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Autore: Teriel Donovan    10/02/2017    2 recensioni
Un attimo può cambiare la tua vita? Può spingerti a guardare una persona con occhi diversi? Una semplice storia. Nulla di più.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'What If? Scelte d'Amore: Solo un attimo (NarutoxSakura)'
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SOLO UN ATTIMO

Salve! È la prima volta che scrivo una storia NaruSaku! Mi rendo perfettamente conto di com'è finito Naruto e non ho scritto questo oneshot con l'intenzione di provocare qualcuno.  Semplicemente ho seguito il mio istinto e spero piacerà a chi ama questo pairing.
La dedico a Giorgia, Lorena  e Ninive senza il cui supporto non l'avrei mai pubblicata.

Solo un attimo.

 

 

 

I suoi capelli le ricaddero sulla guancia, sfiorando l'acqua che sospinta da quella carezza, s'increspò, emettendo un debole suono. La compiangeva? La rimproverava? Se lo chiese d'istinto.
Sakura s'immerse ancor di più nella vasca, fino a celare quasi completamente il volto. Una parte di lei voleva nascondersi lì per sempre. Non riusciva a sentire nulla, la sua mente era prigioniera di quel momento. Quella risata… quell'incontro di sguardi…  quel gioco di luci nel bosco che aveva oscurato il suo bel volto maschile per poi illuminarlo, tentandola ogni volta ad avvicinarsi di più. Non poteva dimenticare… la foresta si era resa loro complice, isolandoli dalla realtà, spingendoli a rivivere i ricordi e ritrovarlo, ora uomo, più cinico forse, ma più bello e al tempo stesso così fragile… lui che non si era mai arreso di fronte a nulla e aveva strappato la vittoria a costo di rimetterci la vita. Lui… così folle, così stupido… semplicemente Naruto.
Solo con lui era tornata a sentirsi… viva.
Era stato un attimo.
Non riusciva a ricordare come. Era caduta? L'aveva afferrata lui? Ad un tratto si era ritrovata stretta fra le sue braccia ed il suo cuore, nel sentirlo così vicino, aveva smesso di battere.
Aveva percepito il suo respiro accarezzarle il volto e quei meravigliosi occhi si erano scuriti quasi vinti da una dolce malia.
Era stato un attimo.
Aveva cercato di respirare. Si era ritrovata a stringere le mani contro il suo torace.
«Sakura.» Un suono. Un bisbiglio roco.
Una scia di brividi aveva sfiorato il suo corpo.
Avrebbe dovuto infrangere l'attimo. Indietreggiare. Allontanarsi. Un passo ed ecco che si era ritrovata stretta ancor di più contro di lui ed ogni cosa era svanita dalla sua mente. Tutto si era perso in quelle meravigliose mani così grandi, così calde che sembravano volerla marchiare.
Era stato un attimo. Il frammento di un istante.
La loro essenza si era fusa in bacio appassionato, famelico, irresistibile così devastante da spezzare la loro volontà spingendoli a spogliarsi, spezzando ogni secondo con una fremente carezza, le dita che pressavano la pelle dell'altro, graffiando nei momenti di follia.
Lui era suo e lei era sua. Appartenevano a l'un l'altro e niente poteva separarli.
La sua mente si era riempita di quei pensieri, inebriandosene come una dolce droga.
Sakura rabbrividì piano. Il suo corpo si risvegliò.
Naruto aveva sprofondato il volto contro il suo collo ed il suo nome era uscito da quella labbra roventi mentre la mordeva piano, spingendosi dentro di lei.
Lo aveva accolto dentro di sé. Lo aveva cercato, perseguitato con carezze, baci, lo aveva costretto a restare dentro di lei ad essere parte di lei e lui si era piegato dolcemente alla sua volontà, con gli occhi colmi di una gioia che mai aveva visto davvero.
Lei gli aveva gettato le braccia al collo, sprofondando le mani fra quei magnifici capelli biondi, vinta da un'emozione che mai aveva conosciuto prima.
Il tempo si era reso schiavo della loro follia finché sazi, esausti, non erano sprofondati nell'oblio dei sogni.
Era stata lei a svegliarsi per prima. Incapace di muoversi, era rimasta ad osservare il suo volto. Così pacifico, così meravigliosamente vivo e tenero; Naruto dormiva come un angelo.
Il suo angelo.
Turbata da quel pensiero, si era allontanata silenziosamente, sentendosi vincere dall'agonia. Si era letteralmente costretta ad andarsene. Una parte di lei avrebbe voluto solo restare lì, accanto a lui ma con che coraggio?
Aveva tradito Sasuke.
Ma la cosa più grave era la sua incapacità di sentirsi in colpa.
Le sue mani si strinsero convulsamente intorno alle ginocchia, spingendole contro di sé.
Troppi anni di solitudine aveva affrontato. Era diventata una donna lontano da lui.  Erano diventati due estranei.
Era questo che faceva male, realizzò con improvvisa consapevolezza. Quando chiudeva gli occhi, tutto ciò che vedeva era il sorriso di Naruto.  Era simile al sole quel sorriso, così caldo, così forte da spazzar via ogni paura.
Quante battaglie avevano affrontato fianco a fianco?
Per tutto questo tempo, pensò Sakura, ho vissuto accanto a lui, rifiutando di ammettere che me ne stavo innamorando.
Ogni giorno. Ogni ora. Ogni secondo.
Aveva scelto Sasuke per le ragioni sbagliate. Voleva guarirlo dalla sua oscurità, convinta che solo lei potesse riuscirci. Aveva chiamato amore qualcosa di non vero.
Quella verità bruciava. Faceva male.
Aveva sprecato anni credendo di amare qualcuno di cui ormai conosceva a stento il nome, tanto era diventato estraneo, quando l'amore della sua vita, quello vero, era rimasto accanto a lei e le aveva sorriso dal profondo del cuore ogni giorno, cercando di renderla felice.
Faceva male… quella meravigliosa sensazione di libertà.
Il suo cuore perse un battito.
Sakura sprofondò il volto nell'acqua, chiudendo gli occhi. Si sentiva come se una terribile maledizione fosse stata spazzata via. Finalmente non era più cieca ma a quale prezzo?
Si sentiva stanca, disorientata, sfinita.
Era accaduto troppo velocemente. Aveva bisogno di tempo per elaborare. Se fino a quel giorno, qualcuno le avesse detto che bastava un gesto per spazzar via ogni convinzione, forse non gli avrebbe creduto e persino ne avrebbe riso.
L'acqua l'accarezzò dolcemente, diventando sempre più fredda e lei si ritrovò a desiderare il suo tocco. Ma con che diritto, si chiese.  Naruto non stava forse costruendo un futuro con Hinata?
Il panico la travolse. Sakura si ritrovò disperatamente a desiderare di sprofondare nel sonno così da non risvegliarsi più.
Ad un tratto percepì un suono. Era sordo, deciso. Qualcuno stava bussando alla porta di casa. Prima ancora che il suono si ripetesse, prima ancora che parlasse, lei sapeva già chi era.
«Sakura, apri.»
Pur questo, sentendo la voce di Naruto, si ritrovò a sussultare. Il cuore prese a batterle con violenza. Una parte di lei esultò, l'altra quasi urlo d'agonia. Non era il momento, pensò disperatamente.
«Sakura so che ci sei.»
Il tono della sua voce aveva quella tipica nota testarda che non ammetteva repliche. Doveva aprire. Sarebbe rimasto lì o colto dall'impulso, avrebbe rotto la porta pur di vederla.
Quando voleva, Naruto sapeva essere così spietato, così… ottuso, pensò tremando piano. Avrebbe dovuto immaginare che mai, per nessuna ragione le avrebbe permesso di nascondersi.
«Un attimo.»
La voce tremò e fu tutto ciò che riuscì a dire. Mentre si alzava, il gelido vento le accarezzò il corpo ma lei lo ignorò, afferrando l'asciugamano quasi senza rendersene conto.
Cosa doveva fare? Cosa doveva dirgli? Si domandò facendosi nervosamente un nodo.
Lei, un ninja, un medico qualificato, l'erede di Tsunade, si ritrovò a tremare davanti alla porta e non senza un notevole sforzo si costrinse ad uscire. Si fermò sulla soglia, guardandosi intorno.
Amava il suo appartamento. Era piccolo, null'altro che un monolocale ma era tutto suo. Quando si era trasferita lì, alcuni anni prima, si era sentita importante, quasi privilegiata perché stava dicendo addio all'adolescenza, entrando nel mondo degli adulti. Quasi le scappò un'amara risata. Tutto si sentiva tranne che matura.
«Sakura…»
Una nota impaziente scandì il suo nome e lei ansimò piano, sentendo le guance arrossire. Da quando avevano fatto l'amore, Naruto aveva smesso di usare il "chan".
Una goccia d'acqua scivolò lungo la sua gamba, ricordandole lo stato in cui si trovava. Quasi imprecando, afferrò il corto kimono estivo e lo indossò, lasciando scivolare a terra l'asciugamano. La stoffa aderì come una seconda pelle ma lei lo ignorò, andando ad aprire prima di pentirsene.
Fu un momento strano. Il tempo sembrò dilatarsi o forse fu lei ad aprire con snervante lentezza ma infine, eccolo lì. Non vi era luce nel corridoio ma era lui.
Era diventato alto, abbastanza da costringerla ad alzare lo sguardo quando parlavano ma in quel momento, non ne fu in grado.
Ad un tratto si sentiva nuovamente un adolescente e l'unico gesto maturo che riuscì a compiere fu spostarsi di lato, così che potesse entrare. Per nessuna ragione al mondo voleva che qualcuno li ascoltasse.
Naruto le passò davanti senza dire una parola e questo fu davvero strano per certi versi, ma forse, anche lui stava lottando contro una forte tensione. Infondo, perché non avrebbe dovuto?
Si ritrovò a chiudere la porta quasi senza rendersene conto. La mano rimase lì, premuta contro la sua ruvida superfice. Gli lanciò un'occhiata e la vista di quei meravigliosi capelli color dell'oro, diventati così lunghi rispetto ad un tempo, bastò a farle perdere un battito.
Tutto ciò che desiderava era sentirli ancora contro di sé… incapace di reggere la pressione, gli voltò le spalle e di rimando, lo sentì avvicinarsi. Il suo cuore accelerò i battiti, la sua mano si strinse a pugno. Erano sempre riusciti a parlare di tutto. Nemmeno dopo che l'aveva aggredita, quand'erano ancora ragazzini, completamente fuori di sé a causa della volpe a nove code, si era sentita così.
Naruto premete la mano contro la porta, ad un soffio dalla sua. Sakura percepì, più che vedere, la sua mano accarezzarle la punta dei capelli, sfiorandole le spalle.  
Il suo corpo fu scosso dai brividi. Chiuse gli occhi, trattenendo il fiato.
«Mi odi così tanto che non riesci nemmeno a guardarmi?» le domandò piano. «Così tanto da voler cancellare ogni traccia del mio odore?»
Il suo cuore mancò un battito. Scuotendo il capo ripetutamente, si voltò. «No, non è così!» gli disse lei con un fil di voce ma con fermezza. «Avevo bisogno di pensare e fare un bagno di solito mi rilassa.»
Incontrò il suo sguardo, così cupo, simile ad una tempesta e si ritrovò a vacillare, sentendosi travolgere dalla voglia di toccarlo. «È accaduto tutto così in fretta, Naruto. Avevo solo bisogno di…»
«Non sono affatto pentito di quello che abbiamo fatto, Sakura.» la interruppe lui bruscamente. «È  questo che voglio sapere. Sei pentita?»
Sakura sussultò.
Circondandole il volto con le mani, Naruto la costrinse a guardarlo e lei si perse in quel tocco. Si perse in quelle iridi che bruciavano di passione. La stessa con cui l'aveva amata.
Il suo tocco era stato così deciso anche quando avevano fatto l'amore eppure, mai una sola volta, nonostante fosse diventato molto forte, le aveva fatto del male.
Un bisogno struggente si fece strada nel suo cuore.
«Ho fatto l'amore con la donna che ho sempre amato.» le disse scuotendola piano. «E tu Sakura? Eri con Sasuke? Lo eri?»
«No.»  bisbigliò. Seppur debolmente, Sakura scosse il capo. «Non con lui.»
La tensione parve abbandonarlo di colpo. Lo sentì contro di sé. Lo lesse nel suo sguardo. Lo vide in quel sorriso meraviglioso che iniziò a sbocciare piano.
Sakura si sentì come se stesse vivendo un sogno. Eppure era tutto vero. Il calore delle sue mani, la determinazione che gli leggeva nel volto. Quella debole traccia di incertezza che le sue parole avevano spazzato via. Era arrivato lì, determinato a conquistarla, rischiando ogni cosa solo per lei.
Quale folle donna lo avrebbe mai respinto?
«Naruto ho fatto l'amore con te.» disse in un bisbiglio, spingendo il capo contro di lui. «Solo con te.» ripeté infinite volte.
Naruto premette il volto contro il suo capo, sospirando piano. «Ti ho aspettato per tutto questo tempo.» le confessò stringendola a sé. «Ma ogni volta che ti guardavo, non vedevo che Sasuke nel tuo cuore. Stavo impazzendo.»
Naruto…
«Eppure c'è stato un tempo in cui mi hai respinta…» ricordò lei. Quant'era stata giovane e sciocca all'epoca, pensò con amarezza. «Temevo mi odiassi.» gli confessò di getto. «Temevo mi respingessi. Non sapevo come affrontare tutto questo.»
Naruto la costrinse a guardarlo. «Volevo te. Non una menzogna.» replicò con fierezza. «Ma quando mi sono risvegliato e non ti ho trovato, ho temuto di aver visto solo quello che volevo.»
Dubbi. Paure. Come una tempesta erano lì, nella sua mente, ma fra le sue braccia, Sakura realizzò con bruciante improvvisa certezza che non c'era niente che non potesse affrontare. E lo stesso era per Naruto.
La passione era sbocciata piegando la loro volontà. L'amore aveva vinto la tela di menzogna in cui aveva vissuto. Che importanza aveva se per la ragione non aveva senso? Finché lui l'amava, non c'era niente che non fosse pronta ad affrontare.
Naruto non le mai aveva mentito. Mai l'aveva fatta sentire sola ed abbondonata. Mai aveva riempito il suo cuore di tristezza. Aveva creduto in lei anche quando lei stessa aveva smesso di farlo.
Naruto, il suo mondo. L'aveva aspettata pazientemente, ignorando ogni altra cosa.
Il suo Naruto, così forte, sciocco ed impaziente. Il suo meraviglioso perfetto amante. La sua metà del cielo.
Abbandonandosi a quelle dolce sensazioni, Sakura si alzò in punta di piedi e si abbandonò contro di lui. Affondando le mani nei suoi meravigliosi capelli, lo baciò dolcemente.
Ti amo.
Suonò appena più forte di un sussurro, più forte di una promessa, eterno come il tempo.

 

   
 
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