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Autore: Hao Sakura    05/02/2017    2 recensioni
Dedicata al mio migliore amico.
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Non ci pensò due volte e le saltò addosso, abbracciandola.
- Porca miseria, che diamine ti salta in mente?! - Urlò la giovane, appena caduta per terra, con tono furioso. Non si era accorta che, a farla sbilanciare, era stato il suo migliore, ed anche unico, amico.
- Robin, non ti avevo riconosciuto! Scemo, mi hai fatto prendere un accidente! - Disse lei, scherzosa; anche se la sua espressione non era mutata affatto.
- Su, Sakura, non te la prendere per così poco! Gridi già di prima mattina? Di solito cominci molto dopo. -
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arigatō, tomodachi ni...
(Grazie, amico mio...)




Sai, c'è una canzone che recita queste parole: “I'd die for you, I'd lie for you. I'd steal for you, I'd cry for you. (1)” che sono incentrate sull'amore. Io stessa te le dedico, ma non perché ti ami; bensì, perché le meriti.
Sei stato il mio primo amico, il mio primo vero amico.
Mi hai accettata per quella che ero, e che ancora sono. Te ne sei fregato di tutto il resto; mi hai sempre accolta con un sorriso e di ciò ti sarò infinitamente grata.
Non importa quante volte cadessi, tu eri sempre lì a tendermi la mano, aiutandomi a rimettermi in piedi.
Ho potuto dirti qualunque segreto, non l'hai mai rivelato a nessuno; non mi hai mai riso in faccia per le mie idee strampalate.
Ricordo ancora quando t'innamorasti di me e me lo dicesti.
Eppure, ci conoscevamo da meno di ventiquattr'ore! Ed in quel momento, iniziò la nostra amicizia, il nostro legame indissolubile.
Ti regalo questa “cosa” partorita dalla tua pazza preferita.
Arigatō, Roby-kun...



Giornata perfetta, per un ritorno a scuola altrettanto perfetto.
Almeno, sembrava essere così per gli studenti di particolare scuola, che si trovava in una particolare città.
Capelli rosa, legati in una coda con alcuni ciuffi ribelli, e gli occhi color nocciola; espressione fredda; la pelle diafana ed incredibilmente mingherlina. Come non riconoscere quella ragazza, che ora si avviava con passo spedito verso la scuola?
Non ci pensò due volte e le saltò addosso, abbracciandola.
- Porca miseria, che diamine ti salta in mente?! - Urlò la giovane, appena caduta per terra, con tono furioso. Non si era accorta che, a farla sbilanciare, era stato il suo migliore, ed anche unico, amico.
- Robin, non ti avevo riconosciuto! Scemo, mi hai fatto prendere un accidente! - Disse lei, scherzosa; anche se la sua espressione non era mutata affatto.
- Su, Sakura, non te la prendere per così poco! Gridi già di prima mattina? Di solito cominci molto dopo. - Constatò sorridente il ragazzo che l'aveva appena pseudo-uccisa. La rosa roteò gli occhi, esasperata -quanta pazienza ci voleva con lui! - ed il nuovo arrivato sghignazzò, divertito.
- Se tu non mi facessi prendere un infarto, forse, e dico “forse”, non imprecherei ogni sacrosanta volta! - Ribatté, imitando le virgolette al secondo forse, con fare annoiato.
- Pff, come fai la difficile. Allora è vero che sei una ghiacciolona! -
La povera malcapitata dovette astenersi dal strozzarlo; si limitò a dargli un pugno in testa, con sottofondo la risata dell'amico, e prendendo aria. Inspirò ed espirò parecchie volte, cercando di recuperare la calma e la pacatezza che la contraddistingueva.
Nonostante tutto, gli voleva un bene profondo e sincero.
Certo, litigavano e si punzecchiavano a vicenda, ma si consideravano fratelli.
- Piuttosto, “Miss Fredda anche in estate”, vogliamo entrare o preferisci rimanere lì per terra a prendere il sole? Capisco il tuo bisogno di abbronzarti, ma non mi sembra né il momento, né il luogo. - Le porse la mano, aiutandola a rialzarsi. Sakura abbozzò un sorriso, afferrando il suo palmo.
Robin poteva essere pure un idiota cronico, un pagliaccio da competizione o un festaiolo nato, ma di certo non era cattivo. Anzi, più e più volte era riuscito a spaccare il muro di solitudine che lei si era creata. Per questo era il suo migliore amico e mai lo avrebbe cambiato.
Quest'ultimo era un ragazzo molto alto per la sua età; dalla carnagione cadaverica. Aveva i capelli neri e spettinati, con un ciuffo in mezzo alla fronte, dove spiccavano alcune ciocche prima tendenti al bianco e poi al rosso, per finire al color pece. Due meravigliosi topazi spiccavano come occhi, mentre un taglio solcava l'arcata sopraccigliare sinistra, tagliandola a metà, ed arrivando vicinissima al naso. Aveva un orecchino nero sul lobo destro e due piercing rosso vermiglio in prossimità dell' Elice. (2)
Si diressero in classe, pronti per una nuova avventura.


Appena entrati nell'aula, vennero accolti dal gran trambusto dei compagni, che, già di prima mattina, parlavano con voce spropositatamente alta.
I due amici si sedettero ognuno ai propri posti, aspettando l'arrivo dell'insegnante. Passarono varie ore, finché non venne il momento di andarsene e concludere le lezioni. Il tempo era passato lentamente; tutti gli alunni non vedevano l'ora di tornare a casa.
Sakura si diresse verso l'uscita della scuola, dove il grande ed imponente cancello era stato aperto, per consentire a tutti gli studenti di uscire.
Continuò a camminare spedita, almeno fin quando tre ragazzi non le si pararono davanti. Erano più alti di lei ed avevano un sorriso malefico stampato in faccia; alzò un sopracciglio, visibilmente sorpresa.
Cosa volevano ora quegli idioti da lei?
- Avete bisogno di qualcosa, o posso passare? - Il trio sghignazzò a quella domanda. Si lanciarono uno sguardo d'intesa e l'individuo in mezzo fece un passo in avanti, arrivando alla sua altezza. Lei non si fece intimidire; si limitò a squadrarlo con sufficienza.
- Tu non vai proprio da nessuna parte. - Sentenziò con voce fredda. Gli altri due che lo affiancavano risero divertiti dalla scena.
- E dovreste essere voi ad impedirmelo? - Chiese ironicamente con una punta di sarcasmo. Si guardarono sbigottiti, mentre il loro volto si contraeva in un'espressione basita.
Andrew, così si chiamava il loro capo, riacquistò il suo autocontrollo e, ripresa la sua espressione arrogante, frugò dalla tasca della sua felpa. Dopo poco ne tirò fuori un ciondolo a forma di mezzaluna, il cui filo era arrotolato tra le sue dita affusolate, mentre dondolava da una parte ad un'altra con lenti movimenti.
Sakura non poteva fare a meno che tenere gli occhi sgranati; il respiro le morì in gola ed osservava, come ipnotizzata, il piccolo oggetto tenuto in mano al ragazzo.
- Brutto deficiente, restituiscimelo! Quello è il ciondolo che mi ha dato un'amica! - Allungò le mani di scatto, cercando di riprendersi ciò che le apparteneva. Ma, invano.
Visto che Andrew ed i suoi scagnozzi si tiravano la collana, impedendole di afferrarla; ridevano divertiti dai suoi inutili sforzi. Con faccia disperata, la ragazza continuava a provare, ma non arrivava alla loro altezza.
- Se davvero lo rivuoi, vieni a prenderlo! - Dopo quell'affermazione, lo lanciò lontano. Atterrò violentemente sulla strada che dava sulla scuola. La giovane cominciò a correre, scostando gli studenti che uscivano. Lo sguardo terrorizzato; il cuore a mille in quella che sembrava una corsa contro il tempo.
Tutto scorreva a rallentatore nei suoi occhi color nocciola che saettavano, da una parte all'altra, alla ricerca di ciò che le apparteneva.
Tornò tutto normale nel momento stesso in cui un camion passò sopra alla collana a forma di mezzaluna, frantumandola in mille pezzetti; i quali si sparsero sull'asfalto disordinatamente.
Non poté credere a quello che vide. Non potevano averlo fatto davvero.
Sentì gli occhi inumidirsi, mentre lacrime cerulee; affrante; avvelenate, solcavano le sue pallide guance.
Abbassò il capo, singhiozzando convulsamente; strinse i pugni ed incominciò a tremare.
Non si accorse nemmeno che qualcuno le aveva appena posato una mano sulla spalla; voltò il capo accorgendosi dell'unica presenza amichevole che sempre l'aveva affiancata: Robin.
- Cos'è successo? - Domandò l'amico, preoccupato; nonostante ciò, continuò a mantenere la tranquillità che lo contraddistingueva. L'altra, ancora con le lacrime agli occhi, indicò il punto in cui il suo prezioso artefatto era stato rotto in mille frammenti. Il moro sospirò, affiancandola.
- Perché te la prendi tanto? - Domandò innocentemente, curioso.
Non poteva credere alle proprie orecchie. Come poteva il suo migliore amico aver detto una cosa del genere?
Proprio lui, che conosceva la triste storia di quel ciondolo a cui tanto era legata.
L'altra si alzò e lo prese per la maglietta con forza e prepotenza.
- Come fai a dire una cosa del genere?! Come?! Sai meglio di me quanto fosse importante quell'oggetto e tu te ne esci con una domanda così?! - Gridò furiosa. Lo tenne ben saldo e lo fissò negli occhi con rabbia e disgusto.
Sorrise e Sakura inizialmente pensò che la stesse prendendo in giro, ma quando lui tirò fuori da una tasca dei pantaloni la sua collana, completamente intatta, dovette ricredersi. Per un momento rimase incredula, ancora con le dita artigliate nella sua felpa. Si staccò lentamente, con le mani tremanti.
- M-Ma, tu quando... - Provò a chiedere balbettando, venendo prontamente zittita.
- Prima che quegli idioti potessero fare qualcosa l'ho presa e l'ho sostituita con una falsa. Nessuno tocca la tua roba, tranne il sottoscritto. - Affermò allegramente. L'amica rimase per un istante incredula; dopo poco, però, lo cinse in un abbraccio sincero; grato e pianse. Pianse perché era una persona fantastica; pianse per tutte le cose belle che aveva fatto per lei.
- Grazie, Roby-kun... -
- E per cosa? - Chiese, fintamente confuso, ma sempre con il suo solito sorriso. Intanto, le sue gote diventavano color porpora dall'imbarazzo.
- Per tutto. - Rispose, stringendo ancor di più la presa su di lui.





Angolo dell'Autrice malata
Salveee! Vi sono mancata?
So di dover aggiornare un sacco di storie, ma ne ho per la testa moltissime!
Poi, non potevo non scrivere una dedica al mio migliore amico. Il quale è molto importante per me e che considero un fratello.
So che avresti preferito una cosa con la tua Moge-ko, ma quello è un progetto per un futuro prossimo! xD
Grazie a chi ha letto e chi recensirà!
Alla prossima!
One kiss
Hao Sakura



P.S

“I'd die for you, I'd lie for you. I'd steal for you, I'd cry for you. (1)”: Parole derivanti dal testo della canzone “You Can Buy Everythingh”, di SoMo.
Tradotto: “Io morirei per te, io mentirei per te, io ruberei per te, io piangerei per te.”
“Elice (2)”: Parte esterna dell'orecchio.


 
   
 
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