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Autore: Breed 107    10/04/2005    18 recensioni
Forse, lontano da tutto e tutti, la verità potrà esser detta... E' il compleanno di Akane e chissà che il suo desiderio più grande non possa realizzarsi. Prima parte della "trilogia del desiderio".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non riuscì a lasciarla. Anche dopo quel lunghissimo bacio, non riuscì a separarsi da lei, a rompere quell'abbraccio… Ranma la strinse forte, affondando il volto tra i suoi capelli soffici e ne respirò appieno il profumo intossicante. Il poterlo fare, stringerla con amore, era così emozionante da non poter trovare le parole per descriverlo.

Akane non gli oppose resistenza, lasciò che lui la abbracciasse fino quasi a farle male e ricambiò la stretta, il viso premuto contro il suo collo… Ancora quella sensazione di calore, pareva non volerla lasciare mai.

'Non è la prima volta… ho già provato tutto ciò…' . Non impiegò molto a ricordare: era stata quella sensazione di calore ad accoglierla quando, al monte Hooh, si era risvegliata tra le braccia di Ranma. Lui la stava tenendo stretta proprio come in quel momento. Non ricordava molto altro, se non il freddo pungente, così intenso da farle male, poi quel calore, il corpo di Ranma stretto al suo ed il suono della sua voce. Avrebbe voluto gridargli di essere viva, che il suo calore l'aveva riportata in vita… Forse non era vero, ma era piacevole pensarlo.

"Dimmelo…" Ranma la udì appena. Stranamente sapeva a cosa Akane alludesse, così come sapeva il perché di quella richiesta, sussurrata con tanta incertezza da sembrare una preghiera… E forse era proprio così: Akane stava pregandolo affinché gli dicesse ciò che aveva taciuto allora, in quel momento il cui solo ricordo bastava a dargli i brividi. Rivide fuggevolmente se stesso, annientato dal dolore, urlare il suo nome, mentre lei inerme tra le sue braccia era così… fredda "Dimmelo, Ranma…" stavolta la sua richiesta risuonò più esasperata, la voce ancora debole per il pianto di prima.

"Ti amo".

Ecco, l'aveva detto… Ed il mondo era ancora incredibilmente lì! Non era crollato, né scomparso! Il suo cuore batteva ancora (forse solo più veloce), il sangue gli pulsava ancora nelle vene, come sempre… solo la paura sembrava esser sparita, quella paura tanto attanagliante che lo aveva costretto a mentirle per quasi un anno, era svanita.

L'aveva detto. Akane lo aveva sentito. Serrò gli occhi per contenere nuove lacrime, mentre in un angolino della sua mente rideva di se stessa e di quelle lacrime degne di un'eroina manga… Zittì quel pensiero assurdo e affondò ancor di più il volto contro di lui.

"Anch'io" sussurrò, con voce più tremula che mai e fu come se un enorme peso le scivolasse via dal petto. Il peso delle bugie, delle frasi non dette in quell'anno, il peso di mille timori sul fatto che Ranma potesse innamorarsi di un'altra, il terrore di non potergli piacere mai e poi mai con i suoi modi da maschiaccio, la sua cucina venefica, la sua incapacità nel combattere… Le erano bastate due parole dette con sincerità in una sera, seduta a terra nella polvere, per non avere più di quelle paure.

"Ora… ora non potrai più rimangiartele queste parole, lo sai?" Akane si separò da lui e lo fissò con attenzione; nonostante il tono quasi scherzoso della sua voce, Ranma sapeva che non stava affatto scherzando. "Sì, immagino di sì…".  Lei non aggiunse altro, si limitò ad annuire col capo, poi con gesti imbarazzati, strofinò gli occhi per cancellare le ultime lacrime; orripilata notò le strisce nere che le imbrattarono le dita: aveva completamente dimenticato di essersi truccata!

"Oh, sarò orribile!" disse con voce più alta di quanto avesse voluto, non voleva certo offrire a Ranma l'occasione di… "In effetti… Somigli a mio padre in questo momento, versione panda, naturalmente".

 Appunto.

Le vecchie abitudini erano dure a morire: non aveva certo sperato che con quella confessione lui acquisisse maggiore educazione. "Stupido…" fu la sua replica fiacca, era troppo spossata per malmenarlo. E poi aveva avvertito nella sua presa in giro una nota così dolce nella voce, non era il caso di punirlo. Ripulì gli occhi alla ben meglio, poi con un sospiro si guardò intorno "Si è fatto tardi, stanno spuntando le prime stelle" "Già, non ci siamo resi conto del tempo che passava… Hai freddo?" Ranma aveva infatti notato il leggero brivido che aveva fatto tremare la ragazza, ma lei si strinse nelle spalle. Come spiegargli che non era per il freddo, ma per il distacco da lui che provava freddo? Troppo imbarazzante…

"No, è passato, sto bene" "Forse dovremmo incamminarci per tornare a casa" Akane annuì, ma sul suo viso la sua espressione era più contrariata di quanto quel cenno potesse far credere "Non… non potremmo restare, almeno un po'?'" lui le sorrise, intenerito da quell'Akane così inedita e disarmante nella sua dolcezza "Non vuoi tornare?" lei sospirò e si strinse nelle spalle "Quando attraverseremo la porta del dojo, immagini cosa succederà, vero? – Ranma annuì – Dovremmo mentire, fingere di non provare nulla… come al solito" "Non possiamo fare altrimenti: se venissero a sapere quello che ci siamo detti, le nostre famiglie…" "Ci ritroveremmo ai piedi di un altare prima di domani mattina, imbottiti di chissà quali narcotici!" finì lei la frase, stizzita per tutta quella situazione assurda.

Perché l'amare Ranma doveva essere tanto arduo? Avrebbe voluto gridarlo al mondo intero, soprattutto a quelle tre folli che avrebbero continuato imperterrite a correre dietro Ranma, il suo Ranma! Ma il pensiero di ciò che i due padri avrebbero organizzato, parandosi dietro alla favola di volere la loro felicità quando invece era solo il loro egoismo a spingere ad un matrimonio tanto rapido, le dava i brividi a sufficienza. Al momento non aveva nemmeno la forza di pensare alla reazione dell'orda di schizzati che ormai faceva parte stabilmente della loro vita.

"Senza contare che non ho uno yen da dare a Nabiki per comprare il suo silenzio…" Akane lo guardò, annuendo poi sempre più mogia "Già… non c'è soluzione: dovrò continuare a fingere di odiarti". Si alzò e con gesti stizziti ripulì la gonna dalla polvere, sotto lo sguardo serio di Ranma. Anche a lui il pensiero di dover nascondere ciò che provava non piaceva, soprattutto perché tale silenzio non era dettato tanto dalla sua timidezza, ma dalla necessità di non rendere le loro vite ancora più caotiche… e pericolose. Se solo pensava a quello che Shan- po avrebbe tentato di fare ad Akane. "Non sarà così per sempre, lo sai?" le domandò, rialzandosi a sua volta "Sì, lo so. Il fatto è che… non… non potrò starti vicina, né tenerti per mano quando voglio o..." non continuò, in preda alla vergogna più assoluta. Abbassò gli occhi tristi sui suoi piedi, mordendosi le labbra per lo sconforto.

Come a volerla smentire, Ranma le sollevò il viso e dopo averle sorriso, la baciò. Una carezza lieve, uno sfiorarsi con tutta la levità che era mancata al loro primo bacio, di cui questo sembrava voler compensare la tenerezza. Quando si allontanò da lei, i grandi occhi di Akane erano spalancati, come sorpresi ed increduli da tanta morbidezza "Non sarà così per sempre, credimi. Non la perdo di certo questa sfida, stanne certa". Eccola lì, la determinatezza di Ranma, quella forza e quella tenacia che facevano di lui quello che era… E lei annuì, sollevata: non avrebbe permesso a nessuno di rovinare quel sentimento. Ranma non avrebbe perso nemmeno quella sfida.

"Torniamo a casa" gli sussurrò, sorridendogli con amore.

Molti credevano che il punto debole di Ranma fosse la sua paura per i felini. Niente di più falso. Eccolo lì il suo unico, vero punto debole: il sorriso della sua Akane.

 

… … …

 

Intanto, a Nerima, al buio di una palestra…

 

"Uffa, ma quando arrivano? Siamo rinchiusi qui da un'ora quasi!"

"Ssst, Nabiki… Non parlare così ad alta voce. Akane potrebbe sentirti arrivando… Ricordate, quando le porte si apriranno e Ranma accenderà la luce, tutti a gridare SORPRESA! Dottor Tofu, lei è sempre qui, vero? Con questo buio non riesco a vederla…"

"S- sì Kasumi…"

"Sei sicura che Ranma sappia di questa festa a sorpresa?"

"Sì papà, gli ho chiesto io di far in modo che Akane fosse qui per cena"

"Ma è stato lui a dirti che usciva con Akane?"

"No papà"

"Allora è stata Akane"

"No papà"

"…"

"Che idea starcene al buio! E poi… Happosai, prega che non sia la tua mano quella che sento dove non dovrei!"

"Oh, sei tu Nabiki? Credevo fosse il mio cuscino, sono inginocchiato a terra e alla mia età è doloroso"

"Lo diventerà ancor di più se non togli subito quella mano!"

"Maestro si vergogni!"

"Mmm, Saotome, perché ho l'impressione che tu stia masticando? Non avrai allungato le mani sulla torta, vero?"

"Ehm… no, cosa ti … - chomp, chomp – viene in mente, amico mio? Piuttosto, Tendo, hai preparato quel regalo…"

"Sì, sì, è tutto pronto"

"Di quale regalo parlate, tesoro?"

"Ulp! Niente, cara… un piccolo regalino per Akane, ecco"

"Tesoro, dimmi che non è un anello di fidanzamento o qualcosa del genere"

"Eh? N-no, certo che n…"

Swish

"Co- co- cos'è questo rumore?"

"Credo che la signora Nodoka abbia appena sguainato la sua katana, signor Saotome".

 

Fine? Fine?! Ma come fine?! Così?…. Beh, non proprio… forse sarebbe più corretto dire:

 

Fine prima parte

Quando ho cominciato a scrivere "Qualcosa da desiderare" non credevo mi prendesse tanto la mano… questa fic che avete appena letto è nata come un regalo ad un'amica, la mia amica del cuore. Avevo pensato di darle qualcosa da leggere per passare le circa otto ore di treno che la separavano dalla sua nuova città, qualcosa di mio, scritto di mio pugno che potesse conservare. Poi a causa di parecchi intoppi, non riuscì a darle il lavoro finito, così pensai di pubblicarlo, per divertimento e per far sì che lei potesse leggerlo connettendosi semplicemente in internet. Beh… la cosa mi è esplosa tra le mani: scrivere mi ha conquistato! Non vi dico quando sono cominciati ad arrivare i primi commenti: stentavo a crederci che qualcuno oltre la mia amica leggesse quello che producevo io, così a cuor leggero… Quindi ho cominciato ad impegnarmici di più, avevo dei lettori da accontentare e così questa fic è diventata la prima parte di una trilogia: la seconda parte è già a buon punto e la terza è ad un buon punto di maturazione nella mia testa. Che dire? Vi ringrazio, non finirò mai di dirvi grazie, grazie all'infinito per aver letto quello che scrivo perché così avete reso la mia vita più interessante ed emozionante. Grazie…

Ci risentiremo per la seconda parte… Sempre che vi interessi! Potete continuare a commentare la fic e darmi il vostro parere, anche su questo semi-finale! Baci!

  
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