Se qualcosa si rompe si può sempre aggiustare, no?

Taichi Yagami, bicchiere di vodka liscia in mano. Cubetti di ghiaccio che ruotavano seguendo il ritmo del suo polso. Sollevò lo sguardo e quello che vide gli fece prendere l’ultimo sorso.
Sora Takenouchi che sorrideva radiosa accanto al suo migliore amico. Un anello splendente al dito, un anello che sapeva di fine. Fece vagare il suo sguardo su di lei lentamente, come faceva da quando aveva memoria, da quando l’aveva conosciuta con le sue codine e la tuta da calcio sul retro della scuola.
Le guance erano già più rosee, più piene. Tra qualche mese la pancia quasi invisibile ad un occhio meno attento, sarebbe stata visibile a tutti. Un segno, un suggello di eternità, di continuità. Quello che loro due non avrebbero più avuto. Quello che non avevano avuto mai.
Forse è per questo che la mia pietra è il coraggio. Ci vuole coraggio a sopportare ancora tutto questo senza perdere la testa, pensò. Taichi sospirò. Quei pensieri non erano proprio da lui, si fece quasi pena.  Alzò due dita ed il barman capì al volo. Un altro giro.
 
Se qualcosa si rompe si può sempre aggiustare, no?
 
Dall’altro lato della sala, Hikari guardava suo fratello tentando in tutti i modi di nascondere gli occhi lucidi. Come poteva essere davvero contenta per il fratello del suo fidanzato e lei, l’unica ragazza che suo fratello avesse mai amato?
Hikari aveva sperato. Ogni ragazza che Taichi si portava a letto poteva essere quella giusta per fargli dimenticare Sora, per fargli dimenticare che lei era fidanzata, incinta… lontana. Che la profonda amicizia che avevano da subito condiviso era e sarebbe rimasta soltanto amicizia.
Eppure.
Suo fratello era testardo e testardo era il suo cuore. Non poteva farci niente e lei lo sapeva.
 
Se qualcosa si rompe si può sempre aggiustare, no?
 
Koshiro si avvicinò cautamente a Taichi. Gli toccò brevemente una spalla e si sedette sullo sgabello accanto al suo. Lui alzò il bicchiere e brindò silenziosamente a lui, già troppo brillo per qualsiasi discorso ma non troppo per apprezzare la vicinanza seppur silenziosa di un amico.
Erano nel locale dove spesso suonava Yamato. Presto forse sarebbe diventato suo, o almeno così si augurava il futuro padre e sposo.
Era un locale dal sapore retrò, le pareti di mattoni a vista, il grande e circolare bancone nel mezzo della sala e svariati divani nelle nicchie formate dalle basse volte a botte.
Era bello, ma quella sera Koshiro non riusciva ad apprezzarlo come al solito. Nell’ultimo periodo lui e Taichi si erano avvicinati molto, specialmente dopo un episodio in particolare.
Mentre ordinava la stessa cosa che stava bevendo Tai, a Koshiro sfuggì un sorriso triste.
Era stata una delle rare volte in cui aveva visto Taichi Yagami piangere in quel modo. Sora e Yamato avevano da poco dato l’altra notizia: la gravidanza di lei. Solo qualche settimana prima avevano annunciato le loro nozze ed adesso quello.
Koshiro non ci aveva pensato poi molto a prendere la metro e a raggiungere la casa dell’amico. Si era aspettato di tutto: di non trovarlo, di trovarlo sorridente cercando ancora una volta di essere contento per i suoi migliori amici, di trovarlo ubriaco… ed invece l’aveva trovato in lacrime. Dopo quella sera, Taichi era tornato quello di sempre.
Tempo prima gli aveva chiesto una semplice cosa, complici anche gli svariati bicchieri di sakè che avevano bevuto a cena.
-Perché non te ne vai di qui? Cos’altro può offrirti Tokyo?-
Lui l’aveva guardato, occhi improvvisamente lucidi. –Non posso-, aveva risposto semplicemente.
Non avevano più toccato l’argomento.
 
Se qualcosa si rompe si può sempre aggiustare, no?
Ma se è il tuo cuore a rompersi o meglio, i sentimenti che ci custodisci dentro da anni, si può riparare lo stesso?



Spazio autrice:
No, non so cos’è questo agglomerato di parole tristi e forse OOC, ma ultimamente più di così non riesco a fare. So che devo aggiornare ben due storie su questa banda di ragazzacci ed ogni volta che apro EFP e le vedo incomplete mi sale il magone. Farò del mio meglio, il ghiaccio l’ho rotto.
Ps. Non odiatemi troppo per questo.