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Autore: Lady Numb    11/04/2005    26 recensioni
Ho voluto immaginare Billie Joe mentre scriveva Wake me up when September ends e inventare delle possibili cause...un po' di fantasia e un po' di realtà
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2004:

Why I wrote that song

 

Billie Joe rilesse quello che aveva appena scritto.

Sì,ci era decisamente riuscito,era proprio quello che voleva,dopo tre anni di inutili tentativi,di giornate passate fra fogli bianchi e biro,era riuscito a sintetizzare in quel testo tutto quello che provava.

Decise di portarlo allo studio di registrazione il giorno successivo per farlo vedere anche agli altri,piegò il foglio e lo mise in tasca,poi uscì dal suo studio e si diresse verso il salotto.

 

Il loro manager,James,lesse attentamente il testo,poi alzò lo guardo su Billie Joe.

James ‘bella…complimenti Billie,stavolta ti sei supertao!’

Billie Joe ‘grazie Jay...’

Tré ‘davvero Billie...ci hai preso in pieno...’

James ‘bene...direi che la inseriamo nell’album,che ne dici?’

Billie Joe ‘l’intento era quello...ho anche una vaga idea per la musica volendo’

James ‘ok,dopo ne parliamo,adesso devo andare a fare una telefonata urgente’

Billie Joe ‘ok’.

James uscì dalla stanza e Billie Joe si sedette vicino alla batteria e,quasi senza accorgersene,cominciò a ripensare a tutta quella serie di eventi che avevano portato alla nascita di quella canzone,di quella Wake me up when September ends che dopo anni di sofferenze era nata nella sua mente.

 

Wake me up when September ends

 

Summer has come and passed,

the innocent can never last,

Wake me up when September ends.

Like my father’s come to pass,

seven years has gone so fast,

Wake me up when September ends.

Here comes the rain again,falling from the stars,

drenched in my pain again,becoming who we are

As my memory rests,but never forgets what I lost,

Wake me up when September ends.

Ring out the bells again,like we did when spring began

Wake me up when September ends...

 

Settembre 1982:

 

Un’estate passata nell’angoscia,senza poter godere come tutti i normali bambini di dieci anni delle giornate di sole,perché il cuore è stretto in quella morsa di ansia e preoccupazione in grado di guastare qualsiasi accenno di divertimento.

L’estate passa e se ne va,ma la paura non ti lascia mai,specie se hai solo dieci anni,è sempre con te,cento volte più grande di quella che un adulto o i tuoi fratelli più grandi possono avere,perché tu,nell’innocenza e nell’ingenuità dei tuoi pochi anni di vita,non riesci a capire,non riesci ad accettare questa cosa tanto più grande di te, ti sembra un mostro pronto a divorarti al primo momento di sconforto e tu sei terrorizzato.

Passi le ore chiuso nella tua cameretta,quando tuo fratello è fuori con i suoi amici,e suoni la chitarra che papà ti ha regalato appena due mesi fa,quella bellissima chitarra elettrica blu che tu adori,che tratti con tutti i riguardi e che,in fondo,è la tua migliore amica,perché è la sola che riesce a darti forza in quei momenti in cui sei sicuro che non ce la farai mai a sopportare un destino tanto crudele quanto inevitabile.

Arriva Settembre,ricomincia la routine,torni a scuola,rivedi gli amici che per un’estate non hai visto,rivedi i professori e ricominci a studiare quasi tutti i pomeriggi.

Tu però lo sai che quel mese non sarà come gli altri anni,ogni mattina quando ti svegli pensi che quello potrebbe essere il giorno,che potrebbe essere la svolta della tua vita,perché è chiaro che quando succederà tutto cambierà radicalmente.

Un bel giorno,proprio in quel decimo di secondo in cui hai abbassato la guardia,ecco che arriva la doccia fredda.

Sorpreso e anche abbastanza contento scopri che tuo fratello Eric ti è venuto a prendere a scuola,cosa che non succede praticamente mai.

Tutta la contentezza però sparisce nel momento in cui lo guardi negli occhi e ci vedi solo tanta tristezza,hai dieci anni,ma non sei stupido e anche se hai paura gli chiedi cosa c’è.

Lui ti guarda,è evidente che non sa come dirtelo,come si fa,come puoi dare al tuo fratellino una notizia di questa portata?

Lo vedi abbassarsi fino a guardarti in faccia,poi lo senti pronunciare quelle parole che ti resteranno marchiate a fuoco nella mente,lo sai già,finchè vivrai.

“Billie...papà è morto un’ora fa...”.

Tu lo fissi incredulo,gli occhi pieni di lacrime:te lo aspettavi,ma non pensavi che facesse davvero così male.

Lui si commuove vedendo i tuoi occhioni verdi pieni di lacrime e ti abbraccia,allora tu non ti trattieni più e piangi,piangi e piangi:hai solo dieci anni,come si può sopportare un dolore del genere?

Senti che ti manca il respiro,i singhiozzi sembrano non voler finire mai,ma tu senti che non ce la fai,ti senti soffocare,cerchi disperatamente aria e ti sembra di non trovarla mai.

Sali in macchina,senza avere il coraggio né la voglia di parlare,non vuoi nemmeno sapere se ha detto qualcosa prima di lasciarti per sempre,vuoi ricordarti di lui solo rievocando quei momenti in cui stava bene,in cui non era ancora divorato da quel maledetto tumore,quella maledetta malattia di cui hai saputo troppo e troppo presto.

Passano i giorni,tutto finisce,tante visite,il funerale,gli amici che ti telefonano,poi più nulla,solo tu,il tuo dolore e la sensazione che qualcosa si è rotto per sempre dentro di te.

Passi ancora più tempo chiuso nella tua camera,sempre con la tua fedele chitarra in mano,e suoni,suoni ad ogni ora,qualunque cosa ti capiti e se non puoi suonare scrivi,perché solo scrivendo e suonando puoi scaricare tutto quel dolore che altrimenti ti consumerebbe il cuore e l’anima,solo con le note della tua chitarra e con l’inchiostro puoi far sì che la tua sofferenza diventi meno dura da sopportare.

Forse è per questo che quando incontri quel nuovo ragazzino,quello che è arrivato da poco e che tutti ignorano,tu,controcorrente,gli parli e ci fai amicizia:non è forse vero che è più facile condividere la sofferenza con qualcuno che non ti conosce?

Non avresti mai immaginato che sarebbe nata un’amicizia così grande,non avresti mai neanche pensato di arrivare a formare un gruppo che si rivelerà vincente,non avresti mai fantasticato,neanche nei sogni più ottimistici,di essere ancora un gruppo amato dopo quindici anni dal primo disco.

Tutto questo lo hai costruito a partire dalla tua amicizia con quel ragazzino,quel Mike che tutti evitavano...

 

11 Settembre 2001:

 

Billie Joe stava giocando con i suoi figli davanti alla televisione,o meglio,osservava i suoi figli giocare e ogni tanto interveniva.

Adorava stare lì,poteva rimanere per ore ed ore a fissarli,perché era vedendoli felici e spensierati che sentiva di aver realizzato qualcosa di importante nella sua vita:la giornata poteva essere stata un fallimento su tutta la linea,poteva aver litigato con James,oppure con Mike e Tré,cosa che purtroppo in quel periodo succedeva spesso,ma bastava che mettesse piede in casa e vedesse i suoi bambini corrergli incontro col sorriso sulle labbra per cancellare tutti i dispiaceri,le amarezze,la rabbia e tornare a sorridere.

Sorrise vedendo il piccolo Jakob,che allora aveva solo tre anni,avvicinarglisi e sedersi in braccio a lui,lo faceva sempre quando era stanco.

Billie Joe lo prese in braccio,si sedette con lui sul divano e dopo pochi minuti il piccolo stava dormendo pacificamente.

Fu Joseph,che allora aveva sei anni,a indicare la televisione.

Joseph ‘papà,cos’è?’.

Billie Joe fissò lo schermo e rimase di pietra:vide le Twin Towers,il simbolo di New York,in fiamme,centrate da un aereo ciascuna.

Dopo aver detto al bambino che non era nulla,lo mandò in camera sua a giocare e rimase a fissare quelle immagini sconvolto.

Come ogni americano probabilmente,in quel momento era sconvolto dall’accaduto:poteva solo immaginare quante persone ci fossero lì dentro e non voleva nemmeno pensare a quante ne erano morte.

In quel momento sentì rientrare sua moglie,Adrienne,che andò a sedersi accanto a lui e senza dire una parola fissò la televisione:Billie sentì che gli stringeva una mano e ricambiò la stretta,lei come lui e loro come molte persone,americane e non,in quel momento avevano paura,paura delle conseguenze,paura che fosse l’inizio di qualcosa di troppo grande.

Rividero gli aerei schiantarsi sulle due torri,la prima torre che si afflosciava su se stessa e crollava,la seconda che,a poca distanza dalla prima,faceva altrettanto,le fiamme,la gente che correva,sentirono le urla di terrore,le sirene di ambulanze,vigili del fuoco,polizia.

Le immagini erano terribili e lo erano anche di più se ci si ricordava che quello non era un film,quella era la realtà e tutto ciò che vedevano stava accadendo proprio in quel momento.

Fu più o meno mezz’ora dopo l’attacco che squillò il cellulare.

Se lo avesse saputo non avrebbe risposto,avrebbe gettato quel maledetto telefono fuori dalla finestra,ma Billie Joe non poteva saperlo,né sarebbe servito a qualcosa rimandare.

Billie Joe ‘pronto?’

Tré ‘Billie...sono io...’

Billie Joe ‘ciao...’

Tré ‘hai visto New York?’

Billie Joe ‘sì...è terribile...’

Tré ‘Billie...io non so come...’

Billie Joe ‘cosa?’

Tré ‘oggi...Mike era là’.

Billie Joe impiegò qualche secondo ad assimilare l’informazione e ci mancò poco che ci rimanesse secco,lentamente si avvicinò al divano,si sedette e ricominciò a parlare con Tré.

Billie Joe ‘come...come era là?’

Tré ‘visto che...che avevamo la settimana libera...ieri ha deciso di...di portare Estelle a New York...e...non so cosa abbia fatto...ma mi ha detto che oggi sarebbero stati a Ground Zero...’

Billie Joe ‘oh mio Dio...ok...non giungiamo...a conclusioni affrettate...verifichiamo...ok?’.

Non ci credeva nemmeno lui e Tré se ne accorse,ma faceva comodo anche a lui aggrapparsi a quell’ultima disperata speranza,quindi fu d’accordo con Billie Joe,si salutarono e riattaccarono.

Adrienne fissava il marito preoccupata,lo aveva visto ancora più serio di quanto già non fosse e la voce che aveva non le piaceva per niente,senza contare che da quando aveva riattaccato non aveva alzato lo sguardo da terra.

Adrienne ‘Billie?’

Billie Joe ‘Mike era a New York’

Adrienne ‘cosa?!’

Billie Joe ‘Tré ha detto che oggi doveva andare a Ground Zero...con Estelle...’

Adrienne ‘oh mio Dio...ma...non ne siete sicuri...vero?’

Billie Joe ‘no...’

Adrienne ‘allora...bisogna...controllare,no?’

Billie Joe ‘sì...’.

I giorni successivi furono un continuo telefonare a così tanti numeri diversi che dopo un po’ Billie Joe perse il conto,ogni volta dicevano di chiamare un numero,poi rimandavano al numero precedente,poi un altro ancora,sia lui,sia Tré,sia James credettero davvero che sarebbero impazziti.

Dopo dieci giorni,il 21 Settembre,la telefonata definitiva:qualcuno aveva ritrovato il portafoglio di Mike.

Prima di sera arrivò una telefonata che confermava il ritrovamento del loro amico e della bambina.

Entrambi si trovavano al centotreesimo della prima torre che era crollata.

Quando James,che aveva preso la chiamata,lo disse a lui e al batterista,Billie Joe capì che era davvero finita,che non c’era più nulla,nessuna speranza a cui attaccarsi,niente di niente.

Il suo migliore amico,quello che con lui aveva iniziato quel sogno meraviglioso chiamato Green Day,era morto a soli 29 anni e con lui la sua bambina di quattro anni.

Non era giusto,tutto questo non era giusto.

Nessuno dei due riusciva a crederci per davvero,era una convinzione assurda quella che avevano,ma mai avrebbero potuto pensare ad un’evenienza del genere,loro erano un gruppo,loro facevano sempre tutto insieme,come poteva essere successa una cosa del genere?

Pensandoci più avanti,Billie Joe si era reso conto dell’assurdità di questo genere di pensiero,ma allora lo credeva davvero,erano stati assieme per così tanti anni lui, Mike e Trè che gli sembrava impossibile che uno dei tre potesse venire a mancare.

Ed era sempre Settembre,mese maledetto...

Dopo quel giorno c’erano state tante decisioni da prendere:cosa ne sarebbe stato dei Green Day?

Sarebbero andati avanti,perché Mike amava i Green Day,su questo né lui né Tré avevano avuto dubbi.

Avrebbero cercato un nuovo bassista?

Nemmeno per sogno,era Mike Dirnt il bassista dei Green Day,lui e nessun altro,anche qui sia Billie Joe sia Tré furono irremovibili,l’unica concessione che fecero ad un implorante James fu un bassista che però avrebbe sempre suonato dietro le quinte ai concerti.

 

Erano passati tre anni da allora...

Billie Joe non se ne rendeva quasi conto,erano proprio volati,gli sembrava che fosse passato pochissimo tempo dall’ultima volta che lui,Tré e Mike si erano salutati e si erano dati appuntamento al lunedì successivo,invece erano tre anni.

Stavano per pubblicare un nuovo album,lui e Tré ci avevano messo l’anima,ma mancava ancora quel tassello,quella canzone che Billie Joe aveva inutilmente cercato di scrivere per tre anni,o forse era da vent’anni che ci provava,non lo avrebbe saputo dire con certezza,ma comunque quello che contava era che finalmente era realtà,esisteva.

Tré ‘Billie,ci sei ancora?’

Billie Joe ‘sì...stavo pensando...’

Tré ‘ci hai messo proprio tutto in quella canzone...’

Billie Joe ‘già...tutto e di più...sarà l’atmosfera di Settembre...’

Trè ‘già...’

Billie Joe ‘ti ho mai detto che odio Settembre?’

Tré ‘un paio di volte,sì...in effetti è un mese inutile’

Billie Joe ‘odioso e inutile!’

In quel momento rientrò James e fu sorpreso di vedere Billie Joe e Tré che ridevano.

Conosceva quei ragazzi da quando avevano messo piede per la prima volta in uno studio di registrazione e sapeva che da quel maledetto 2001,per Billie Joe non solo da allora,Settembre era il mese dei ricordi,un mese piuttosto cupo,e vederli ridere a Settembre era pressoché un evento.

Meglio così,si disse.

Forse Billie Joe con quella canzone aveva fatto il miracolo che lui aveva sempre sperato,forse avrebbero imparato,dopo tre lunghi dolorosi anni,a convivere con quella tragedia.

Nonostante stesse pensando questo,si trovò a pensare che in quel momento ci starebbe stato benissimo Mike che li stendeva definitivamente con una delle sue battute, probabilmente Billie Joe lo avrebbe implorato di smetterla fra le risate.

Scosse la testa per scacciare quel pensiero,che gli faceva ancora tanto male,più di quanto volesse ammettere,e richiamò l’attenzione dei ragazzi:una nuova canzone li stava aspettando.

 

PRIMA DI DIRE QUALUNQUE COSA,UNA PICCOLA NDA:

IO NON POSSIEDO ASSOLUTAMENTE I GREEN DAY (PER QUANTO MI PIACEREBBE),DI CONSEGUENZA NON SO QUANDO BILLIE JOE ABBIA SCRITTO LA CANZONE,DOVE L’ABBIA SCRITTA E COSA AVEVA IN MENTE QUANDO LO HA FATTO,INOLTRE I FATTI NARRATI SONO PURAMENTE FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (MALATA O NO,LO DECIDERETE VOI),MIKE DIRNT E’ VIVO E VEGETO (FORTUNATAMENTE PER QUELLI CHE,COME ME,SONO FAN DEI GREEN DAY!!) E ANCHE SUA FIGLIA STA BENISSIMO,PER QUANTO RIGUARDA IL PADRE DI BILLIE JOE,L’UNICO DATO REALE E’ CHE E’ MORTO DAVVERO NEL 1982 PER UN TUMORE,MA LE REAZIONI DI BILLIE SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA!!

 

Ok...rieccomi qui con una piccola storiella sui Green Day,basata su una canzone dell’ultimo album “American Idiot” che amo particolarmente, Wake me up when september ends...spero che la storia vi piaccia!

Se voleste recensire mi farebbe davvero moltissimo piacere!!

Un bacio a tutti!!

Lady Numb

   
 
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