e alzando leggermente una mano, facendogli scorgere un’omonima piuma bianca e iridescente.

Entrambe lampeggiarono di rosso per un secondo, ma fu abbastanza perché i due proprietari se ne accorgessero, e sorrisero, salutando con lo sguardo quell’imponente ombra che, protettiva, affiancava Aki.

Antarr guardò Yama e, in sincronia, sussurrarono “Che il primo dei racconti abbia inizio”

E solo loro si accorsero del buon profumo di rose che invase l’intero negozio.

Un profumo che portava con sé antiche memorie di un passato lontano.

Un passato di sangue, di dolore, e di piccole spine.

Una storia di forza, coraggio e amicizia.

Una storia tra i petali di una bianca rosa nera.

Una storia che ancora oggi vola tra le ali di un Guardiano che visse nell’odio e nell’amore..

Una storia di un tempo passato…

 

Due grandi occhi si chiusero, ricordando. La Rosa Nera si accucciò, attorcigliando le code spinate intorno alla ragazza immersa nella lettura, assaporando il flusso di memorie che quel libro riusciva a trasmettere alla sua anima.

Avrebbe rivisto tutto.. ma era felice, poiché ora qualcuno avrebbe conosciuto la sua storia, rivivendo con lei ogni momento della sua esistenza.

Doveva proteggere quella ragazza, donandogli il massimo della sua forza: i suoi ricordi, le prove della sua vita in questo mondo.

Avrebbe sofferto, certo, ma sapeva che ora avrebbe potuto superare ogni cosa, poiché non era sola, e non lo sarebbe stata più.

La Speranza era il suo credo, e lo sarebbe stato per sempre.

Riaprì gli occhi, portando il muso vicino alla rossa, scorrendo con gli occhi quelle frasi impresse nella carta, leggendo anche lei quelle vicende che erano ancora vivide nella sua mente.

 

E la piuma incominciò a colorarsi di porpora.

 

 

 

 

Nido dell'autrice scansafatiche

Salve gente bella!
....
....
cri cri cri
....
ok....
colpa mia!
Antarr: oh! guarda! E' tornata di nuovo...
Yama: si sa...scompare e ricompare così...
...ma...ma...non è sempre colpa mia..
Antarr: giusto...è colpa mia.. (*ironico*)
Yama..e mia...(*ancora ironico*)
....CERTO!
Antarr e Yama: MA SE ESISTIAMO SOLO NEL TUO CERVELLO, IDIOTA!!!
*e la spiaccicano a terra*
Antarr: Santa pazienza...
Drago Cremisi: Dimmi!
Yama: ....si è rimbambito anche lui...
*************
RINGRAZIO TANTISSIMO

Danmel_Faust_Machieri
Che senza la sua recensione non avrei mai avuto la forza e il coraggio di continuare a pubblicare questa cosa strana ahahaha
Grazie veramente tanto per i consigli e il tuo ottimismo!!!


E spero vivamente che pian piano i recensori diventino ancora di più! Ho bisogno di consigli e dritte Ragazzi!!!!!!
Sono qua dentro da un pò... ma non so scrivere come si deve, quindi aiutatemi... ma senza insulti grazie...se no divento una belva!!! (non è vero, tranquilli :D.....E' VERISSIMO!)
E qua vi lascio con l'inizio della terza storia nella raccolta, la prima storia vera e propria!
 Spero di rivedervi di nuovo..e di non scomparire nuovamente :P


Ir_S
  
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