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Autore: Angy_Valentine    31/01/2017    2 recensioni
Perché ti sto raccontando tutto questo, Evangeline? Scommetto che te lo stai chiedendo pure tu.
Perché... perché così mi sembra di averti ancora al mio fianco – no, che idiota, se così fosse queste cose le sapresti già. Diciamo piuttosto... che mi sembra di riaverti finalmente al mio fianco. Di averti qui, davanti a me, e tu saresti seduta tra le mie gambe, stretta tra le mie braccia, verresti investita dal fiume di parole che non riuscirei a trattenere, imprigionata in abbracci che non riuscirei a frenare – e probabilmente non me ne fregherebbe un accidente di raccontarti cosa sta succedendo in queste terre. Probabilmente riuscirei solo a ripeterti fino allo sfinimento quanto ti amo e... sì, quanto tu mi sia mancata, quanto ancora mi manchi.
Ecco, l'ho detto.
Mi manchi da morire, Eva.
[Fanfic partecipante al Prompt Challenge indetto dalla pagina Dragon Age - Italia]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Custode
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chi non muore si rivede, a quanto pare.

Eh, già. Era da una vita che non riprendevo in mano il mio account autore (e si vede, non ricordo un finferlo di formattazione html per il testo XD) e... e niente, la Prompt Challenge proposta dalla pagina Dragon Age - Italia mi ha dato spunto e voglia di riprendere a scrivere. E chissà che non riesca a sfornare anche qualche altro pezzo. Ma mi conosco abbastanza bene da non voler assicurare nulla. Ad ogni modo, ecco qui, il mio modesto tributo (tempo e ispirazione permettendo vedrò di aggiungerne altri) per questa deliziosa Challenge :3


Prompt: Lettera

Pairing: Alistair Theirin x Evangeline Cousland

Ambientata durante gli eventi di Inquisition (post “Sussurri nell'oscurità”). Ci sono minimi riferimenti a “Those who speak”, ma nulla di eccessivamente rilevante ai fini della trama)



Waiting for Tomorrow



29 Cloudreach, 9:4x




Alla stimata Comandante dei Custodi Grigi del Ferelden, Evangeline Cousland

Alla Regina del Ferelden e del mio cuore

Mia amata Evangeline,

ecco, guarda, non riesco nemmeno a cominciare una lettera senza fare, come sempre, un macello. Non è nemmeno la prima che ti invio, e questo rende il tutto ancora più ridicolo. Ah! Lo so, stai sorridendo di fronte alla mia goffaggine anche con carta e penna alla mano. Tranquilla, sono capacissimo di scrivere anche lettere formali senza per forza buttare nel fuoco almeno cinque copie sbagliate.

Va bene, lo ammetto, più di qualche almeno una copia preliminare la faccio. Anche se qui a corte gli scribi insistono nel volermi negare anche questo – paura che mi consumi le mani, forse? Dubitano della mia abilità di dialettica? Fanno bene. No, d'accordo, sto scherzando! Non ho ancora disegnato un dito medio in una missiva per l'Orlais. Ma il fatto che questo sia il mio settimo tentativo di scriverti una lettera darebbe da pensare a chiunque. Certo, nonostante siano anni che siedo sul trono, talvolta mi risulta difficile obbligarmi ad essere formale. Ma giuro che sto facendo del mio meglio per essere un re di cui poter essere orgogliosi, e per far tornare il Ferelden ad essere la nazione forte ed orgogliosa che era prima che il Flagello ci piombasse addosso – anche se, come ben sai, parecchi nobili ce l'hanno ancora a morte con me per il mio essere un bastardo. Nella mia bastarda regalità cerco di ignorarli e continuare a prendermi cura del regno di cui ora sono, anzi siamo, sovrani.

È amaramente ironico pensare che ci siamo conosciuti proprio... ah, grazie al Flagello. È l'unica cosa di cui poter essere grati – certo, anche delle amicizie e legami stretti in quel periodo, ma tu fra tutti sei stata il dono più prezioso, la sorpresa più grande. Barkspawn mi ha appena morso un piede. Credo perché non l'ho incluso nel pensiero... a volte ho il vago sospetto che questa palla di pelo abbia qualche strano potere. O forse è particolarmente sveglio. Ma mi prendo regolarmente cura di lui, giuro sul Creatore. Dorme sempre nella sua cuccia vicino al caminetto.

Comunque sia, stavo dicendo: non so che vento tiri dalle tue parti, ovunque tu sia ora (e credimi, non saperlo mi angoscia a morte. Ma posso capire le tue riserve, vista la delicatezza della missione), ma qui... beh, maghi e templari hanno deciso che palle di fuoco e spade sguainate sono un'alternativa più valida alla cara, vecchia diplomazia. Certo, ai tempi in cui ero una recluta dei Templari, e successivamente dei Custodi, una bella scazzottata ha spesso risolto battibecchi e litigi, il massimo dei danni poteva essere un naso rotto o un occhio pesto per un paio di giorni (e se eri tra i Templari, anche recitare tutto il Canto della Luce a voce alta per almeno dieci volte. E dato che mi conosci così bene, saprai anche che razza di angoscia sia stata per me una punizione simile. Chissà se un re dovrebbe vantarsi di avere simili trascorsi...). Oh Creatore, sto continuando a perdere il filo del discorso. Dicevo, i casini ovviamente non mancano. Redcliffe è stata teatro di non poche tragedie, partendo dai già citati scontri tra maghi e templari, al fatto che un Magister del Tevinter aveva preso praticamente il controllo della città, scacciando perfino zio Arl Teagan dal palazzo. E dire che ero partito con le migliori intenzioni, offrendo rifugio ai maghi fuggiaschi... la Grande Incantatrice m'era sembrata una persona con la testa sulle spalle – peccato abbia mandato tutto in malora alleandosi con il suddetto Magister. L'Inquisizione s'è dovuta scontrare con lui, hanno preso i maghi come alleati poiché necessitavano di supporto – e potere – per riuscire a chiudere lo Squarcio. Un grande, enorme buco verde nel cielo che vomitava demoni e porcherie della peggior specie. Fiona s'è rassegnata ad accettare, visto e considerato che non poteva più essere la benvenuta nelle nostre terre. Ammetto che forse non l'ho trattata nel migliore dei modi, ma – sì, so che pare incredibile – ero davvero furioso per quel che avevano fatto.

Se non altro, siamo riusciti a tenere rapporti civili con l'Inquisizione. Lady Montilyet, l'ambasciatrice, è una donna sorprendentemente abile in ambito diplomatico – tiene testa a chiunque senza mai scomporsi minimamente, ti assicuro che c'è da restare incantati (o sbalorditi) nell'ascoltarla durante le trattative! E anche se al nostro primo incontro non sono stato un mostro di cortesia, viste le circostanze, ho avuto modo di incontrare con più calma anche l'Inquisitrice, Lady Lavellan. Un'elfa Dalish, maga per di più, l'avresti mai detto? È merito suo se è possibile richiudere gli squarci che infestano le nostre terre, lei e quella strana... cosa, un taglio (“Marchio”, l'hanno definito) capace di ricucire quei maledetti varchi. L'ironia del Creatore è qualcosa di assurdo, a volte – voglio dire, mandarci come salvatrice un'elfa che non crede nei canoni della Chiesa come Araldo della sua sacra sposa... sembra uno scherzo, anche più pessimo di quelli che facevo io durante le nostre marce, non credi?

Ah, e indovina chi è il comandante delle armate? Te lo ricordi Cullen, l'unico Templare sopravvissuto al massacro del Circolo di Kinloch? Tranquilla, non è più ossessionato alla caccia ai maghi come un tempo. Non voglio entrare nel merito di ciò che ha passato, penso che di traumi ne abbia subiti a sufficienza nella sua vita, ma da quel che mi è stato riferito pare si sia rimesso sulla retta via, specie dopo ciò che è successo a Kirkwall, e ha abbandonato l'Ordine. Dai soldati ne ho sentito parlare soltanto in maniera positiva, pare ci metta davvero cuore e anima per curare al meglio l'esercito dell'Inquisizione e tutti gli uomini che ne fanno parte. Prima o poi gli chiederò perché non han pensato di avere anche dei Mabari... un comandante fereldiano senza Mabari, ma si può?

Barkspawn mi sta mordicchiando una coscia per ricordarmi che io, invece, sovrano e guerriero fereldiano, ho l'immensa fortuna di avere un esemplare sveglio e capace al mio fianco. Mi ha già bucato due paia di pantaloni e quattro paia di calzini ma, per il Creatore, stavolta non posso dargli torto.

Perché ti sto raccontando tutto questo, Evangeline? Scommetto che te lo stai chiedendo pure tu.

Perché... perché così mi sembra di averti ancora al mio fianco – no, che idiota, se così fosse queste cose le sapresti già. Diciamo piuttosto... che mi sembra di riaverti finalmente al mio fianco. Di averti qui, davanti a me, e tu saresti seduta tra le mie gambe, stretta tra le mie braccia, verresti investita dal fiume di parole che non riuscirei a trattenere, imprigionata in abbracci che non riuscirei a frenare – e probabilmente non me ne fregherebbe un accidente di raccontarti cosa sta succedendo in queste terre. Probabilmente riuscirei solo a ripeterti fino allo sfinimento quanto ti amo e... sì, quanto tu mi sia mancata, quanto ancora mi manchi.

Ecco, l'ho detto.

Mi manchi da morire, Eva.

E mi sento un vero bastardo per averlo ammesso, averlo messo nero su bianco su questa lettera che non sono nemmeno sicuro riuscirò a spedirti. Perdonami, perdonami, ti prego. Tu sei lì fuori chissà dove a rischiare la vita per noi, e io sto qui a lagnarmi. Sì, lo so, hai perfettamente ragione – uno di noi due doveva restare per governare il Ferelden, per guidarlo, rimetterlo in sesto. Ma talvolta mi riesce difficile accettare il fatto che ciò mi ha impedito di essere con te in questo momento. Non ti colpevolizzerò mai, mai e poi mai per com'è andata all'Incontro dei Popoli – per anni ho sempre lasciato che fossero gli altri a decidere per me, a muovermi come meglio preferivano. Non avevo serie ambizioni per nulla, ero solo un moccioso pieno di rabbia prima, e che non faceva nulla per dare il proprio meglio in seguito. Era tempo che prendessi davvero in mano le redini della mia vita, che accettassi di diventare re, e con il ruolo tutte le responsabilità che esso comportava. Non dovrei lamentarmi, ma talvolta sfogarmi solo con Barkspawn non mi basta. Davvero, perdonami, amore mio.

Ma ti prego, lascia che mi tolga queste parole dalla gola. Puoi buttare la lettera nel fuoco, appallottolarla e buttarla via, se non vuoi continuare.

Mi mancano le tue battutacce, anche le pacche e i pizzicotti che mi davi sul sedere, il modo in cui mi mordevi i lobi per stuzzicarmi.

Mi mancano le risatine che trattenevi a stento quando ti facevo il solletico, infagottati nelle coperte che condividevamo su quel misero giaciglio in tenda, cercando di fare piano, 'ché gli altri non dovevano sentire (almeno tu ti sei risparmiata le battutacce a doppio, triplo, anche quadruplo senso da parte di Zevran. Per i mutandoni di Andraste, davvero, quell'uomo non ha idea di cosa sia il ritegno. Ma che ti puoi aspettare da uno a cui non piace il formaggio?).

Mi manca far l'amore abbracciati stretti, lo spazio era poco, la privacy quasi nulla, e se gemevi troppo forte rischiavamo di ritrovarci Barkspawn a fare di nuovo irruzione nella tenda e mordermi ovunque gli capitasse a tiro, convinto che ti stessi facendo male. Ho notato solo l'altro giorno, in bagno, di avere la cicatrice del suo morso sulla chiappa destra. Posso sentirmi offeso o devo ringraziare il Creatore di avere ancora il sedere tutto intero?

Mi mancano perfino i tuoi capelli che mi facevano sempre starnutire quando mi dormivi addosso – no, no, no. Non mi sto lamentando perché dormivi abbracciandomi. Potresti anche usare il mio umile corpo come coperta, cuscino o materasso, non mi lamenterei mai. Giuro. Ma i tuoi capelli mi facevano sempre il solletico, e non so quante volte ho rischiato di fracassarmi il naso sulla tua testa per colpa degli starnuti. Sai, lascio sempre alcune gocce di aroma alla lavanda sul tuo cuscino. Lo stesso profumo dei tuoi capelli. Chiamami scemo, ma mi fa pensare che tu ti sia appena alzata dal letto, dopo avermi dormito accanto tutta la notte.

Per assurdo mi mancano i tempi in cui viaggiavamo insieme, durante il Flagello. Non mi mancano i bagni nei fiumi ghiacciati, quello proprio no, ma l'atmosfera che, nel mezzo della tragedia, si era creata nel nostro sgangherato – e decisamente variegato – gruppo. Le canzoni di Leliana attorno al nostro falò. Gli assurdi discorsi che Sten (che ora non si fa chiamare più Sten, ma Arishok. Ed è comunque un grado, nemmeno il suo vero nome. Lunga storia, te lo spiegherò un'altra volta) faceva a Barkspawn. Le ramanzine della vecchia Wynne quando, a suo parere, m'ingozzavo come un maiale. Le velate minacce di Shale di ridurmi a poltiglia spiaccicata sul terreno quando facevo qualche battuta oggettivamente orrenda. Persino i rutti di Oghren! Anche i tentativi di Zevran di dare “validi ed amichevoli consigli” per la nostra vita amorosa (ti risparmierò i dettagli su certe posizioni da contorsionisti che mi aveva suggerito. Davvero, non... no, seriamente, ho rinunciato a chiedermi se certi... incastri siano umanamente possibili). No, non mi mancano i furti di calzini e biancheria da parte dell'unico quadrupede della compagnia – non ha perso il vizio. E fa ancora storie quando deve fare il bagno. Ma se proprio vuole dormire sul letto quando ci sono temporali, esigo che abbia un odore quantomeno sopportabil-

Mi ha morso la gamba.

Di nuovo.

Prima o poi gli legherò il muso con una corda a quadruplo giro, lo giuro!


… che altro posso dirti, Eva? Continuerei a ripeterti fino alla nausea quanto ti amo, e quando il desiderio di riaverti al mio fianco superi, egoisticamente, ogni altro desiderio. Forse dovrei iniziare a scrivere un breve congedo, un saluto per finire questa lettera, ma... non lo so. Mi sembrerebbe quasi di salutarti nuovamente come quel giorno: troppe parole, altrettanti baci, tante lacrime che non mi sono permesso di versare per non rendere quel saluto ancora più difficile. Mi sto forzando a scrivere stando con la schiena ben ritta. Non voglio macchiare questi fogli e riscrivere daccapo questa lettera. Troverei altre cose da dirti, sempre diverse, e probabilmente prima di riuscire a finirne una senza fare pasticci riuscirei a riempire così tanti fogli da poterci fare un libro.

E nemmeno la bacio. Non avrebbe la stessa morbidezza delle tue labbra, e onestamente con la bocca sporca di inchiostro nero farei ridere chiunque.

Prego che questa mia missiva ti trovi bene, Eva.

E prego che il Creatore e la sacra Andraste possano vegliare sul tuo cammino, e che ti possano riportare da me al più presto.

Io ti aspetterò, come promesso, dovessi aspettarti anche altri cent'anni.


Con tutto il mio amore, solo per te fino alla fine,


tuo Alistair Theirin




*** *** *** *** ***



Evangeline si sistemò i fogli in grembo, trattenendo a stento un sorriso. Anche a distanza di tanto tempo, quelle parole la portavano sempre alle lacrime. Come tutte le lettere che Alistair le aveva scritto, e che lei aveva gelosamente conservato fino alla fine del suo viaggio. Le teneva custodite in un cassetto della sua toeletta personale, insieme alla rosa che Alistair le aveva regalato anni addietro, e che ancora pareva rigogliosa grazie all'incantamento della vecchia Wynne.

Aveva preso l'abitudine di rileggerle quasi ogni sera durante il suo viaggio ed ora, anche a palazzo, faticava a farne a meno. Concentrata com'era sull'ultimo foglio, non si accorse che Alistair aveva riposto il proprio libro e aveva fatto scivolare un braccio dietro la sua schiena, per poi circondarle la vita e trarla a sé.

“Un giorno o l'altro mi spiegherai perché ti ostini ancora a leggere quelle lettere, quando puoi avere l'autore di quelle stesse parole dal vivo accanto a te.” mormorò, premendo le labbra contro i suoi capelli castani.

“Lo so.” replicò lei, sorridendo “Cosa ci vuoi fare, sono una nostalgica. E poi hai scritto cose molto belle, mi piace rileggerle.”

“Le cronache di come Barkspawn mi abbia fatto impazzire non erano belle.”

“Ma erano divertenti. Sapevo che avreste legato come fratelli, se vi avessi lasciati insieme.”

Alistair le prese gentilmente i fogli dalle mani e allungò il braccio per lasciarli sopra il proprio comodino, mentre Evangeline si sistemava più comodamente contro di lui.

“Diciamo che avevamo sancito una tregua ed una valida alleanza quando volevamo una pausa dalle pressioni di corte.” tacque per un istante, lanciando una rapida occhiata alla donna che lo osservava divertita “Va bene, lo ammetto, ci divertivamo. E non credo sarebbe stato lo stesso, se non lo avessi avuto accanto mentre eri via.”

“No, infatti. Ed è anche per questo che l'ho lasciato al tuo fianco.” Evangeline si lasciò scivolare sul materasso, cercando di far stendere con sé il marito “Non sai quanto ho atteso il giorno in cui sarei tornata con la Cura.”

Alistair rimase ancora in silenzio, limitandosi a girarsi sul fianco per poterla abbracciare più stretta. Inspirò a fondo contro i suoi capelli beandosi di come, finalmente, quel profumo di lavanda non fosse più così amaramente artificiale, ma meravigliosamente naturale.

Il profumo della sua Evangeline, di nuovo tra le sue braccia.

E non l'avrebbe più lasciata andare, non finché il Creatore non li avesse richiamati entrambi al suo fianco. Possibilmente dopo tanti anni, e dopo almeno un paio di figli.

“Anch'io, Eva.” sussurrò, baciandola dolcemente e stringendola di nuovo “Anche io.”

** ** **

Angolino Autore: ed ecco qui. Il mio primissimo contributo al fandom di Dragon Age e, spero, non l'ultimo. Evangeline era nata come personaggio unicamente destinato al matrimonio con Alistair, e inaspettatamente è diventata la Custode a cui mi sono affezionata di più e a cui ho dedicato molto più background e caratterizzazione. Spero di avere altre occasioni per scrivere su di lei, così come per la mia Inquisitrice Lavellan. Anche se disegnarci su mi riesce molto più semplice.

E niente, spero vi sia piaciuto, bella gente.

Alla prossima :)

   
 
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