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Autore: artemideluce    02/02/2017    0 recensioni
[SPOILER per chi non ha visto tutta la sesta stagione]
Frank ha combinato un casino proprio nel giorno del matrimonio di Fiona, ora tutto è andato a puttane.
Debbie con una bambina che non sa gestire, Ian forse con un nuovo lavoro, Carl con delle idee del cazzo per la testa, V, Kev e Svetlana stretti in un triangolo impossibile, Fiona con due matrimoni falliti alle spalle.
Lip si è fatto convincere dal suo professore a trascorrere del tempo in un rifugio per alcolizzati.
Cosa ne uscirà da questo cazzo di casino? Sono sempre dei Gallagher, dopotutto
Genere: Comico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Phillip 'Lip' Gallagher, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente una sirena scoppiò all'improvviso ad un'ora in cui Lip neanche immaginava ci si potesse alzare. Ancora rintontito dalla notte passata in quello strano posto, si accodò ad una lunga fila di ragazzi e ragazze di ogni età che si dirigevano al piano inferiore. Non sapeva dove stesse andando, sperava solamente in qualcosa di decente da mettere nello stomaco e in un caffè, visto che probabilmente non avrebbero offerto birra di primo mattino come usava fare a casa sua.
Subito dopo i ragazzi furono accompagnati in una grande sal ovale, anche questa tutta bianca e con poster di famiglie felici alle pareti. Lip era stordito, cosa cazzo stava succedendo? Sembrava un incontro da film degli alcolisti anonimi, quello dove ci si presenta e tutti ti salutano in coro. Esitò un istante sulla porta, poi andò a sedersi sull'ultima sedia rimasta libera.
Solo dopo essersi seduto si accorse che alla sua destra era seduta la ragazza che aveva visto il giorno prima, con quel nome strano in francese che non ricordava neanche lontanamente. Iniziò il lavoro di gruppo, ognuno era invitato a presentarsi, raccontare la propria storia e il proprio avvicinamento all'alcool. Come se si ricordasse quando aveva bevuto la prima birra. Frank beveva di continuo, lui e Fiona lo trovavano sempre addormentato sull'uscio o in bagno, a volte coperto dal suo stesso vomito e dalla puzza di birra. Forse la sua prima birra l'aveva bevuta prima dei dieci anni, forse curioso di sapere cosa mandava in coma il padre tutte le sere. Stava pensando a tutte queste cose quando si accorse che era il turno della ragazza.

"Forza, Amelie, dicci la verità." Disse con tono tranquillo e pacato la signora in bianco.
"La verità? Ha! La verità é che mio padre è un fottuto miliardario che gira il mondo undici mesi all'anno per andare a farsi fare i massaggi e scoparsi le prostitute thailandesi mentre mia madre sta via settimane intere per vendere o affittare i nostri immobili, quando non è sul tavolo di una delle nostre case a farsi scopare dal suo amante. E mio fratello è dislessico, non riesce a leggere e nemmeno a scrivere, è ancora in terza elementare quando dovrebbe fare la quinta perché la sua scuola privata di merda non gli affianca un tutore e io devo aiutarlo in tutto perché nessuno capisce il suo fottuto problema. Questa è la verità".
La ragazza disse queste parole tutte d'un fiato, come se le avesse trattenute per una vita fino a scoppiare e vomitare fuori un fiume di parole senza freni. Si alzò di scatto e si diresse a passi svelti verso l'uscita.
Poco dopo la fine dell'attività Lip la raggiunse e la trovò seduta su di un gradino a fumarsi una sigaretta.
"Non pensavo che anche i ricchi avessero dei problemi di alcolismo" disse lui, tirando fuori una sigaretta dai jeans, accendendosela tra le labbra.
"Sai, non solo i poveri dei sobborghi hanno problemi". Rispose lei con aria ironica, accennando un mezzo sorriso.
"Come hai iniziato a bere?" Chiese Lip, incuriosito da questa misteriosa ragazza dalla vita disastrata almeno quanto la sua.
Lei sorrise. Fece un ultimo profondo tiro di sigaretta e poi la gettò in mezzo alla strada. Si alzò in piedi guardando Lip negli occhi.
"Vuoi vedere?"
Lui non rispose perché lei aveva già sceso gli scalini con tre passi veloci e si dirigeva verso una mercedes parcheggiata li accanto.
"É tua?" Chiese indicando l'auto. Lei era già sul lato del conducente, premette il bottone dell'apertura sulle chiavi e con un sorriso disse "mi pare ovvio".
Questi ricchi di merda, pensò Lip. Gettò la sigaretta fumata a metà tra i cespugli e salì in auto.
Fecero qualche isolato e parcheggiarono di fronte ad una villa con un giardino immenso, curatissimo, con un grande cancello bianco e una cassetta delle lettere dorata. Lip era intento a guardarsi attorno mentre seguiva la ragazza che a passo svelto attraversava il cortile per entrare in casa.
Appena varcata la soglia subito un enorme giardino si aprì ai loro occhi, il pavimento era di marmo e delle grandi vetrate mostravano una piscina nel retro. Il mobilio era essenziale tanto che a Lip sembrò una di quelle case che si vedono nei cataloghi.
"Wolf?" Gridò lei e subito dalle scale scese un ragazzetto bruno dagli spessi occhiali che corse ad abbracciare la sorella.
"Tutto bene tesoro? Stai guardando la tv?" Chiese amorevolmente Amelie, scompigliando i capelli al piccolo.
"S-si!" Rispose lui balbettando.
"Bene, ora torna su, io arrivo tra un pochino." Amelie lo spinse via con una dolce pacca sul sedere.
"Wolf? Che nome è?" Sbottò Lip, chiedendosi che cazzo avessero in testa i genitori per dargli quel nome.
Lei si voltò e lasciò un ammaliante sorriso dicendo "Mozart".
Lo prese per mano e lo accompagnò in un'altra sala che, dopo aver acceso la luce si rivelò una cantina dalle pareti ricoperte di scaffali e bottiglie di vino.
"Beh, che ne dici? Utile per iniziare a bere no? La prima bottiglia che ho bevuto costava 45 mila dollari."
Lip era sbigottito, ad ogni sguardo trovava una bottiglia di un'annata più vecchia, chissà quanto cazzo valgono tutte queste insieme.
"Anche i ricchi hanno i loro problemi, dopo tutto" disse lei, appoggiata alla porta.
"Cazzo se ne hanno" rispose Lip, che stava osservando il sistema di movimento per le bottiglie. "Cosa se ne fanno i tuoi di tutto questo vino?"
"Probabilmente non sapevano come spendere i loro soldi. Comprano vino, una bella casa, fanno due figli e li affidano ad un team di tate, cuochi e insegnanti per renderli perfetti, mentre fanno di tutto tranne i genitori". Rispose lei, accarezzando il dorso di un pinot grigio del 51. "E i tuoi?"
Lip si voltò, fece un mezzo sorriso e disse "mia madre è bipolare e ci ha abbandonati quando eravamo piccoli, spuntando ogni tanto per creare casini. Mio padre vive con l'invalidità, beve e si droga fino a svenire ogni sera, non si è mai curato di noi, se non per fregarci i soldi per le bollette".
Amelie fece un sorriso, "siamo in buona compagnia, insomma", disse guardandosi i piedi.
"Siamo? -domandò lui, sorridendo- tu sei in buona compagnia, in mezzo a questi centoni trasformati in vino e cazzate da ricchi"
Lei lo guardò storto, non era tipa da starsene muta e rispose a tono.
"Senti bello, non credere di essere migliore di me perché sei dei sobborghi del South Side, siamo nella stessa merda, che sia al profumo di chanel o di fogna". Dicendo questo gli si avvicinò, petto contro petto, viso contro viso, anche se lei superava di poco le sue spalle.
I loro occhi si fissarono per qualche lungo istante, Lip abbassò gli occhi e si leccò il labbro inferiore, sorridendo.
"Sei una fottuta stronza ricca, sai?" Le disse, prima di spingerla contro il muro con un bacio appassionato.
Lei era evidentemente stordita ma ricambiava con ardore i baci di lui.
Stava baciando quella ragazza, in una stanza il cui contenuto valeva più di tutto il suo quartiere.
Lei, conosciuta la sera prima, l'aveva colpito per la sua schiettezza, il suo corpo sexy e i suoi profondi occhi.
Con le mani alzò la maglietta di cotone fin sopra i seni che, scoperti, si irrigidirono al tatto.
Lei prese con foga a sbottonare la camicia di Lip, senza mai smettere di baciarlo.
Il ragazzo sentì che smise di baciarlo, gli mostrò un sorriso e di colpo si abbassò a togliergli jeans e boxer. Le sue labbra impregnate della loro saliva mescolata baciavano e abbracciavano il suo membro, un movimento frenetico che mandò la sua mente in mille pezzi, più di qualsiasi alcolico che avesse mai bevuto.
Su, giù, su, giù. Stava per esplodere ma fece un passo indietro.
Lei si alzò, sul suo volto lo sgomento del suo essersi allontanato.
"Tu sei.." provò a dire Lip, non riuscendo a concludere la frase le saltò addosso, strappando i pantaloni e le mutandine per penetrarla in un vortice di gemiti e unghie infilzate nella pelle, capelli tra le loro lingue gocce di sudore che bagnavano le loro fronti.
Fecero sesso con forza, quasi in modo violento. Lei tirava i capelli di Lip da un lato mentre lui le mordeva il collo lasciandole evidenti segni rossi.
La mente del ragazzo del South Side tornò al sesso con la ragazza di cui era innamorato al liceo, Karen, quella stupida biondina si era fatta mettere incinta, aveva sposato uno scemo feticista che si faceva anche la madre e poi si era rimbambita. E se n'era andata. Andata, sparita. E non era più tornata.
Così come se n'era andata Mandy. Lei si che era una stronza. Era iniziato tutto come del semplice sesso, ed era finito con lui innamorato di una che lo evitava, finendo per fare la escort di lusso. E bionda. Il biondo non le si addiceva. Aveva tolto il piercing al naso.
Amelie aveva un anellino simile a quello di Mandy nel lato sinistro del naso. I capelli neri gli ricordavano lei. Tutto gli ricordava lei.
In un secondo i suoi pensieri furono violentementi riportati al presente, almeno tanto violentemente quanto era sopraggiunto il suo orgasmo.
I due si guardarono per un secondo, una scarica elettrica esplose tra i loro corpi bollenti appena allontanati uno dall'altro. Si rivestirono in silenzio, lei trasalì quando lui sfiorò il suo collo livido, il tocco delle sue dita, che prima avevano stretto i suoi seni aveva prodotto un brivido che percorse la spina dorsale della ragazza.
I loro occhi fecero appena a tempo di guardarsi per l'ultima volta quando la voce di Wolf risuonò nelle scale.
"E' meglio se te ne vai ora", disse Amelie distogliendo lo sguardo.
Lip raccolse la sua camicia e si affrettò ad uscire da quella cantina che odorava di sesso.
Esitò un attimo sulla porta.
Cosa cazzo aveva appena fatto?
   
 
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