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Autore: Watashiwa    19/01/2017    3 recensioni
[Bugs Bunny & Taz: In viaggio nel tempo]
Raccolta di situazioni imprevedibili con protagonisti Bugs Bunny e Taz che durante il loro viaggio nel tempo imparano diversi potenziamenti per poter terminare quanto prima la loro improvvisa avventura.
Ma considerando i caratteri opposti dei due viaggiatori, non andrà sempre tutto tranquillamente e pacatamente...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bugs Bunny, Taz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver superato – seppur momentaneamente – i fastidi generali di coppia, Bugs e Taz si diressero in maniera spedita verso il centro della cittadina vichinga nella quale erano capitati per recuperare gli ingranaggi della macchina del tempo e anche la gemma, il fulcro primario della ricerca.
La prima cosa che balzò agli occhi di Bugs, oltre a delle strane statue di argilla che troneggiavano con superiorità in angoli sparsi del centro, fu il colore minaccioso del cielo, accompagnato da un vento così pungente che parte del suo curatissimo pelo argenteo gli si arricciò, come se quell’atmosfera lo impaurisse d’improvviso.
Per il coniglio era fastidioso notare quanto la differenza di temperatura tra la regione mesoamericana e… questa, che non sapeva come definire (se non come barbara), fosse tremendamente abissale e non le donava certamente la pace che sperava d’ottenere.
Era forse indice di un luogo ostile e spietato, capace di colpire in maniera imprevedibile anche per altre questioni oltre che l’ospitalità e la temperatura che Bugs mai avrebbe veramente sopportato?
«ALT!»
Non fece nemmeno in tempo ad arrivare alla sua deduzione  affermativa e dire la sua frase saccente e denigratoria sulla Scandinavia che dovette ruzzolare malamente lontano dalla figura minuta di un abitante del posto, armato da testa fino ai piedi con una lancia appuntita e affilata, pronta ad essere caricata per dare un gioviale benvenuto a chi era stato così scortese da non presentarsi al capo della zona.
Ma Bugs e Taz non avevano tempo per i convenevoli e in fondo non sapevano di tutte quelle differenze burocratiche così sostanziali: sinceramente, il re Taddeo non sembrava molto propenso all’accoglienza di ospiti dalle intenzioni poco chiare e Bugs lo poteva immaginare (paura a parte che provava in quel momento) dall’effigie presente in una sorta di menhir color petrolio.
Il roditore sorrise beffardo e salutando maliziosamente il suo avversario, scappò verso la parte opposta della piazzetta, trattenendo a stento un urlo di frustrazione e di nervoso palpitante: avrebbe dovuto sopportare così tanti improvvisi spaventi?
Al contempo, Taz non ci stava capendo granché di tutta quella serie di azioni verificatesi nel giro di un secondo: un’idea confusa sulla sua mente un po’ bacata gli suggeriva che fosse una messinscena dal parte del compagno di viaggi che intendeva depistare l’improvviso avversario.
Dopotutto, da uno come Bugs Bunny se lo sarebbe potuto (e dovuto) aspettare, giusto?
Era un abile e freddo doppiogiochista, un attore nato per dimostrarsi tale, in certe occasioni così repentine e naturali, in quanto – in fondo – erano due animali fatti per essere cacciati.
Ma c’era stato qualcosa in quell’urlo disumano che non l’aveva convinto a pieno: e se in quel caso fosse sincero per davvero?
La testa era veramente ingarbugliata da quelle due prese di posizione… che cosa era meglio fare?
Fu un attimo, con il suo corpo che si mosse improvvisamente senza un effettivo perché.
Il vichingo guaì dal dolore, saltando scompostamente massaggiandosi ossessivamente la natica sinistra, per via di quello che quel diavolo impudente aveva osato fargli.
Evidentemente il cervello di Taz aveva scelto di credere al coniglio a quel giro, in quanto la sua voce aveva tradito un filo di insicurezza e remora incapace di essere mascherato o alterato, nel caso di una presa in giro.
E comunque – facendo un piccolo ragionamento – il guerrigliero era un tipo ostile e minacciava con lancia e scudo chiunque sconosciuto osasse varcare la piazza del centro, per cui gli sembrò d’aver fatto istintivamente la mossa giusta.
Quest’ultimo si riprese dal dolore ma cacciò istantaneamente un altro urlo di disperazione.
Per forza di cose non aveva ancora scorto la faccia del marsupiale, in quel preciso istante aperta con la lunga lingua penzolante e tutti i denti – aguzzi, storti e minacciosi – in bella mostra, come se stesse per attaccare qualcuno, al limite minacciando.
Senza esitare scappò a gambe levate più veloce che poté, non volendo assolutamente finire pasto veloce di una creatura così rozza e primitiva; probabilmente ne avrebbe pagato le conseguenze col proprio sire, ma meglio schiavo per un anno intero piuttosto che morire così miseramente!
Taz nel mentre non capiva minimamente niente, ancora frastornato da tutta quella serie di azioni verificatesi in meno di un minuto: scorse d’improvviso una piccola ombra di un piccolo volatile sopra di lui che riconobbe in Titti, sembrava veramente preoccupato, forse anche più allarmato del normale.
«Ehi Taz, cLedo che dovLemo andaLe a celcaLe Bugs! PLoviamo a seguiLe le oLme che ha lasciato1!» disse trillante ma senza nascondere la preoccupazione per il coniglio e il tipo di reazione che aveva avuto in quel frangente.
I due quindi seguirono con estrema cautela, non notando nessun cambio di rotta improvviso o qualche anomalia che potesse destare preoccupazioni; camminarono e camminarono fino a che non arrivarono vicino a una palizzata altissima fatta in legno, con dei piccoli buchi in basso capaci di ospitare le creature più piccole e indifese all’interno della barricata.
La prima cosa che venne spontanea a Taz fu quella di cercare di abbattere parte della muraglia e fare schiamazzo; d’altra parte Titti – più intelligentemente – volò oltre e scorse la figura minuta del coniglio, nascosta dietro una casetta di modeste dimensioni sentendosi al sicuro da quella pericolosa minaccia troglodita.
Il pennuto si preoccupò moderatamente quando poté vedere il volto di Bugs più da vicino: era quasi spaurito e perduto, a tratti nei suoi occhi poteva riconoscere un po’ di stanchezza cronica, come se stesse per scoppiare totalmente in un attacco di esaurimento nervoso incontrollato.
«Ehi Bugsy, tutto bene? Sono venuto a ceLcaLti e pel diLti che Taz ha battuto quel fuLbaccio di un vichingo, puoi uscile!» disse tutto d’un fiato il canarino per sembrare convincente, quando in realtà sembrava solo supplichevole e parecchio affabile nel dare la notizia.
Tuttavia, alle orecchie di Bugs quella sembrò la notizia più bella dell’intera giornata.
«SUL SERIO? WOW, GRANDIOSO!» strepitò il roditore con fare giulivo e soddisfatto, saltellando nervosamente per la lieta notizia che gli diede Titti.
Si grattò improvvisamente il capo con fare interrogativo, in quanto si era appena reso conto – dando una velocissima occhiata al luogo – di un qualcosa che non riusciva a spiegare a se stesso…
«Gneh…» esordì incuriosito, tradendo però un po’ di paura nella sua voce, rivolgendosi al piccolo Titti «…sapresti dirmi dove siamo, precisamente? E come diavolo sono arrivato fin qui senza alcuna tana da coniglio nella quale tuffarmi per nascondermi?»
A Titti venne spontaneo ridacchiare di gusto, divertito dal tono con il quale Bugs aveva rivolto la domanda.
«Ti ho visto LotolaLe di continuo e ti sei infilato dentLo quel piccolo buco alla velocità della luce!» rispose candido il pennuto, spiegando la situazione all’avventuriero e poi rivolgendo uno sguardo al diavolo della Tasmania, per parlare anche con lui.
«AlloLa, la nonna mi ha detto che potete utilizzale due poteLi nuovi: tu, bLutto diavolaccio, puoi faLe le boccacce scuotendo la lingua qua e là peL spaventale i nemici…» disse l’uccellino suscitando le furie puerili del marsupiale, che non sopportava d’essere preso in giro da una creatura così minuta e docile «…peL quanto LiguaLda te, Bugs, per LotolaLe di continuo ti basta caLicaLe la gamba alzandola di qualche centimetLo e tuffaLti in avanti» concluse con tono sapiente e quasi ammaestrato, fiero di essere riuscito a essere stato d’aiuto per una parte dell’avventura dei due improbabili compagni.
«Stupendo, grazie Titti!» quasi urlò Bugs con un tono euforico e rinvigorito, pronto a sbarazzarsi di quei barbari in pieno stile battaglia.
«Fidati, è una tecnica infallibile!» trillò in tutta risposta il volatile “Secondo la nonna, faLai ancoLa meglio di quanto fatto nel tuo viaggio pLecedente nel tempo2”.
«Certo, ovviamen-- EHI, MA…?»
Ma appena volse lo sguardo verso l’alto notò che era già volato via: probabilmente neanche lui sopportava tanto l’aria pungente che la Scandinavia riservava senza troppi complimenti.
Come faceva la nonna a sapere delle sue disavventure con quella macchina che aveva ingenuamente scambiato per un distributore di succo di carota?
Quelle moine convincenti quindi che significato e che forza avevano nella sua mente?
Ma quelle domande così fulminee e tormentose dovettero passare in secondo piano all’istante; non le avrebbe in ogni caso lasciate morire, in quanto era desideroso di capire e scoprire tante cose da parte sua, sapere la verità.
In ogni caso, ora che era conscio del miglioramento di una sua abilità, aveva un motivo in più per non impazzire e lasciarsi prendere dal panico e dal nervosismo, credere sostanzialmente più in se stesso.
Uscì dalla muraglia per ricongiungersi con Taz, deciso a risolvere tutti i misteri di quel luogo e far rotolare giù come birilli chiunque osasse ostacolarli.
Diede un’occhiata furtiva al diavolo, che osservava i dintorni vorace e in maniera pazzoide con quella lingua che guizzava velocemente da una parte all’altra, probabilmente pronto anche lui a fare la sua sporca parte.
Avrebbe dovuto dirgli qualcosa su come fare quelle smorfie, visto che Titti aveva tirato la corda fin troppo presto senza risultare specifico?
Lo osservò meglio ancora, soffermandosi ancora una volta su quello che era il suo muso.
Sorrise sarcastico senza emettere alcun gemito per non attirare la sua attenzione e dover spiegare niente.
No, non aveva bisogno di essere indottrinato da nessuno riguardo questo.
Era così genuinamente terrificante… in tutti i sensi.

 
[1525 parole]
 


note
1) I dialoghi di Titti si rifanno al doppiaggio italiano, dove tutte le doppiatrici di questo personaggio pronunciano la lettera "L" al posto della "R" (mi sembrava ovvio ma comunque ho messo la nota per sicurezza per togliere ogni dubbio).
2) Riferimento al gioco “Bugs Bunny: Lost in time”, primo capitolo indiretto della saga dei viaggi nel tempo sviluppata dalla Infogrames per PC e Ps1. In “Bugs Bunny & Taz in viaggio nel tempo” non ci sono riferimenti espliciti ma l’ho inserita per una sorta di spirito nonsense e per creare una sorta di seguito canonico in questa raccolta.
   
 
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