Pagine sfogliate con calma e attenzione o con rabbia e frustrazione, dita che battono sulle tastiere a un ritmo indemoniato o con una lentezza esasperante, parole pronunciate a fior di labbra, unghie e matite masticate per il nervosismo, gambe inquiete che non si danno pace sotto i tavoli, chewing gum ruminati, canzoni in lingue più o meno conosciute e dei più vari generi smorzate dagli auricolari ma comunque a un volume insopportabile.
No, nemmeno la biblioteca è abbastanza silenziosa per lui.
Matt sbuffa, si toglie gli occhiali e li appoggia sul tavolo prima di accasciarsi sulla pagina del manuale in braille di Corporate Law che sta cercando di leggere da non sa più quanto tempo.
È ancora lì, immobile, a desiderare con tutto se stesso di non essersi mai iscritto a Legge quando, diversi minuti dopo, sente un battito cardiaco conosciuto avvicinarsi. Alza la testa di scatto qualche secondo prima che una voce familiare gli rivolga un amichevole "Hey". Molti secondi prima, troppi in realtà, ma dubita che qualcuno se ne sia accorto.
«Foggy?» domanda, ma solo perché sa che è così che si deve fare.
Il suo compagno di stanza sorride, si sfila l'immancabile berretto e si china verso di lui.
«Credi nell'amore a prima vista o devo camminarti davanti un'altra volta?» gli mormora all'orecchio con un tono così serio e suadente che Matt non sa se ridere o arrossire.
«Cos-»
La risata di Foggy è rumorosa e profonda, gli fa vibrare il diaframma e gli rimbomba nel petto. È una bella risata che fa sentire Matt sereno e a suo agio e gli fa dimenticare per un attimo il mondo esterno.
«SSSSSHHHHH!»
Il mondo esterno, però, non si è dimenticato di loro e ora sta riversando tutta la sua indignazione addosso al suo compagno di stanza che, con ancora l'eco della risata nella voce, mugugna dei "Scusate" per niente sentiti.
«Dimmi la verità, amico» sussurra Foggy, sedendoglisi di fronte e cercando di sistemarsi i lunghi capelli che avrebbero davvero bisogno di uno shampoo. «Se tu non fossi stato tu e non fossi stato un uomo... Ci saresti stato?»
Matt deve usare tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere, rischiando di finire bandito a vita dalla biblioteca. Cosa che, a essere sincero, non gli dispiacerebbe più di tanto.
«E se non fossi stato cieco...» puntualizza sorridendo.
«Oddio! Scusami amico!»
Il battito cardiaco di Foggy impenna e la sua temperatura corporea si alza sensibilmente. Almeno per i sensi potenziati di Matt.
«No, Foggy, non ci sarei stato» risponde scuotendo la testa e continuando a sorridere.
«Come no?» ribatte il suo compagno di stanza genuinamente indignato. «È una delle mie cinque migliori pick-up lines.»
«Non oso immaginare le altre...»
Non ridere sta diventando persino più faticoso dei suoi allenamenti quotidiani.
«Non hai bisogno di immaginarle. Stasera c'è una festa a cui andremo...»
«Ah sì?» chiede, a metà tra l'ironico e il preoccupato.
«Sì, e potrai vedermi in azione» conclude Foggy, facendogli l'occhiolino.
Matt non dovrebbe saperlo, ma lo sa, e scoppia a ridere di gusto, contagiando anche Foggy.
Altra ondata di "SSSSSHHHHH!" e indignazione e, questa volta, arriva anche un vecchio bibliotecario emaciato ad indicare loro l'uscita invitandoli caldamente a non fare ritorno fino a quando non avranno imparato a comportarsi decentemente.
E loro in biblioteca non erano mai più tornati.