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Autore: Moncai_Iora    01/02/2017    1 recensioni
La storia tra Bojan e Katjusa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katjuša Andreevna Mickalova
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ricordi di quel giorno in barca? Io vestita di bianco con un ombrellino merlettato e tu col tuo abito migliore, intento a parlare di quanto fossero grandi le tue idee.
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Ti ascoltavo, sorridevo, ridevo e tu lo facevi a tua volta nei tuoi gesti esageratamente amplificati.
Ti amavo, mi amavi, ogni nostro pensiero o sfioramento lo dimostrava i nostri sentimenti. Io ti accarezzavo la guancia, tu mi stampavi dolci baci sulle labbra e io ridevo, ridevo come non mai. Eravamo giovani, eravamo fidanzati fin da prima del nostro incontro. Ma cosa importava? Noi due eravamo innamorati.

Ti ricordi di quel giorno nel tuo studio? Tu impazzivi per i conti che non tornavano e io ti accarezzavo per farti calmare. Eri sempre sorridente. Eri sempre il mio Bojan. Colui che avevo sposato e sempre allora giuravo e spergiuravo d'amare. Ti avevo portato una tazza di thč, il freddo era mordente fuori dalle mura riscaldate dal camino, da fiamme danzanti che sembravano prevedere ciň che sarebbe successo in seguito tra noi. Baci. carezze. Mugolii e orgasmi. Noi due una cosa sola.

Ti ricordi di quel giorno tinto di nero? Fiocchi di neve cadevano sulla cittadina, silenziosi, leggeri, e le mie grida disperate si udivano in tutta la Kareliya. Tu eri morto e la tua salma era chiusa in una fredda bara di legno. Piangevo, mi disperavo. Viktor era tra le braccia di Eva che, come una madre, cercava di consolarmi.
Niente piů abbracci. Niente piů carezze. Niente piů baci. Ero rimasta sola, senza di te. Ero rimasta sola, lontana da te. Ero rimasta sola.

Ti ricordi di quella puzza di carne bruciata? Io si. Avevo avvicinato Viktor al camino e, ridendo come una folle, avevo accostato il suo viso alle fiamme. Ridevo, ridevo divertita udendo le sue urla e i suoi pianti. Il mio pupillo si stava disperando. Mio figlio stava cambiando. Le sue grida avevano allarmato l'intera famiglia che, dopo averlo salvato, da quel momento iniziň a chiamarmi pazza, folle. Non ero piů io, dicevano, Katjusa era ormai cambiata.

Vita nella morte. Sangue nel sangue. Io sopra un marmo bianco, nella serra. Tu dentro una bara, sotto il marmo bianco, nella serra. Ti ricordi di quel giorno in cui ci siamo riuniti? Tu cibo per vermi, io un mostro, come direbbero in molti. Non permetterň a nessuno di avvicinarsi a te. Non permetterň ad alcuno di toccarti o di allontanarmi.
Ti ricordi di noi due?
Ora siamo insieme nella morte
   
 
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