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Autore: Oducchan    30/01/2017    3 recensioni
[Ballroom e youkoso]
La musica è dolce, un valzer soffuso che si diffonde dallo stereo a un volume abbastanza quieto da non essere fastidioso.
Non c'è niente di cui aver paura, Tatara
[Hyoudou - Fujita]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: The Rhythm inside
Fandom: Ballroom e youkoso
Personaggi: Hyodou Kiyoharu, Fujita Tatara
Pairing: Hyoudou/Fujita
Genere:  fluff. Fluff da cariarsi i denti. E romantico, presumo?
Avvisi: OOC (mi paro il sedere, ma a mia discolpa Hyoudou è difficile da muovere)
Rating: verde
Conteggio parole: 641
Note:
Scritta per il COW-T 7, prompt "paura".
(Also la mia capacità di intitolare le cose sta drasticamente estinguendosi)
Also, Hey fandom! Venite fuori!


 
The rhythm inside
 
La musica è dolce, un valzer soffuso che si diffonde dallo stereo a un volume abbastanza quieto da non essere fastidioso. Le mani di Hyodou sono forti e salde, sul suo corpo, una ben ferma sulla sua schiena e l’altra stretta attorno alla sua. La sua guida è decisa, ma non imperiosa: lo accompagna da una posizione all’altra, da un passo all’altro, e la sua voce, mentre gli spiega a quali figure fare attenzione, come girare i piedi, quanta energia imprimere ai suoi movimenti, è neutra e per niente intrisa di emozioni.
Eppure il cuore di Tatara scalpita come quello di un puledro. Ha la bocca secca e le mani che sudano, viscide, la camicia che gli si incolla alla schiena, i pantaloni inamidati che gli appesantiscono le gambe. Si sente terribilmente cosciente di ogni suo più piccolo difetto, di ogni sua minima imprecisione, e una parte di lui che diventa sempre più consistente vorrebbe scappare. Correre e correre e non fermarsi mai più, non voltarsi mai indietro. Annuisce compito ad ogni nota di Hyoudou, e intanto trema, terrorizzato.
Finché Hyoudou non capisce che qualcosa non va e si allontana per andare a spegnere la musica.
-Quando ti parlo, e mi prego la briga di darti lezioni da sole, vorrei che tu mi ascoltassi- lo sgrida, ma con poca veemenza. Incrocia le braccia al petto, quasi svogliato –Cosa c’è che non va?-
Tatara sobbalza, sentendosi colto sul fatto.
-N-nulla, io…-
-Non mentire, Fujita-kun- lo interrompe Hyoudou, con un’occhiata che per qualche motivo lo fa andare a fuoco. Si sente improvvisamente a nudo.
A disagio, Tatara abbassa lo sguardo.
-Ho…paura- confessa, pentendosi immediatamente di aver sventlato spudoratamente una tale debolezza di fronte a quello che, a conti fatti, sarebbe un suo reale. Ma che per sua disgrazia, è anche molto, molto di più.
Hyoudou lo osserva ancora per qualche secondo, in silenzio. Poi sospira, scrolla le spalle, e gli si avvicina, afferrandolo per il mento e costringendolo ad alzare il viso.
-E di cosa avresti paura, di preciso?- chiede, ancora una volta con poca emozione, quasi gli stesse domandando del tempo che farà domani o di quali sono i suoi progetti per il weekend. Ma ora lo sta guardando, di nuovo, e Tatara non ha più dove nascondersi.
-Delle… conseguenze?- balbetta, sentendo lo stomaco precipitargli e poi iniziare una lunga sequela di capriole –Di rovinare tutto- e non sa perché sta continuando, perché di certo non stanno più parlando del ballo.
Hyoudou tace per un altro minuto che pare interminabile. Poi, quando Tatara è sul punto di divincolarsi e scappare definitivamente da quella sala da ballo che sta diventando troppo piccola e soffocante, l’altra mano si chiude sul suo fianco, come se stesse per sospingerlo in un nuovo passo di ballo. Solo che a farsi incontro è la sua bocca, e le sue labbra sanno a sorpresa di miso, più che di sudore o delle mille congetture che s’era fatto. Hyoudou lo bacia, con sicurezza, con spavalderia, con un una tale scioltezza e disinvoltura che la fa apparire come una cosa naturale e inevitabile. Come se non fossero stati destinati a nient’altro per il resto delle loro vite, e Tatara smette un po’ di angosciarsi e di soffocare quei sentimenti che non sa ancora bene come gestire.
-Allora? Hai ancora paura?- gli chiede Hyodou, un minuto, un’ora, una vita dopo, con un sorriso soddisfatto che lo fa arrossire fino alla radice dei capelli. Si limita a scuotere il capo in un cenno di diniego, stringendosi spasmodicamente alle sue spalle.
Quando Kiyoharu sorride e affonda una mano nei suoi capelli neri per tirarlo ancora più vicino e lo bacia una seconda volta, lo stomaco gli sfarfalla di nuovo, ma stavolta non più per il panico.
 
-Avevi detto che mi insegnavi un passo nuovo, però-
-Lo farò domani. Ora stai zitto-
E Fujita è felice di ubbidire, lasciandosi baciare per tutta la sera.
 
 
   
 
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