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Autore: Stardust87    07/02/2017    9 recensioni
Un amore tanto atteso può nascere da un solo sguardo?
***
“Sì, lei è come me, ne sono più che certo. Lei è il sole, quel sole vitale che per troppo tempo mi è stato negato. La sola creatura che può riuscire nell’arduo compito di scaldare il mio corpo vuoto e freddo.
Io, al contrario, sono la luna, beffarda, mistica e incantatrice.
Siamo due entità opposte e complementari. E siamo qui, adesso, uno di fronte all’altra.”
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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LA MIA SPOSA
 
 
 





“La vita in fondo cos’è?
Solo l’attesa di qualcosa d’altro”
Bram Stoker
 





Tum.. tum.. tum..

Sento il suo cuore battere aldilà della spessa parete in pietra che momentaneamente ci separa. Un palpito sordo e cadenzato.

Le mie orecchie sono tese a percepire il minimo suono, la più piccola vibrazione, e tutta la mia attenzione è rivolta alla porta in legno ancora serrata. L’avverto finalmente aprirsi, accompagnata da un fastidioso e sinistro stridio.
Ed ecco che uno spiraglio di luce filtra debolmente nella stanza, rischiarando tenuemente uno spicchio di pavimento. Un’ombra si proietta su di esso, oscurandolo per un istante, poi l’uscio si richiude con uno schiocco ed un rumore accennato di passi mi annuncia che finalmente ella è là, poco distante da me.

Un profumo speziato e floreale irrompe nell’aria, investendo prepotentemente le mie narici e lasciandomi inebriato e parzialmente stordito.
La vedo muoversi piano nella penombra, guardarsi intorno timorosa, spaventata, ma allo stesso tempo incuriosita. D’improvviso avverto distintamente l’accelerare del suo cuore, un battito veloce, un movimento quasi tumultuoso.
La osservo lungamente tenendomi in disparte, a qualche metro di distanza. La scruto dall’angolo della stanza più defilato, dove l’oscurità la fa da padrone.
Il chiarore del fuoco, che illumina fiocamente la parte intermedia della stanza, ne riflette i contorni in una luce fatua e rossastra, rendendola una visione quasi eterea. I lunghi capelli neri le arrivano fino a metà della schiena. Il vestito scarlatto che indossa ne evidenzia la figura esile, leggiadra, sinuosa e armonica.

È nel fiore degli anni e questo fa di lei la mia creatura ideale.

Mi avvicino alla fanciulla di soppiatto, voglio studiarla ancora un po’ prima di mostrarmi ai suoi occhi innocenti. Devo capire se è una delle tante o colei che aspetto disperatamente da tempo immemore. Vedo la paura scaturire dalle sue movenze impacciate, la avverto in quel respiro accelerato, mozzo e pesante.
La cosa mi lusinga e mi eccita oltre ogni dire.
Non riesco ancora a vederla bene in volto, la luce è troppo debole e noi ancora troppo distanti l’uno dall’altra.

Adesso però è arrivato il momento tanto agognato. Sento un forte bisogno di vedere i tratti del suo viso, di conoscere quel volto che immagino bellissimo e delicato. Avanzo di poco, i miei passi sono lenti e felpati, inconsciamente non voglio rompere quell’idillio di attesa che precede sempre il piacere. Il mio mantello nero volteggia lungo i miei fianchi, strusciando lievemente il liscio e scuro tessuto dei calzoni, provocando un flebile rumore che ella, comunque, avverte nitidamente.

Si volta di scatto verso di me, in un movimento repentino e istintivo, visibilmente atterrita e spaventata.

E così, d’un tratto, i nostri occhi si incrociano e si fondono, collimando con impeto come spade infuocate. Le mie pupille dorate si fissano in quelle di lei, nere come la pece.
La scruto con insistenza in ogni minimo dettaglio, come divorato da una fame insaziabile. Un giglio bianco spicca nella parte superiore del capo: è abilmente intrecciato nei suoi soffici capelli, proprio sopra l’orecchio sinistro. Opposto ad esso scorgo un secondo giglio, dalla cui estremità inferiore ciondolano due vellutati nastri rossi, che fa bella mostra di sé in quella folta e corvina chioma. Quei piccoli particolari le incorniciano il volto e la fanno sembrare una ninfa dei boschi.

È bella, bellissima come avevo immaginato.

Ma c’è di più in lei oltre alla semplice bellezza. Avverto quel candore e quel calore che ormai da lungo tempo ha abbandonato il mio gelido corpo. La sua purezza mi devasta e quegli occhi innocenti mi hanno di già stregato.
La paura irrazionale, che ella aveva provato prima di vedermi, sembra improvvisamente abbandonarla.
Mi osserva come incantata e piacevolmente colpita da ciò che vede.
Non sembra spaventata dal colore dei miei occhi, così inverosimile, o dai miei lunghi capelli d’argento davvero inusuali.
È la prima donna che non urla terrorizzata al mio cospetto, che non indietreggia spasmodicamente come se davanti a lei ci fosse un demonio.

Già, perché questo sono io in realtà: un demone che si nutre del sangue delle giovani umane.

Un demone che da troppo tempo aspetta una giovane fanciulla per farne la sua sposa.

Attratto da una sorta di magnetismo per me incomprensibile, allungo una mano verso il suo viso, ansioso di saggiare quella pelle fresca, candida e vellutata. La fanciulla sbarra gli occhi e sobbalza leggermente al mio effimero tocco, come scottata. Un leggero tremolio le attraversa il corpo mentre serra le rosse labbra, tanto forte da farle diventare una vermiglia linea estremamente sottile.
La vedo irrigidirsi e infossare leggermente la testa nelle spalle, come a volersi in qualche modo proteggere da me.
Solo allora noto il suo candido collo, lungo e affusolato, così dolce e invitante.
Senza rendermene conto, mi lecco più volte il labbro superiore, pregustando il sospirato momento in cui vi avrei affondato i miei canini appuntiti e succhiato avidamente il dolce nettare che scorre in quelle pulsanti vene.  

Forse la fanciulla, anche se impaurita, ignora chi ha davanti.

Io sono colui che solitamente viene definito vampiro.

Sono io l’essere più forte di questa specie maledetta. La mia condizione di morto ancora in vita, che vaga implacabilmente nel mondo dei vivi, mi rende aberrato, temuto e rispettato.
Ogni uomo su questa terra paventa la mia forza invincibile, la mia furia cieca e la mia atroce vendetta. So che non sarà per sempre, che qualcuno prima o poi verrà a porre fine all’abominio che sono. In tanti, deboli e sciocchi umani, ci hanno già provato ma non sono più in vita per raccontarlo. La mia permanenza in questo mondo è permea di forzata reclusione durante il giorno e di oscuro vagabondaggio di notte, alla strenua ricerca di qualcosa, o di qualcuno, che riesca a dare un senso alla mia condotta triste e solitaria.

Il mio desiderio è uno solo. Una donna.

Ne voglio una sola al mio fianco, una femmina che possa donarmi tutta se stessa, senza remore, fino alla fine dei tempi.
Tante fanciulle sono state condotte (e costrette) da pavidi umani al mio cospetto, ma nessuna di loro possedeva i requisiti per poter ricoprire questo importante ruolo.

Ora però credo di averla finalmente trovata. È lei, ne sono sicuro.

Avvicino di nuovo la mia mano alla sua guancia e lei istintivamente vi si appoggia, ora senza più timore, priva di più qualsiasi forma di paura. Scruta prudentemente il mio volto con i suoi fulgidi occhi neri, trattenendo a stento un sorriso di approvazione.

<< Siete freddo.. >> mormora titubante, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal mio.

Lei, al contrario, è così calda e piena di vita. Solo da quell’effimero contatto riesco a percepire tutto il calore che le esplode dentro e che tanto mi aggrada.
Il pensiero di addentrarmi in quel corpo bollente e pulsante mi logora e mi rapisce, niente ora ha più senso se non avere lei.
Sento una forza irrefrenabile scuotermi da dentro, impossessarsi di me per rendermi schiavo di questa sconosciuta fanciulla.
Voglio goderne fino in fondo, fino al momento in cui lei diverrà come me, un corpo freddo e senza vita, eppure ancora qui in mezzo ai vivi.

Lei sarà con me, per sempre.

<< Come ti chiami? >> le chiedo senza lasciar trasparire nessuna emozione dalla voce.

Anche il mio viso è una maschera impenetrabile. Voglio celare ai suoi occhi il tumulto interno che mi sta velocemente divorando.  
Dal momento in cui il mio sguardo si è posato su di lei, in me si è risvegliato qualcosa che era assopito da lungo tempo.
Ero fermamente convinto di non essere più in grado di provare alcun tipo di emozione.

<< Il mio nome è Rin, Lord Sesshomaru >> mi risponde timidamente, questa volta abbozzando un sorriso.

Ma certo, lei sa benissimo chi sono e che cosa sono. Naturalmente è stata istruita molto bene prima di essere condotta qui.
Eppure sembra accettarmi per la mia natura, senza nessuna sorta di esitazione.

Inclino la testa da un lato, scrutandola per bene all’iridescente luce del fuoco.

È una creatura divina, se io non fossi il male assoluto oserei pensare che lei rappresenti il bene. Il bene che governa questo mondo e che lotta strenuamente per contrastare le forze del male.

Che lotta per contrastare me.     

Ma se davvero lei lo fosse, se lei fosse il bene, come può (o come potrebbe) accettarmi per quello che sono?

Eppure..

Nei meandri dell’animo umano, anche di quello più buono, esiste un lato oscuro, una parte che tendenzialmente si riesce a dominare, per poi lasciarlo erompere in determinati, fortuiti e scabrosi momenti.

Lei è così forse? Una perla attirata dall’ignoto e attratta dalla più cupa oscurità?

Sì, lei è come me, ne sono più che certo.

Lei è il sole, quel sole vitale che per troppo tempo mi è stato negato. La sola creatura che può riuscire nell’arduo compito di scaldare il mio corpo vuoto e freddo. Io, al contrario, sono la luna, beffarda, mistica e incantatrice. Siamo due entità opposte e complementari. E siamo qui, adesso, uno di fronte all’altra.

Le afferro il viso con entrambe le mani e avvicino la mia bocca alla sua, impaziente di avere un contatto più profondo, un’unione rivelatrice. Rin cerca di ritrarsi, prova a indietreggiare spaventata dalla mia audacia.

Ma io non glielo permetto.

Non sono un ragazzino a cui può dire di no, ho tanti anni quanti ne ha il mondo, ho atteso tanto questo momento e non ci rinuncerò.

Incollo nuovamente i miei occhi ai suoi, comunicandole con lo sguardo che non c’è nessun pericolo, nessun rischio, almeno per il momento. La fanciulla sembra fidarsi e si lascia stringere dalle mie possenti braccia. Le mie mani le cingono la sottile vita e l’attirano con forza contro il mio corpo. Finalmente sotto le mie dita avverto di nuovo quel dolce calore, che trapela come un fuoco rovente attraverso il leggero tessuto del suo vistoso abito rosso. Adoro questa percezione, è una sensazione che mi ha totalmente affascinato e sedotto.

Le nostre labbra si sfiorano, dapprima in modo delicato ed effimero, come un battito d’ali. I suoi occhi neri, torbidi come un mare in tempesta, mi fissano languidi e dilatati. Da loro traspare tutto ciò che inconsciamente ambisce ma che ha paura di reclamare come proprio.

Ora so che è pronta.

Mi fiondo di nuovo sulle sue labbra, con foga e irruenza. Questa volta non c’è nulla di delicato e dolce, ma c’è passione, urgenza, desiderio.
La voglia di possederla si fa sempre più incessante, sempre più impellente.
Sarà solo per una volta, prima della sua trasformazione. Quasi mi dispiace di doverla privare di tutto ciò che la rende umana e desiderabile, ma ne sono costretto.
Se resta in queste condizioni si ammalerà, soffrirà e infine morrà.

E io resterò di nuovo solo.

No, non posso permetterlo, non ora che l’ho trovata.

Mi stacco da lei a fatica e la guardo intensamente: ha il respiro affannato e il suo petto, lasciato parzialmente scoperto dalla profonda scollatura dell’abito, si abbassa e si alza ad un ritmo incalzante. I miei occhi bramosi si posano proprio in quel punto, e vi scorgono un piccolo accenno ai candidi e morbidi seni che mi incendia fatalmente i sensi.
Il suo cuore palpita talmente forte che lo sento rimbombarmi nelle orecchie. Mi godo quei piccoli e insignificanti particolari in ogni loro sfumatura, quando non ci saranno più mi mancheranno.

So che è un rischio, ma voglio che anche lei mi veda per bene, in ogni minimo particolare.

La prendo per mano e la conduco verso la finestra, entrambi rigorosamente muti.
Non ho mai amato i rumori né le troppe chiacchiere, forse perché la mia vita solitaria e obliata è costituita per gran parte dal silenzio che predomina il mondo notturno. Lei si lascia condurre docilmente, sembra non avere più nessun timore di me.

Un grande e antico letto matrimoniale padroneggia nella stanza come se ne fosse il re. È posto al nostro fianco, un muto testimone del nostro futuro, pronto ad accoglierci questa notte per la prima volta, ma non per l’ultima.

Uno spicchio di luna brilla nel cielo stellato nella sua argentea luce e, attraverso la finestra, proietta un fascio luminoso direttamente sul soffice copriletto azzurro, come un faro nel mare.

Mi giro a fissarla un’ultima volta prima del punto di non ritorno.

Sole contro luna.

Rin mi guarda stranita, forse ha capito cosa succederà da lì a breve, ma aspetta comunque di udirlo dalla mia bocca.
È il momento, devo dirglielo.

<< Tu sarai la mia sposa >> le annuncio in tono sommesso, attendendo con trepidante angoscia una sua risposta.

Lei immediatamente mi sorride. Un sorriso sincero, anche se timoroso ed incerto.

Incoraggiato da quel gesto, la prendo di nuovo tra le braccia e lei poggia istintivamente la testa sul mio petto, facendo aderire la guancia al mio torace.

Mi circonda la vita con le sue esili braccia, con una naturalezza sconcertante. La osservo, ammaliato, chiudere gli occhi e lasciarsi sfuggire un lungo sospiro di piacere.

Io resto immobile, godendomi appieno il calore che quello scricciolo di donna emana.
È vero, sono un vivente senza vita e senz’anima, ma un pensiero si imprime con forza  nella mia mente:

“Non sarò più solo, mai più”.

Per la prima volta, in questa mia lunga e inappagata esistenza, mi sento pervadere da una sensazione nuova, di delizia e beatitudine, che si avvicina, forse, a quella che gli umani chiamano semplicemente felicità.

 
 
 
 


















Angolo Autrice

Salve a tutti! Sono finalmente tornata a pubblicare qualcosa!^^
Per questa os ho preso spunto dall’incontro tra il Conte Dracula e Mina presente nel famosissimo film di Coppola (Dracula di Bram Stoker) ma che, naturalmente, ho rivisitato e descritto a mio piacere.

Ringrazio tantissimo Tisifone 1301 per il meraviglioso banner e per avermi spronato a pubblicare questa storiella! Cosa farei senza di te, mia cara? *_*

Spero vivamente che vi sia piaciuta^^’’  
Sarei felicissima di conoscere la vostra opinione! Un bacione e grazie infinite per aver letto! :*

 
  
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