Nick autore: Oducchan
Titolo:  Things you said with too many miles between us
Fandom: Daiya no A/Diamond no ace/Ace of diamond
Personaggi: Sawamura Eijun, Miyuki Kazuya
Pairing: MiyuSawa
Genere:  fluff che più fluff di così viene il diabete, romantico, sentimentale
Avvisi: future-ish fic; per qualche motivo che non sapremo mai, Miyuki è finito in America e Eijun è tornato a casa sua
Rating: giallo
Conteggio parole: 735
Note:
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La linea telefonica crepita, oscurando le ultime parole pronunciate dall’altro capo della conversazione. Eijun impreca, stringendo inconsciamente la cornetta fino a sbiancarsi le nocche.
-Non ho capito, idiota- ringhia, per poi darsi uno schiaffo mentale. Non è colpa di Miyuki se la linea fa schifo, non è colpa di Miyuki se sta di là dell’oceano e lui ha invece deciso di rimanere in patria. Non è colpa di nessuno, è solo come sono andate le cose, e per un po’ così dovranno rimanere.
Dall’altra parte si ode un altro gorgoglio, ma stavolta è perché Miyuki s’è abbandonato a una delle sue risate, un po’ crudeli e un po’ amare.
-Ho detto- ripete, con calma, e stavolta la sua voce arriva chiara e limpida –Che mi manca la tua testaccia dura-
Eijun trasalisce, preso alla sprovvista. Sente le guance andargli a fuoco, rapide e improvvise come sempre, e le ginocchia iniziare a tremargli
-B-Baka!- strilla, ma la voce gli spezza a metà parola –Non dire queste cose, imbecille-
Miyuki scoppia a ridere di nuovo, stavolta più brevemente –Non ti ho di certo fatto un complimento, scemo. Beh, a dirla tutta mi manca un’altra cosa, di duro e di tuo, ma…-
-MIYUKI!- Eijun non trattiene uno strillo, indignato. Poi, dopo un rapido sguardo alla porta della sua camera (debitamente chiusa, e con la chiave girata), copre il ricevitore con la mano, continuando con un tono più contenuto –I miei sono a casa, lo sai che non posso-
In risposta alle sue parole, all’orecchio ode arrivare soltanto un tramestio confuso, e per un istante ha il terrore che sia definitivamente caduta la conversazione. Poi, finalmente, la voce di Miyuki torna a farsi sentire.
-Sei così carino quando sei imbarazzato, se fossi qui ti morderei le guance- lo canzona, seppur con una sfumatura… nostalgica, nel tono con cui glielo dice; Eijun sente la gola farsi stretta e gli occhi iniziare a pizzicargli dispettosi. Ingoia una boccata gli occhi e si passa il dorso della mano libera sulle palpebre.
-E se fossi qui ti tirerei una testata!- lo rimbecca, con l’ultimo scoppio di collera. Poi sospira, abbassando lo sguardo ai propri piedi –Kazuya… anche tu mi manchi-
Il tonfo, stavolta è bello chiaro e ben udibile.
-Ka… Miyuki? Che diavolo succede?-
-Sto bene, sto bene!- arriva la voce del suo senpai, con un riverbero fin troppo acuto che molti attribuirebbero al telefono ma che lui sa essere dovuto a ben altro –Sigh, sei così ingiusto, Eijun… Ricordami che ho due match, questo Weekend, e non posso saltare sull’aereo per venirti a coprire di baci-
Eijun arrossisce di nuovo, stavolta con più tenerezza. Ah, quell’inguaribile, maledetto bastardo.
-Così romperesti la nostra promessa, però. Ricordi? Dobbiamo resistere fino a Natale…-
-Natale- un altro sospiro –Natale. Siamo a settembre-
-Lo so, Miyuki. Ma se rompiamo la promessa…-
-…Niente sesso fino alle vacanze estive, lo so, lo so. Posso sopravvivere a tre mesi e mezzo di astinenza, non a undici-
-Sei sempre il solito! Pensi solo a quello!- lo rimbrotta Eijun, solo esteriormente indispettito. In realtà, pensare a certe cose lo rende solamente più frustrato per non poterle ottenere.
-Come se tu…- Miyuki si interrompe a metà frase. Sawamura sente una voce in sottofondo, altri fruscii, altri tonfi. Deglutisce, riconoscendo quei suoi famigliari e comprendendo che il tempo a disposizione per parlare con il suo fidanzato è ormai agli sgoccioli. Infatti, quando l’altro riprende a parlare, la sua voce è frettolosa e concitata –Eijun, devo andare. Il coach vuole fare una riunione per decidere la strategia della prossima partita. Ti richiamo…-
-…Domani, stessa ora- termina per lui, laconico –Vai, vai. Ciao-
-A domani. Ti amo!- e prima che possa rendersi conto, prima che possa rispondergli, prima che possa emettere un solo altro suono, la conversazione si interrompe bruscamente, lasciandolo da solo ad ascoltare il tuu-tuu-tuu della cornetta. Gli occhi, ora, non pizzicano soltanto.
Getta un’occhiata al calendario che ha appeso alla parete della sua stanza. Natale. Può pensare di sopravvivere, in qualche modo, se questo gli garantisce di poter riavere il calore di Miyuki su di sé.
Con un sospiro, pigia il pulsante del cordless che chiude definitivamente la comunicazione con l’America, prima di appallottolarsi sotto le coperte e cercare di non farsi sopraffare dal quell’orribile sensazione di solitudine che lo coglie quando le sue telefonate con Miyuki finiscono. Ah, le cose che gli farà quando lo riavrà tra le mani…