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Autore: Flaxx    12/02/2017    0 recensioni
[storie originali]
Kalia è una ragazza di una delle cinque terre di Akoumar. Dopo che il padre morì, presumibile per una malattia sconosciuta, Kalia non si da pace, cercando di vivere viaggiando tra le terre con la sua nave, modificata, trovandosi ad affrontare modi per cui non è mai stata addestrata a scuola. Sola e poi in compagnia di una piccola ciurma di suoi alleati dovrà scoprire molto sul mondo di Akoumar, perchè è cambiato chi sta tramando nell'ombra, per garantirsi un futuro a discapito delle altre terre, in lotta e scambi tra di loro.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Kalia sistemò tutto, la sua nave dei sogni era pronta per quel primo e grandioso viaggio, era sempre così, almeno, aveva immaginato e sognato quella sua piccola impresa, già dalle parole, per farla dormire, del padre. L'energia c'era, il motore rombava così tanto, che si sentiva a distanza.

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Ci fu solo un attimo, di apertura, delle porte meccaniche che il mezzo si mise a fare prima un movimento verticale, supportato dai propulsori messi proprio perpendicolari al mezzo, e poi in obliquo per uno degli spostamenti al di fuori.

Non avendo un mappa completa delle zone Kalia dovette guardare gli edifici, sapeva che il limite della sua terra era da qualche parte per condurre nell'autostrada dell'universo. Mezzi in movimento ce ne erano, altri commercianti, come lei, che facevano quella tratta con rigore, si sentiva parte di un mondo che prima aveva solo sognato. Quando vide il cielo mutare in una forma buia con delle piccole luci lontane capii che era arrivata al limite e così uscendo dovette aumentare solo di poco il potenziale del propulsore. Tra i vari mondi, espansi oramai, c'era un divario piccolo, almeno da dove si trovava e a dove doveva andare.

Kahen era sempre considerato un pianeta controllo, pochi gli scambi con gli altri, un po' per la sicurezza, un po' perché il governo aveva indetto più volte un concilio per aiutare ad unire gli animi, peccato che a rispondere positivo erano loro e Zekyr, con un legame diventato forte, tanto che solo teorie cospirative inducevano a pensare che esso potesse essere estromesso ed eliminato.

La nave andava a pieno regime, sempre facendo attenzione all'assenza di gravità, in quel mondo esterno tutti i principi scientifici erano superflui, praticamente parlando. Se nelle mappe i due pezzi del vecchio mondo erano simili, nella realtà Kalia sembrava muoversi senza una meta, seguendo la direzione che una bussola stellare stava indicando. La cosa più positiva, almeno si poteva pensare, era che non c'erano pirati spaziali lì, nelle leggende erano nei piccoli pianeti e nelle piccole terre staccate, i detti porti isolati. Da piccola, rispetto alla sua tenera età, ora, quando non aveva sonno sentiva dal padre di questi antieroi, coraggiosi. Amava tanto quelle storie, erano così incredibili, con le loro navi luccicanti e quel pericolo che emanavano. Aveva paura anche a trovarseli contro, se di leggende si poteva parlare. Il suo idolo era Morgan Denti d'acciaio, famoso per le sue scorribande tra Murash e Fortis, però conosciuto anche fuori da quei due sistemi. Aveva una ciurma incredibile, temibile, non aveva paura di nulla, era stato catturato anche più volte, tradito dai suoi bucanieri, però sempre libero, in fuga. Il suo nome era stato dato perché si era fatto ricostruire con l'acciaio inox i suoi denti dopo un agguato, dove ne perse molti. Da lì era capace di rompere sbarre, manette e catene con la sola forza della nuova dentatura.

Il viaggio continuò per un po', poi finalmente arrivando a intravedere uno spazio illuminato, era ancora leggermente lontana però era lì. Data la gravità che stava intervenendo Kalia dovette rallentare il flusso di energia dai propulsori, cercando, in ogni modo, di tenere il veicolo sotto controllo. Dopo un po' la situazione era migliorata, parecchio, forse perché stava entrando dentro la gravità del pianeta. Vide la stazione porto, una scritta illuminata da un neon che indicava la posizione, come un grande faro. Appena fu lì per avvicinarsi cercò di usare quel suo sistema di molle e sistemi di propulsione per 'atterrare' in tutta facilità. Un gendarme, in divisa blu, la fermò.

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Sbuffando la ragazza porse i documenti. <>

Egli guardò tutto, era dubbioso, anche se aveva sentito che una ragazzina era diventata una trasportatrice. La guardava, con quei occhiali che dopo un po' riconobbe. <>

Tutta quella burocrazia durò pochi minuti, pochi fogli da compilare, firmare e la porta dell'hangar fu aperta. <> aveva visto l'indirizzo del destinatario il gendarme << Stia attenta però,il dottore è forse un genio, ma anche un pazzo.>>

Camminando, da sola, con il pacco in mano Kalia arrivò alla piazza, guardando quel posto, se avrebbe una macchina fotografica avrebbe un gran bel ricordo, poi girando verso destra, dove dopo una salita, era come una periferia, vide la casa indicata. Tutto faceva pensare ad un eremita, la città vera e propria era leggermente distante, seppur il centro era quasi a portata di camminata.

   
 
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