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Autore: Sasi02    04/02/2017    2 recensioni
Dopo l'incubo della povera Liesel, passano gli anni, la ragazza è ormai una donna e ha deciso di racchiudere il suo passato in una scatola.
Un giorno, delle manine incuriosite si avvicinarono all'oggetto e Liesel, consapevole, decise di raccontare a queste "manine" tutta la sua storia e chi siano "quelle strane persone".
Dal testo:
"I passi raggiunsero la stanza di ella, la quale muoveva la penna sulle pagine ingiallate.
Pensava sempre del perché non usciva mai come il padre.
Il bambino si avvicinò con curiosità, Liesel accarezzò la testolina castana, strofinò i capelli morbidi, notando il sorriso paffuto del bimbo, gli occhi verde smeraldo brillavano di speranza.
Alzò la testa, mettendosi in punta di piedi.
La donna rise, prese il libro, porgendolo in basso, permettendo la visuale al piccolo.
Lesse le prime righe, ma, ingenuo, non capì un determinante significato.
Levitò in aria il braccio, indicando con l'indice quelle parole che non aveva captato."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liesel Meminger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tuffo nel passato                              Un tuffo nel passato



Correva allegramente per le strade della via del "paradiso", sentiva proclamare questo nomignolo nella sua casetta, dalla voce della madre: scriveva ogni giorno, come se voleva raggiungere un ipotetico obbiettivo.
Aprì la porta di legno all'entrata, la quale cigolò.
I passi raggiunsero la stanza di ella, la quale muoveva la penna sulle pagine ingialliate.
Pensava sempre del perché non usciva mai come il padre.
Il bambino si avvicinò con curiosità, Liesel accarezzò la testolina castana, strofinò i capelli morbidi, notando il sorriso paffuto del bimbo, gli occhi verde smeraldo brillavano di speranza.
Alzò la testa, mettendosi in punta di piedi.
La donna rise, prese il libro, porgendolo in basso, permettendo la visuale al piccolo.
Lesse le prime righe, ma, ingenuo, non capì un determinante significato.
Levitò in aria il braccio, indicando con l'indice quelle parole che non aveva captato.
-Cos'è?- Le parole uscirono da sole, intatte, facendo ricevere al mittente un sorriso di felicità.
-E' un libro sciocchino.- Ribattè, abbozzando ad un sorriso, incrociando gli occhi di colui che era suo figlio: in lui, aveva racchiuso tutta la sua felicità.
Il bambino, con piccoli passi, si avvicinò al davanzale della finestra, incrociando la foto in bianco e nero di un uomo.
Quell'uomo era suo padre, deceduto dopo la tragica morte in un incidente, la figura paterna però, venne sostituita dallo "zio" Max: non era uno zio biologico, ma lo prendeva per tale.
Le manine morbide si avvicinarono alla foto.
Si avvicinò alla madre, calpestando di tanto in tanto il pavimento.
La donna distolse lo sguardo dalla sua scrittura, uno dei suoi numerosi libri, appoggiando con delicatezza la penna sulla scrivania e avvicinandosi al bambino: gli occhi verde speranza beccarono la madre.
Il piccolo chiuse gli occhi, pensando ad una sgridata: aveva paura nel sentire la mamma rimproverarlo, perché non poteva mai farlo uscire, cosa che a lui piaceva.
Dal canto suo, le labbra di Liesel andarono in alto, sorridendo.
Il piccolo riaprì gli occhi, notando il ritardamento della madre, si accorse soltanto dopo del sorriso di quest'ultima.
Le passò con delicatezza la foto, mentre la castana la prese con due dita, guardando intensamente l'uomo che amava.
Si ricordava di un'altra persona che, in passato, le aveva rubato il cuore come un predatore, mentre lei, come una sciocca, era scampata all'amo, abbandonandolo.
Si domandava cosa sarebbe successo se lo avrebbe convinto a portarlo nell'allenamento speciale dell'esercito, si sarebbe salvato assieme al padre di lui, colui che l'ha tenuta in vita e presa cura di lei come se fosse una delle sue due figlie, quelle povere ragazze, l'esplosione nella sua mente era ancora lì, intatta.
Sembrava cancellarsi, ma il destino infido, sembrava disegnare nuovamente quell'immagine, per poi cancellare e disegnare nuovamente, come per sbeffeggiarla, per dirle che la vita non è facile, che chiunque nella vita "prima o poi morirà".
Suo fratello, i suoi genitori, Rudy e magari anche sua madre naturale, forse, era stata anche una delle prime vittime.
Per istinto, guardò il bambino, suo figlio.
Stava salendo sulla sedia, nel tentativo di sedersi, sembrava così innocente.
Lo aiutò: lo prese in braccio, per poi farlo sedere sulle sua gambe.
Davanti a sè vi era una scatola.
Con ingenuità, il bambino se ne accorse, prendendola tra le mani. Gli occhi si illuminarono, come se avesse un vero e proprio tesoro tra le mani.
Aprì, con altrettanta ingenuità, la scatola, notando in prima fila la foto di un altro bambino, era così piccola che sembrava rimpicciolita.
Consorte le braccia, riempiendo le guance, Liesel pensò che al posto di dargli un'aria più terribile lo rendeva ancora più carino.
-Chi è?- Domandò, voltandosi e dando, letteralmente, l'immagine del bambino davanti agli occhi della madre.
Liesel sorrise, affranta.
Non aveva avuto poi un'infanzia così facile.
Prese la mano, e gli strofinò ancora una volta i capelli castani.
-Tuo zio.- Si avvicinò all'orecchio, sussurrando quella dolce parola.
Il bambino, invece, rimase incredulo: come faceva un bambino così piccolo ad essere suo zio? Non aveva mai visto piccoli zii, magari lo era anche lui, privo di consocenza.
Guardò più volte l'immagine, per poi voltarsi nuovamente verso la madre.
-Davvero? E dov'è?- Domandò innocente, posando la foto sulla scrivania.
La ladra di libri sentiva il dovere di raccontare tutto, e che in passato, quando Frank sarà più grande, gli racconterà tutto per bene.
Sorrise, ma era un sorriso spento.
Indicò in alto con l'indice, mentre il bambino non capii.
-Sul tetto?- Alzò un sopracciglio, facendo ridere la madre: se i morti si trovavano in un tetto, allora era facile andarli a fargli una visita.
-In cielo. E' un piccolo angelo.- Gli toccò il nasino, facendolo ridere.
Frank prese un'altra immagine, notando, ora, due persone adulte.
-E loro?- Voltò la foto in sua direzione, indicando innocentemente i visi di due anziani signori.
Liesel sorrise, ricordava ancora la famiglia Hubermann, e, in qualche modo, si sentiva una Hubermann anche lei.
Una Hubermann speciale.
Ricordava del padre adottivo, Hans, non c'era giorno senza quella fisarmonica, chiamata "fastidiosa" dalla madre adottiva, Rosa, ma quell'oggetto fu molto importante per entrambe dopo la partenza dell'uomo di casa.
Ricordava di quando Rosa non la tollerava, e il sentimento che provava era reciproco, ma il giorno a scuola, quando venne "richiamata", fu stata la donna più buona della sua vita.
Perché si era fatta rivelare solo poco dopo?
Per non scatenare la sua natura da strega, forse, ma in realtà era tutt'altro che strega.
Il piccolo continuava a fissarla, in attesa di una risposta.
-Sono i tuoi nonni.- Rispose, quasi con voce staccata: in quel momento le immagini dei loro corpi rivennero come un flash.
Scosse la testa, cacciando i pensieri.
-Che belli.- Il bambino illuminò gli occhi: tutte quelle persone che stava vedendo sembravano così importanti, o almeno credeva, ma sembrava che ognuno abbia fatto un percorso importante nelle loro vite, e quei nonni che non aveva mai conosciuto davano l'aria di protagonisti.
Liesel invece, pensava, consapevole che non li avrebbe mai rivisti.
Sgranò gli occhi d'impatto, notando la foto di quel ragazzo dai capelli color limone per terra.
Lo prese con delicatezza, per poi dargli un bacino: Frank vide il gesto fatto dalla madre alla foto, notando un bambino biondo dalla carnagione chiarissima.
Vide accanto a lei un'altra bambina, più o meno della stessa altezza del ragazzo.
Si domandò chi fossero.
Liesel sorrise.
-Lui è Rudy Steiner.- Indicò con l'indice il ragazzo.
Quel viso angelico, ricordava la pelle chiara e gli occhi azzurri e i capelli biondi, era il solito prototipo di ragazzo tedesco, ma lui era speciale, diverso dagli altri.
L'unico che poteva considerarsi qualcuno chiamato oltre "amico".
Lo amava, ma ne era pentita nell'aver fatto attendere così tanto quel ragazzo dai capelli color limone, il pesciolino che salvò il tanto bramato libro dal fiume, dalle grinfie di Franz.
Anche la scena davanti alla scuola le venne in mente, sorrise beffarda.
-E questa, sono io.- Indicò adesso la bambina con un libro tra le mani.
Ovunque e dovunque, i libri erano con lei, le parole l'accompagnavano con sè.
Frank avvicinò la testa alla foto, avvicinando gli occhioni dolci.
Pensò che erano davvero carini.
-Lui... doveva essere mio padre, giusto?- Domandò il piccolo con innocenza.
Liesel pensò di negare tutto, ma non poteva rinfacciare una bugia a suo figlio.
Annuì col capo, mentre Frank sorrise: al contrario della foto del fratello, non sembrava molto geloso di Rudy, anzi.
Il piccolo ci pensò su.
Lui era castano dagli occhi verdi e la pelle leggermente abbronzata, riportata dal padre, se era figlio di quel bambino, anche lui sarebbe stato il classico bimbo tedesco?
Sorrise ingenuo: non voleva pensarci.
Liesel posò il tutto, per poi avvicinarsi ad un armadio e posare il pacco lì.
Si voltò con un sorriso verso il bambino, il quale stava uscendo di nascosto come una vera e propria spia: i rumori si sentivano e Frank non era un bambino molto silenzioso, anzi, faceva abbastanza rumore.
La donna sorrise.
-Che ne dici di mangiare qualcosa?- Domandò, mentre il bambino annuì: Liesel prese il cappotto di entrambi e uscì, mano per la mano con suo figlio, la neve le sporcava le scarpe pesanti, mentre i fiocchi davano aria di festa.
Quei fiocchi, quel paese, l'inverno, le ricordava il suo passato.
Un momento importante della sua vita.
Liesel non era una di quelle persone che dava il passato alle spalle, anzi, lo conservava con sè, perché il suo, di passato, era prezioso, coperto da persone preziose e importanti, uniche.
E, anche lei sapeva di essere diversa da altri...
Una parola le rimbombò tra la mente, accennato da molte persone in passato...
"Furfante"






Angolo Autore
Ciao a tutti ^^ Sono Sasi02 ed è la prima volta che scrivo qui.
Conosco "Storia di una ladra di libri" da un anno, adoro il film e prossimamente avrò anche il libro, così da leggerlo tutto.
Ho cambiato il nome del titolo, inizialmente doveva essere "Il racconto della mamma", ma, per un cambio di trama, l'ho cambiato ^^
Ho dimostrato una Liesel donna, ancora giovane assieme al suo bambino Frank (premetto che non so come si chiamino i figli originali, né tanto meno quanti ne abbia avuti di preciso).
E nulla.
Spero che questa sorta di racconto introspettivo vi abbia catturati ^^
A presto
Sasi02
   
 
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