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Autore: NWriter    08/02/2017    1 recensioni
La bambina, colta dallo stupore tipico dei fanciulli, puntò il dito verso il rosato orizzonte.
In lontananza, fra le enormi montagne di ghiaccio, una piccola imbarcazione in legno e dalla vela rossa come i gigli orientali attraversava lo stretto canale, diretta verso l'ignoto.
La piccola sorrise, stringendo con ancor più forza la mano del padre.
- Torneranno mai a casa? - gli chiese, mostrando la malinconia per un amico perduto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina, colta dallo stupore tipico dei fanciulli, puntò il dito verso il rosato orizzonte.
In lontananza, fra le enormi montagne di ghiaccio, una piccola imbarcazione in legno e dalla vela rossa come i gigli orientali attraversava lo stretto canale, diretta verso l'ignoto.
La piccola sorrise, stringendo con ancor più forza la mano del padre.

- Torneranno mai a casa? - gli chiese, mostrando la malinconia per un amico perduto.
- Non possiamo saperlo Cass. - 

il suo volto si intristì; quell'ultimo saluto al suo caro amico non gli era bastato; era anche dell'idea di non aver accarezzato a sufficenza il folto e caldo pelo di Theo, vecchio mastino da guerra che si era dimostrato molto di più di una semplice macchina per uccidere, intrattenendo e proteggendo tutti i bambini di quel piccolo villaggio sperduto nelle lontane montagne ghiacciate dell'est.

- Secondo me torneranno, e quando succederà Silfur mi racconterà di avventure incredibili e poi mi porterà via con se, verso altre mille avventure! -disse con gli occhi inebriati da quel suo fantastico sogno. 
Il padre la abbracciò stringendola forte, triste all'idea che un giorno se ne sarebbe andata lontana da lui, verso il suo destino.

- Forza, torniamo dalla mamma ora, aiutiamola ad accendere il fuoco per la cena. - disse l'uomo dai lunghi capelli corvini incamminandosi giù dalla piccola collina ricoperta di muschio verdastro.
- Si! Mi piace tanto la ciccia che cucina la mamma! - esclamò seguendolo.

Gli anni successivi a quel giorno furono favorevoli e la ragazza crebbe forte e coraggiosa, il piccolo villaggio lentamente raddoppiò i suoi abitanti, accogliendo viaggiatori da ogni parte; ora le piccole case di legno e pelle non si fermavano più sullo spiazzo circondato dalla roccia, ma con supporti di legno erano state costruite anche lungo le pareti della immensa montagna; ma per quanto fosse più grande ora alla vista dei primi abitanti di quel luogo, rimaneva comunque nulla più che un villaggio di pescatori e cacciattori.
Il padre, ormai con i capelli ingrigiti dal tempo, indugiava con il volto corrugato su una sedia di legno dalla seduta in vimini, nella quale era stato intrecciato un motivo dedicato alla caccia.

- No, non puoi partire. -
- Ma perchè padre? -
disse la ragazza, ormai poco rimaneva del suo corpo da bambina, era molto più grande ora, anche il suo seno si era ingrossato, dandole le forme di una donna adulta.
- Perchè non sei ancora pronta, fine della discussione! -
La ragazza, soffocando un grido di rabbia uscì da quel largo Teepee, la quale pelle recava ripetuta su tutti i lati la parola "Gknarul", Mastro Consigliere in lingua corrente.

Era pronta da tempo invece, anche lui lo sapeva, ma faticava a lasciarla andare, d'altronde era l'unica figlia che gli era rimasta, e non voleva perderla per niente al mondo, quindi non importava quante volte venisse a chiederglielo e quante argomentazioni trovasse, avrebbe riposto di no finchè avrebbe avuto vita.

Ma quel giorno accade qualcosa di inaspettato, qualcosa di cui tutti ormai si erano dimenticati da tempo.

L'uomo sentì le voci dei guerrieri all'esterno, qualcuno voleva entrare e stavano tentando di fermarlo, ma non ci riuscirono, fece a malapena in tempo a girarsi verso la pelle di orso che serviva da porta che un ragazzo dai corti capelli capelli castani e dagli occhi cinerei la scostò entrando e gli si pose dinanzi; il suo volto trasmetteva una sensazione di paura, accentuato dalle varie rune incisevi con un inchiostro nero che lo attraversavano completamente, da orecchio a orecchio, una fila sul naso e una sulla fronte.

- E' un piacere rivederti Balmur, devo ammettere che però il tempo è stato inclemente con te. - disse mutando la sua espressione in un sorriso.
L'uomo, completamente sopreso, riconobbe gli occhi del ragazzo
- S...Silfur! -
I due si abbracciarono sotto gli occhi increduli delle guardie.
   
 
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