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Autore: Blue Eich    02/02/2017    8 recensioni
«Domando scusa. Siete voi Lady May Flowers?» si sentì chiedere, da una voce altezzosa.
Tirò su il capo, trovandosi davanti un giovane. I suoi capelli erano verdi come un prato in primavera e indossava una linda divisa da tenente. La squadrava con un sopracciglio scetticamente inarcato, impugnando un bicchiere di Claret.
«Sì, sono io…» rispose in un farfuglio. «E voi siete…?»
«Lord LaRousse» si presentò egli, mostrando un inchino da manuale. «Ma in quanto mia futura sposa, voi potete chiamarmi Drew, se lo desiderate.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Vera | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Inghilterra, 1850
 

Stavano ballando tutti, tranne May. Osservava da un angolo del salone, rabbuiata in volto.

Nella mischia, Lady Ketchum – l'ultima di quattro sorelle  danzava adagio con il suo umile cavaliere dal sorriso affabile. Le invidiava l'abito di un nobile e vellutato verde acqua, che morbidamente scendeva in una gonna. Un'orlatura di pizzo scuro ne rifiniva sia il davanti sia le lunghe maniche, che si ampliavano alle giunture dei gomiti seguendone i movimenti con aggraziati svolazzi. Come al solito dalla sua espressione traspariva una gran sicurezza, così come dalle sue scelte. Anche lei era una marchesina, eppure aveva deciso di sua volontà con chi sposarsi. I loro timidi sguardi, per May, erano come una pungente freccia al cuore.

Peggio era, però, soffermarsi su Lady Dawn e suo marito, nipote del celebre dottor Oak: dalla malizia dei loro sorrisi era chiaro che non vedessero l'ora di rotolarsi tra le lenzuola. Seppur fossero amiche da sempre, di lei invidiava la naturale bellezza. Sfoggiava la veste color crema dalle rifiniture d'oro sfilacciate, disperse sulla seta come piccole stelle, mentre la complessa treccia le sfiorava la schiena. Il suo viso dai lineamenti dolci lasciava senza fiato, per questo aveva trovato senza fatica un uomo di cinque anni in più, che si perdeva nei suoi occhi da fata come se fosse l'unica al mondo.

Distolse lo sguardo, annegando nel risentimento, lontana con la mente da tutto quel brio. Non riusciva ad accettare che, solo perché figlia del marchese di Petalburg, sarebbe stata costretta a sposarsi per affari. Alla sola idea il sangue le ribolliva di rabbia e un fastidioso nodo le attanagliava lo stomaco. Attorno a sé vedeva solo maschere. Donne dal portamento composto danzavano, fingendo di non soffrire la strettezza dei corsetti, o ridevano sguaiatamente. La sinfonia dei violini e del pianoforte in sottofondo le riempiva impetuosamente la testa, parendole stridente e malinconica, quasi fosse un urlo che il suo animo gonfio di rancore non poteva esprimere.

«Domando scusa. Siete voi Lady May Flowers?» si sentì chiedere, da una voce altezzosa.

Tirò su il capo, trovandosi davanti un giovane. I suoi capelli erano verdi come un prato in primavera e indossava una linda divisa da tenente. La squadrava con un sopracciglio scetticamente inarcato, impugnando un bicchiere di Claret.

«Sì, sono io…» rispose in un farfuglio. «E voi siete…?»

«Lord LaRousse» si presentò egli, mostrando un inchino da manuale. «Ma in quanto mia futura sposa, voi potete chiamarmi Drew, se lo desiderate.»

Il cuore di May cominciò a martellare e portò la mano inguantata al petto, stringendo debolmente la veste. Le sue orecchie non recepivano più la musica che inondava la sala, il sommesso chiacchierio e i limpidi passi ridondanti.

«Ordunque?» domandò il ragazzo, con una nota di sgarbo, non spiegandosi quel silenzio. «Il gatto vi ha mangiato la lingua?»

Capì di aver sbagliato approccio quando la vide stringere i pugni e correre via, coprendosi il viso inondato di lacrime. Fece una smorfia di fastidio: si aspettava che fosse più di bell'aspetto, forse? No, impossibile, decine di fanciulle erano follemente innamorate di lui. Perlomeno, era contento che gliene fosse capitata una graziosa.

 

May si era rifugiata sulla terrazza, per avere un po' di pace da tutta quella falsità. Sperava di risvegliarsi nel suo letto a baldacchino e che quello fosse un orribile incubo. Singhiozzava come una bambina, osservando il giardino buio della villa. Come poteva sapere che quel Drew l'avrebbe amata per ciò che era? Si guardò le mani chiare e tremanti. Non si sentiva bella come Lady Dawn e non aveva il carattere forte di Lady Ketchum. Era una ragazza semplice, che amava passeggiare beandosi del profumo dei fiori e il buon cibo. Sognava d'incontrare qualcuno che le rapisse il cuore, come nei romanzi. Invece la realtà l'aveva investita come un treno in corsa, brutalmente, infrangendo in mille pezzi le sue convinzioni.

D'un tratto, delle dita furtive le sfiorarono appena l'orecchio, lasciandovi dietro qualcosa di esile.

La sua mano scoprì che si trattava di una tenera corolla, provocandole un immediato batticuore.

«Milady» si sentì chiamare poi con sfacciata galanteria.

Voltandosi, vide il giovane che le sorrideva. Abbassò nuovamente lo sguardo, sperando che non notasse le guance arrossate e gli occhi ancora vogliosi di piangere. Si sfregò il braccio sul viso, poi sfilò la rosa dall'orecchio per ammirarla, in tutta la sua giovinezza e il suo splendore. Non aveva mai ricevuto un dono così incantevole – romantico, in un certo senso.

«Scusate… Non siete voi» confessò, accarezzando con un polpastrello uno dei petali cremisi. «Io… Sognavo di sposarmi per amore. Tutto qua.»

Regnò il silenzio per un po', quasi servisse ad assaporare l'amara malinconia racchiusa in quelle parole. Poi, Drew sfoderò un mezzo sorriso. «Quindi mi toccherà farvi innamorare di me, suppongo.»

«E chi vi dice che ci riuscirete?» l'apostrofò May, divertita.

Il verde sembrò prenderla come una sfida. «Can I have this dance

Come risposta, lei accettò la mano che le era stata porta, senza neanche pensarci. Sempre meglio che stare da sola a rimuginare, infreddolendosi al gelo di gennaio.

S'incamminarono insieme a passo sostenuto, verso la pista dove le altre coppie volteggiavano come eleganti trottole attorno alle colonne corinzie. Poi, prima che potesse rendersene conto, le mani di Drew la stavano già tenendo dolcemente per i fianchi. Lei invece fu costretta ad appoggiarsi alle sue spalle, rabbrividendo appena per l'inaspettata freschezza del lino e delle controspalline. L'ansia le divorava le viscere nel timore di sbagliare. Lui la stava guidando alla perfezione. Perfezione che non voleva rovinare inciampando o pestandogli un piede, siccome di solito era goffa e sgraziata – come suo fratello minore, fin troppo saccente per i suoi sei anni, non mancava mai di ricordarle. Data la vicinanza riusciva a respirare il suo profumo, dolce e delicato come una rosa. Chissà che non fosse proprio alla rosa. La inebriava, rassicurandola e dandole la sensazione che ci fosse una strana sintonia nell'aria, come se il posto delle sue mani dovesse essere esattamente quello e a parte loro due non esistesse nient'altro.

«Direi che sono sulla buona strada» commentò il ragazzo, all'improvviso. Si stupì di sentire la sua voce melodiosa come il suono di un'arpa, dopo tutto quel silenzio.

«Cosa?» farfugliò, scendendo dalle nuvole.

«Ho visto ciliegie meno rosse del vostro viso, darling» la schernì, con un sorrisetto di beffa.

«Che sciocchezza» bofonchiò May, con un broncio che lui trovò davvero buffo. Distolse orgogliosamente gli occhi dai suoi, per soffermarsi sugli splendenti candelabri d'argento che spargevano luce e calore nella sala. Avrebbe dovuto sposare un marchesino ricco, viziato e arrogante, ma iniziava ad abituarsi all'idea. Qualcosa in lui l'attraeva. Forse l'eleganza nei suoi gesti, il mezzo sorriso da gentiluomo, o la voce armoniosa… Ma per il momento voleva solo continuare a danzare, incantandosi nella profondità dei suoi occhi.




 


Angolo Autrice
m9TqnSalve! Mi manca produrre Contest e ho voluto tentare questo piccolo esperimento. Ne vado piuttosto fiera, perché ho dovuto fare molte ricerche (e ho tribolato un po' per il banner, il cui titolo non a caso ha i colori caratteristici di Drew).
Le ragazze vengono chiamate in base a come lo prevede il loro titolo nobiliare. I marchesi qui hanno la valenza dei Capopalestra 
4PjLSperché sono il secondo titolo più importante dopo i duca (che valgono come Superquattro e il re varrebbe come Campione). Per questo Vera essendo la figlia di un marchese è marchesina, idem Misty. Anche Drew è un marchese perché doveva essere alla pari di Vera, ma siccome nella fan art aveva una divisa l'ho reso anche un tenente militare così è ancora più figo. Ash è davvero un cavaliere, uno dei ranghi più bassi, per enfatizzare la sua umiltà e la scelta di Misty di sposarlo seppur sia socialmente inferiore a lei (le mogli dei cavalieri vengono chiamate Lady + il cognome del marito, mentre Lucinda è Lady Dawn in quanto figlia di una nobile per titolo proprio senza eredi maschi).
Ah, ho usato i nomi inglesi per far immergere di più nell'atmosfera e Can I have this dance è un voluto riferimento ad High School Musical.
Cliccando qui trovate il vestito di Lucinda che ho descritto e qui quello di Misty.
Ringrazio tutte le amiche che mi hanno fatto da cavie, aiutandomi per i dettagli.
Beh, nient'altro da dire. Alla prossima!
-H.H.-
 
   
 
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