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Autore: fra_eater    24/01/2017    5 recensioni
Fred Weasley parla con il fratello e cerca di fargli capire cosa sia l'amore vero.
Dal testo:
" “Vado io ad accoglierla” annuncio, guadagnandomi un’occhiata dubbiosa “Tu rimani qui a riflettere”.
“Su cosa?”
Lo guardo vicino alla soglia, sorridendogli “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?” dico per poi chiudermi la porta alle spalle. "
la storia partecipa al contest "Scrivetemi d'amore e sentimenti affini" indetto da S.Elric sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Scegli le Rose
 
Ho sempre amato casa mia.
Ho sempre amato l’odore della cucina di mamma, vedere il fuoco scoppiettante con una pentola da cui sale il tipico odore di stufato, sentire la voce di Ginny su per le scale che urla cosa le è sparito, io e George che ci nascondiamo sghignazzando perché colpevoli, papà che arriva dal lavoro stanco ma sorridente, i gufi di Charlie che rassicurano che sta bene, anche se nel post scriptum chiede se in famiglia c’è qualcuno che sappia come procurarsi dell’antidoto per il morso di cuccioli di Dorsorugoso Albanese, Bill che fa finta di non sentire mamma che gli chiede per l’ennesima volta di tagliarsi i capelli, Percy che sbuffa alla ricerca di un angolo tranquillo in questa casa fin troppo caotica, ignara vittima del nostro prossimo scherzo e Ron che declama a gran voce che diventerà il prossimo portiere della nazionale di Quiddicth.
Ogni centimetro di questa stanza è costellato di ricordi e attimi indelebili.
Era tutto così bello.
 Se guardo questa cucina ora vuota la vedo tutta qui, la mia famiglia, magari un po’ stanca o annoiata, ma felice. Mi sembra che siano passati secoli da quei momenti.
Siamo sempre stati uniti, come quella volta che io e George aiutammo Ron a salvare Harry dai suoi zii con la Ford Anglia incantata di papà e mamma voleva ucciderci quando lo scoprì. Era stato così divertente vederla chiedere il sostegno di papà che alla notizia si limitò a rispondere con naturalezza “Come è andata?” scatenando l’ira di lei e le risate in tutti noi.
Mi sembra strano essere quì, da solo. Mi hanno chiesto di aspettare nel caso arrivasse qualcuno dell’Ordine e in casa sembra non esserci nessuno a parte me.
Regna una calma a cui non sono abituato. George è rimasto in negozio insieme a Ginny, papà ovviamente a lavoro; di Percy ormai sono mesi che non abbiamo notizie, Charlie starà con Bill a provare lo smoking. Ma mamma e Ron?
Mi aggiro nella cucina, scansando i plichi di giornali e osservando con orrore le foto di decorazioni floreali per  matrimoni.
Un matrimonio con il clima di terrore che regna fuori sembra quasi una presa in giro, come se nessuno temesse per le proprie vite, ma in fondo la gente ha bisogno di felicità in questi periodi oscuri, anche solo per ricordarsi che è viva e che non tutto è perduto e sarà proprio questa sera che  diverremo tutti Harry Potter per salvare la nostra unica speranza di una vita migliore.
Non mi pento di essermi offerto volontario di fare da esca assumendo le sembianze di Harry insieme ad altri dell’Ordine; io e George dobbiamo il nostro negozio a Harry ed ormai è un membro della nostra famiglia, oltre che una buona fonte di ispirazione per prendere in giro Ginny.
Ah, ecco l’appunto sul frigorifero. Con tutti i nostri disegni da bambini si fa fatica a vedere Sono fuori con Fleur, la scrittura tonda e frettolosa di mamma è inconfondibile, e in effetti anche il nostro orologio a pendolo dice che è fuori. Mi viene da sorridere nel vedere che per oggi nessuna delle nostre facce è sotto Pericolo.
Cerco la faccia del mio fratellino e vedo che è in casa. Eppure ero convinto di essere solo.
Magari sarà in camera.
Mi smaterializzo sul pianerottolo di fronte alla stanza mia e di George, e comincio a camminare piano, ben attento a non calpestare le assi scricchiolanti per raggiungere la stanza di Ron. Accosto l’orecchio ma non sento alcun suono.
Non è da Ron essere così silenzioso. Bè, tanto vale far valere la mia autorità di fratello maggiore.
“Buongiorno, raggio di sole!” esclamo aprendo la porta di botto e vedo mio fratello trasalire.
“Miseriaccia, Fred!” esclama alzandosi di scatto dal pavimento di legno e portandosi una mano sulla maglia nera all’altezza del cuore che deve aver perso qualche battito.
“Mi hai fatto prendere un colpo” aggiunge quasi a volermi dare ragione e io non posso far meno che ridere.
Mi guardo intorno nella stanza ampia e vedo che mamma ha già sistemato un altro letto per l’arrivo di Harry e che deve averlo obbligato a sistemare tutto considerando che fino a tre giorni fa il pavimento era diventato il nuovo armadio di Ron.
“Che cosa vuoi?” mi ringhia, guardando fuori dalla finestra, agitato.
“Non posso venire a vedere come sta il mio fratellino preferito?” lo canzono, avvicinandomi a lunghe falcate e notando che sta controllando il vialetto d’ingresso.
“Sparisci” mi intima con un fare autoritario che non gli si addice.
Lo ignoro e guardo nella sua direzione “Stai aspettando di vedere Hermione, vero?”
Lui grugnisce, ma capisco di aver fatto centro nel vedere le sue orecchie arrossarsi. Come conosco il mio pollo.
“Dovrebbe arrivare tra poco” mormora con tono distaccato e distogliendo lo sguardo dalla finestra.
“Che cosa vuoi?” mi chiede nuovamente, forse nella speranza di farmi cambiare discorso.
“Niente” rispondo facendo spallucce “Mi annoiavo”. Scruto il suo volto e vi vedo la stanchezza, la preoccupazione. Due occhiaie profonde mi rivelano che sono notti che non dorme e del resto, chi riesce?
 Lo vidi, quel giorno, quando sulla Gazzetta del Profeta misero l’articolo sulla perquisizione dei Nati Babbani, per chi fosse in dubbio dell’autentico possedimento di poteri magici; le sue mani tremavano, gli occhi chiari si erano fatti di colpo scuri, le nocche bianche nello stringere troppo forte i braccioli della poltrona su cui era seduto nell’ascoltare pazientemente papà che leggeva l’articolo ad alta voce, anche il viso era sbiancato per poi divenire rosso di collera. Era facile immaginare a chi fosse andato il suo pensiero a leggere quelle parole. Ron era sempre stato un tipo abbastanza ottimista, ma quel giorno non vidi nulla di buoni pensieri nel suo volto, solo il cupo pensiero della persona da lui più amata che veniva portata via.
O meglio. Della persona di cui credo sia innamorata, dato che non ci ha mai detto nulla.
Non posso negare che il sospetto a me e George è sempre stato nelle nostre menti e anche quando feci vedere a questo zuccone del mio fratellino come approcciare una ragazza per il Ballo del Ceppo come feci io con Angelina Johnson aspettando che ne facesse buon uso per dichiararsi a quella ragazza che stava sempre al suo fianco, e invece il cretino se l’era già fatta sfuggire dalle mani a favore del bulgaro che tanto amava e che poi è diventato il suo nemico giurato.
Forse non è il caso di dirgli che Fleur l’ha aggiunto alla lista degli invitati; sarà più divertente vedere la sua reazione quando lo vedrà entrare.
Ma ora ho una domanda: come fare a convincerlo a confidarsi con me? Lo vedo lanciare occhiate nervose da me alla finestra, sembra essere proprio impaziente di vederla.
“Come mai tanta impazienza?” lo punzecchio “Stasera saremo tutti da Harry e la vedrai lì, no?”
“Ha deciso di cancellare la mente ai suoi genitori prima di venire qui” mi risponde senza guardarmi “Sarà sicuramente distrutta”
Al mio sguardo interrogativo lo vedo sbuffare come se fosse qualcosa di ovvio “Lo sta facendo per proteggerli da Tu-Sai-Chi” aggiunge, spazientito.
Solo ora capisco. Questi giorni sono così duri e cupi così come lo è mio fratello. Mi ha detto che non tornerà ad Hogwarts, l’ho pure aiutato nel suo piano di incantare il folletto del giardino per far sembrare che sia lui malato, ma non ha voluto dare alcuna spiegazione né a me né a George.
“Sei preoccupato per lei?”
“Perché non dovrei?”
“Sei innamorato di lei?”
“COSA?!?” strilla, lanciandomi un’occhiata allarmata e divenendo improvvisamente rosso come i nostri capelli se non di più.
Trattengo il respiro per non ridere, ma è inutile, la sua espressione di sgomento, con gli occhi spalancati e le lentiggini ormai perse a causa del rossore, sono troppo buffe e scoppio a ridergli in faccia, sputacchiando anche della saliva che dalla sua faccia disgustata deve averlo colpito.
“Quanto sei idiota” commenta solamente e sta per andarsene quando lo blocco con un “Ok, ok, la smetto”.
Mi scruta per un po’, sospettoso. Quando mi vede ingoiare l’aria e bloccare il labbro tremulo per la risata pronta torna indietro, rilassandosi un pochino.
“La verità fa male, eh?” commento e, prima che possa sbottare, aggiungo “Giuro che era l’ultima!”
“Sarà meglio per te!” mormora, stringendo gli occhi con fare burbero, ma lo conosco troppo bene “Altrimenti?” lo punzecchio, ben conscio di come reagirà.
E infatti eccolo, il grugnito di risposta di chi è troppo superiore per prestarmi attenzione, ma la sua mascella tesa tradisce il suo nervosismo.
“Hermione è diventata una bella ragazza” dico, ricatturando la sua attenzione. Per un attimo mi si raggela il sangue nelle vene: ho visto qualcosa che mai prima avevo scorto nei suoi occhi: un lampo di follia omicida.
“Secondo me stareste bene insieme” aggiungo, nella speranza di vedere qualcosa di più sereno nel suo sguardo.
Non mi risponde, ma arrossisce “Io e Hermione siamo solo amici” dice dopo diversi attimi e più che per convincere me sembra voler convincere sé stesso.
Le sue difese sono alte, ma so perfettamente come farle cadere. Una volta sono quasi riuscito a fare un patto infrangibile con lui, che sarà mai convincerlo ad ammettere che ama una ragazza?
“Come sta Lavanda?”
Forse per l’ennesima volta in quasi un’ora che sono qui strabuzza gli occhi mentre mi fissa, sorpreso o forse spaventato dalle mie parole o da tutto questo interesse improvviso nei suoi confronti e nella sua vita amorosa in particolare.
“Perché ti interessa?”
Che fratello di poca fede, sta troppo sulla difensiva.
“Non mi hai mai detto perché vi siete lasciati”rispondo, cercando di assumere lo sguardo più innocente che ho imparato osservando per anni Ginny.
“Non lo so” dice e sembra sincero “Un giorno ci siamo lasciati. È stato brutto, ha urlato perché pensava che io e Hermione eravamo da soli in dormitorio, ma non era esattamente così” tace, sembra indeciso su cosa rivelarmi o meno “A lei non le è mai stata simpatica Hermione”.
Gli metto una mano sulla spalla, cercando di sembrare un fratello comprensivo “Sai, fratellino, la verità è come un veleno che si insinua piano e te ne accorgi quando ormai ha invaso ogni parte. Magari Lavanda si è accorta prima di te di quello che provavi e provi tutt’ora per Hermione”.
Mi fissa con i suoi grandi occhi blu.
Sembra un bambino a cui si è aperto un mondo.
“Miseriaccia! Quanta burrobirra hai bevuto?”
Peccato che quando apra bocca tutta la magia si perda.
“Mi sono sempre chiesto perché stavi con lei, lo sai?” dico dopo un lungo respiro che sopprime la mia voglia di schiantarlo contro un muro, lui non arrossisce né risponde, continuo “Cioè, non ti ho mai sentito parlare di lei prima che vi metteste insieme. Era così speciale?”
Ron sospira, comincia a guardarsi intorno, mesto “Lavanda era, come posso dire, giusta. No, non è la parola esatta. In realtà era completamente matta. Sì, ecco, diciamo che era arrivata al momento giusto anche se era veramente pesante stare con lei”.
“Perché?”
“Non abbiamo mai veramente parlato” risponde con tutta sincerità, grattandosi nervosamente una guancia. Forse ho toccato il tasto giusto.
“Lavanda era la tipica ragazza che tutti vorrebbero. Bella, premurosa, forse anche troppo. Da farfalle nello stomaco, per intenderci. È stata lei a volersi mettere con me” sorride mentre lo dice, compiaciuto che fosse stato scelto da una ragazza del genere “Ma” si morde un labbro “Bhe, aveva anche lei i suoi difetti” taglia corto.
“Ovviamente”annuisco guardandomi le unghie con nonchalance “Non era Hermione”.
Ron sbuffa, ma poi sorride “Hermione non starebbe mai con uno come me” esclama con un sorriso che vorrebbe sembrare rassicurante, ma in realtà è palesemente falso e triste.
Comincio a girarli intorno, scrutandolo attentamente “Sai, fratellino? Io e George abbiamo commissionato diversi filtri d’amore con risultati piuttosto soddisfacenti e posso tranquillamente dirti che ci sono diversi tipi di amore. C’è l’amore vero, quello che cresce pian piano, fatto di alti e bassi, di gelosie e risate, di baci e anche di pugni, ma in cui c’è sempre la verità. La verità che nonostante gli attimi oscuri quell’amore è quello che funziona, come quello che c’è tra mamma e papà e che nessun filtro d’amore è in grado di replicare”.
Mio fratello mi osserva, silenzioso, continuo “Poi c’è l’amore insano, quello che è simile a un veleno che ti tormenta e basta, che non fa altro che distruggerti dentro. Io spero che quello tra te e Hermione sia del primo tipo e non del secondo”.
“Ti sei fissato con questa storia” ridacchia, credendomi matto, ma dal suo sguardo capisco che l’idea non gli dispiace affatto, solo che gli manca la fiducia in sé stesso per renderlo realizzabile.
“Quando avrete una figlia la chiamerai Rose” esclamo, bloccando la sua risata a metà e guadagnandomi un’occhiata stralunata.
“Che cosa?” lo vedo arricciare il naso, sconcertato.
“Mi è sempre piaciuto come nome” spiego, come se fosse una notizia di vitale importanza “Ma io non sono fatto per sposarmi. Mi piace più l’idea di essere lo zio ricco che vizi i nipoti e sono certo che Rose sarà la mia nipote preferita, purché abbia il cervello di Hermione”.
Ron ride “Quanto sai essere idiota. Magari un giorno arriverà un’altra ragazza che ha la stessa malattia mentale di Lavanda e vorrà diventare la mia ragazza” .
Rido con lui, finalmente si è rilassato. improvvisamente il suo sguardo scatta veloce verso l’esterno, oltre la finestra “È arrivata” mormora, non riuscendo a trattenere un sorriso alla vista della figura con i capelli arruffati che si è appena smaterializzata nel grande campo d’avanti a casa e che si dirige a passo lesto nella nostra direzione.
“Vado io ad accoglierla” annuncio, guadagnandomi un’occhiata dubbiosa “Tu rimani qui a riflettere”.
“Su cosa?”
Lo guardo vicino alla soglia, sorridendogli “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?” dico per poi chiudermi la porta alle spalle.
Scendo le scale nello stesso istante in cui Hermione bussa alla porta.
Non ho bisogno di chiedere chi sia, apro e la vedo: i capelli arruffati, gli occhi rossi e gonfi di pianto.
 “Ciao, Hermione. Se sei veramente tu” la accolgo puntandole la bacchetta al viso e vedo che anche lei fa lo stesso, sollevando il mento con fare austero, sempre in grado di controllare la situazione intorno sè.
Sta aspettando la mia domanda. Ormai sono settimane che facciamo così, non fidandoci più l’uno dell’altro.
“Sei innamorata di mio fratello?”
La vedo strabuzzare gli occhi nocciola, in un attimo di smarrimento “Cosa?” riesce a domandare, arricciando il naso e fissandomi con un misto tra lo sconcerto e la diffidenza.
“Sei mai andata sul Nottetempo?” dico, cercando di non ridere e facendole credere di aver capito male.
“No” risponde lei dopo un attimo di esitazione. Credo di essere riuscito nel mio intento e rido dentro di me.
Lei risolleva la bacchetta e le sorrido come solo io so fare “Chi dei due gemelli andò al Ballo del Ceppo con Angelina Johnson?”
“Io, Fred” annuncio gonfiando il petto con orgoglio.
Hermione si rilassa nel suo giacchetto di jeans, abbassando le spalle e portando le braccia lungo i fianchi fasciati dai pantaloni neri. Noto che è notevolmente dimagrita e anche sul suo viso ci sono le occhiaie tipiche di chi ha troppi pensieri per poter dormire serenamente.
Improvvisamente sentiamo dei passi scendere di corsa le scale e ci troviamo Ron, con un sorriso raggiante che si ferma agli ultimi tre scalini con un affanno non da lui “ Ciao!” esclama.
Hermione strabuzza gli occhi “C-ciao” risponde, ma la sua faccia sembra non capire come Ron possa essere così felice.
Mio fratello mi supera a grandi falcate e si avvicina a lei, ignorandomi palesemente e fissandola in viso.
“Per la barba di Merlino! Ron!” Hermione indietreggia, portandosi una mano al viso rosso di imbarazzo e sfregandolo con forza come se avesse qualcosa di sporco “Che hai da fissarmi così?”.
Ron le afferra entrambe le mani per poi trascinarla verso di sé ed abbracciarla con una dolcezza che in tanti anni sono sicurissimo di non avergli mai visto.
“L’hai fatto per il loro bene” dice, passandogli una manona impacciata sui capelli arruffati ed è lì che sento Hermione trattenere il respiro, poi il suo corpo è scosso dai fremiti e infine eccoli, lenti e fuggiaschi, i singhiozzi di una ragazza che ha appena detto addio alla sua vita.
Ron continua ad abbracciarla, cullandola come una bambina.
Ho sempre visto Hermione come una ragazza sicura di sé, in grado di mantenere il controllo delle proprie emozioni, solo quando è con Ron la sua corazza di freddezza cade in un battito di ciglia.
Mi sento di troppo in questo momento, ma temo che se mi muovessi potrei distruggere tutto ciò e mai e poi mai mi verrebbe perdonato.
Ma Hermione deve essersi ricordata della mia presenza perché allontana leggermente Ron da sè e gli regala un sorriso rassicurante, come a dirgli con lo sguardo arrossato dal pianto liberatorio che ora sta meglio.
“Vi va un the?” propongo, nella speranza che mio fratello colga al volo l’occasione per rimanere da solo con lei.
Ron annuisce con vigore e afferra il borsone blu di Hermione che era rimasto sulla soglia e che non avevo notato “Accompagno Hermione in camera di Ginny per sistemare le sue cose” e le fa galantemente segno di precederla  sulle scale.
Mi viene da ridere quando capisco che in realtà il libro che io e George gli abbiamo regalato per il  compleanno con tutte le tecniche per conquistare una strega l’ha letto e appreso, gli serviva solo la spinta necessaria per mettere in pratica gli insegnamenti.
 Lei, dopo attimi di esitazione dovuti alla sorpresa di trovarsi un Ron così inaspettatamente gentile, gli regala un sorriso, forse il primo proveniente dal cuore di tutta la giornata.
Li osservo salire le scale e sto per andare in cucina quando sento mio fratello chiamarmi “Ehi, Fred!” la sua testa rossa si affaccia e i nostri occhi si incrociano.
“Dimmi”
Lui mi sorride, sembra euforico come non lo vedevo da tempo “Ho scelto le rose” esclama e lo vedo attendere una mia reazione che tarda ad arrivare.
Impiego un po’ a capire cosa intende, “Rose!” ripete lui, incalzandomi con gesti del capo; con questa parola finalmente capisco cosa voglia dirmi e non posso che mettermi a ridere “Era pure ora” rispondo.
Ron ride con me e ritorna su per le scale, con tonfi pesanti che riecheggiano sul legno ormai datato.
Vado in cucina alla ricerca del bollitore crogiolandomi in un pensiero: sarà bello vedere Rose scorrazzare in questa cucina piena di gente in festa, in un mondo finalmente in pace grazie a tutti noi.
 
 
 
N.d.A.
Questa storia ha avuto molti cambiamenti nel corso della sua stesura.
La citazione da usare “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?” tratta da Verranno a Chiederti del Nostro Amore di Fabrizio De Andrè (che per chi non la conoscesse invito caldamente a rimediare a tale affronto) all’inizio avevo deciso che dovessero essere o Ginny o la stessa Hermione a ‘urlarla’ a Ron, da sempre troppo impacciato e troppo insicuro per potersi dichiarare.
Poi i gemelli si sono fatti strada durante la stesura, era come se loro, e in particolare Fred, usassero le mie dita per poter dare loro voce, per farsi strada e da Hogwarts l’ambientazione è passata alla Tana, prima in un periodo che potremmo definire tranquillo (in Natale del sesto anno) e poi quel che vedete, l’inizio di tutto, il momento in cui Ron prende finalmente coscienza di quel che vuole dalla vita.
È triste pensare ch Fred non potrà godersi i nipoti, i tanti attimi di felicità che gli spetterebbero di diritto insieme alla sua famiglia e ai nuovi parenti acquisiti. Con questa storia spero di essere riuscita a parlare non solo dell’amore di Ron nei confronti di Hermione, ma anche dell’amore fraterno che c’è fra questi due Weasley.
Come avrete capito, le parole dei Ron “Scelgo le rose” sono un gioco di parole tra i fiori e il nome Rose, per far capire al fratello che ha fatto la sua scelta, che sarà lui a prendere in mano la sua vita e che ha intenzione di far capire alla diretta interessata che è lei che vuole e che non si farà scegliere da nessun altro.
Con questo vi saluto, grazie per l’attenzione.
Fra_eater
 
  
  
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