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Autore: The Land Of Disagio    08/02/2017    0 recensioni
Auruo e Petra stanno insieme fin dal secondo anno di arruolamento nell'esercito, scegliendo di unirsi entrambi nella Legione Esplorativa. Qualcosa, però, cambierà quando il loro destino si intreccerà con quello di un misterioso Capitano dagli occhi sfuggenti come la nebbia e freddi come il ghiaccio.
Il loro destino è incerto, la loro vita sospesa ad un filo e, si sa, il cuore di una persona può essere davvero particolare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo Bossard, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nel cortile calò un silenzio innaturale.
I tre, immobili come statue, si fissarono increduli per secondi che sembrarono durare un secolo.

Petra aveva le braccia ancora allacciate al collo di Levi, che a sua volta aveva la mano tra i capelli della ragazza mentre l’altra era sul suo fianco.
Auruo era lì, ghiacciato a sua volta, con uno sguardo completamente vuoto, come se stesse affrontando un orrendo incubo. Solo che l’incubo era realtà, proprio davanti a sè.

La sua fidanzata era tra le braccia di un altro uomo.

Tra tutte le cose che si poteva aspettare da lei, quella era l’ultima.

Il tempo sembrò ripartire quando una tremante Petra, sull’orlo di una crisi nervosa, si staccò dal collo dell’amante. Le labbra le tremavano violentemente, boccheggiando come se stesse cercando di dire qualcosa ma non trovasse l’aria per parlare.
Si aspettava che da un momento all’altro cadesse a terra soffocata.
Provò a balbettare qualcosa, facendo un passo verso di lui, ma niente sembrava riuscire a uscire dalle sue corde vocali. Le scosse del suo corpo si fecero più violente, e Levi se ne accorse, toccandole un braccio per tranquillizzarla.

Fu quel piccolo gesto che riscosse Auruo, e la rabbia prese il posto della delusione.
“Petra! Come hai potuto?”, gridò frustrato, mentre la calma gli sfuggiva sempre più dalle mani. Stava perdendo il controllo.

“M-Mi dispiace”, balbettò la giovane, prima di venire interrotta. “Un ‘mi dispiace’ non risolverà le cose o ti giustificherà”, sbraitò l’uomo, “Sei solo un’egoista bugiarda, brutta put-“.
Auruo non fece in tempo a finire di parlare che si ritrovò steso a terra, mordendosi la lingua, la testa che gli girava come una trottola e qualcosa di vischioso che gli colava dal naso.
Sopra di lui si stagliava la figura del Capitano, che lo fissava con uno sguado infuocato. “Attento al linguaggio, moccioso”, ringhiò.

“Bastardo”, biascicò l’uomo a terra, cercando di colpire il rivale con un calcio, mancandolo. Levi avrebbe reagito, se Petra non si fosse messa in mezzo tra i due con il proprio corpo, spingendo l’amato indietro.
“BASTA” urlò istericamente, continuando a trattenere Levi per le spalle.

Quel grido fece fermare l’uomo, che indietreggiò lentamente respirando a fondo, stringendo al petto Petra con un braccio facendola sfogare, ma attirò anche l’attenzione di Hanji ed Erwin, che accorsero per accertarsi della situazione.

Ad Hanji bastò uno sguardo per capire cosa era successo, e si apprestò a soccorrere Auruo per fermargli la copiosa emorragia nasale.
Erwin per la prima volta pareva realmente confuso, continuava a spostare lo sguardo da una parte all’altra senza capirci un accidente, aggrottando le folte sopracciglia.

Auruo e Petra avevano litigato per via del rifiuto?
Lui aveva provato a picchiarla?
Qualcosa di grosso era successo, se no non riusciva a spiegare la crisi di pianto della ragazza, e sul perché Levi era dovuto intervenire.

“Sta bene?” si ritrovò semplicemente a chiedere, sentendosi fuori luogo. “Una meraviglia, come vedi”, commentò sarcastico Levi, “Quella maleducata piccola merda deve imparare a tenere a freno la lingua. Con il tuo permesso, vorrei portarla via di qui”, sbuffò stancamente, avvolgendo una spalla della donna.
In quel momento tutto si fece chiaro agli occhi del biondo, che spalancò gli occhi stupito, sussurrando un semplice “Oh”.
Il forte Comandante Erwin era stato appena colto di sorpresa, e, riflettendo su come era possibile che non si fosse accorto di nulla, seguì in silenzio Hanji, che trascinava quasi di peso Auruo verso l’infermeria per ripulirlo dal sangue.

Nel frattempo, Levi e Petra erano appena rientrati nella struttura. Ancora la donna non aveva finito di piangere.
L’uomo di sentiva tremendamente a disagio, non era un granché con le persone in lacrime. Si limitava ad accarezzarle sporadicamente la testa, dandole qualche piccola pacca sulla spalla, rimanendo in silenzio.
“Mi dispiace”, mormorò infine, “non volevo spaventarti”.

Petra alzò la testa color rame, guardando il compagno, asciugandosi gli occhi color ambra. “Non è colpa tua”, lo rassicurò, “sono io che ha causato tutto questo casino… ma sono sollevata che sia tutto finito”, sospirò appoggiando la testa nell’incavo della spalla dell’uomo che amava.

*

*

*

Ancora con l’adrenalina addosso per quello che era successo, i due amanti si coricarono insieme, nella camera di lui, come aveva chiesto Levi stesso una volta rimasti soli. Il buio avvolse i loro corpi, e il silenzio cadde sovrano nella camera. Entrambi erano tremendamente stanchi, l’incidente li aveva spossati fisicamente e mentalmente, ma Petra non riusciva a prendere sonno in alcun modo.

Il senso di colpa la divorava, nonostante al fianco del suo Capitano si sentisse la donna più felice del mondo. Avrebbe voluto risolvere in modo migliore con Auruo, ma non era stata abbastanza forte e adesso il ragazzo l’avrebbe odiata. Non che gliene facesse una colpa, era stata lei a sbagliare mancandogli di rispetto, ma avrebbe desiderato chiarire con lui in maniera pacifica.

“Levi”, bisbigliò, “sei sveglio?”. L’uomo aprì i suoi occhi grigio-azzurri, appena assonnati. “Più o meno”, rispose, accarezzandole i capelli, “Cosa c’è?”.
Petra arrossì lievemente quando sentì le dita del compagno scivolare distrattamente sulla sua guancia, accarezzandola. “Niente...”, sorrise, “Volevo solo vedere se eri sveglio”. Con la mano raggiunse quella di Levi, stringendola a sua volta per spronarlo a continuare.

Quello sarebbe stato il momento adatto per rivelargli la verità, dirgli che stava per diventare padre, ma qualcosa di più forte la tratteneva. Aveva troppa paura delle conseguenze, che Levi l’avrebbe scacciata, ma il piccolino che aveva dentro di sé cresceva giorno dopo giorno, e cominciava a notare una lieve pancetta che si faceva sempre più pronunciata. Non aveva molto tempo a disposizione.
“Petra, tutto bene?”, domandò l’uomo, preoccupato dall’improvviso silenzio nel quale era precipitata la donna, che scosse la testa con un sorriso tranquillizzante. “Sì, va tutto bene”, sospirò,
“Stavo solo pensando”.
“A cosa?”, domandò incuriosito il Capitano, posando le labbra sulla fronte della compagna. “Mhh… te ne parlerò quando sarà il momento opportuno”, biascicò stancamente, ormai tra le braccia Morfeo.
Avrebbero parlato della gravidanza entro la settimana, si promise la donna tra sé, accoccolandosi al petto del moro con un sospiro soddisfatto.

Levi lasciò perdere, capendo che lei era troppo sfiancata per continuare la conversazione, e, stringendola a sé, caddero entrambi addormentati, l’uno tra le braccia dell’altra.

Al suo risveglio, causato dai raggi del sole già alto, Petra si accorse che Levi non era al suo fianco, anzi, non era nemmeno in camera. Era già mattina inoltrata, e non si spiegava perché il moro non l’avesse svegliata, finché il suo sguardo cadde su un fogliettino al suo fianco.
Era sicuramente suo.

Petra,
Mi dispiace essermene andato così, ma sono stato richiamato da Erwin per un sopralluogo al Muro. A quanto pare è successo qualcosa di grave, e mi ha espressamente vietato di portarti con noi. Quel bastardo mi deve delle spiegazioni.
Tornerò presto.
Levi.

Dopo aver letto la lettera, una scossa di paura le percorse la schiena. Strinse a sé la lettera, pregando silenziosamente che il suo Capitano tornasse sano e salvo da lei, e che tutto andasse bene.
Anche se era l’uomo più forte del mondo, poteva accadere di tutto.

Aveva ancora il fogliettino tra le mani quando dei decisi colpettini sulla porta la riportarono al mondo reale. “Ehi Petra, sei sveglia?”, la richiamò la voce squillante di Hanji, che si aspettava di trovarla lì dopo aver bussato per minuti interi invano alla porta della giovano.
“Buongiorno Hanji”, la salutò sorpresa, aprendo la porta. “Cosa ci fai qui?”. La donna era una delle migliori guerriere, avrebbe scommesso che l’avrebbero portata con loro. “Beh… sono rimasta per stare con te”, ammise con un sorriso colpevole, tipico di chi ha fatto un pasticcio e sta cercando di rimediare.
Ciò insospettì maggiormente la rossa, che alzò un sopracciglio dubbiosa. L’amica non si sarebbe mai persa una cosa del genere per nulla al mondo, c’era qualcosa che non andava.

Sotto quello sguardo, Hanji non poté fare altro che sputare il rospo. “Ok, momento delle confessioni. Dovevo andare anch’io, ma ho sentito che anche te eri inclusa nella missione, quindi…” si interruppe, lisciando i capelli color mogano.
“Sputa fuori, Hanji”, ringhiò Petra, preparandosi al peggio.
“P-potrebbe essermi sfuggito che sei incinta”, ammise di tutto un fiato, aspettandosi i peggiori insulti e maledizioni da parte della ragazza.
Per qualche secondo Petra rimase immobile, finché il suo viso cambiò colore svariate volte, prima di riprendere il controllo delle corde vocali.
“TU HAI FATTO COSA?”, sbraitò, arrossando per la rabbia, portandosi le mani ai capelli. Ora si che erano guai. “Spero che tu lo abbia detto solo al Comandante Erwin!”
“Ovviamente, solo a lui”, giurò, “M-mi dispiace, non potevo permettere che mettessero in pericolo il piccolino. Era l’unico modo per farti escludere”, cercò di giustificarsi con aria mortificata.

Con un profondo respiro, la gestante si calmò. In fondo Hanji aveva buone intenzioni, proteggendo il suo bambino. Con un sorriso, l’abbracciò forte. “Hai ragione, scusa. Grazie per avermi aiutata”.
Con pesante sospiro di sollievo, Hanji ricambiò l’abbraccio. Per un attimo pensava che l’avrebbe picchiata a sangue. “A-allora non sei arrabbiata?”. Petra iniziò a ridere di gusto, dandole una pacca sulla spalla. “Ma no, tranquilla. Avevi buone intenzioni, e comunque tutti lo scopriranno prima o poi”.
“A proposito, lo hai detto alla tua famiglia?”, chiese la donna. La soldatessa si ammutolì. Non aveva più una madre e un fratello da anni, ma le restava suo padre, che meritava di sapere di stare per diventare nonno.

“Hanji, pensi che possiamo uscire per andare a trovare mio padre?”, chiese timidamente. Sul volto della scienziata si forma un gran sorriso, saltellando felice. “Che stiamo aspettando, andiamo!”.

Per tutto il viaggio, Petra rimase in religioso silenzio. Non l’avrebbe mai detto, ma dire a suo padre della gravidanza la spaventava quanto dirlo a Levi. Suo padre aveva un gran cuore, vero, ma non sapeva come avrebbe reagito alla gravidanza improvvisa di sua figlia.
“Agitata?”, ridacchiò Hanji, notando come l’amica si stava torcendo le mani. “Tranquillissima”, rispose sarcasticamente, facendo ridere la donna al suo fianco, squadrandola con aria arcigna. Non si aspettava che Hanji stesse così bene in abiti civili, non ci era abituata.
“Beh, se fossi tuo padre, mi metterei a ballare per tutta casa”, la rassicurò, strappandole una piccola risata. Continuarono a chiacchierare finché non arrivarono di fronte ad un piccolo rudere.
Gli occhi di Petra iniziarono a brillare per la nostalgia, aveva voglia di abbracciare suo padre dopo tanto tempo. Si parlavano spesso via lettera, ma non era lo stesso.

“Wow”, esclamò Hanji, “è davvero una bella casa!”.
Dopo aver farfugliato un ringraziamento, Petra diede tre colpetti incerti alla porta. Aspettò pazientemente, trattenendo il respiro, finché la porta si aprì, rivelando un uomo di mezz’età dai capelli castani che stavano lentamente ingrigendo.
Quando il signor Ral riconobbe la donna alla sua porta si illuminò, abbracciando la figlia. “Petra, tesoro”, urlò felice, “sono contento che tu sia tornata a casa!”. La ragazza rise divertita, affondando il viso nell’incavo della spalla. “Sono contenta di vederti, papà”.

L’odore di casa sua non le era mai sembrato così buono.





Spazio della traduttrice
Eh... a volte ritornano. Ma quando lo fanno, portano il doppio capitolo!! Yeah!! *le lanciano i pomodori*
Sorreh!!!! D-:
Sarò sicera, questo capitolo... non mi piace. Non sono soddisfatta, ma se ho fatto un buon lavoro sta voi a deciderlo.
Comunque sì, io mi immagino perfettamente un Levi tenero quando è da solo, senza nessuno che li possa beccare. Poi c'è la situazione di Auruo che è andata a signorine della strada e ora ci si mette il suocero. Come la prenderà?
In onestà, non credo che pubblicherò altri capitoli finchè l'autrice non darà segnali di attività. Non pubblica dal 25 maggio dell'anno scorso e mi mancano quattro capitoli da tradurre, ma finchè non so come intende andare avanti non so come impostare i prossimi capitoli. In base al finale potrei decidere di rimanere fedele o discostarmi leggermente, quindi non so quando ripubblicherò... ma restate sintonizzati!
Un abbraccio forte!
Alla prossima!!
   
 
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