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Autore: Osween    29/01/2017    1 recensioni
Questa è una lettera scritta da mia sorella di 13 anni per scuola, il tema era di scrivere di un soldato che vive le guerre di trincea durante la Prima Guerra Mondiale. L'ho letta e mi ha commossa. Merita davvero e ho voluto condividerla con voi.
Da una settimana a questa parte ci hanno dato un lavoro da svolgere, dobbiamo raggruppare tutti i corpi dei soldati deceduti e metterli in fila da sette in mezzo al prato, ogni giorno le file aumentano e io ho paura. Due settimane fa sono scoppiato in un pianto che mi sembrava non finire mai. Mauro, il mio migliore amico, ricordi? Quello con cui ho fatto le elementari ed è venuto a lavorare con me e papà nei campi, l’ho ammazzato.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Questa sarà la prima volta che metto le note ad inizio capitolo.
Come ho già detto, quest'opera non è mia, bensì di mia sorella. Adora la storia e sebbene questa lettera abbia diversi errori ho preferito riportarla così com'è: è sua e non vedo perchè cambiarla. Ciò che cota è il messaggio, potentissimo. Tra l'altro secondo me ci sta che non sia scritta in modo perfetto, non credo che il protagonista abbia studiato oltre la quarta o quinta elementare. Bravissima Milly, sono davvero orgogliosa di te.
_Oswin_




04/10/1916
Mia adorata mamma,
mi manchi tantissimo. Sono passati più di sei mesi, chissà se mi pensi ancora … Io ti penso sempre, sai?
Da una settimana a questa parte ci hanno dato un lavoro da svolgere, dobbiamo raggruppare tutti i corpi dei soldati deceduti e metterli in fila da sette in mezzo al prato, ogni giorno le file aumentano e io ho paura. Due settimane fa sono scoppiato in un pianto che mi sembrava non finire mai. Mauro, il mio migliore amico, ricordi? Quello con cui ho fatto le elementari ed è venuto a lavorare con me e papà nei campi, l’ho ammazzato.
Stavamo in un’imboscata contro la Russia, due del gruppo, tra cui Mauro, avevano preso una strada differente dalla nostra per poter recuperare il “soldato C” che non poteva muoversi per un colpo di fucile alla gamba. Il comandante mi aveva ordinato di sparargli, perché secondo lui una volta che ti sparano la tua ora è decisa e non servi più all’esercito, solo che Mauro non voleva togliersi da davanti  e Dio … ho premuto il grilletto. So che non dovevo farlo mamma, so che quando leggerai questa lettera sarai delusa e amareggiata di come è diventato tuo figlio, il tuo gigante buono, come mi chiamavi sempre, che si batteva per i diritti e che non prendeva mai di mira nessuno ed è diventato un mostro.
Ma è così, non posso negarlo, la guerra di cambia dentro. Non pensi più, quando sei in guerra pensi soltanto ad uccidere, uccidere per un futuro migliore, uccidere per far si che tutto questo finisca.
Uccidere per dimenticare.
Uccidere per non farsi uccidere.
Uccidere per sopravvivere.
Qui se non uccidi, muori.
Il comandante mi aveva sussurrato all’orecchio che se non lo facevo al suo posto ci sarei stato io e mamma, chiamalo egoismo o come vuoi tu ho avuto paura.
Da quel giorno ho ammazzato più di cento persone, senza pensare al motivo per cui si trovavano lì senza pensare “e se avesse una famiglia? E se a casa ci fossero i figli che aspettano con ansia il ritorno del proprio papà?”
Mi manca rientrare a casa dopo ore di lavoro ed essere accolto da te, che prepari la cena a Maria, la mia dolce e amata Maria che mi bacia in bocca e mi dice “Bentornato amore mio”. Mi mancano i miei figli, la piccola Mel che mi chiamava perché papà era troppo lungo per lei. E il mio piccolo ometto dai capelli arancioni carota, il mio bellissimo guerriero Edoardo.
Come stanno mamma? Chiedono ancora del loro papà? E la mia Maria? Mi ama ancora come sei mesi fa?
Forse non lo saprò mai, ma tu sappi una cosa mamma, se morirò non sarò morto invano, sarò morto per salvare la vita delle persone che amo e chissà, forse fra vent’anni si parlerà di me, si riparlerà di come io e tutti gli altri soldati abbiamo fatto la guerra per salvare il paese. Forse la mia morte farà vivere voi.
Ti amo tantissimo mamma, bacia da parte mia Mel e Edoardo, e di a Maria che è stata la prima donna che ho amato, dille che la amo.
Tuo per sempre,
Francesco
   
 
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