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Autore: Voglioungufo    29/01/2017    6 recensioni
NaruSasu | KakaSaku | Post-699
Naruto non riesce più a distinguere cosa sia vero e falso. Sasuke non crede di essere in grado di aiutarlo. Ma Sakura non smetterà mai di avere fiducia nei suoi testoni: sa che come le calamite si ritroveranno sempre.
“E’ questo quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su Sasuke e li hanno resi terrificanti?”
Shikamaru annuisce. “Sì, li hanno resi così terrificanti che lui lo vede come una minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne così spaventato da tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Piccola spiegazione dei perché, per quando e per come:
In realtà, essendo nel mondo canonico non c’è molto da dire, ma ci tenevo ugualmente a fare qualche precisazione visto che parte in media res e magari certe cose potrebbero lasciarci confuse.
Allora, c’è un Clan che odia profondamente gli Uchiha, i Chinoike (spudoratamente copiati dalla serie animata del romanzo Sasuke Shiden) che pretendono Sasuke morto. Konoha si oppone e quindi ci sta una mezza guerra, dove Naruto si lascia catturare al posto di Sasuke. Da lì lui e Sakura e gli altri cercano di recuperarlo e la storia parte da qui. (tranne il flashback iniziale)
Dopo, punto fondamentale: la storia mi è stata ispirata da Hunger Games. Stavo studiando e mi è tornato in mente il depistaggio di Peeta ed ero tipo: wow, perché non fare una cosa del genere versione Sasunaru? Ed eccola qui xD
 
La storia voglio dedicarla in modo particolare ad Ahyrin che è stata così entusiasta di questa idea da “costringermi” a scriverla subito xD
Non durerà a lungo, penso tre capitoli ma nel caso dovessi diventare logorroica saranno quattro. Ma non di più. Devo studiare. Ho altre storie da scrivere lol.
 
Spero l’idea vi piaccia!
Hatta
 
 
 
 
La palla infuocata del sole incendiava il cielo mentre spariva oltre la cinta di mura che circondava Konoha. Poche nuvole sfumate puntellavano il cielo, come se un pittore dopo averle dipinte si fosse pentito cercando di cancellarle malamente. Le strada dorate riflettevano la luce e i pochi passanti sembravano risplendere di una patina dorata. Non c’era un filo d’aria.
“Neh, Sas’ke” lo chiamò Naruto fermandosi in mezzo alla strada. Aveva il naso rivolto verso l’alto. Si fermò e il biondo lo interpretò come un invito a continuare.
“Mi piace questo colore. È il mio preferito!” blaterò indicando con l’indice la volta del cielo completamente arancione.
Sasuke fissò con bonaria esasperazione l’amico. “Non si era capito, guarda” aggiunse alludendo agli sgargianti abiti che indossava.
 Quello al commento derisorio si grattò una guancia imbarazzato.
“Ma no, io dico proprio l’arancione del tramonto. Credo sia tutto un insieme, ecco, però è proprio vivido e brillante e come può essere una cosa così vivida e brillante se il sole sta morendo? Cioè, sembra un miracolo!”
Spesso Naruto era davvero sconclusionato nel parlare.
“Il cielo diventa di questo colore per via dell’angolazione con cui i raggi solari si riflettono nell’atmosfera” iniziò a spiegare meccanicamente, ma Uzumaki lo bloccò ancor prima che potesse continuare in maniera più specifica, mettendogli una mano davanti alla bocca.
“Perché devi rovinare sempre tutto con la razionalità?” sbottò. “Non è bello e basta il cielo di questo colore?”
Sasuke alzò gli occhi. Sì, era molto bello.
 
 
 
È STATO
C O M P R O M E S S O
 
 
 
ODIO
 
Apre gli occhi di scatto, lo sharingan attivo negli occhi spalancati.
“Sono solo io” risponde la voce calma di Sakura, leggermente spenta e distaccata. Sasuke fa tornare l’iride color pece, mentre si alza dal sacco a pelo e scaccia gli ultimi rimasugli di sonno. Indossa già la divisa ANBU dal giorno prima.
Sakura è seduta per terra con una gamba raccolta al petto e l’altra piegata, ha gli occhi verdi cerchiati da profonde occhiaie, la pelle chiara come carta trasparente e le mani sono percorse da tanti piccoli taglietti a causa del continuo uso del chakra.
Non le risponde, si alza del tutto e prende il proprio sacco a pelo, lo piega e lo mette via ordinatamente insieme agli altri.
“Novità?” domanda alla fine dandole le spalle. Non si aspetta una vera risposta, in realtà.
Dopo la Quarta Guerra Ninja, ristabilire l’equilibrio era stato difficile, soprattutto nei paesi minori dove, una dietro l’altra, erano scoppiate tante piccole rivolte per rovesciare il potere governativo. I paesi del Fuoco, della Terra, del’Acqua, del Vento e del Fulmine si erano proposti come ambasciatori neutrali per sopire le rivoluzioni senza l’uso delle armi.
Il vero problema lo aveva causato lui, Sasuke Uchiha. Nel Paese delle Terme avevano preso il potere i Chinoike, un antico clan da un’abilità innata oculare molto potente, originario del Paese del Fulmine. Per i loro occhi color del sangue erano sempre stati temuti e considerati pericolosi, così in passato era stato richiesto l’intervento di Konohagakure affinché sistemasse la faccenda senza rischiare lotte interne. Konoha aveva affidato il compito di eliminare il Clan Chinoike agli Uchiha.
(Sasuke vorrebbe ridere al discutibile senso dell’umorismo del Destino, ironico che quella strage fosse stata compiuta proprio da quel clan che, anni più avanti, per lo stesso motivo sarebbe stato sterminato.)
Gli Uchiha non riuscirono a completare la missione per la grande abilità del clan, alcuni sopravvissuti riuscirono a scappare nel Paese delle Terme dove avevano fatto perdere le loro tracce.
Fino a quel momento.  
Al termine della Grande Guerra Ninja, i Chinoike avevano preso il controllo del Paese che li ospitava e, successivamente, avevano mandato un ambasciatore a Konoha per pretendere la testa dell’Ultimo Uchiha. Dopo tutti i suoi crimini da ex-nukenin avevano pensato che la Foglia avrebbe assecondato la loro vendetta, ma non avevano fatto i conti con Uzumaki Naruto. L’Eroe della Guerra si era fermamente opposto e così gli ambasciatori avevano riportato una risposta negativa.
Da allora è guerra.
È iniziata senza che se ne rendessero conto, con delle bombe di chakra lanciate su Konoha, e ora continua con l’avanguardia direttamente ai confini con il Paese delle Terme. A tutti è stato fin da subito ovvio che l’obiettivo era lui, l’Uchiha. Aveva proposto di sbrigare la faccenda da solo, ormai era abbastanza potente da permetterselo, ma ovviamente l’idea non era stata presa minimamente in considerazione.
“Sei un ninja di Konoha!”
Per quello Naruto è stato catturato, finendo in una trappola destinata a lui, ed ora è in mano nemica. Nessuno riesce a localizzare la base dove lui, insieme agli altri ninja di Konoha, tra cui anche Ino e Choji, è imprigionato. Sasuke lo sa che i Chinoike non lo hanno ancora ucciso, lo sa che lo stanno trattenendo per ferire lui, per colpirlo nel suo unico punto debole. Se lo avessero ucciso  si sarebbe messo il cuore in pace, relativamente in pace, e non sarebbe impazzito nel tentativo di ritrovarlo come sta succedendo adesso. Gli sembra di star cercando di afferrare una lucciola che vola troppo in alto.
Naruto.
Per questo non crede che ci siano novità.
“Sì” risponde Sakura.
Sasuke si volta di scatto verso di lei, attirato da quel monosillabo affermativo, ha gli occhi sbarrati e i muscoli pronti a scattare.
“Li abbiamo trovati” trema Sakura. “Lo abbiamo trovato. L’Hokage ci aspetta”.
Basta questo a Sasuke, fa un cenno imperioso con il mento. “Andiamo” ordina secco.
 
L’accampamento di Konoha è distribuito in una radura su un altopiano, dal quale è possibile abbracciare l’intera pianura sottostante del Paese delle Terme. È un punto strategico, poiché il paese nemico, a differenza del verde Paese del Fuoco, è composto da enormi scivolate di campi di grano ed esistono pochissimi punti dove potersi nascondere. I Chinoike sono stati bravi a non farsi trovare per tutto questo tempo, ma che Konoha venisse a conoscenza del loro nascondiglio alla fine era inevitabile.
Il quartiere generale è l’unica struttura in legno dell’accampamento, da fuori sembrerebbe una spartana baracca di un qualche cacciatore, ma sotto il pavimento si sviluppa in una tecnologica base militare, dove i Ninja Sensitivi di Konoha regolano le avanzate e controllano il chakra nella zona.
Kakashi è lì con il mantello da Hokage sulle spalle, ma senza copricapo cosicché i capelli argentei gli coprono il volto proteso sulla mappa del campo di battaglia. Accanto a lui ci sono Tsunade, il Capitan Yamato e Shikamaru. È quest’ultimo a notare la loro entrata e con un sorrisetto spazientito dice: “Alla buon ora”.
“Dov’è lui?” taglia corto Sasuke bruscamente. È già pronto all’azione, gli servono solo le coordinate e poi attiverà il rinnegan. Quei bastardi non si accorgeranno nemmeno di che cosa li ha colpiti.
Tsunade aggrotta le sopracciglia chiare, infastidita da quel modo brusco e maleducato, sta già per richiamarlo, ma è Kakashi a prendere la parola per primo.
“Non ho intenzione di dirtelo” ribatte senza alzare lo sguardo. “Non finché la missione di salvataggio non sarà completata”.
“Se non me lo dice lei lo scoprirò da solo, lo sa” mette in chiaro senza cedere terreno. Sakura al suo fianco agisce in maniera più diplomatica.
“Se non possiamo conoscere le coordinate che senso ha chiamarci qui?” domanda dura.
Shikamaru fa loro cenno di avvicinarsi al tavolo, mentre Kakashi spiega: “Voi ci servite come diversivo”.
“I Chinoike non sanno che abbiamo individuato la loro base” inizia ad illustrare Nara “Per questo potremo agire di sorpresa. Tu, Sasuke, sei il loro bersaglio, perciò controlleranno ogni tua mossa; se anche solo sospettassero che conosciamo la loro posizione, si sposterebbero da un’altra parte prima ancora che si possa fare qualcosa. Capisci?” Non gli lascia il tempo di ribattere e prosegue: “Per questo tu, Sakura e un altro gruppo verrete mandati qui”. Indica un punto nella cartina. “È un posto dove ci sono alcuni mercenari e potrete fare abbastanza casino da catturare la loro attenzione. Con la tua presenza lì, inevitabilmente si focalizzeranno in quel punto, tralasciando le difese interne. A quel punto un team composto da Sai, Rock Lee e il Capitan Yamato si infiltrerà prendendo possesso della base nemica”
“Solo loro tre? Non è un po’ azzardato?” domanda Sakura crucciata.
“No” risponde la sua maestra. “Oltre a dover mantenere un livello di chakra molto basso, loro non si aspetteranno mai un offensiva con così pochi shinobi nella propria base  – quando credono di essere ancora intracciabili, tra l’altro – e perciò si concentreranno per forza su di voi. Saranno distratti”.
“Ho un piano migliore” ribatte Sasuke. “Faccio un kage bushin, lo mandiamo a distrarli e intanto il vero me irrompe nella base”.
Kakashi fa una faccia scocciata. “Non puoi occupartene da solo”.
“Forse no” ammette con lo sguardo affilato. “Ma io lo tirerò fuori da quel buco, è un mio dovere”.
“No, il tuo dovere è seguire le istruzioni dell’Hokage” lo contraddice con durezza Shikamaru. Certo, anche lui vorrebbe mollare tutto e correre a salvare Ino e Choji, ma sa che non può fare di testa propria. Sasuke è proprio come Naruto, quando si tratta dell’altro non ragionano più e diventano una totale seccatura.
“Saremo in collegamento grazie a un membro del Clan Yamanaka” spiega pazientemente Kakashi. “Appena la situazione sarà risolta ti daremo le coordinate e tu potrai raggiungere la squadra Yamato, va bene?”
Certo che no! Vorrebbe rispondere, ma Sakura gli mette una mano sulla spalla come monito e annuisce per entrambi.
Osu” afferma determinata.
“Perfetto” un lungo sospiro lascia le labbra dell’Hokage mentre incrocia le braccia. “E quando questa storia sarà finita, noi due ci sposeremo”.
Le parole galleggiano nell’aria prima che la diretta interessata possa comprenderle fino in fondo, a quel punto Sakura molla la presa sulla spalla dell’Uchiha e per qualche minuto abbandona lo sguardo determinato tornando ad essere la ragazzina di un tempo.
“Cosa? Di già?” blatera arrossendo di botto e indicandosi la faccia con un dito “Ma... ma! Non puoi dire certe cose così... ci vuole la preparazione e... insomma, è ingiusto... Ti sembra il momento?!”
“Muoviti, Haruno” la richiama malamente voltando le spalle ai presenti e dirigendosi fuori dalla base per prepararsi alla missione.
Sakura chiude la bocca di scatto, smettendo di borbottare, e si affretta a seguirlo ancora rossa in volto, mentre l’Hokage scoppia in una breve risata.
 
Sasuke si chiede come sia possibile che per un mese i Chinoike abbiano tenuto in scacco gli shinobi di Konoha. È vero che in quel lasso di tempo non lo hanno mai mandato nelle operazioni perché dannoso per la sua incolumità (leggesi con molto sarcasmo), eppure è bastato mostrasse il rinnegan e un chidori a quei mercenari perché abbandonassero le posizioni. Il pugno di Sakura che ha quasi distrutto l’intera zona li ha definitivamente spinti ad arrendersi.
“Questa poi” dice Kiba in groppa ad Akamaru, fa un sorriso ferino. “Ad averlo saputo subito vi avremmo sguinzagliati immediatamente”.
“Non era possibile” risponde lugubre Shino accanto a lui. “Questo perché è Uchiha il bersaglio di questa guerra, mandarlo al fronte sarebbe stato assolutamente pericoloso...”
“Sì, pericoloso per loro. Di certo non per lui” lo interrompe imbronciandosi Inuzuka.
Sasuke li ignora platealmente, mentre Sakura grida ordini per raccogliere i nemici catturati, chiude gli occhi per comunicare con lo Yamanaka alla quartier generale.
“Qui è tutto apposto. Lì?”
--Sai ha appena preso controllo della base e Yamato con Rock Lee stanno catturando i Chinoike. Raggiungili con il team 8 per aiutarli.
Sasuke annuisce internamente, deciso a scontrarsi faccia a faccia con En Oyashiro e poter esprimere con lui tutto il potenziale del suo Rinnegan. Subito le coordinate si imprimono nella sua mente, fa un cenno con la mano agli altri shinobi, poi si materializza con il Rinnegan. Che lo raggiungano pure più tardi.
Appena arriva infilza con Kusanagi un Chinoike intento a dare del filo da torcere a un ANBU, evidentemente nel frattempo Kakashi ha mandato la squadra segreta per dar man forte.
Estrae la spada dal corpo morto del nemico e poi fa crepitare l’elettricità sulla lama,  il grido di mille falchi distorce l’aria e lo shinobi che ha aiutato è costretto a tapparsi le orecchie. Senza perdere altro tempo scatta verso l’interno di quel fortino, abbattendo la debole difesa dei suoi occupanti, si nota che il momento duro del combattimento è già passato e i pochi che si oppongono ancora all’inevitabile caduta sono disperati o poco convinti.
Sasuke sa che i Chinoike sono abilissimi quanto gli Uchiha nei genjutsu per questo non si sofferma mai a guardarli negli occhi, sguscia ai loro attacchi con elegante velocità e li uccide senza batter ciglio. Hanno voluto giocare con il fuoco, che si lascino ustionare allora.
Non si ferma nemmeno quando i nemici alzano le mani in segno di resa, li trafigge con il chidori senza pietà, con uno sguardo glaciale nel volto.
Li massacrerà tutti.
Ad arrestare la sua avanzata è il Capitan Yamato poco prima che trapassi con la lama l’ennesima vittima; Il legno si avvolge sul suo busto costringendolo a fermarsi mentre lo shinobi urla.
“Basta, Uchiha-kun, si sono arresi” la sua voce imperiosa risuona oltre la maschera “Non continuare oltre”.
Suo malgrado Sasuke blocca l’afflusso di chakra sulla spada e l’aria torna silenziosa, guarda la sua vittima mancata con disprezzo, mentre con un paio di sigilli della mani Yamato la immobilizza circondando la sua faccia con un casco di legno per rendere gli occhi inoffensivi.
“Dov’è En Oyashiro?” pretende di sapere.
“Lo abbiamo già catturato. Rock Lee-kun lo sta portando dall’Hokage”
Fa una leggere smorfia con le labbra, è arrivato tardi. Non importa, avrà altre occasioni per vendicarsi di quel bastardo.
Il muro al loro fianco trema brevemente prima di crollare in macerie, come esploso in un urlo –  Shannaro!” – e  tra i detriti compare una Sakura accaldata e scompigliata per la lunga corsa e il pugno teso ancora davanti a sé.
 Sasuke l’osserva, un piccolo sorriso stronzo.
“Sei in ritardo, qui abbiamo già finito”.
Sakura lo guarda sbigottita, poi un’espressione offesa fa capolino negli occhi e rabbiosa gli punta un dito contro.
 “Potevi evitare di piantarci lì, se è per questo! Sas’ke-baka!”
Da quando ha smesso di balbettargli dietro Sas’ke-kun quello è diventato l’epiteto più gentile, stare troppo a contatto con l’idiozia di Naruto deve averla contagiata, ma deve ammettere che apprezza molto di più questa versione di Sakura alla controparte infantile. È sempre un colpo in mezzo al petto notare come in quegli anni siano cambiati così tanto tutti, solo lui a volte ha la sensazione di essere lo stesso ragazzino in cerca di vendetta.
Capitan Yamato si porta due dita alla fronte, poi annuisce fra sé e sé. “Andiamo, ci stanno aspettando giù”.
A quelle parole gli occhi di Sakura brillano e anche Sasuke fatica a frenare l’impazienza di andare immediatamente da Naruto. Finalmente lo hanno ritrovato, finalmente potrà tornare a casa.
E questa volta sarebbe andato tutto bene sul serio, nient’altro si sarebbe messo in mezzo a loro.
A passi concitati seguono Capitan Yamato all’interno di quel fortino, fino ad arrivare all’interno di una grande stanza bianca con un muro crollato. C’è già l’unità medica al lavoro per curare i feriti e altri ANBU gridano ordini per stabilizzare la situazione.
“L’Hokage sta arrivando” sente vociare, non sa bene da chi.
Con l’angolo dell’occhio riesce anche vedere Sai correre incontro ad abbracciare una ragazza senza capelli, magra e dagli occhi chiari –Ino— ma non si sofferma su nessuno. Tutta la sua attenzione dal momento esatto in cui ha messo piede in quella stanza è stata catturata da un’unica persona, l’unico perno intorno al quale ruotano sfuocati e privi di importanza tutti gli altri colori.
Sakura trattiene il fiato. Sasuke si sente stordito  da una sensazione di vertigine, come se si stesse buttando da una rupe senza nessuna cintura di sicurezza. Sente una sensazione di inadeguatezza, quando Naruto cercava di riportarlo indietro aveva sempre la parola giusta, il sorriso azzeccato, sapeva sempre come prenderlo. Lui non sa cosa dire.
Oh, ma cosa importa. Sono Naruto e Sasuke, loro non hanno davvero bisogno di parole per capirsi; qualsiasi cosa farà sarà abbastanza, sarà anche troppo e Naruto l’adorerà. Sicuramente lo bacerà e anche se c’è tutta quella gente in giro va bene lo stesso, perché gli è mancato davvero.  Si sente come se si fosse focalizzato sul punto calmo del tornado da dove puoi vedere il cielo blu, mentre attorno a te il vento divampa distruttivo e furioso.
 Naruto si gira cacciando malamente una kunoichi che sta cercando di fasciargli una ferita. Naruto si volta verso di lui come se fosse stato richiamato dalla stessa inspiegabile attrazione magnetica;  Naruto ha il volto tumefatto, pieno di lividi e graffi, è magro da far paura con gli zigomi sporgenti e la pelle sporca di sudore e sangue, dove spiccano dolorosamente vividi quegli occhi blu – il cielo in mezzo al tornado — e passa un lampo di incredulità alla vista di Sasuke. Ma c’è anche una sfumatura violenta che non ha mai visto in quelle iridi. Desiderio? Disperazione? Forse tutti e due perché spinge immediatamente di lato i ninja attorno a lui e corre verso di loro.
Verso Sasuke.
Sasuke è così sollevato di vederlo vivo dopo quel mese orribile che tende anche lui l’unico braccio verso l’amico, anche Naruto ha le mani protese verso il suo viso. Accidenti, gli toccherà sopportare uno di quegli abbracci soffocanti da dobe.
Le labbra di Sasuke si sono appena schiuse per pronunciare il suo nome, ma non arriva fiato alla bocca.
Le mani di Naruto si sono strette attorno alla sua gola e finalmente riconosce quello sguardo.
Odio.
 
**
 
Il soffitto bianco e l’odore di anestetizzante sono le uniche cose che vuole percepire, ma non riesce a ignorare il fastidioso ticchettio dei macchinari accanto a lui, così come non può evitare di sentire il prurito causato dal collarino cervicale attorno al collo. È sempre meglio di prima, quando aveva un’intere équipe medica attorno a controllare le sue funzioni vitali come se fosse sul punto di morire. Alla fine è venuta la stessa Tsunade a visitarlo e dare il verdetto: l’Ultimo Uchiha, Eroe della Guerra, non rischia la morte, resterà solo per un breve periodo senza voce.
Quante premure per un traditore.
Naruto ha stretto così forte le dita sul suo collo da rovinargli le corde vocali, dice, ma si sistemerà tutto, aggiunge.
Sasuke non si è mai sentito così fragile, è stato come se quelle mani potessero davvero spezzarlo in due. Nemmeno allo scontro nella Valle dell’Epilogo, lì almeno era preparato allo scontro che aveva iniziato lui stesso. Qui no, era totalmente indifeso e impreparato.
È stato il Capitan Yamato a stendere Naruto con un pugno prima che potesse causargli danni irreversibili; Sakura sarebbe intervenuta subito se non fosse stata shoccata quanto lui. È davvero raro prenderli entrambi impreparati, ma erano così divorati dall’idea di salvare Naruto – per una volta erano loro a farlo— che non avevano nemmeno preso in causa l’ipotesi che potesse essere impazzito.
No, non impazzito, si ricorda. Compromesso.
Non sa cosa voglia dire, ma quella parola è l’unica spiegazione che Tsunade gli ha dato.
“È stato compromesso”
Qualsiasi cosa significhi, non suona affatto bene.
Sakura ha assistito la maestra nel controllo e ora gli è ancora accanto, non ha detto nessuna parola se non: “Credo che il collarino te lo toglieranno presto”.
Sta tremando senza rendersene conto. Quando è turbata Sakura diventa silenziosa.
Come da istruzione Sasuke resta disteso sul letto dell’infermeria e non può parlare, anche se vorrebbe fare irruzione nel quartier generale per pretendere spiegazioni. Invece è il quartier generale a fare irruzione in infermeria. Kakashi ordina ai medici di uscire e lasciarli soli.
“Dunque, Sasuke,” inizia massaggiandosi la radice del naso, “Naruto è stato uno shock per tutti noi. Immaginavamo già che fosse stato sottoposto a torture da parte dei Chinoike ed eravamo pronti al peggio. Ora crediamo che invece non si siano limitati a quello, che lo abbiano sottoposto a un genjutsu piuttosto forte”.  
“Purtroppo non conosciamo tutti i particolari” si inserisce Tsunade. “Gli occhi dei Chinoike non sono mai stati studiati e hanno molti segreti, ma sappiamo che sono abili nel condizionare le menti con i propri genjutsu. Si tratta di un condizionamento basato sulla paura, sulla disperazione e sull’odio. Tu e Kakashi siete stati vittima del genjutsu del Mangekyo di Itachi e conoscete bene quella sensazione, la loro tecnica agisce più o meno allo stesso modo”.
Terrore. Allucinazioni. Visioni da incubo dove credi di perdere le persone che ami. Lo stesso incubo ripetuto alla follia. Sasuke se li ricorda bene, il genjutsu mira alla parte del cervello che controlla la paura.
“Ricorderai anche tu la sensazione di non riuscire a distinguere cosa fosse vero e falso, immagino” riprende a parlare Kakashi con voce stanca.
“Ecco. Ora immaginate un’esperienza del genere più potente e mirata, ripetuta per un mese, il cui scopo è proprio quello di farti dubitare della realtà” continua con fare tecnico Tsunade. “Immaginate di essere sottoposti a questa tortura più volte in un giorno. Dopo un’esperienza del genere, ricordare in modo lucido diventa impossibile. In questo modo i nostri ricordi possono essere compromessi. Vengono sottratti, alterati e salvati un’altra volta nella loro nuova versione distorta. Immagina che tu venga costretto a ricordare un determinato momento e nel mentre ti venga somministrato una dose di dolore tale da scatenare paura; ora quando ricorderai quel momento il tuo cervello lo assocerà al dolore, come se quelle sensazioni tu le abbia provate davvero in quel momento passato”.
A Sasuke comincia a salire la nausea, restano in silenzio finché non è Sakura a trovare il coraggio a porre quella domanda.
“È questo quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su Sasuke e li hanno resi terrificanti?”
Non hanno dovuto lavorare tanto, pensa.
Shikamaru annuisce. “Sì, li hanno resi così terrificanti che lui lo vede come una minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne così spaventato da tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”.
Si tira la coperta fin sopra la testa perché tutto quello non può star succedendo per davvero, deve essere finito lui stesso dentro un genjutsu terribile. Non è possibile che qualcuno abbia fatto dimenticare a Naruto il loro legame... nessuno riuscirebbe mai a dividerli. Non ci è riuscito nemmeno lui, figurarsi degli sconosciuti psicopatici.
Naruto lo odia.
I Chinoike hanno trovato il modo migliore per distruggerlo, complimenti.
“Ma voi proverete a invertire il processo, giusto?” chiede Sakura con ansia nella voce.
“Ehm... i dati in nostro possesso sono davvero pochi” replica Tsunade. “Inesistenti, in realtà. Queste sono solo supposizioni”.
“Ma ci proverete, vero?” incalza. “Non avrete mica intenzione di chiuderlo in una stanza e lasciarlo lì, no?”
“Certo che ci proveremo, mocciosa” vocia Tsunade. “Solo, non sappiamo se possiamo avere successo. Il cervello umano è una cosa molto complessa, sono i propri ricordi a stabilire il nostro carattere, giocarci con essi è pericoloso. Non sappiamo se Naruto riuscirà a uscire integro da questa esperienza”.
“Per non parlare che potrebbero essere stati compromessi altri ricordi oltre quelli di Sasuke” continua Shikamaru. “Magari hanno attuato una vendetta contro Konoha e Naruto odia il villaggio. Dobbiamo preparare un piano prima di agire. Nessun ninja è in grado di contrastare Naruto, se ci attaccasse si scatenerebbe il disastro”.
“Ma davvero?” commenta sarcastica. “E tu cosa ne pensi, Kakashi?”
Sasuke scosta un pochino la coperta per vedere il volto del suo ex-sensei, l’unica persona in quella stanza oltre Sakura per la quale nutre rispetto e una sorta di bizzarro affetto.
Kakashi è esausto e scoraggiato mentre confessa. “Io penso che Naruto potrebbe anche migliorare un po’, ma non tornerà mai più lo stesso”.
Torna a coprirsi con la coperta di scatto chiudendoli fuori, non meritano di entrare nel suo inferno personale, quelle parole hanno il tono di una condanna a morte.
La sua.
“Almeno è vivo” prova a dire Tsunade con tono consolatorio. “Sono sopravvissuti solo lui e Ino, gli altri shinobi sono stati tutti giustiziati. Naruto ha subito dei danni, certo, ma è qui con noi e finché avrà respiro le cose potranno migliorare. Non dimentichiamocelo, okay?”
La notizia di quegli shinobi morti, compreso Choji, non lo rassicura affatto, anzi lo fa sentire solo più vuoto. Non perché li conoscesse, questo no, nemmeno Choji gli era tanto familiare, ma sono morti per colpa sua. È come se li avesse uccisi lui.
Ha lo sguardo pieno d’odio di Naruto impresso a fuoco nella mente, un solo pensiero coerente.
En Oyashiro, ti ucciderò.
 
**
 
Sakura viene a intervalli regolari a sistemargli il collarino o a costringerlo a mangiare. Gli infermieri non riescono a convincerlo.  Lo aggiornano assiduamente su Naruto e i suoi miglioramenti, ha cominciato a espellere il veleno al quale hanno sottoposto al suo organismo e sembra stabile, ma questo perché è tenuto sotto osservazione da shinobi medici di altri paesi, dei perfetti sconosciuti che non possono far scattare nessun ricordo pericoloso in lui. Un èquipe di ninja esperti sta cercando di creare un sigillo che possa aiutarlo.
Viene dimesso dopo giorni, quando ormai anche tutte le questioni burocratiche e diplomatiche sono state risolte. Con la cattura di En Oyashiro e gli altri Chinoike la guerra ha potuto dirsi conclusa e ora non resta che assicurare al Paese delle Terme un governo stabile. I prigionieri resteranno lì, il processo avverrà più avanti quando tutto sarà risolto.
Quando torna a casa gli viene permesso di togliersi il collarino cervicale. Ha il collo arrossato e pieno di lividi. Come carta macchiata di viola. Appena riesce a parlare con una voce sussurrate e gracchiante dice:
“Voglio vederlo”.
“No” è la risposta impassibile di Tsunade. “È ancora instabile e la tua vista potrebbe comprometterlo ancora di più. Sii paziente”.
“Allora voglio uccidere En Oyashiro” replica con la voce già più ferma.
Sakura accanto a lui sospira. “Immagino che per te non esista ancora un regolamento che stabilisca ciò che è inammissibile fare o non fare a un altro essere umano”.
“Certo che esiste. È lo stesso che hanno seguito loro per compromettere Naruto”.
Crudele, ma colpisce il segno e Sakura serra le labbra non potendo più ribattere.
“Benissimo, allora” dice dura. “Corri ancora una volta a vendicarti”.
 Gira i tacchi ed esce dalla sala d’ospedale, proprio mentre ci entra Kakashi. Non risparmia nemmeno lui da un’occhiataccia. Quando la porta sbatte l’Hokage sospira stanco.
“Smettila di farla arrabbiare. È qui che si preoccupa per te”.
Sasuke lo ignora. “Voglio vedere Naruto” riprova.
Con sorpresa sia sua che di Tsunade, Hatake annuisce. “Sì, penso sia un bene.  Fra qualche minuto effettueranno un test su Naruto”.
“Non credo sia il caso...” inizia nervosamente Tsunade.
“Che test?” la interrompe Sasuke con sempre più controllo nella propria voce.  
“Lo faremo entrare in contatto con un ninja di Konoha. Qualcuno che conosce e di cui si fida, ma che non abbia nessun collegamento con te. Stanno valutando adesso le varie persone”.
Non pensa sia difficile visto che anche dopo la Quarta Guerra Sasuke non ha avuto modo né volontà di stare molto a contatto con gli altri shinobi.
“Noi osserveremo la sua reazione nascosti da un vetro-specchio. Sarà il primo tentativo di metterlo a contatto con qualcuno di Konoha”.
Annuisce. “Vengo”. Si chiede chi sia stato scelto.
Quando raggiungono la zona di ospedale dove è stato isolato Naruto e dove lavora l’équipe specializzato, la vede in piedi con le mani raccolte in grembo e i lunghi capelli corvini dritti sulla schiena: Hinata Hyuuga.
“Sas’ke-kun” gli sorride timidamente, ma con trasporto quasi faccia pensare che siano amici di vecchia data.
Fa un cenno di saluto con il capo. Fin da piccolo non ha mai avuto molti contatti con gli Hyuuga perché contrapposti al suo clan, in più a scuola la ragazza era così silenziosa da risultare invisibile ai suoi occhi e l’aveva ignorata anche per il resto del tempo che aveva passato da genin. Sa che aveva una cotta per Naruto e che lo ha anche difeso in momento critici. Lei è perfetta, sicuramente Naruto si fida e non può collegarla a lui.
“Hanno scelto te per far visita al dobe?” chiede comunque.
“Immagino di sì” afferma con voce dolce. “Povero Naruto-kun. Povero te. Non capirò mai il rancore”.
“Meglio non capirlo” ribatte con una strana sensazione nelle viscere.
“Cosa ne pensi?” gli domanda Kakashi. “Naruto la conosce da molto tempo, ma non ha niente che possa scatenare qualche ricordo su di te”.
“Eravamo nella stessa classe all’Accademia, ma non ci siamo mai parlati”.
Hinata arrossisce. “Eri sempre così bravo in tutto e così composto e serioso da mettermi in soggezione” rivela oltre l’imbarazzo. “Ti ammiravamo tutti”.
Quella confessione ha il poter di far sentire ancora peggio Sasuke, ma l’impaccio di rispondere gli viene tolto da Tsunade che, dopo aver parlato con i medici, fa loro un cenno.
“Facciamo un tentativo”.
Va con loro nella stanza di osservazione attaccata a quella in cui è rinchiuso Naruto, ci sono anche dieci membri dell’équipe armati di fogli e penna pronti ad annotare ogni cosa; il vetro a specchio e il sistema audio permette di partecipare senza essere visti.
È sdraiato su un lettino, ha le braccia bloccate con cinghie su cui sono impressi sigilli per contenere il chakra; non lotta per liberarsi, ma le sue mani si muovono in continuazione. Indossa un camice azzurro chiaro ed è stato pulito dal sangue, le ferite sono tutte state disinfettate e grazie al chakra del Kyuubi sono già in via di guarigione, però è ancora troppo magro e ha uno sguardo che non gli appartiene.
Appena la porta si apre per far entrare Hinata, fa uno scatto e i suoi occhi si ingrandiscono, allarmati, poi torna vago.
“Naruto-kun?” domanda la Hyuuga con voce incerta.
Qualche nube dagli occhi blu sembra dissolversi. “Hinata-chan?” domanda “Hinata. Sei tu!”
“Sì” conferma lei con evidente sollievo nella voce. “Come ti senti?”
“Malissimo” la sincerità con cui lo dice fa quasi sperare Sasuke che Naruto sia davvero sepolto lì, da qualche parte. “Dove siamo? Cos’è successo?”
“Ci siamo” dice Kakashi fra i denti accanto a  lui. “Ha avuto ordine di non fare nessun riferimento su di te o della guerra contro i Chinoike”.
“Siamo al sicuro” lo sta intanto rassicurando Hinata. “A  Konoha”.
“Lo dice anche quella gente” forse intende i medici. “Ma perché sono qui e non a casa?”
Hinata si morde un labbro. “Non stai molte bene” ammette. “Sono tutti preoccupati. Sakura-chan dice che è colpa del ramen, che mangi troppo. E Iruka-sensei ha detto che ti porterà da Ichiraku quando starai meglio, ma questa fa arrabbiare ancor di più Sakura-chan”.
“Il ramen non c’entra niente” sentirglielo dire accende davvero una speranza in Sasuke. “Che cos’ho? La febbre? No mi ricordo niente!”
Hinata lo guarda titubante, poi continua piano. “Non lo sappiamo” ammette. “Ma troveremo una soluzione presto. Qui sono tutti gentili e poi tu sei fortissimo, niente può abbatterti”.
“Perché Sakura e Iruka-sensei non sono venuti a trovarmi?” domanda sperduto.
“Non possono”.
“Sono pericoloso?” domanda sconfortato.
“No!” si affretta a dire, sembra sul punto di mettersi a piangere. “Tu sei troppo buono per esserlo”.
“Ma non sto molto bene” ripete come intrappolato da quelle parole.
“Sì” bisbiglia Hinata quasi inudibile.
“Mi hanno torturato”dice improvvisamente, i suoi occhi sembrano sfuocarsi lontani. “È stato lui... è stato Sasuke”.
Comincia ad agitarsi e tirare le cinghia.
“No, non è stata colpa sua. Lui è gentile” lo contraddice.
Hinata è davvero una stupida, Sasuke avrebbe usato qualsiasi epiteto tranne gentile per descriversi.
“Non mi sembrava gentile mentre cercava di uccidermi” sibila Naruto.
Non gli ha mai visto quello sguardo, è terribile. Cerca di liberarsi, richiama il chakra, ma i sigilli sulle manette si illuminano.
“Fatela uscire!” ordina Kakashi e una porta di apre subito alle spalle di Hinata.
“Sasuke ti vuole bene” cerca di difenderlo la ragazza mentre indietreggia.
“Non è vero! È un bugiardo!” urla. “Non fidarti di lui, niente di quello che dice è vero! Lui ci distruggerà tutti, è una minaccia e va ucciso. È pericoloso!”
Un medico afferra Hinata che sembra intenzionata a restare lì per calmarlo, ma non può, e la trascina fuori mentre delle lacrime le rotolano dagli occhi. La porta si chiude bruscamente, ma Naruto continua a gridare come se lo stessero torturando.
“È un bugiardo, è un bugiardo!” grida fino a consumarsi le corde vocali, lotta per ribellarsi e inizia a piangere perché resta bloccato lì, trema vistosamente.
Per Sasuke questo è peggio che essere strangolato, non riesce a fare nulla se non fissare Naruto che si dimena e singhiozza quelle parole disperate. È come se gli bloccassero davvero l’aria. Naruto lo odia.
Kakashi lo afferra per la spalla trascinandolo via, non si muove e non ci riesce, è paralizzato e gli sembra che il mondo sia improvvisamente impazzito. Naruto lo odia.
Il corridoio è silenzioso ma continua a sentire le grida di Naruto nella propria testa. Vuole vomitare. Sakura si sbagliava, ormai è irrecuperabile.
Naruto lo odia.
 

 

 

 

   
 
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