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Autore: Plando    25/01/2017    5 recensioni
Se l'esterno era messo male, l'interno era ancora peggio, tutto faceva pensare che la baracca stava su per miracolo, si diede degli sguardi veloci in giro, non voleva stare li un minuto di più, a terra nulla più che dei vestiti a brandelli, logorati dagli anni, delle vecchie foglie secche probabilmente formavano quelli che potevano sembrare due letti di fortuna, un vecchio orologio da polso rotto, poi nient'altro, ci rimase deluso, non aveva scoperto nulla che potesse far capire chi fosse stato, anche solo per far sapere ad eventuali famigliari della sua sorte, fece per uscire quando pestò qualcosa che attirò la sua attenzione, semi-nascosto sotto le foglie secche ci stava qualcosa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volpe e un lupo, una barca affittata, zaini e provviste e una fame di avventura che gli aveva fatto scegliere come meta un'isola, ancora senza nome, che si trovava a più o meno cinquecento miglia a sud di Zootropolis, in pieno oceano, tutti sapevano che c'era, ma nessuno si era mai preso la briga di visitarla, forse perchè troppo piccola per esserci qualcosa di interessante, ma a loro non importava, James e Roland si erano messi in testa di doverla esplorare, avevano un mese di ferie e se la maggior parte dei mammiferi intelligenti le passavano in relax sulle spiagge di Sahara Square per risanare il corpo e lo spirito da mesi di lavoro, i due amici le trascorrevano nella natura selvaggia, cercando ogni volta posti sperduti dove non avrebbero trovato anima viva, magari scoprendo qualcosa da donare al museo di storia naturale, come quando trovarono dei fossili di Vulpes erectus e Oryctolagus neanderthalensis.

“Ok, siamo arrivati” Roland si guardò attorno, era una specie di paradiso incontaminato, con palme da cocco sulla spiaggia, per poi mescolarsi con una fitta vegetazione man mano che si avanzava verso il centro dell'isola “Abbiamo cinque giorni, poi dobbiamo riportare la barca, direi di cominciare”

Montata la tenda si avviarono verso il centro dell'isola, era grande più o meno come il centro abitato di Sahara Square, dove stava il Palm Hotel, non si sarebbero persi nemmeno volendo

Trascorsi tre giorni cominciarono a pensare che davvero nessun mammifero fosse mai stato su quell'isola, nulla lasciava intendere che qualcuno ci avesse mai messo piede, il che era strano, il dubbio gli rimase finchè non trovarono una capanna, o quello che ne restava, dato che era diroccata

“Allora ci è già stato qualcuno” James stava per entrare quando il lupo lo chiamò, raggiunto dietro il rudere, quest'ultimo indicò una zona dove era evidente fosse stato seppellito qualcuno, un vecchio ramo, ormai secco, era piantato appena sopra il cumulo di terra, ultima dimora di qualcuno che probabilmente ci era naufragato su quell'isola.

“Controlliamo l'interno, magari troviamo qualcosa che ci può far capire chi fosse” Detto questo la volpe entrò, Roland restò fuori e si guardava attorno, anche se era improbabile chiunque avesse sepolto quel disgraziato poteva essere ancora in giro.

Se l'esterno era messo male, l'interno era ancora peggio, tutto faceva pensare che la baracca stava su per miracolo, si diede degli sguardi veloci in giro, non voleva stare li un minuto di più, a terra nulla più che dei vestiti a brandelli, logorati dagli anni, delle vecchie foglie secche probabilmente formavano quelli che potevano sembrare due letti di fortuna, un vecchio orologio da polso rotto, poi nient'altro, ci rimase deluso, non aveva scoperto nulla che potesse far capire chi fosse stato, anche solo per far sapere ad eventuali famigliari della sua sorte, fece per uscire quando pestò qualcosa che attirò la sua attenzione, semi-nascosto sotto le foglie secche ci stava qualcosa di arancione.

“Ma che...una carota?” Era più che sicuro che li non crescessero, prendendola in mano si rese conto che era di plastica, una penna, che dopo un'attenta analisi rivelò un piccolo registratore al suo interno, conosceva quell'oggetto, andava molto in voga tra i leporidi di Bunnyburrow.

“Trovato qualcosa? Cos'è quella? Una carota?” Il lupo osservava curioso l'oggetto tenuto in mano dall'amico che si voltò in direzione della tomba “Probabilmente erano dei conigli, questo è un registratore, ma le batterie sono scariche, torniamo a Zootropolis, voglio vedere se c'è qualcosa che possa farmi capire chi era”

Smontata la tenda e caricata la barca tornarono verso casa, in quei due giorni James prese più volte quell'oggetto tra le zampe, pensando a quali segreti potesse nascondere e sperando che non fosse troppo danneggiata.





Arrivati a Zootropolis i due amici si salutarono, era un mese buono che la volpe non andava a trovare i genitori, a questo punto ne avrebbe approfittato per fare un saluto, giunto davanti la casa suonò il campanello.

Ad aprire fu proprio suo padre “Oh, ma guarda chi si rivede, ti sei ricordato di avere dei genitori?” Lo sguardo serio non durò molto, la vecchia volpe era contenta di rivedere suo figlio “Com'è andata la vacanza?”

“Non bene come vorrei” Disse lui “La mamma?”

“Ringrazia il cielo che non c'è, un mese senza farti sentire, è imbestialita”

“Mi farò perdonare, senti...non è che hai una batteria tripla a in casa?”

“Controlla nel quarto cassetto in cucina, mi pare ci sia qualcosa” Finita la frase si voltò per tornare sul divano a vedersi la partita, Zootropolis Abes contro Luka Goers, finale di coppa.

Raggiunta la cucina e trovata l'agognata batteria cominciò a svitare la parte superiore della carota, era munita di presa USB, in caso fosse troppo danneggiata avrebbe potuto estrarre il file audio sul pc, la vecchia batteria al suo interno era estremamente ossidata, al punto che dovette pulire bene i contatti della penna prima di mettere dentro quella nuova.

“GOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLL, prendete questo, Goers del cavolo”

Non prestando la minima attenzione all'euforia del padre fece scivolare la batteria dentro la carota per poi richiuderla, una volta mandata indietro la registrazione premette il tasto play.

Solo statico, per dieci secondi buoni non sentì altro, poi qualche rumore, una voce che si sentiva a colpi, sempre più chiara

<< Sono...duecento bigli...al giorno...trecento...santacinque giorni...da quando avevo...anni >>

James tirò su le orecchie non appena udì la voce, riconoscendola fin da subito nonostante fosse molto disturbata e rimanendo stupito del fatto che fosse proprio quella che pensava.

“Pa...papà?”

Senza che se ne accorgesse Nick gli si era portato alle spalle, prese la penna dalle sue zampe e se la portò vicino agli occhi, studiandola nei minimi particolari, facendo partire la seconda registrazione, tremando al pensiero di quello che avrebbe sentito.

<< È vero...soltanto...coni...ottusa >>

Passata anche questa mollò la penna sulla scrivania, per poi buttarsi a peso morto sulla sedia con le lacrime agli occhi e suo figlio che lo fissava stupito da quella reazione.

“La sua voce...dopo tutto questo tempo...”





Note

E niente, sono stufo di dire che proseguo con le long e poi non lo faccio, ormai lo sanno anche i sassi (comunque ho intenzione di finirle)
Questa doveva essere una 1shot, mi sono reso conto poi che sarebbe stata troppo lunga, quindi divido.
Ciao a tutti e alla prossima.

Aggiornamento in data 01-11-2018

In concomitanza con la pubblicazione del diciannovesimo capitolo ho deciso di cambiare l’inizio della storia, per cui ci sono sostanziali modifiche ai primi capitoli, di conseguenza le recensioni lasciate prima di tale data potrebbero contenere spoiler, per chi iniziasse a leggere dopo questa data consiglio di evitare la lettura delle recensioni fino a quelle del capitolo otto.

992 parole
   
 
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