Dude, you’re
amazing!
{ BoKuroo
| Fine secondo anno di liceo | Smooth!Kuroo+Smooth!Bokuto
Dedicata a Nes. }
Una
mano premuta sulla guancia, il corpo piegato verso la figura contorta del
proprio migliore amico. Kuroo Tetsurou
osserva con occhi ferini il profilo di Bokuto, la
ruga di concentrazione che taglia a metà la fronte dell’Asso, attento ad ogni
minimo errore presente sulle pagine dei compiti che sta svolgendo. La lingua
rosea lecca il labbro superiore, sinonimo di uno sforzo paragonabile soltanto
ad una delle micidiali parallele per le quali Kuroo
fischia ancora ammirato.
«Amico,
non riesco a concentrarmi con i tuoi occhi addosso,» esclama Bokuto ridendo, staccando i gomiti dal tavolino e
sollevando le braccia sopra la testa, tirando i muscoli indolenziti a causa
della posizione prolungata. Una parte di maglia scopre il ventre, una fila di
pelle che porta Kuroo, questa volta, a leccare la
propria bocca, lo sguardo famelico che gli dipinge le fattezze affilate.
In
quegli ultimi tempi, lui e Bokuto hanno iniziato a
toccarsi più spesso – qualche pacca sulla schiena più lunga del dovuto, le dita
dell’asso che spostavano il suo ciuffo dal viso toccandogli nell’atto la gota,
le ginocchia che si scontravano continuamente sotto il tavolino. Sono sempre
stati l’uno vicino all’altro, abbracciarsi non è qualcosa che provochi loro
imbarazzo, tuttavia ora Kuroo percepisce l’odore di Bokuto, quando le braccia dell’altro lo stringono, il tono
roboante della risata roca che gli fa continuamente tremare lo stomaco.
Lo
fa ridere, l’improvvisa voglia che ha di premere Bokuto
sul pavimento, di baciarlo e udire i gemiti che potrebbe costringerlo a
rilasciare, con i bacini a contatto e l’eccitazione palpabile sull’epidermide
sudata.
«Scusa,
amico, ma la tua lingua è davvero ipnotica.»
Il
sorriso felino che stende la bocca di Kuroo, quando
nota la confusione sul viso di Bokuto, è attraente e
pericoloso. Un predatore che punta la propria vittima, prima di divorarla
completamente – eppure, il ragazzo che torna a sedersi, è tutto fuorché un gufo
impaurito.
Bokuto sgrana appena gli occhi, prima che le
pupille si dilatino, l’improvviso desiderio che marca le fattezze. Allunga le
gambe muscolose sotto il tavolino basso, sporgendosi maggiormente verso la
figura di Kuroo, lasciando che le loro spalle si
tocchino attraverso la stoffa degli abiti. Indossano ancora parte dell’uniforme,
quella di Bokuto sdrucita fin da quando si è
presentato ai cancelli della Nekoma, la mano
sollevata in segno di saluto ed il sorriso più aperto che qualunque uomo
potesse possedere, soltanto rivolto a Kuroo.
«Questo
vuol dire che vuoi baciarmi, fratello?» La voce di Bokuto
è un suono tra il divertimento e il malizioso; Kuroo
può vedere il rossore che dipinge la punta delle sue orecchie, nonostante gli
occhi rimangano inchiodati nei suoi.
Sono
entrambi predatori, si domanda se possa uscire qualcosa di buono, tra loro, e
la risposta è chiaramente sì, proprio
perché sono i migliori.
«Perché
no?»
Kuroo non teme nemmeno per un istante che Bokuto possa ridere, scacciare quella tensione scuotendo la
testa – quando lo vede calare su di sé, la bocca schiusa e lo sguardo deciso,
piega per l’ultima volta le labbra in un ghigno, lasciando che lui lo travolga.
La
bocca di Bokuto è calda, insistente, non è la prima volta
che bacia qualcuno. Kuroo inclina appena la testa
perché i loro nasi continuano a cozzare e, alla fine, è proprio lui a finire
con la schiena premuta contro il pavimento ed il corpo dell’asso tra le gambe. Affonda
le dita nei capelli tinti, sconvolgendoli più di quanto già non siano, aprendo
la bocca così che le loro lingue possano finalmente toccarsi.
Quando
Bokuto geme, Kuroo lascia
sfuggire una risata roca dalla bocca, facendolo staccare da sé.
«Amico,
la tua bocca sa quello che fa, come sempre» dice guardando Bokuto
negli occhi, portando le mani ai fianchi e affondandoci le dita. Il loro
rapporto è così – pieno di complimenti, di insulti, di parole che potrebbero
sollevare un ego fino al cielo e poi ributtarlo a terra con la stessa facilità.
Possono leggere l’altro attraverso una semplice ruga di espressione, e quello
che Kuroo ora comprende, sorridendo sbieco, è che gli
piace particolarmente la nuova angolazione da cui guarda la faccia di Bokuto.
Bokuto, dal canto proprio, rende ancora più
accecante il proprio sorriso di soddisfazione, accarezzato dal complimento
sincero di Kuroo. «Questo vuol dire che il mio bacio è il migliore di tutti?»
Kuroo annuisce, portando una mano alla nuca dell’asso,
premendo con forza così che possa sussurrare «Certo, amico» prima di baciarlo
con forza una seconda volta.
Quando
i loro bacini si scontrano in un movimento azzardato, Bokuto
geme di nuovo, rumoroso, e Kuroo non può che
impedirgli di allontanarsi, tenendolo ancorato a sé.
N/a: sono finita in una
spirale Bokuroo senza fine. È tutta colpa del fatto
che, questi due, mi sanno di una semplicità terribile – non avrebbero problemi
a fare sesso su un pavimento, poi mettersi a giocare ai videogiochi, senza dare
troppo peso alla cosa e continuando così all’infinito nella loro “pseudo
relazione”. Io li amo, lasciamoli baciare ancora per qualche ora.