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Autore: Raykha    31/01/2017    2 recensioni
Dopo che Morgan ha lasciato la squadra, lui e Reid tentano di tenersi in contatto.
Inizialmente le cose funzionano, ma dopo alcuni mesi in cui non sente più nulla dall'amico, Spencer tenta di accettare l'idea che il loro rapporto sia finito. Perciò, quando inaspettatamente Derek gli chiede di incontrarlo, Reid si chiede cosa sia successo...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vedere Morgan lasciare la squadra era stato un duro colpo per Spencer. Uno ad uno, tutte le persone a cui si legava puntualmente lo abbandonavano. Elle, Gideon, Morgan, e ora persino Hotch. 
Il giovane agente non incolpava nessuno di loro, né aveva la presunzione di dire che sarebbero dovuti rimanere per lui. Capiva benissimo le ragioni di Morgan, così come quelle di Hotch. La famiglia veniva prima di ogni cosa. Ciononostante, lui ci stava male. 

Nei mesi successivi alla partenza di Morgan, avevano cercato di tenersi in contatto. Dopotutto, Reid era pur sempre il padrino del piccolo Hank Spencer. Il federale ripensava spesso al momento in cui Derek gli aveva svelato il nome di suo figlio; ne era rimasto profondamente commosso, non si poteva evitare di voler bene a quel fagottino. 
Anche se per Reid era segno che Derek aveva compiuto la sua scelta, e che per loro ormai non vi era più possibilità. Non che Morgan ne fosse mai stato al corrente, anzi! 
Spencer era sempre stato estremamente attento a nascondere i propri sentimenti verso il collega, facendo in modo di occultare la verità ad un’intera squadra di profilers addestrati.

Con il passare del tempo, però, come era prevedibile i contatti con la neonata famiglia si erano progressivamente ridotti. La squadra era molto impegnata con il caso del Signor Graffio, usando ogni risorsa disponibile per proteggere Hotch e suo figlio; e Morgan era completamente assorbito dalla sua nuova attività e dalla sua famiglia. Aveva infatti deciso, con grande sorpresa di tutti, di ritirarsi definitivamente dall’FBI e dedicarsi all’attività di ristrutturazione edile, aprendo una propria società. 

Quella mattina, stranamente non c’erano nuovi casi. Con Emily e Rossi in riunione, JJ in permesso per il compleanno di Henry e Tara ad una conferenza, a Reid non restava molto da fare se non girovagare per l’open space e chiacchierare con Alvez, ancora alle prese con la sua formazione. 
Verso l’ora di pranzo, quando ormai aveva terminato di compilare i propri rapporti, il suo telefono trillò. Erano quasi sei mesi che non sentiva Derek, quindi non si aspettava un messaggio.

SMS from: Derek Morgan 
[Hey Reid!]
SMS from: Ragazzino
[Morgan! Come stai? Come vanno le cose? Mio nipote?]
SMS from: Derek Morgan
[La verità è che… Sento la tua mancanza, da quando ho lasciato la squadra, ragazzino. Ti va una birra?]

Il messaggio di Morgan sorprese il giovane agente. Tutto lo insospettiva: il tono, l’invito, il fatto che Derek evitava di rispondere alle domande… Forse Derek aveva bisogno di parlargli a quattr’occhi.
SMS from: Ragazzino
[Certamente! Dove ci vediamo?]
La risposta di Derek arrivò quasi immediatamente.
SMS from: Derek Morgan
[Questa sera a casa mia? Vieni quando vuoi, per te ci sono sempre!]
Un altro fatto strano. A casa sua? Non che avesse problemi con Savannah, anzi a Spencer lei piaceva molto! Ma da parte di Derek era comunque un comportamento fuori dal comune…

E così, quella sera, Spencer si presentò a casa di Derek con un mazzo di fiori per Savannah e un regalo per il piccolo Hank. Suonò alla porta e Morgan gli aprì con un grande sorriso, sinceramente felice di vederlo.
“Ehi, ragazzino! – disse abbracciandolo stretto – Che bello vederti! Vieni, vieni, entra!”
L’ex federale si spostò leggermente di lato per farlo passare, e si rabbuiò visibilmente quando vide il mazzo di fiori e il regalo. Ciò non sfuggì a Spencer, a cui bastò un’occhiata soltanto per capire il motivo dello strano comportamento dell’amico. 

Non c’erano due giacche appese all’attaccapanni all’entrata, non c’erano abiti da bambino o giocattoli sparsi per la casa, non c’era segno della presenza di altre persone presenti.
“Oh… Derek, mi dispiace… Se l’avessi saputo io…” farfugliò il più giovane, imbarazzato, poggiando a terra i fiori e il regalo.
Derek deglutì a vuoto, tenendo lo sguardo fisso a terra.
“Non potevi saperlo, ragazzino…” rispose superandolo per dirigersi in cucina, e tirare fuori le birre dal frigo. Quando Spencer lo raggiunse, notò che l’amico tratteneva a stento le lacrime.
“Derek… Cosa è successo?” chiese prendendo la birra che l’altro gli porgeva .
Morgan sospirò pesantemente, bevendo un lungo sorso prima di guardarlo negli occhi.
“Onestamente… Non lo so, ragazzino… Andava bene, le prime settimane… Poi l’attività non ha decollato, tra la crisi e il resto non c’era lavoro… Savannah era sempre più irritabile, sempre più insoddisfatta… Quando ho dovuto chiudere l’attività, volevo rientrare in polizia… Niente di pericoloso, niente orari folli o altre cose che rendono difficile conciliare lavoro e famiglia – fece un piccolo sorriso triste – Ancora mi chiedo come faccia JJ… Comunque, Savannah ha iniziato ad accusarmi. Ero egoista, non riuscivo a rinunciare all’adrenalina e al pericolo… E poi ho scoperto che mi tradiva”
“Che cosa?!” Spencer era esterrefatto, non se lo sarebbe mai aspettato da Savannah
“Se ne è andata tre mesi fa… Se non altro, vedo Hank praticamente quando voglio”

 

Reid non sapeva cosa dire. Era del tutto sconvolto. Come era possibile? Erano così felici…

Dopo qualche minuto, si avvicinò all’ex federale e lo abbracciò stretto. Qualsiasi parola gli sembrava vuota e inutile, non aveva idea di come confortare l’amico.
Derek si strinse a lui, appoggiando il mento sulla sua spalla, restando fermo così un’infinità di tempo. Poi si riscosse, alzando la testa e sorridendo.
“Scusami, è tanto che non ci vediamo e ti butto addosso i miei problemi… Dai, raccontami cosa succede all’unità” 
Spencer era tentato di dirgli che non era assolutamente un problema, che lui era libero di sfogarsi e che a questo servivano gli amici, che era lì per ascoltarlo e che gli dispiaceva per quello che era successo.
Ma capì benissimo che Derek avesse bisogno di cambiare argomento, e così gli sorrise e iniziò a raccontare tutto ciò che era successo da quando il più grande aveva lasciato la squadra: il ritorno di Emily, l’arrivo di Luc Alvez, l’evasione di massa e la vicenda di Hotch e del signor Graffio. 
Morgan gli sorrise, grato che come sempre l’amico avesse colto al volo. Ridacchiò sentendo dei battibecchi tra Garcia e Alvez, e fu molto dispiaciuto per Hotch.

“Della vecchia squadra ormai siamo rimasti in pochi…” concluse tristemente Reid. 
“Oh, ragazzino, mi dispiace…” e fu la volta di Morgan di sporgersi verso l’amico e abbracciarlo.
Parlarono per ore, di qualsiasi cosa, anche la più stupida, ridendo e scherzando come un tempo. Sembrava che fosse tutto tornato come prima, e anche Derek appariva più sereno. 
“Io… Voglio tornare in squadra, ragazzino. Mi mancate troppo… Tu mi manchi”
“Mi manchi anche tu, Derek”

Due settimane più tardi, Morgan era ufficialmente rientrato in squadra. Il clima non poteva essere migliore. Lui e Alvez avevano legato da subito, Garcia aveva letteralmente fatto i salti di gioia per giorni al solo pensiero di riavere il suo Adone di cioccolata preferito. JJ, Emily e Rossi lo avevano accolto come se non se ne fosse mai andato. E Morgan… Morgan sembrava diverso, soprattutto con Reid. Era più affettuoso, ancora più “fisico” del solito: pacche sulle spalle, sorrisi, gli scompigliava i capelli continuamente, non la smetteva di chiamarlo “Pretty boy”.
E Spencer aveva imparato la lezione. Tacere sui propri sentimenti aveva soltanto allontanato da lui le persone a cui teneva. E ora sembrava avere una seconda possibilità. Forse Derek non avrebbe mai provato per lui gli stessi sentimenti, ma Reid non lo avrebbe mai potuto sapere a priori. 
Decise che avrebbe aspettato ancora un po’, che le ferite di Morgan si rimarginassero e che lui ritrovasse la sua stabilità, poi lo avrebbe invitato ad uscire.
E chissà, magari avrebbero avuto una possibilità...

   
 
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