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Autore: dreamkath    21/01/2017    0 recensioni
Nessun saluto: la loro conversazione era finita lì. Tipico di Thomas. Una volta che il divertimento era scemato e le trattative erano state portate al termine, le parole diventavano un’inutile perdita di tempo. La cornetta del telefono protestò ancora per qualche istante, per poi silenziarsi non appena la donna la ripose al suo legittimo posto.
“Che seccatura”.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                 Prologo

In un appartamento della capitale, Saphira.

Non era ancora sorto il sole, ma già si sentiva lo scrosciare dell’acqua bollente che batteva sul fondo della doccia e accarezzava la sua pelle fredda e intirizzita. Tra il silenzio che avvolgeva l’intero appartamento e quel suono cadenzato, sgusciava, di tanto in tanto, una breve motivetto che non si ripeteva mai uguale al suo precedente. Ogni volta che le sue labbra tornavano a cantare, il ritmo che lo aveva preceduto veniva sostituito dal successivo. Non c’era alcuna logica sequenziale nel susseguirsi della melodia. Procedeva unicamente seguendo la volontà e l’istinto della donna che usava le sue labbra sottili come uno strumento momentaneo del suo umore.
Quell’istante di solitudine non durò molto; il suo fragile equilibrio si ruppe non appena il telefono del salotto squillò. La donna, stizzita, prese con foga il suo accappatoio e, a piedi nudi, si affrettò a rispondere.
“Pronto?”
Il parquet, a pochi passi da lei scricchiolò, e, poco dopo, il braccio di un uomo le cinse delicatamente la vita, mentre la bocca iniziava a tracciare una scia di baci umidi sulla sua spalla nuda.
“Sei sola?”
Non rispose. Affondò una mano nei capelli arruffati dell’uomo e spostò di lato il collo per rendergli il compito più semplice.
Poi uno sparo. L’abbraccio che l’aveva stretta dolcemente si affievolì fino a sciogliersi e un tonfo sordo accompagnò la caduta dell’uomo sul pavimento.
“Adesso sì”.
Ripose la pistola accanto al telefono e guardò irritata il sangue che le avevano macchiato l’accappatoio e il pavimento.
“Raechel, Raechel. Cosa farei senza di te?”
“Piantala con queste stupidaggini. E dimmi che è importante.”
“Devi fare una cosa per me”
La donna alzò gli occhi al cielo. Come se fosse una novità! Perché non la smetteva con quelle cazzate e non arrivava dritto al punto? La mandava in bestia quel suo atteggiamento sicuro, privo di urgenza. E lui lo sapeva. Sembrava provare un certo gusto nel cercare in tutti i modi di farle trapelare dal viso o dalla voce la sua rabbia e la sua impazienza. E lei, come sempre, non gli avrebbe dato questa soddisfazione. Rimase in silenzio, in attesa che il suo interlocutore si stancasse di giocare al gatto con il topo, sforzandosi di trovare un qualche interesse nelle pareti prive di fotografie.
“Non sei affatto divertente, Raechel.”
Lo immaginò mentre scuoteva la testa con finto disappunto e, a suo malgrado, lasciò che le sue labbra si curvassero in un freddo sorriso.
“Diventa amica di Cris Morth”
“Cosa non faresti per mettere le mani attorno al collo di Marco?”
“Perspicace come al tuo solito”.
“Sadico come al tuo solito”.
“Questo round te lo concedo”
“Ma che gentile!”
“Trovi i dettagli nel fax che ti sto inviando. Sai cosa farne dopo.”
Nessun saluto: la loro conversazione era finita lì. Tipico di Thomas. Una volta che il divertimento era scemato e le trattative erano state portate al termine, le parole diventavano un’inutile perdita di tempo. La cornetta del telefono protestò ancora per qualche istante, per poi silenziarsi non appena la donna la ripose al suo legittimo posto.
 “Che seccatura”.
Estrasse una sigaretta dal pacchetto che teneva nascosto dietro l’elenco telefonico, se la rigirò tra le dita per qualche istante per poi accenderla e portarsela alle labbra. Piccole nuvole di fumo, a poco a poco, saturarono l’aria del corridoio con il loro tipico aspro odore, coprendo quasi del tutto quello di sangue fresco.
“05544321”
Portò nuovamente la cornetta all’orecchio e una giovane voce squillante rispose:
“Impresa di pulizie White&Clean, posso esserle utile?”
“Buongiorno, Clair. Mi puoi mandare Clark? C’è un po’ di spazzatura da ripulire”.
“Passerà al più presto, grazie per averci chiamato”.
“Grazie a te, per la tua efficienza”.
Lanciò una rapida occhiata al cadavere e si disse che ben presto non avrebbe avuto nulla di cui preoccuparsi. Era stato un buon informatore e un’amante soddisfacente, ma, queste qualità non erano state sufficienti a tenerlo in vita. Raechel non si fidava di nessuno, tantomeno di chi scambiava informazioni per denaro. Confidava solo in se stessa senza mai legarsi emozionalmente ad altri esseri umani. L’amore, l’amicizia erano sentimenti estranei ed effimeri, utili come armi di ricatto, inganno e manipolazione. Con un lavoro come il suo, non potevano assumere altre forme. Lasciarsi andare in balia di emozioni tanto irrazionali, avrebbe potuto alterare il suo giudizio sulle pedine che aveva scelto di usare o, addirittura, farle compiere azioni stupidamente inefficaci, mettendo, in questo modo, in pericolo la sua vita e la sua missione. Raechel doveva restare nell’ombra. Raechel non esisteva. Era un fantasma che appariva e spariva per poi tornare in panni diversi, in forme inedite o rivisitate. Era acqua che si adattava perfettamente ai contenitori che era costretta ad abitare. Era vento destinato ad andare e venire ad intensità mai uguali a se stesse. Era una pedina per un gioco di potere. Era lo scacchista che manipolava il terreno di gioco. Era chi doveva essere a seconda delle circostanze e degli ordini. Il motivo? Sopravvivere.
 
 

Angolo dell'autrice:

​Salve, bella gente! Grazie per aver letto fino a qui. Se volete recensire per esprimere una vostra opinione (positiva o negativa) siete liberi di farlo (ovviamente siete anche liberissimi di scappare a gambe levate senza lasciare alcuna traccia).
Per ultimo vi dico che, se l’ispirazione e il poco tempo a disposizione decideranno di collaborare, “presto” ci sarà un nuovo capitolo.
Alla prossima!

 
  
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