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Autore: _Fux_    14/02/2017    0 recensioni
Niall si è innamorato della magia il momento esatto in cui l'ha incontrata per la prima volta. Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe accaduta la stessa cosa con chi la magia la incarna?
-O-
Dove Niall odia il San Valentino, è perseguitato da mesi dallo stesso sogno e non trova pace finché questo non diventa realtà.
E se il passo fra questo, una nuova conoscenza ed il mondo che sembra essere impazzito è molto breve, allora l'avventura è dietro l'angolo.
33.2 K | Niall Horan | Nuovo Personaggio | Side! Larry/Ziam |
Trilogia "Behind those Eyes".
(Under the Water/Into the Forest)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Behind those Eyes'
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Gli One Direction non mi appartengono e nemmeno li conosco - sigh sob - perciò con questo mio scritto non desidero dare rappresentazione veritiera del loro carattere, né offenderli in alcun modo.
(Il ché pensavo fosse ovvio, ma Efp mi costringe ad esplicitarlo, quindi here I am)


 

 
 




Inside the heart.


«

Chi non crede nella magia
è destinato a non incontrarla mai.

—Roald Dahl, 1916-1990

»

 

 

 

 

 

 


 

Niall odia il 14 Febbraio, lo detesta davvero tanto. Pensa che sia soltanto l’ulteriore trovata dei commercianti di cartoline, gioielli e cioccolatini per riuscire ad abbindolare un gregge di sciocchi infatuati disposti a svuotare le proprie tasche per far finire i loro risparmi direttamente nelle tasche dei suddetti venditori. San Valentino. Bah. Che festa inutile.

Non è ben sicuro di quando abbia avviato questo processo di trasformazione in zitella acida. Forse da quando si è ritrovato ad essere l’unico single del loro gruppo di amici. Finché nessuno di loro era fidanzato, la cosa davvero non gli pesava. Ma ora? Ora è consapevole della sua deprimente condizione di solitudine. Il che ci riporta al suo odio per il 14 Febbraio e per San Valentino.

Il fatto è che non è che lui non creda all’amore, tutt’altro! Harry per amore ha rischiato la sua stessa vita e Liam per lo stesso motivo ha accettato di convivere per sempre con il sovrannaturale, innamorandosi di un licantropo. Quindi lui all’amore ci crede, perché ha potuto vederlo con i suoi occhi. Quello a cui non crede, invece, è che l’amore possa esistere anche per lui. Fino a qualche tempo fa ancora ci sperava, ora invece ha ormai semplicemente deciso di accettare la realtà per quello che è: non tutti sono destinati a trovare la loro metà. Forse per qualcuno semplicemente quella metà non esiste, ecco tutto. Solitamente si rifiuta di lasciare che questo possa cambiare ciò che lui è, ma in momenti come questo, quando tutti sono impegnati con le loro cose da coppiette felici, lui si permette di essere un po’ triste e anche un po’ scontroso. Perché tutti da lui si aspettano sempre una battuta o una risata, perché lui è Niall, e Niall ha sempre un sorriso sulle labbra e una parola gentile per tutti, perché lui è uno sciocco buffone perennemente allegro. 

Nessuno si domanda mai come sia tutto questo per lui? Perché nessuno gli dice mai che è okay se per una volta ha voglia di essere incazzato con il mondo perché è ingiusto? Perché nessuno si preoccupa mai di pensare a quanto in realtà sia pesante doversi sempre fare vedere felici?

Certi giorni, plasmare un sorriso gli risulta così difficile che pensa potrebbe svenire per la fatica. A volte il sorriso gli pesa così tanto che si domanda come sia possibile che gli angoli delle labbra non si rivoltino mai contro di lui, arcuandosi all’ingiù.

«Niall, smetti di mangiare il gelato!» sua madre lo sgrida dalla porta della cucina, mentre lui ﹣stravaccato sul divano﹣per tutta risposta spalanca gli occhi all’inverosimile ed affonda nuovamente il cucchiaione nel barattolo di Ben &  Jerry’s, portando poi l’enorme cucchiaiata dentro la bocca.

«Come pensi di riuscire a portare prima o poi una ragazza a casa se ti comporti così anche in giro?» lo riprende Maura, avvicinandosi per pulirgli il mento sporco di cioccolato e- ouch. Questo è un punto debole, madre debosciata.

«Sono un uomo maturo e indipendente, non ho bisogno di una donna per essere completo!» bofonchia con la bocca ancora mezza impiastricciata di cacao, fingendo che la cosa in realtà non lo ferisca per nulla.

«E santo cielo, ti sembra davvero il caso di stare tutto il giorno in pigiama? Fra l’altro, da quanto tempo non lo cambi?».

Porta all’indietro i capelli biondo cenere e sbuffa, cercando di sporgersi oltre alla madre per tornare a guardare la tv: «Sì, okay. Ciao mamma!».

Maura gli dedica un ultimo sguardo sconsolato, prima di uscire di casa per andare a fare la baby-sitter al suo nipotino Theo.

 

Gratta distrattamente una goccia di gelato che gli è colata sulla manica della maglia e fissa assorto il display illuminato del televisore, alzando di qualche tacca il volume. Sobbalza sorpreso al suono del campanello: i suoi genitori hanno le chiavi, suo fratello Greg è probabilmente in viaggio per andare a lavorare e quindi non ha la minima idea di chi possa essere. È San Valentino, dopotutto.
Louise gli ha dato il giorno libero («Sei giovane! Festeggia! Non rimanere chiuso in questo vecchio negozio polveroso!») non sapendo di avergli fatto in realtà un torto gravissimo. Sono già le 18 e 30 del pomeriggio, ma chissà, magari ha cambiato idea e può salvare almeno le ultime ore di questa giornata disastrosa.
Si libera dalla coperta che teneva addosso e trascina i piedi fino all’ingresso, aprendo con aspettativa la porta. Aggrotta quindi la fronte davanti a ciò che vede: «Ragazzi? Ma che ci fate qui?».
Louis apre la strada dandogli una spallata amichevole e facendosi largo dentro casa: «Non avrai mica creduto che ti avremmo lasciato solo? Siamo venuti a fare un pigiama party» rotea gli occhi divertito, afferrando la mano di Harry e trascinandolo sopra di sé sulla poltrona del soggiorno. Liam lo abbraccia brevemente mentre Zayn chiude la porta, salutandolo poi con un sorriso.

«Pensavo avreste passato questa giornata con l’amore della vostra vita?» domanda, tornando a sprofondare sul divano.
«E lo abbiamo fatto!» annuisce Louis. «Ma secondo noi San Valentino riguarda anche un altro tipo di amore».
«Quello per i nostri amici, Nì» conclude Harry, sistemando il capo nell’incavo del collo del castano. Niall intreccia le mani fra di loro e le osserva, imbarazzato: «Grazie mille, ragazzi».
«Figurati, scemo!» ulula Liam, mentre gli lancia una pacca sulla spalla. Si siede sul tappeto vicino a Zayn e gli lascia un bacio sulla guancia, prima di voltarsi verso la TV: «Cosa stai guardando?»

«Romeo e Giulietta»

«Niall! Ma è San Valentino!» si lamenta Harry, imbronciandosi.
«Appunto!» si difende lui, indicando lo schermo. «È una storia d’amore, no?»

«Ma loro alla fine muoiono

«Sì, beh. Perché sono stati deficienti!» 

«Niall

Il biondo rotea gli occhi così tanto che probabilmente se solo si impegnasse potrebbe vedere l’interno della sua testa e sbuffa: «Va bene, va bene! Ma c’è solo un film che accetterò di guardare, ed è Bridget Jones».

 

Resiste circa metà film, prima di grugnire un «Vado a letto!» rivolto a quelli che si stanno allegramente scambiando tenere effusioni. Onestamente, non ha idea di cosa sia questa influenza che sembra colpire tutte le persone fidanzate proprio il 14 Febbraio. Deve essere tipo qualcosa che si sprigiona nell’aria solo in questo giorno dell’anno e che li rende molto più morbosi ed appiccicosi.
Ad ogni modo, ha davvero apprezzato il loro gesto. Potrà anche rimanere zitello a vita, ma fino a quando avrà loro per amici sa che non sarà mai solo. Deve solo ricordarselo un po’ più spesso.

Si lava velocemente i denti e sistema quattro cuscini e altrettanti sacchi a pelo a raggiera attorno al suo letto prima di buttarsi direttamente sotto le coperte. Uno dei vantaggi di vivere in pigiama quando ci si rinchiude in casa. Sistema meglio il cuscino e chiude gli occhi, cercando di addormentarsi.

Ben presto inizia ad agitarsi e a voltare il capo prima su un lato e poi sull’altro, la fronte che si aggrotta mentre gli occhi si strizzano per essere ancora più chiusi. Rilascia un mugugno di fastidio e la sua mente viene trascinata via da un fiume più potente della sua forza di volontà.

Le immagini sono sfocate, i colori tendono all’arancione e al dorato. Forse sta tramontando il Sole? Per quanto cerchi di alzare la testa e potere vedere di più, di vedere qualcosa, non riesce a muovere lo sguardo nemmeno di un millimetro. Improvvisamente un rumore metallico seguito da un tonfo sordo gli arriva alle orecchie e nella visione periferica nota appena la punta di un paio di scarpe da ginnastica rosso bordeaux ed un ciuffo di capelli scuri.

Cerca di rimanere ancorato a quel luogo ma viene nuovamente trascinato via.

Una mano gli sta accarezzando i capelli.
«Ancora lo stesso sogno?» domanda Harry delicatamente, senza cessare il movimento della mano. Sono tutti seduti attorno a lui. 

«Siamo entrati in camera per venire a dormire e ti abbiamo trovato ad agitarti terribilmente» aggiunge Liam, stringendogli brevemente una mano.

Accetta con un movimento tremulo il bicchiere d’acqua che Louis gli sta offrendo ed annuisce: «Sempre lo stesso sogno.  Per quanto mi sforzi, non riesco a cambiare nulla. Si ripete sempre uguale».

«Forse dovresti parlarne con Louise, Niall» suggerisce cautamente Zayn, osservandolo timoroso «Ormai sono mesi che questa storia va avanti».

Niall beve lentamente, appoggiando poi il bicchiere ormai vuoto sul comodino: «Sì, forse hai ragione. Vorrei soltanto dimostrarle di essere migliorato, che si può fidare di me anche per compiti più complessi. Vorrei riuscire a capire da solo cosa sta succedendo, ecco».

Il fatto è che da quando Niall ha scoperto di essere uno stregone/sensitivo/qualsiasi cosa sia, ha deciso di dedicare a questa parte di sé anima e corpo. Ha scelto un particolare ramo all’università (ovviamente ottenendo sguardi storti dai suoi genitori) e ha iniziato a lavorare nel negozio di Lou Teasdale, la strega/medium che ha permesso il ritorno dal mondo dei morti di Louis e che ha aiutato Zayn con il suo problemino di licantropia.

Abbassa le spalle con fare sconfitto: «Domani ho il turno pomeridiano, cercherò di parlargliene»

«Sai che lo facciamo solo perché siamo preoccupati per te» mormora Louis, osservandolo con affetto.

«Lo so» afferma con un sorriso sincero. «Vi voglio bene».

 

Abbandona con un sospiro il caldo pigiama di pile, infilandosi in un paio di jeans scuri e una maglietta indaco. Osserva con sguardo nostalgico il letto, evita accuratamente di osservare la scrivania piena di libri che non aspettano altro se non di essere studiati ed esce di casa velocemente,  entrando nell’abitacolo del vecchio trabiccolo che si è comprato con i soldi delle sue prime paghe. Gli è un po’ dispiaciuto spendere subito il denaro, ma non poteva continuare a chiedere in prestito l’auto di sua madre per potere andare a lavorare.

Guida tranquillamente, tamburellando di tanto in tanto le dita sul volante al ritmo con le canzoni anni ‘80 che sta passando la radio. Parcheggia agilmente e chiude la sicura, dirigendosi poi verso il negozio con le vetrine coperte da tende violette.

«Ehi, Lou? Sono arrivato!» avvisa la titolare, raggiungendola nel suo studio (ovvero il retro del negozio) per appoggiare al sicuro i suoi effetti personali. La donna alza il capo dal grosso tomo che stava sfogliando e sistema una ciocca di capelli argentei dietro l’orecchio: «Ciao Niall!» si raddrizza «Sei arrivato giusto in tempo, è appena arrivata quella partita che stavamo aspettando e deve essere sistemata sugli scaffali». Annuisce, rimboccandosi le maniche fino ai gomiti e preparandosi a sistemare boccettine di vetro contenenti gli ingredienti più disparati, anche se sa che quelli più importanti Louise non li tiene davanti agli occhi dei clienti. Quelli sono solo per clienti speciali.  Una volta anche lui ed i suoi amici hanno fatto parte di quella cerchia, ma da quando Zayn ha imparato totalmente a controllare le sue trasformazioni non ne hanno più avuto bisogno.

Spolvera gli scaffali di metallo con un panno e sistema poi i nuovi arrivi, mentre Lou si impegna a lucidare i cristalli che tengono vicino alla cassa.

Si umetta le labbra e si volta verso la donna: «Mh, senti, Louise… Vorrei parlarti di una cosa»

«Dimmi pure cosa ti impedisce di dormire la notte, caro» lo sorprende lei, anche se in realtà dovrebbe esserci ormai abituato, davvero. Le racconta brevemente il suo sogno ricorrente, la sensazione di non potere modificare nulla, e lei annuisce appena. Spalanca le tende che si trovano nella vetrina dietro la cassa ed osserva l’esterno con fare pensieroso. Torna poi ad occuparsi delle pietre e dei cristalli, lanciandogli una veloce occhiata ed un sorriso divertito: «Beh, tesoro, suppongo che chi vivrà vedrà. Non è così che si dice?».

Niall scuote debolmente il capo e ripone l’ultima bottiglietta. Osserva soddisfatto il risultato. Si chiede se forse potrebbe valere la pena provare a fare un filtro d’amore. Probabilmente no, gli sembrerebbe di vivere in una bugia. Va nel retro per mettere via lo scatolone che ha appena svuotato e prenderne uno ancora pieno. Le sue orecchie registrano vagamente il campanello che segnala l’ingresso di un cliente, ma non ci fa troppo caso.

Canticchia un motivetto nel retro della gola e torna in negozio, pronto a sistemare i nuovi prodotti. Appoggia lo scatolone sul bancone e con una smorfia si accorge di avere lasciato il taglierino per aprire il nastro adesivo nell’altra stanza, perciò si accinge a tornare sui suoi passi quando qualcosa attira la sua attenzione. Il solito colorito violaceo-bluetto dovuto alle tende è sparito. Non c’è più. Al suo posto una cascata di luce attraversa il vetro ed investe l’intero locale. Sono quasi le sei e mezza di sera, il Sole si sta già abbassando sull’orizzonte. Una strana sensazione lo travolge e si sente costretto ad appoggiarsi momentaneamente contro ad un pensile. Scrolla il capo per riprendersi e ricomincia a camminare. Un improvviso bagliore dorato circonda la sua figura; si volta per osservare la vetrina libera dai veli, e vedere il Sole assumere toni sempre più aranciati. Alza sorpreso le sopracciglia e rilascia un breve Ouf! quando qualcosa﹣anzi, qualcuno﹣gli va a sbattere contro. Il qualcuno sobbalza all’indietro, rimbalzando contro lo scaffale e producendo il rumore metallico che da tempo tormenta i sogni del ragazzo. Niall spalanca gli occhi quando sente un tonfo e una delle sfere di cristallo rotolare verso i suoi piedi, che- che si trovano a poca distanza da un paio di Vans alte di camoscio rosso scuro.

È a questo punto che realizza davvero cosa sta succedendo. La luce dai toni caldi, il rumore metallico, le scarpe da ginnastica. Sta vivendo ancora una volta il suo sogno, ma questa volta per davvero. Un paio di mani pallide si affrettano a raccogliere la sfera e a lasciarla cadere nella sua presa, poi la figura a cui appartengono lo supera e si allontana con un agitato «Mi-mi dispiace! Mi dispiace!». Niall  riesce quindi soltanto a vedere una testata di lunghi capelli ricci allontanarsi e «Aspetta!» dice ad alta voce, tendendo un braccio per fermare la figura che però è già praticamente fuori dalla porta. Sospira pesantemente: non è per nulla soddisfatto di sé, non ha un nome e nemmeno un viso a cui poterlo associare.

Louise ridacchia leggermente alla sua espressione sconsolata: «Tempo al tempo, tesoro» dice con fare misterioso, tornando a lucidare i cristalli di luce.

 

«Non ti manca mai la normalità?» domanda Liam, pulendo una mela rossa con la maglietta che indossa e mordendola con gusto. Sono seduti nel cortile del complesso universitario. Lo fanno sempre, durante i quindici minuti accademici che gli spettano fra una lezione e l’altra. Niall alza lo sguardo dal cellulare e ride: «Scherzi? Per me le cose sono fin troppo normali» sospira: «È anche troppo tempo che non succede nulla, incomincio ad essere annoiato».

Il castano strabuzza gli occhi: «Per carità, sta zitto, sia mai che qualche entità ti senta e decida di iniziare a perseguitarci giusto per il gusto di farlo!». Il biondo gli tira una spallata scherzosa: «Non penso funzioni proprio così, sai?». Afferra poi lo zainetto blu scuro e se lo sistema sulla spalla destra: «Comunque io ora devo andare, tra poco iniziano gli allenamenti di nuoto e devo incontrare Harry e Louis fuori dalla palestra. Sei sicuro di non volere riprendere a nuotare?»

«Non fa più per me, Niall» scuote la testa Liam. «Anche se non mi dispiacerebbe insegnare a Zayn a stare a galla!». 

La voce dell’amico lo fa voltare all’ultimo minuto: «Niall! Non è esattamente vero che non è successo nulla, sai… Il tuo sogno...»

«È successo, Lee. Non è più un sogno»

Liam lo guarda sorpreso: «Come?»

«Vi spiegherò tutto più tardi, così lo dovrò raccontare solo una volta» grugnisce. «Anche se non c’è davvero molto da raccontare, purtroppo». Si incammina verso la piscina ed alza lo sguardo pensieroso al cielo che si è fatto improvvisamente plumbeo: «Ultimamente il tempo atmosferico è diventato davvero imprevedibile, non capisco che sta succedendo» mormora, scrollando le spalle.

 

Effettua un’ulteriore bracciata arrivando a bordo vasca, con un’agile capriola all’indietro si volta e percorre quindi la distanza al contrario. Arrivato in fondo si ferma e controlla il grande orologio che si trova sulla parete per verificare il tempo che ha impiegato e piega le labbra soddisfatto quando nota che è diminuito di tre secondi. Incrocia le braccia sul bordo della piscina e ci si appoggia contro con il mento, il corpo stanco che galleggia pigramente.

Due spruzzi improvvisi lo colpiscono ai lati del volto, mentre le risate di Harry e Louis risuonano per tutto l’ambiente. «Brutti stronzi!» grida divertito, buttando le braccia all’indietro per immergersi  nuovamente. Nuota sott’acqua per superare il separatore delle corsie e una volta raggiunto Louis lo spinge sott’acqua, facendogliene bere un bel po’. Quando risalgono in superficie sghignazzano come due idioti, mentre Harry è già uscito dalla piscina e li guarda affettuosamente. 

«Sai, Lou, è bello che la tua brutta esperienza non ti abbia separato dall’amore per il nuoto».

Louis segue l’esempio del riccio e gli sorride: «Non avrebbe mai potuto, non quando mi ha avvicinato all’amore della mia vita» allaccia il braccio dietro la schiena del ragazzo e gli lascia un bacio veloce «Dico bene?».

Niall rotea gli occhi, ma sorride comunque intenerito. Ha il cuore morbido, non può proprio farci nulla.

Un tuono squarcia l’aria, ma nemmeno una goccia di pioggia cade a terra.

È tutto veramente strano.

«Niall? Muovi il culo?» si lamenta Louis, accennando agli spogliatoi «Tra poco chiudono».

Li raggiunge con una corsetta e li avvisa: «Questa sera ci sarà una riunione, okay?»

Harry fa spallucce: «Certo, ma perché?»

«Credo che l’avventura stia per bussare alla nostra porta» pondera lui, mentre sobbalza per un ulteriore tuono.

 

«Che diavolo sta succedendo con questo tempo?» impreca Zayn, mentre toglie il cappotto e lo sistema sull’attaccapanni dell’ingresso.

«Non chiederlo a me, tesoro». Strabuzza gli occhi Liam. «In quanto licantropo tu non dovresti, tipo, essere più collegato alla natura?»

«Suppongo di sì, ed è proprio per questo che non capisco. Ultimamente mi sento molto confuso». Aggrotta la fronte: «Non capisco cosa sento».
«Sei sicuro di stare bene?» Il suo ragazzo lo fissa con preoccupazione, posandogli una mano sulla fronte. Zayn la prende fra le sue e la stringe, posandoci un bacio sul dorso: «Stai tranquillo, Lee. Vedrai che si risolverà tutto. Forse ho solo bisogno di trasformarmi, è un po’ che non lascio libero il mio lupo».
«Speriamo» dice il castano, storcendo il labbro e seguendolo mentre cammina verso il salotto di casa Styles.

«Dunque, perché questa riunione?» domanda Harry, allungando a tutti un sacchetto di pop-corn.

Niall sgranocchia un paio di fiocchi di mais scoppiato, mastica lentamente ed inghiottisce: «Mhh… A Liam l’ho accennato oggi, riguarda il mio sogno- Che non è più un sogno»

«Vuoi dire che-»

Annuisce. «È avvenuto, sì». Mangia un altro pop-corn. «Purtroppo non è successo davvero altro, rispetto a quello che ho visto per tutte quelle notti di fila. Ad ogni modo, è successo ieri. E questa notte ho dormito otto ore filate. Nemmeno un sogno».

Louis si massaggia il mento con due dita: «Pensi che si siano tipo… Modificati gli equilibri?»

«Io penso che gli equilibri si siano persi, piuttosto» sospira. «Domanderò a Louise, ma negli ultimi tempi si diverte ad essere più misteriosa di quello che già non è».
«Se c’è una cosa che ho capito di quella donna, è che ogni cosa che lei fa o dice, non è mai a caso» riflette Harry.

«Allora, ci vuoi raccontare cos’è successo?» interviene Zayn.

«Sì, certo. Non so, ieri avevo una strana sensazione e lo sapete, negli ultimi mesi il sogno si era fatto sempre più frequente» socchiude gli occhi cercando di ricordare nel miglior modo possibile gli eventi del giorno precedente. «La prima cosa che mi ha messo sull’avviso è stata la luce. Non ce n’era mai stata così tanta, sapete che Lou impazzisce per quelle tende viola e non le scosta praticamente mai. Poi c’è stato il primo rumore, e allora ho iniziato a raggruppare le idee e a mettere assieme i pezzi. Purtroppo mi sono sentito come immobilizzato… E alla fine la persona mi è sfuggita». Sospira e appoggia il capo sulle mani sistemate a conca: «L’unica cosa che so, è che si tratta di una ragazza. Tuttavia non l’ho vista in viso»

«Louise che dice?» chiede Liam. Niall sbuffa: «Dà tempo al tempo, Niall!» la scimmiotta «Ecco cosa dice».
«Mh» dice Louis. «Per ora dalle retta. Ho la sensazione che non dovrai poi aspettare così tanto, sai?». Indirizza gli occhi grigio-azzurri verso la finestra e corruccia preoccupato la fronte davanti ad un fulmine enorme.

 

Tre giorni dopo il vento gli rende tremendamente difficile camminare verso l’entrata del negozio, apre la porta con difficoltà e quasi teme che questa possa frantumarsi da quanto forte la corrente la fa sbattere.

Sfrega  le mani fra di loro per cercare di farle riprendere almeno un minimo dal gelo esterno, poi si libera di una foglia secca che il vento ha fatto incastrare fra i suoi capelli.

Si affaccia nell’ufficio della medium e la trova concentrata sui suoi tarocchi. La donna alza lo sguardo e lo saluta velocemente: «Ciao Niall, oggi starai alla cassa, va bene?»

«Certo, ma è tutto a posto?» indaga, notando il suo cipiglio.

«Non proprio, e lo sai anche tu. O sbaglio?» alza un sopracciglio, attendendo una risposta.

«Hai ragione, sento anche io che c’è qualcosa di strano» ammette, togliendosi la giacca e andando a sedersi dietro la cassa del negozio.

Le ore scorrono in maniera piuttosto piatta, sente Louise mormorare di tanto in tanto nell’altra stanza, ma non ha la possibilità di servire nemmeno un cliente. È ovvio, con un tempo del genere nessuno sano di mente uscirebbe di casa se non costretto.

Sta tamburellando annoiato le dita sul bancone al ritmo di una vecchia canzone quando le campanelle della porta trillano in mezzo alle folate di aria fredda.

Per un attimo pensa che sia stata la forza del vento a spalancarla, ma poi nota la figura in piedi davanti all’ingresso. Ha il volto quasi completamente coperto dai capelli scuri e si stringe fra le braccia mentre fa scattare velocemente gli occhi per il negozio.

Niall cerca di avvicinarsi lentamente e alza le mani per indicare che è inoffensivo: «Ehi, tranquilla. Non scappare, non voglio farti male». La ragazza muove un passo sul posto, ma non se ne va.

«Io sono Niall»

«Lo so».

Sgrana gli occhi, mentre lei si stringe ancora più in sé stessa: «Come?».

Gli occhi nocciola di lei si spostano sulla sua figura di scatto, sono pieni di terrore: «Non sarei dovuta venire qui, non so perché sono qui, torno sempre qui...» ripete cantilenando, iniziando a dondolare su sé stessa. Il ragazzo cerca di avvicinarsi ma lei lo ferma: «Stai fermo!» gli intima, mentre il vento dietro le sue spalle continua ad ululare sempre più forte e fa alzare una gran massa di polvere e terra.

Niall fissa sgomento la sua macchina ondeggiare pericolosamente e quasi si perde il movimento della sconosciuta, che con uno scatto esce dal negozio e si ferma nel bel mezzo della tormenta, che stranamente non sembra attaccarla più di tanto. Si butta in ginocchio per terra e stringe il capo fra le mani. Anche Niall esce dal negozio ed è costretto a chiudere le palpebre quasi del tutto per evitare di venire accecato dalla polvere volante. Raggiunge la figura rannicchiata e si accovaccia al suo fianco. Riflette un secondo prima di azzardarsi a toccarle una spalla. Lei si volta di scatto verso di lui e lo guarda dal basso con occhi spalancati: «Mi dispiace, mi dispiace!» geme. E a quel punto succede una cosa straordinaria. Nell’esatto momento in cui Niall vede scendere una lacrima dai suoi occhi castano chiarissimo, una prima goccia di pioggia tocca il suolo, dopo giorni di fulmini e tuoni isolati.

La ragazza scoppia a piangere e la pioggia diventa scrosciante, mentre un nuovo tuono si fa largo nell’etere. In breve tempo diventa bagnata fradicia, i capelli le si appiccicano addosso ed inizia a tremare come una foglia. Niall riesce a sollevarla e a riportarla all’interno del negozio senza che lei gli si rivolti contro. Attraversa i corridoi fra gli scaffali fino ad entrare nella stanza sul retro, dove vengono accolti da un intenso profumo di tè al limone. 

«Falla sedere sul divano, caro, sarà esausta» mormora dolcemente Louise, posando sulle spalle della ragazza un grosso e caldo asciugamano e prendendo a frizionarle delicatamente i capelli con uno più piccolo. Lei socchiude gli occhi. Niall guarda fuori dalla finestra. Il vento si sta placando.

«Asciugati anche tu» gli consiglia la donna, allungandogli un asciugamano blu scuro.

«Grazie, Lou» dice, prima di tornare a spostare la sua attenzione sulla ragazza, che sembra avere ripreso un minimo di colore sulle gote precedentemente pallidissime.

«Come ti senti?» le domanda Louise, sedendosi al suo fianco. Fa vagare nervosamente lo sguardo fra la medium e lui, accettando con un piccolo cenno di ringraziamento la tazza fumante di tè che le viene porta. Sospira: «Sono stata meglio» ammette infine. «Perché sei venuta qua, cara?». Fissa gli occhi in quelli della donna: «Torno sempre qua» si gira appena verso Niall «Torno sempre da lui».

Il biondo sgrana gli occhi, appoggiandosi con la schiena al tavolo che fronteggia il divano dove sono sedute le due donne. «Tu sapevi già il mio nome» indaga confuso.
«Io so molto di te, Niall» ammette la riccia, stringendo di più la tazza fra le mani.
«Ma- come

«Non lo so. Non so come, non so perché...» sussurra, incatenando poi gli occhi su quelli azzurri di lui «Ma ti sogno da sempre». La medium annuisce, come se stesse mettendo in ordine tutti gli indizi, finalmente. «Come ti chiami?» domanda Niall, sedendosi sul pavimento davanti a lei. «Chrys… Chrystal».

«Sai perché sei qui?» interviene Louise, sorseggiando il suo tè. Chrystal nega con il capo: «Non ne ho idea. Non so cosa mi stia succedendo» si interrompe per tirare su con il naso. «Sono sempre stata normale, se si escludono i miei sogni. Ma poi… Cose strane hanno incominciato ad accadere attorno a me, e a chi mi sta vicino». Si guarda le punte delle scarpe consumate: «Da quando mi sono trasferita qua mi sono spesso ritrovata fuori da questo negozio, senza sapere come ci fossi arrivata». Prende un sorso della bevanda calda e sospira sollevata. «Ho trovato il coraggio di entrare solo qualche giorno fa. E c’erano tutte queste cose strane… Ma mi sembravano anche conosciute, e non capivo come fosse possibile! Poi sono andata a sbattere contro Niall e mi sono spaventata, perché ho sempre pensato che lui non esistesse, che fosse solo un’invenzione del mio cervello».

Il biondo prova a scherzare: «E invece eccomi qua, in carne ed ossa!». Riceve un piccolo sorriso a labbra chiuse in risposta ed una fossetta fa capolino sulla guancia sinistra di Chrystal: «In realtà, io non so più cosa sia reale e cosa no».

«Facciamo così, ora torni a casa e ti rilassi, va bene? Domani pomeriggio tornerai qua e cercheremo spiegazioni» propone Louise, sorridendole. «Va bene» concorda debolmente.

«Hai bisogno di un passaggio?» aggiunge Niall, non avendo notato altre macchine se non la sua nel parcheggio. «A dire il vero, sì» ammette imbarazzata «Devo avere perso l’ultima corriera».
«Non è un problema» la tranquillizza il ragazzo, facendola alzare gentilmente.

«Ci vediamo domani» saluta, seguendolo poi verso l’esterno e quindi la macchina.

Si sbriga ad allacciare la cintura e stringe le braccia attorno al suo busto. 

«Non preoccuparti, Chrys. Vedrai che Louise troverà una soluzione».

 

Louise lo chiama per chiedere di portare con sé al negozio anche Harry e Louis, ma non Liam e Zayn. A quello lui alza le sopracciglia, il segno del cuscino ancora ad adornargli la guancia sinistra e i capelli piegati in modo tale che sembrano stare per prendere il volo.

«Per quale motivo Harry e Louis sì, ma Liam e Zayn no?» domanda in mezzo ad uno sbadiglio mal trattenuto, facendola ridere. «Beh, diciamo che per Zayn non è ancora sicuro incontrarla, e non è davvero qualcosa di fattibile separarlo da Liam, dico male?». Pondera brevemente l’opzione di separare la coppietta e conferma: «No, suppongo che tu abbia ragione» riflette nuovamente «Aspetta. Che vuoi dire che per Zayn non è sicuro incontrare Chrystal? È- pericolosa?».

«Non essere sciocco!» lo riprende la voce metallica che proviene dal telefono. «In realtà non è consigliabile per entrambi. È ancora troppo presto. A tempo debito capirai». La donna chiude la conversazione lasciandolo con un po’ d’amaro in bocca, perché non ne può più di sentirsi dire che deve aspettare per qualsiasi cosa. È snervante.

Manda un sms ai suoi amici per avvertirli e lancia poi il cellulare sul letto, sospirando. Alza la maglia del pigiama per vestirsi e rimane sorpreso sentendo il leggero tepore che sente sulla schiena. Getta un’occhiata veloce dietro le sue spalle e socchiude gli occhi davanti ai primi cenni di raggi solari. Lo smartphone trilla un paio di volte e lo distrae, segnalando l’arrivo di due messaggi. Legge di sfuggita  le risposte di Harry e Louis e si precipita giù per le scale. Afferra al volo una brioche dal tavolo in cucina e saluta sua madre con un bacio sulla guancia, prima di uscire frettolosamente di casa.

Oggi più degli altri giorni spera che le lezioni in università finiscano il prima possibile.

 

Scarabocchia svogliatamente le parole del professore sul suo taccuino e guarda di nascosto l’ora sul cellulare. Dieci minuti non sono poi così tanti. Può resistere, ce la può fare.

Inizia lentamente a mettere via le penne nell’astuccio, chiude il quaderno e sistema tutto nello zaino, chiudendo il più silenziosamente possibile la zip e nascondendosi dietro il ragazzo con le spalle larghe quanto un armadio che siede davanti a lui, facendosi il più piccolo possibile. Non che ci voglia poi tanto a nascondere il metro e settantanondiciamoquanto, eh.

«Bene ragazzi, ci vediamo dopodomani» dice finalmente l’insegnante, lasciandolo libero di scattare in piedi e precipitarsi fuori dalla stanza, raggiungendo i due ragazzi che lo stanno aspettando poco più in là. Afferra ognuno per un gomito e se li trascina dietro mentre cammina sempre più velocemente: «Forza, sbrigatevi!» li esorta.

«Perché tutta questa fretta?» sbuffa Harry, cercando di stare al passo con la sua corsa.
«Già, di che tratta questa riunione improvvisa?» si informa Louis, aprendo la portiera della macchina per il riccio e sedendosi poi a sua volta. Niall apre a sua volta la portiera del guidatore, ma prima di accomodarsi resta qualche attimo fermo in piedi, appoggiato alla porta con le braccia. C’è un leggero e piacevole venticello che smuove le fronde degli alberi, nulla a che vedere con quello del giorno precedente. Storce appena il labbro ed entra nell’auto, accendendo il motore e apprestandosi a partire in direzione del negozio di Lou.

«Allora? Questa emergenza?» riporta a galla la questione Louis, mentre con le dita gioca con i ricci di Harry, al suo lato. Il  biondo incrocia per un attimo il suo sguardo nello specchietto retrovisore, prima di tornare a concentrarsi sulla strada davanti a lui. Alza un angolo delle labbra: «Beh. Suppongo che l’avventura abbia bussato per davvero alla mia porta».

«Cosa stiamo andando a fare da Louise?».
«Vogliamo farvi conoscere una persona». Rallenta e scala la marcia, voltando appena il volante per entrare nel parcheggio. «Una persona?» Harry si sporge con il capo dal sedile posteriore per osservarlo. «Davvero? È chi penso che sia?».
«Se pensi che sia la persona del mio sogno, allora sì. Proprio lei» sorride, indicando con il braccio il negozio. «Forza, entriamo».

Appena passano oltre la soglia Chrystal si volta verso di loro, ed i suoi capelli volteggiano appena.

«Oh, ciao Niall» arrossisce; notando poi la presenza degli altri due sorride con fare consapevole.

Louis passa un braccio dietro la schiena del suo ragazzo e guardandola inarca un sopracciglio: «Allora, è vero che Horan qui ti stava sognando? Sei vera?». Chrys lo guarda divertita, copiandogli l’espressione di sfida: «Allora è vero che eri morto e che sei stato salvato dal tuo ragazzo?». Louis ride e guarda Niall: «Lei mi piace, possiamo tenerla?». Niall rotea gli occhi e appoggia la mano sulla parte bassa della schiena della ragazza, guidandola verso il retro: «Forza Chrys, non ascoltare quel bruto di Louis, abbaia ma non morde».
«È qualcun altro ad ululare, non è così?» sussurra in modo tale che solo lui riesca a sentirla. Stringe leggermente la presa e continua a camminare.

 

«Precisamente, per quale motivo sai tutte queste cose?» Louis si appoggia al tavolo ed incrocia le braccia, inclinando il capo di lato. «Onestamente io non ne ho idea» sospira. «Speravo che Louise potesse aiutarmi… O magari Niall» Si volta verso il biondo. «Tu mi hai sognata, non sai nulla di me?». Lui scuote il capo: «No, mi dispiace, vedevo davvero poco ed è stata solo una cosa degli ultimi mesi». Chrystal annuisce, ma appare delusa: «Oh, capisco».

«Quando sono cominciati i tuoi, invece?». Lo guarda con un sorriso triste: «Per quanto mi ricordo, vanno avanti da sempre». Alza le spalle «È stato un po’ come avere una specie di amico immaginario, solo che invece di immaginarlo durante il giorno, lo sognavo di notte».

Niall passa una mano fra i capelli biondi già scompigliati di loro e mormora: «Questo è strano».

«Non tanto quanto pensi tu, bambino» viene improvvisamente fuori Louise, stringendo fra le braccia un grosso libro dall’aspetto vecchio e polveroso. Niall la libera dal peso ed appoggia il tomo sul tavolo, tossicchiando appena quando una nuvoletta di fumo lo prende in pieno viso. «Mi stavo chiedendo, tutti questi cambiamenti atmosferici… Potrebbero essere collegati a Chrystal?».

La medium fissa la ragazza: «Perché non lo chiediamo direttamente a lei?».
«Credo sia così, sì» scuote il capo. «So che non sembra avere senso, ma il tempo mi rispecchia». Indica con un dito la giornata stranamente assolata. «Ha iniziato ad essere così quando ho capito che potevo finalmente ricevere un aiuto, che c’era qualcuno con cui potermi confidare». Niall riflette: «E ieri quando hai iniziato a piangere...».
«È scoppiato a piovere, sì».

«Quindi l’unica cosa che ci rimane da scoprire è il perché, giusto?» suppone Harry, prendendo parte alla conversazione. «Beh» dissente la medium. «In realtà io qualche idea ce l’avrei. Anche per questo ho bisogno di voi». Tira fuori un piccolo coltello in argento dalla punta affilata: «Harry, caro, ti dispiacerebbe ferirti il palmo della mano?». Chrystal aggrotta la fronte: «Questa cosa non mi piace, nemmeno un po’».

«Tesoro, fidati, è l’unico modo per capire se ho ragione. Ad Harry non succederà nulla di male, lo prometto». La ragazza fa volare lo sguardo a Niall, che la esorta con un cenno incoraggiante. «Va bene» accetta quindi, avvicinandosi al riccio. Harry le lancia un sorriso allegro e prende dalle mani di Louise il coltello, praticando un piccolo taglio non troppo profondo sul suo palmo sinistro.

La donna le si avvicina: «Cosa vorresti più di tutto, in questo momento?»

«Vorrei che Harry non si fosse tagliato la mano» risponde subito. «Bene, tutto ciò che devi fare è concentrarti su questo pensiero, okay?»

«Okay, e adesso?»

«Cosa ti senti di fare?» domanda Louise, osservandola poi incuriosita quando lei prende nella sua la mano più grande di Harry, stringendola con delicatezza.  Sibila appena al contatto, rilasciandola poco dopo. Harry alza il palmo verso l’alto ed emette un verso di sorpresa: «È- È scomparso!»

«No, non proprio» nega Chrystal, ruotando la mano e mettendo in mostra il taglio lucente di sangue, osservandolo con timore. «Niall, prepara l’unguento che sai, per favore» gli chiede Louise, indicandogli la dispensa con le erbe necessarie. Niall annuisce e fa per avvicinarsi agli scaffali, ma Louis lo blocca: «Aspettate, io vorrei fare la prova inversa». Chrystal lo guarda corrucciata: «In che senso?»

«Prova a trasferire la tua ferita su di me, okay?» 

«Ma non voglio farti male!» protesta lei, facendolo sorridere: «Posso assicurarti che starò bene».

A questo lei stringe le labbra e annuisce: «Va bene». Porta una mano vicino al viso del ragazzo e la posa con leggerezza sulla sua guancia. Chiude per un secondo le palpebre, e quando le riapre allontana la mano da Louis. Sulla sua guancia ispida di barba ora spicca il taglio che inizialmente Harry si era inferto. La pelle di Chrystal è tornata illesa. 

La ragazza posa i suoi occhi nocciola sul viso di Louis, notando che la ferita si fa man mano meno evidente, curandosi da sola: «Ma come..?».
«Anche io ho qualche trucchetto» Le fa l’occhiolino lui. «Diciamo che è un souvenir che ho portato dall’aldilà».

Chrystal si guarda nuovamente la mano e piega leggermente le dita, poi sbiancando in viso tutto in una volta, sviene. Louis ed Harry fanno appena in tempo a trattenerla prima che cada a terra. 

«Stendetela sul divano, presto!» li esorta le medium.

Niall le si accovaccia vicino, preoccupato: «Che le è successo? Sta bene?». Le accarezza la fronte, portando indietro alcuni riccioli  ribelli, alzando poi lo sguardo su Louise: «Lou, allora?».

La donna si mette vicino a lui e posa con leggerezza una mano sulla guancia della giovane: «Nulla di grave, è solo stata sopraffatta dalla fatica. La magia richiede molta forza… Specialmente una magia del genere». 

«In che senso? Non è come la magia che pratichiamo noi?»

«Oh, no». La medium si rialza in piedi e si avvicina al tavolo. «Niente affatto». Alza la pesante copertina in pelle del libro antico ed inizia a sfogliare le pagine spesse ed irregolari: «La mia teoria è stata confermata, anche se devo dire che ne ero già praticamente certa». Niall sbuffa, impaziente: «Potresti condividerla anche con noi, per piacere? Starà bene?»

«Bambino, sta' tranquillo!» Louise sorride. «Ti ho detto che starà bene, e sai che puoi fidarti di ciò che dico». Il biondo abbassa il capo, dispiaciuto: «Scusami Lou. Sono solo un po’ preoccupato, sai».

Gli occhi chiari della donna brillano di un guizzo divertito mentre questa conferma: «Certo, lo so».

«Ad ogni modo, che cosa intendi dire che la sua magia non è uguale alla vostra? Significa che è più simile alla mia?» si interroga Louis, cercando una spiegazione razionale. «Oh, no, caro» nega però nuovamente l’altra. «No davvero. No, se è quello che io penso che sia, Chrystal con questo dono ci è nata».

«Senza saperlo?»

«Sì, Harry, senza saperlo».

Niall stringe per un attimo la mano della ragazza che è ancora incosciente e si alza dal suo lato. Si avvicina alle erbe che Louise tiene lontane dal pubblico e tira fuori un piccolo calderone. 

«Questo che sto preparando è un vero toccasana» informa i suoi due amici, che lo guardano curiosi «Il profumo del liquido in ebollizione dovrebbe aiutarla a riprendere i sensi, poi gliene faremo bere una tazza». Harry tira fuori la lingua: «Chissà che schifo, poverina!». Louise ride: «In realtà questo ha un sapore piuttosto piacevole» Annuisce fiera «Bravissimo, Niall».

Il ragazzo versa gli ingredienti, lancia un’occhiata a Chrystal ed inizia a mescolare: «Quindi, in che senso la sua magia non è la come la nostra?». Louise alza lo sguardo dal libro che sta leggendo: «La sua magia è ben più antica della nostra. Non si può insegnare e non si può imparare. È qualcosa che è nascosto dentro al corpo, nella parte più profonda dell’essere».

«L’animo?» domanda, mentre aggiunge una polvere rossastra al liquido che ha iniziato a creare bollicine rosate.

Louise annuisce: «Esatto, proprio nell’anima, che secondo molti risiede nel cuore» riflette. «Ad ogni modo, Chrystal ha le capacità per essere molto più potente di tutti noi messi assieme». Indica i libri che riposano sulle mensole dietro la sua schiena, le sue carte dei tarocchi e gli ingredienti vari da cui il suo allievo sta attingendo per preparare il filtro: «Tu ed io abbiamo bisogno di un aiuto per praticare la magia, Niall. Che siano pozioni, sfere di cristallo o formule magiche, da soli non possiamo nulla. Anche quando sembra che io non usi formule, in realtà le sto ripetendo nella mia mente. Lei, invece… Lei è magia».

Niall aggrotta le sopracciglia, si passa un braccio sulla fronte per asciugare un paio di goccioline di sudore e poi si massaggia lentamente il ponte del naso, cercando di allentare le tensioni. Infine sospira, alzando lo sguardo sulla sua insegnante: «Lei… Lei è magia? Ma come?». Louise apre la bocca e fa per parlare, ma un leggero lamento la interrompe sul nascere. Dal liquido che il biondo ha preparato si sta infatti sollevando una grandissima nuvola di vapore rosaceo, che sparge per tutta la stanza un delicato profumo di pesca. L’odore arriva fino alle narici di Chrystal, perché queste si allargano appena, mentre la ragazza emette un ulteriore lamento. La riccia si mette seduta di scatto, rilasciando un suono strozzato. Ha lo sguardo terrorizzato e si rilassa appena solo quando nota le figure che la stanno osservando da poco lontano. Quindi porta una mano al petto e respira profondamente, cercando di calmarsi.

«Come ti senti?» domanda Louis, avvicinandosi gradualmente per non agitarla. «Bene» risponde velocemente e «Davvero!» insiste, vedendo gli sguardi dubbiosi degli altri. «Mi dispiace». Louis si passa una mano fra i capelli, scompigliandoli. «Credo che sia stata colpa mia, non avrei dovuto farti fare quella prova».
«Non essere ridicolo, Louis». Sorride gentilmente Chrystal. «Sono solo stata, uhm, sopraffatta dagli eventi. Io- io davvero non so cosa mi stia succedendo». Harry le stringe una mano sulla spalla: «È normale che tu ti senta un po’ sconvolta in questo momento, sai. Solo, sei davvero molto pallida». La ragazza ride: «Nah, tranquilli! Questo è il mio colorito naturale».

Niall ridacchia e cammina cautamente, trasportando un calice di cristallo colmo fino al bordo. Lo allunga verso Chrystal e poi aggiunge tre petali bianchi che si sciolgono quasi immediatamente nel prodotto semi-denso: «Sarà come dici tu, ma per sicurezza dovresti bere questo». Le rivolge un cenno fiducioso: «Coraggio!». Lei si morde un labbro e annuisce: «Va bene, mi fido». Prende un primo piccolo sorso e sgrana quasi immediatamente gli occhi: «Ehi! Ma è buonissimo!».

Harry scruta attentamente le espressioni di Chrystal, mentre questa continua a sorseggiare la bevanda. Spalanca poi la bocca, indicandola con un indice: «Ehi! Le sue gote hanno preso un po’ di colore! Lou, guarda!» Scuote il braccio del suo ragazzo, intimandolo a guardare.

«Sempre questo tono sorpreso!» si lamenta Niall, roteando gli occhi. Riprende il bicchiere e lo appoggia sul tavolo, andando poi a sedersi al fianco della ragazza: «Meglio?».
«Incredibilmente meglio!» esclama annuendo contenta. «Mi pare sia passata una vita dall’ultima volta che mi sono sentita così bene». Louise sorride compiaciuta: «Niall sta facendo passi da gigante, è diventato un ottimo mescitore». Chrystal annuisce appena, ma non pone domande e questo desta l’attenzione di Niall: al posto suo avrebbe sommerso Louise di parole. Si inizia a chiedere di quante cose Chrystal sia effettivamente a conoscenza, ma decide di rimandare il discorso a più avanti.

«Andate a casa, ragazzi. Avete provato abbastanza emozioni per oggi. Specialmente tu, cara» li esorta Louise, accompagnandoli all’uscita del negozio. Mentre gli altri escono, lei trattiene Niall per un polso: «Domani mattina non hai lezione, vero?»

«No, domani sono in università solo di pomeriggio» conferma, confuso dal suo interessamento. «Perché?». La donna guarda le figure dei due ragazzi e di Chrystal accomodarsi nell’auto un po’ malconcia parcheggiata poco più avanti e poi torna a voltarsi verso di lui: «Domattina vorrei che tu venissi qui, da solo.  Ho bisogno di raccontarti tutto quello che so».
«È arrivato il momento?» domanda sorpreso. Louise guarda i nuvoloni scuri regnare ai lati del Sole: «Forse è anche troppo tardi. Non abbiamo più molto tempo, temo».

 

«Perché Louise sta cercando di tenere lontani Zayn e me?»

Niall incastra il cordless tra la guancia e la spalla, prendendo in mano una felpa che trova per terra. L’annusa all’altezza delle ascelle e fa una smorfia di disgusto, lanciandola quindi nella cesta dei panni da lavare. Si butta a sedere sul letto e sospira: «Liam, te l’ho già spiegato, ha solo detto che potrebbe non essere sicuro per Zayn» si muove nervosamente, stropicciando le coperte sotto di sé «Noti qualcosa di strano in lui?». Liam riflette, pensando agli atteggiamenti del suo ragazzo: «In realtà sì. Ultimamente mi sembra sempre molto agitato, nervoso. Perché?»

«Io penso che questo potrebbe avere a che fare con Chrystal» ammette infine. Dall’altro capo del telefono Liam trattiene il fiato: «Pensi che sia pericolosa?! Sta’ attento!».

Si getta all’indietro, stendendosi sul letto ma lasciandone le gambe fuori e ride di gusto: «Ma per piacere! Se tu la conoscessi, l’adoreresti di sicuro». L’amico sorride compiaciuto: «Scommetto che anche a te non dispiace per nulla, da come me ne hai parlato». Niall gonfia le guance, diventando paonazzo: «Oh, ma sta zitto, Lee!» esclama, chiudendo poi il telefono in faccia all’altro.

«Pazzesco…. Pazzesco!» mormora, sbuffando.

 

Si stringe nel cappotto verde militare ed affonda il naso nella sciarpa rossa, cercando di non congelare nel tragitto parcheggio-negozio. Controlla l’ora sul cellulare e sbuffa, notando la pallina rossa che è diventata la punta del suo naso. Rabbrividisce un po’ mentre tira fuori le mani dalle tasche per spingere la porta a vetro, facendo quindi trillare le campanelline.

«Finalmente sei arrivato!» lo saluta Louise, chiudendo a chiave la porta e mettendo in vista il cartello con su scritto ‘Chiuso’. «Sono in perfetto orario!» si lamenta lui, ma lei si limita a fargli cenno di affrettarsi a seguirla. Si siedono sul divano ed il biondo inizia a fissarla con aspettativa: «Allora? Cosa mi devi dire?»

«Ho scoperto perché hai queste- capacità particolari» butta fuori la medium tutto d’un fiato. Niall aggrotta la fronte: «Intendi dire, per quale motivo riesco a creare filtri perfetti, ad effettuare sedute spiritiche e-»

«Sì, sì, è quello che voglio dire» taglia corto Louise. «Ora so perché».
«Beh, dillo anche a me!» la esorta sorridente. 

«Sei la sua Guida»

«La sua… Guida? Di chi? E in che senso? Non capisco». Si gratta lo scalpo, liberandosi poi di sciarpa e cappotto, che in questo momento sembrano stare per strangolarlo. «Sei la Guida di Chrystal, ovviamente. Questo è il motivo per il quale l’hai sognata e lei ha sognato te. Questo è il motivo per il quale tu sei dotato dei tuoi poteri, devi aiutarla a trovare il suo predecessore». Niall sospira pesantemente: «Con predecessore stai parlando di un suo avo, o-»

«Ovviamente no, bambino! Concentrati! Sto parlando della persona che ha avuto i poteri di Chrystal prima di lei». Louise si prende le tempie fra le mani e annuisce lentamente. «Okay, scusami. Partiamo dall’inizio, va bene?». Niall annuisce, osservandola mentre si alza per andare a spegnere la luce e quindi lasciare la stanza in penombra. La donna muove una mano per aria, tracciando un cerchio immaginario al posto del quale si crea un ologramma che mostra la Terra. Il viso del biondo viene illuminato dalla luce bluastra che il globo emette. 

«Devi sapere, Niall, che la natura non è un elemento indipendente. All’inizio della creazione, regnò il caos più totale». Fa rotolare l’immagine fra le mani, mostrando immagini di tempeste di sabbia ed uragani di violenza indicibile. Lo guarda negli occhi, riprendendo a parlare: «Per questo nacque il primo Regolatore. Potrebbe sembrarti difficile da comprendere, ma l’universo per potere continuare ad esistere ha bisogno di un guardiano. Il Regolatore… O la Regolatrice, rappresenta il punto di equilibrio di ogni forza naturale. Tutto si concentra nell’essere del Regolatore, e quando l’equilibrio si spezza, la natura impazzisce».

Niall ripensa alle strane condizioni atmosferiche degli ultimi tempi, all’irrequietezza della parte lupesca di Zayn ed inizia a ragionare: «Chrystal è… È la Regolatrice?». 

Louise fa sparire l’ologramma e riaccende la luce: «Non ancora, e per questo ogni legge che noi conosciamo sta impazzendo. Deve avvenire lo scambio dei poteri prima che sia troppo tardi e questi vadano persi per sempre… Così come le sorti del mondo come lo conosciamo noi oggi».

«E il mio compito qual è?» domanda confuso, preoccupato da ciò che è venuto a conoscere. Louise gli sorride: «Hai sentito anche tu un’immediata connessione con quella ragazza, non mentire a te stesso». Niall abbassa gli occhi, facendo un cenno affermativo.

«Il tuo dovere è renderle noto il suo destino e guidarla verso il precedente Regolatore, in modo che questi possa effettuare il passaggio ed essere libero di proseguire verso la sua prossima vita».

Il biondo stringe le mani fra di loro: «Ma sarà doloroso per lei?»

«Niall, tesoro, è la sua natura ed il suo destino. Non possiamo farci nulla. L’unica cosa che puoi, anzi, che devi fare, è guidarla verso la giusta direzione». Annuisce: «Va bene, ma- come posso dirle una cosa del genere?».
«Sono certa che nel profondo lei sappia già tutto questo. Glielo devi solo ricordare». 

Niall la guarda triste: «Ma questo stravolgerà la sua intera esistenza…»

«Si tratta di salvare qualcosa di più grande, lo sai»

«Ma non è giusto... È così giovane...» abbassa il capo, desolato. Louise lo stringe al proprio petto, accarezzandogli i capelli: «Lo so, tesoro… Lo so».

 

Niall si morde l’unghia del pollice, mentre aspetta che suoni il campanello di casa sua. Un paio di ore fa ha scritto un sms al numero che Chrystal gli aveva lasciato, dicendole che le doveva parlare e aggiungendo il suo indirizzo. Scatta in piedi non appena sente il trillo squarciare la quiete, sbrigandosi ad aprire la porta. Rimane destabilizzato per un momento, vedendo il sorriso luminoso della ragazza. Non sopporta pensare di essere lo strumento che lo distruggerà.

«Entra pure» le dice con l’accenno di un sorriso, mostrandole poi la via verso la sua camera.

«Liberati pure, Niall» lo prende alla sprovvista lei, sedendosi sul suo letto, accuratamente rifatto per l’occasione.

«Che intendi dire?»

«So che c’è qualcosa che ti turba». Alza le spalle. «Posso sentirlo». Niall sta per chiederle come, ma decide di sorvolare sulla questione. Lancia una breve occhiata fuori dalla finestra: il tempo sembra abbastanza tranquillo, questo significa che dovrebbe esserlo anche Chrystal, se non ha capito male la spiegazione di Louise. Prende un grosso respiro e confessa: «So perché ti ho sognata. E so perché tu hai sognato me».
«Perché dovevo trovarti e tu dovevi riconoscermi» dice serafica, lasciandolo stupito ancora una volta. Boccheggia un po’, cercando di riprendersi dalla sorpresa: «Sai già tutto?».

Lei nega: «No, certo che no, però… So alcune cose, mentre altre le- percepisco. Non saprei spiegarti meglio».
«È okay» la rassicura. «In un certo senso, hai ragione. Io penso che tu sappia già quello che sto per dirti». Chrystal sorride mestamente: «Vai avanti».
«I poteri che hai… Ti sono stati dati per una ragione. Hai un compito, esattamente come me». Si umetta le labbra, sospira e riprende a parlare. «Il mio è questo: spiegarti la ragione della tua esistenza e guidarti verso essa stessa».
«Qual è il mio compito?» domanda preoccupata, dondolando mentre stringe le ginocchia al petto e guarda verso l’esterno. «Tu… Tu sei la Regolatrice della natura. Il punto di equilibrio di ogni cosa. Per poter permettere al mondo di continuare ad esistere dobbiamo cercare l’attuale Regolatore e permettergli di trasmettere a te i pieni poteri, di modo tale che tu possa poi prendere il suo posto».

Un piccolo singhiozzo scappa alla ragazza, che si sbriga a coprirsi la bocca con una mano: «Mi-mi dispiace. Ora… Ora mi riprendo. È solo che-» Un nuovo singhiozzo ha la meglio su di lei. «Com’è possibile? E perché proprio io? Non so fare nulla, come possono aspettarsi che io sia in grado addirittura di- di salvare il mondo?».

Niall si siede al suo fianco e la stringe fra le braccia, permettendole di nascondere il volto nell’incavo del suo collo. Le accarezza lentamente la schiena con una mano, cercando di consolarla: «Mi dispiace tanto, Chrys. Non è giusto, però devi sapere una cosa: non sei sola, okay? Io sono con te» la stringe lievemente più vicina a sé ed appoggia delicatamente il capo contro il suo. «Sarò sempre con te, quando avrai bisogno di me».

 

«Quindi… Dovremo partire» dice Zayn, stropicciandosi gli occhi con le mani. Niall grugnisce scontento: «Non saprei dove andare. Come posso guidarla, se non so dove dobbiamo arrivare?!».

«Riuscirai a scoprirlo, Niall. Abbi fiducia» Zayn lo consola e chiude gli occhi stancamente, accasciandosi sulla panchina del parco. «Che hai, Zay? Ti senti male?» Lo guarda preoccupato Liam, portando una mano sulla sua fronte e notando il suo viso pallido e le occhiaie scure. Il moro scuote la testa: «Non è nulla, stai tranquillo. È solo che ultimamente mi sento molto stanco, e non riesco nemmeno a trasformarmi». Louis scambia uno sguardo allarmato con gli altri: «Non riesci a trasformarti?!».
«No» conferma il ragazzo. «È come se ci fosse qualcosa a- bloccarmi. Ma non capisco cosa sia, e questo mi sta frustrando».
«Sono gli equilibri» mormora Niall. «Si stanno spezzando, Zayn ne risente particolarmente per via della sua natura».

Harry gli si avvicina, stringendogli le spalle con un braccio: «Per prima cosa dovresti parlare con lei, sai. Assieme potreste arrivare a delle conclusioni. Questo non è un qualcosa che devi combattere da solo, Niall».
«Ma ve l’ho detto, lei mi ha chiesto del tempo per riflettere! Con tutto quello che le sta succedendo, non posso davvero negarle anche questo!». Il riccio ride, guardandolo divertito: «Niall, è una donna! Certe volte penso sia vero quel luogo comune secondo il quale dicono esattamente l’opposto di ciò che desiderano». Guarda un attimo nel vuoto, pensieroso. «Penso sia una specie di prova del fuoco a cui ci sottopongono. Davvero, fidati di me. Vivo con due donne, un pochino ho imparato a conoscerle».

Niall guarda indeciso lo schermo scuro del suo cellulare: «Dovrei chiamarla?». Louis gli sorride: «Penso che dovresti andare da lei».
«Sì. Sì, hai ragione». Lo guarda con fare deciso, scattando in piedi ed alzando un braccio in segno di saluto mentre si incammina verso la propria vettura. «Ci sentiamo dopo!» grida poi, senza voltarsi indietro. 

Si infila velocemente in automobile e guida fino al complesso dove abita la ragazza. Intercetta il portone socchiuso e ci si infila dentro velocemente, salendo poi con l’ascensore fino al sesto piano. Scrolla il capo, scompigliando i capelli biondi e poi sistemandoli con le dita. Prende un respiro e bussa leggermente con le nocche sulla porta. Chrystal gli apre pochi secondi dopo e lo guarda sorpresa: «Niall! Che ci fai qui?». Lui sorride imbarazzato: «Ho pensato che forse tu potessi avere voglia di stare con qualcuno, in questo momento». Chrystal tira su con il naso e annuisce piano, aprendo un po’ di più l’uscio. Niall entra in casa e chiude la porta. Osserva la tuta troppo grande che lei sta indossando e gli occhi appena lucidi. Sente un forte senso di tenerezza assalirlo e: «Oh, vieni qua» mormora, allargando le braccia per permetterle di nascondercisi dentro.

«Ho un po’ paura» ammette allora lei, soffocando la sua voce nel maglione blu di Niall.

«Lo so, Chrys» sospira. «Lo so». Forse, per la prima volta, ne ha molta anche lui. 

«Ora ti preparo una tazza di té, okay?» dice, rilasciandola dal suo abbraccio. «Va bene» accetta lei, andando a sedersi al tavolo della piccola cucina. Niall mette l’acqua nel bollitore e prepara due bustine di infuso in altrettante tazze. Fa per accendere il fornello, quando un pensiero gli passa per la mente, facendolo voltare verso la ragazza: «Sai cosa?  Potremmo fare un esperimento».
«Di che tipo?» lo squadra con il capo leggermente piegato di lato, confusa.

Niall prende in mano il bollitore e lo appoggia sulla tovaglia, stando attento a non fare uscire nemmeno una goccia. Chrystal fa passare lo sguardo da lui all’oggetto, poi domanda: «Cosa vuoi che io faccia?».
«Perché non provi a scaldare l’acqua?» le suggerisce. Lei storce il labbro: «Beh, potrei provarci, penso». Piega un braccio a metà e poi lo allunga lentamente, facendo fermare la mano sopra al bollitore ancora aperto. Chiude gli occhi e soffia uno sbuffo d’aria, allargando con un gesto le dita sull’oggetto. Poi apre timorosamente prima un occhio e poi l’altro. Si azzarda a dare un’occhiata oltre il bordo del bollitore e sbuffa contrariata.

«Fantastico» ridacchia, alzando e capovolgendo il bollitore. «L’ho congelata. Peccato non sia ancora stagione per i ghiaccioli». Scuote il capo, sconsolata: «Mi dispiace, Niall. Non so come si fa».

«Ehi! Almeno è successo qualcosa, no?» le tira una leggera spallata e sorride in maniera ottimista. «Non è mica male!».
«Invece è stato un disastro!» gli va contro Chrystal. «Bisogna essere obiettivi ed ammettere la realtà». Niall sospira e prende posto su una sedia al suo fianco: «Okay, ascolta. L’altro giorno sei riuscita a fare qualcosa di straordinario, molto più che riuscire a scaldare un tegamino di acqua per il tè».
«Sì» ammette Chrystal. «Ma magari è stato un caso!» insiste. Niall sorride e la pungola: «O magari è stato perché la situazione era diversa».

«Che intendi dire?»

Il biondo si morde un labbro, riflessivo: «Beh. Cos’hai pensato quando Harry si è tagliato?»

«Perché cazzo l’ha fatto?» ride lei. «E poi come diavolo faccio a farlo smettere di sanguinare?». Niall sorride: «Quindi eri preoccupata per lui»

«Suppongo di sì, certo»

«Io penso che sia stato per questo motivo che quella magia ti è risultata immediata e, in un certo qual modo, naturale». Chrystal imbroncia il labbro e appoggia la testa sulla mano: «Grande, quindi per riuscire a fare qualcos’altro devo aspettare che qualcuno si faccia male?». Il biondo ride, alzandosi per gettare il pezzo di ghiaccio nel lavandino e riprendere a preparare l’infuso. Fa schioccare una fiamma nel fornello e poi torna al tavolo.

«Sai, quando sei svenuta Louise mi ha detto una cosa». La guarda intensamente. «Tu non sei come lei e me. Sei molto più speciale».

«Che- che vuoi dire?»

«Mentre noi al massimo possiamo chiedere aiuto alla magia e sperare che lei ci risponda, tu invece sei la magia stessa. È qualcosa che fa parte di te da sempre, solo che ancora non lo sai».  Le porta un ricciolo dietro l’orecchio e sorride. «Ma se ti leggi bene, se guardi dentro di te… Allora te ne accorgerai anche tu». Le prende il viso fra le mani, incatenando gli occhi nei suoi: «Promettimi che ci proverai, va bene? Prometti che cercherai dentro il tuo cuore. È lì che troverai le risposte di cui hai bisogno. Dentro il cuore».

Chrystal annuisce appena, non riuscendo a staccare lo sguardo: «Te lo prometto».

 

Chrystal guarda a sinistra e a destra e approfitta della mancanza di auto per potere attraversare la strada. Cammina per qualche metro ancora, fermandosi sui suoi passi non appena riconosce il piccolo lastricato che precede la casa. Osserva ancora un po' dubbiosa l'edificio, ha davvero paura di disturbare. Il clacson di un camion la fa risvegliare e sobbalzare dallo spavento; voltandosi nota il camionista guardarla e fare un gesto osceno. Assottiglia gli occhi, sentendosi traboccante di rabbia. 

«Brutto stronzo» mormora. «Facile fare lo sbruffone, quando hai sotto il sedere una vettura del genere! So io cosa meriteresti...». Fissa il retro del camion ancora per qualche secondo, fino a quando una delle ruote non cede improvvisamente sotto al peso della vettura e si affloscia completamente. Chrystal spalanca la bocca dalla sorpresa, è- è stata lei

L'autista è costretto a scendere per prendere nota del danno e quando si accorge della ruota le da un forte calcio, prendendo poi a saltare su un piede solo per via del dolore. La ragazza scoppia a ridere mentre osserva la buffa danza. Si assicura comunque che qualcuno vada a recuperare l'uomo e poi torna a prestare attenzione all'abitazione. 

Muove un primo passo incerto, dopodiché gli altri sono molto più semplici. Sosta davanti alla porta con un pugno alzato, decidendosi infine a bussare. Non risponde nessuno, quindi prova a suonare una volta il campanello, ma ancora una volta non ottiene risposta. Le spalle le si afflosciano dalla delusione: «Fantastico. Io mi sono fatta tanti viaggi mentali e lui non è nemmeno in casa». Sospira, si volta sul posto e si siede sul gradino più in alto: «Potrei anche aspettare qui...». 

Fa vagare lo sguardo qua e là, fino a quando non nota un piccolo sentiero fiancheggiare la casa. Si mordicchia il labbro inferiore, indecisa se farsi prendere dalla curiosità oppure restare immobile sulla scala davanti all'ingresso. 

«Oh, non resisto!» sbotta infine, scattando in piedi ed avvicinandosi al tracciato. Segue il percorso del sentiero, scoprendo quindi che questo porta esattamente al retro della casa. Lì c'è un piccolo spiazzo di terra che è ricoperto da erbetta generalmente verde, appena giallognola qua e là. Osserva la siepe che separa il piccolo giardinetto dagli sguardi indiscreti dei vicini e si mette seduta. Aspetterà lì.

 

Niall fa scattare la serratura del portone e getta a terra il suo zaino. Fa leva sui talloni per sfilarsi le scarpe e sgranchisce le dita dei piedi facendole ballare nelle calze a righe, prima di indossare le pantofole. Appende sciarpa e cappotto e fa appena in tempo a mettere una mano davanti alla bocca prima di lasciarsi andare ad un profondo sbadiglio. Trascina i piedi fino alla cucina, lasciandosi poi cadere su una sedia. Lo sguardo vacuo vola pigramente fino alla porta-finestra che da sul retro. I suoi occhi mettono a fuoco vagamente una figura scura, ed improvvisamente non si sente per nulla addormentato. 

Ripete a mezza voce alcune formule magiche di difesa e si alza dalla sedia, cercando di fare il meno rumore possibile. Si avvicina alla porta di vetro e allungando una mano ne gira la maniglia. Muove un passo verso l'esterno, rabbrividendo immediatamente per la differenza di temperatura. Lo sguardo poi gli si posa su un paio di scarpe rosso bordeaux, abbandonate a poca distanza dalla figura che a quel punto ha capito essere Chrystal. Rilassa il corpo e si appoggia pigramente con la schiena contro al muro, incrociando le braccia sul petto. «Ehi!» esclama poi. «Sei impazzita? Non hai freddo?». Chrystal volta il capo verso di lui e sorride: «Oh, no. Niente affatto. La Terra mi riscalda». 

Gira anche il resto del corpo per poterlo fronteggiare con lo sguardo ed incrocia le gambe: «Mi dispiace essere piombata qui così ed essermi intrufolata nel tuo giardino, ma... Ho sentito un richiamo».
«Un richiamo?».
«Sì» conferma Chrystal. «Guarda». Appoggia i palmi delle mani sul suolo e chiude gli occhi. Le labbra sono appena piegate in un sorriso.

Niall ha lo sguardo fisso sul suo viso, ma poi capisce che non è lì che deve concentrare la sua attenzione: una leggera luce verde proviene dal basso, e quando guarda in quella direzione nota le mani di Chrystal esserne la fonte. Tanti piccoli rampicanti stanno crescendo dal terriccio, andando ad attorcigliarsi direttamente attorno alle braccia della ragazza fino ai gomiti, facendo quindi spuntare piccole foglioline e fiorellini azzurri. Sono Nontiscordardime

«Come- come hai fatto?» riesce a balbettare, avvicinandosi a lei e lasciandosi cadere al suo fianco. Chrystal lo guarda di sfuggita, sollevando gli angoli delle labbra: «Ho fatto come mi hai detto tu. Ho cercato dentro di me e... Nel profondo del mio cuore, penso di averlo sempre saputo. Sai, di avere un rapporto particolare con la natura». Alza le spalle e fa scivolare all'indietro i rampicanti, facendoli tornare nella terra e quindi liberandosi le braccia. Alza lo sguardo, incontrando quello entusiasta di Niall. Emette una debole risatina ed allunga una mano verso il capo del ragazzo; gli passa davanti la mano con un movimento arcuato e in brevi istanti una coroncina di fiori riposa sui suoi capelli biondi. 

Niall si tasta il capo incuriosito e sbigottito, mentre Chrystal ride ancora: «Sei molto carino, così» dice poi, prendendo appena un po' di colore sulle gote. «Io sono sempre bellissimo» si da arie, cercando di mascherare l’imbarazzo. «Non lo metto in dubbio» sorride Chrystal in maniera soffice, allungandosi per recuperare le scarpe ed infilarsele.

«Hai provato a fare qualche altra magia?» cambia discorso Niall, sistemandosi meglio i fiori fra i capelli. «No» sospira la ragazza. «Temo che le mie capacità siano ancora molto dipendenti dalle mie sensazioni. Ho paura di potere fare accadere cose assurde, in un momento di debolezza». Alza lo sguardo, osservando il cielo plumbeo e minaccioso: «Mi dispiace che per colpa mia tutti voi dobbiate subire questo tempo infelice».
«Ehi, viviamo in Inghilterra! La differenza non è poi così tanta, sai». Cerca di tirarle su il morale, pungolandole un fianco e facendole il solletico. «Sì, forse hai ragione» ammette lei, cercando di bloccargli le mani per fare terminare la tortura. Bloccano entrambi la piccola lotta che hanno ingaggiato quando sentono la porta sbattere.

«Ehi, Nì?» chiama una voce maschile, facendo sgranare gli occhi del ragazzo.

«Oh, cavolo! Me ne ero completamente scordato!» impreca con agitazione. «Liam e Zayn oggi dovevano venire qui».

«Niall?» si sente chiamare nuovamente, sempre più da vicino.

Guarda agitato Chrystal: «Louise mi aveva detto di non farti incontrare Zayn, potrebbe essere pericoloso per entrambi».

La porta finestra si apre lentamente e Niall si porta davanti alla ragazza per coprirla con il suo corpo, ma questa si lamenta: «Sono certa che non sia un pericolo, Niall. Davvero! Se lo fosse, credo che lo sentirei».

Niall volta appena il capo verso di lei e le intima: «Non ti muovere di lì, capito?».

«Niall, tutto bene?» domanda Liam, scrutandolo confuso. «Zayn è di là, si sta togliendo il cappotto».

Improvvisamente un guaito  squarcia l’aria, facendoli allarmare: Zayn è appoggiato con tutto il suo peso alla porta di vetro e si tiene in piedi a fatica, attaccandosi allo stipite con le mani. Grugnisce in maniera animalesca, sniffando fortemente l’aria, e quando alza il capo permette a loro di vedere gli occhi diventati stranamente gialli.

Da dietro le spalle di Niall, Chrystal si piega a metà su sé stessa, presa da un improvviso spasmo di dolore. Niall la trattiene dal cadere a terra facendola appoggiare a sé, mentre Liam corre al fianco del moro.

«Sta- male» sibila Chrystal con difficoltà. «Deve- trasformarsi. La mia vicinanza deve avere risvegliato il lupo. Posso sentirlo, scalpita per uscire. Non può più aspettare».

Zayn si butta in ginocchio per terra, gli arti incominciano a voltarsi all’indietro e a spezzarsi, preparandosi per risaldarsi diventando quelli di un licantropo. Il corpo della ragazza segue gli stessi movimenti, mentre lei si morde il labbro a sangue per non urlare. Arpiona le unghie nel braccio di Niall e sussurra a fatica: «Portalo- vicino a me. Ora!». Il biondo le prende delicatamente la mano per liberarsi dalla sua presa e con l’aiuto di Liam prende Zayn sotto le ascelle, trasportandolo al fianco del corpo della ragazza. Chrystal abbassa le palpebre per un momento e facendosi forza ignora gli spasmi e si mette a sedere sui talloni. Trattiene a stento un gemito ed inclina il busto sul corpo agitato di Zayn. Posa delicatamente i palmi delle mani sulle sue guance: questi liberano un bagliore dorato e la ragazza strizza gli occhi per il male, facendo forza quando il ragazzo inizia ad agitarsi più forte.

«Ci sei quasi, Zay» mormora, abbassandosi ulteriormente per lasciargli un bacio sulla fronte. Sotto le sue labbra sente la pelle profumata di sandalo venire sostituita da pelo morbido. Quando riapre gli occhi, al suo fianco si staglia un grande lupo dal pelo lucente e nero, che uggiola piano mentre strofina il muso contro il suo viso. Chrystal alza le braccia per accarezzarlo dietro le orecchie e sorride, stanca: «Va tutto bene, ora… Va tutto bene». L’animale continua a piangere e lei gli circonda il collo con le braccia, accarezzandolo: «Non è stata colpa tua, non essere triste».

Il grosso lupo si stacca lentamente da lei e si avvicina a Liam, strofinandosi con il fianco contro il ragazzo, che lo guarda intenerito: «Ehi, Zee. Come ti senti?». Il licantropo sbuffa, alzando il capo verso il cielo. «Già, sono stata meglio anche io» ridacchia Chrystal, accettando la mano che Niall le offre per alzarsi. 

«Perché ci hai chiesto di portare Zayn accanto a te, se la vostra vicinanza ha portato a questo effetto?» domanda curioso il castano, accarezzando il muso che il lupo ha appoggiato sulle sue gambe. La ragazza aggrotta la fronte con fare riflessivo: «Beh, il danno ormai era fatto. Quindi suppongo di avere semplicemente pensato che l’unica cosa che avrei potuto fare per aiutarlo era cercare di utilizzare i miei, uhm- poteri, per prendere un po’ del suo dolore» rivela, alzando le spalle. «Tutto qua». Niall la guarda confuso: «Ma tu stavi già male prima che lo portassimo vicino a te».
«Sì, è vero» ammette. «Sentivo il suo dolore e questo si rispecchiava su di me. Eravamo collegati». Il biondo annuisce: «Ha senso. Tu sei legata alla natura, Zayn è un licantropo, ed in quanto tale appartiene almeno in parte ad essa. Certo, teoricamente lo stesso dovrebbe essere anche per l’uomo, ma il rapporto si è incrinato».

La riccia si riscuote ed allunga una mano verso l’altro ragazzo, non essendosi ancora presentata: «Io comunque sono Chrystal, piacere di conoscerti, Liam!». Il castano le stringe la mano e si scambiano qualche battuta, ma Niall non fa molto caso a quello che si stanno dicendo, perché ancora una volta si domanda di quante cose Chrystal sia in effetti a conoscenza. Sapeva già del passato di Louis ed Harry, ed era consapevole della natura di Zayn.

«Ti devo ringraziare-» sente poi dire dal suo amico «-per avere cercato di alleggerire la sofferenza di Zayn. Mi distrugge anche solo il pensiero di vederlo stare male».
«Non è stato nulla. Era solo la cosa giusta da fare» minimizza lei sorridendo e voltandosi poi verso il biondo «Ora, Niall, forse sarebbe meglio andare a prendere un cambio di abiti per Zayn. Non penso che ai tuoi genitori farebbe piacere ritrovarlo nudo nel proprio giardino, quando tra poco riprenderà le sue sembianze naturali». Niall sgrana gli occhi azzurri e si precipita verso la casa: «No, decisamente, non gli piacerebbe per niente!».

 

«Sei sicura di stare bene?» domanda Niall per l’ennesima volta, scrutandola attentamente. Chrystal alza gli occhi al cielo, ridacchiando: «Sì, Niall! Sono sicurissima! Il tuo intruglio ha fatto miracoli».

«Non so, è solo che mi sembri davvero molto pallida. E dopo ciò che è successo con Zayn oggi pomeriggio…». Alza le spalle, minimizzando. «Non mi va di lasciarti così». La ragazza si stringe di più nella giacca di pile pesante del suo pigiama e trattiene a stento uno sbadiglio: «Mi sento solo molto stanca, ma non è nulla che una buona dormita non possa risolvere, davvero». Niall sospira, alzandosi dal bordo del letto: «Va bene, ma promettimi che mi chiamerai, se avrai bisogno di qualcosa».
«Okay». La ragazza annuisce e striscia all’indietro sul materasso, fino ad arrivare con la schiena contro il cuscino, appoggiato al muro.

«Qualsiasi cosa, Chrystal. Qualsiasi. Capito?» intima Niall, alzando un indice con fare ammonitore.

La riccia scoppia a ridere: «Giuro!» dice, baciandosi poi le dita incrociate «Ed ora, sciò! Fammi fare il mio riposino di bellezza, forza. E vanne a fare uno anche tu!».

Niall le volta le spalle e cammina fino alla porta della camera. Si ferma un attimo e poi torna a girarsi verso di lei: «Sicura che-»

«Niall! Starò bene!» insiste lei, divertita.

Il ragazzo ride ed alza entrambe le mani con fare rassegnato: «E va bene, va bene! Me ne vado!».

Chrystal acuisce l’udito per sentire il portone di ingresso del suo appartamento sbattere e poi si rilassa contro il cuscino. Porta una mano sul petto e sospira stancamente, l’avventura del pomeriggio l’ha provata più di quello che ha desiderato mostrare al suo amico. Si stende sotto le coperte e stringe la mano che riposa sul petto, mentre mastica confusamente qualche parola a mezza voce, già sul punto di addormentarsi: «Dentro il cuore, io… Io devo cercare...».

 

Nel sonno si raggomitola un po’ di più su sé stessa, reprimendo inconsciamente un brivido di freddo. Una mano stringe il cuscino con forza, mentre l’altra riposa ancora sul petto, lì dove era stata appoggiata quando si era addormentata. Soffia un breve sbuffo di aria. La fronte le si aggrotta, mentre dietro ad essa la mente viene bombardata da centinaia di immagini al secondo. Brevi flash si susseguono uno dopo l’altro, confondendola notevolmente. È abituata a non riposare molto la notte e ad avere i sogni riempiti da volti, ma ciò che di solito vede le risulta sempre molto chiaro. Ora, invece, non riesce a comprendere il filo logico che connette quei frammenti. Si gira sulla schiena, respirando con affanno. Volta il capo di lato, un’espressione di angoscia dipinta sul viso. 

La musica di un carillon continua a suonare imperterrita, perforandole i timpani e facendole venire voglia di tapparsi le orecchie, ma non può muoversi, è completamente bloccata. In una nuova immagine sbiadita vede un ruota sottile e poco più in là c’è qualcuno che- Qualcuno sta male? Forse una persona anziana, vede dei capelli bianchi, ma- Chiunque sia, è piegata su sé stessa. Alza improvvisamente il capo, ed un paio di vibranti occhi verdi, attorniati da tante rughe, sembrano fissarla direttamente, come consapevoli della sua presenza. 

Chrystal si sveglia di soprassalto, buttando quasi all’aria le coperte nel fare frettolosamente spinta con le gambe per mettersi seduta. Ha la fronte imperlata di sudore nonostante si senta gelare. Si copre il viso con entrambe le mani, sospirando profondamente. Le lascia poi scivolare giù lentamente, aprendo le palpebre solo dopo qualche attimo. Si gira verso il comodino e lancia un’occhiata alla sveglia; i numeri rossi segnano le tre e un quarto del mattino. Nota il cellulare che lasciato in carica lì vicino e si morde leggermente un labbro. Allunga la mano per afferrarlo, ma ci ripensa all’ultimo minuto. Non vuole che qualcun altro debba passare la notte in bianco, e decisamente non vuole che questo qualcuno sia Niall. Ne ha già avute troppe, per colpa sua.

Piega le gambe più vicine al petto, le abbraccia forte ed appoggia la guancia sul ginocchio sinistro. Tiene gli occhi bene aperti: per questa notte non ha intenzione di tornare a sognare.

Quello che non sa, è che Niall non ha nemmeno cercato di mettersi a dormire. Seduto sul suo letto, con ancora indosso la tuta, stringe fra le mani il telefono.

Aspetta la sua chiamata.

 

«Hai delle occhiaie da paura!» lo saluta Louis, allacciandogli un braccio dietro al collo. Niall grugnisce in risposta, scrollando le spalle per liberarsi dalla sua presa: «Grazie mille per avere indorato la pillola, Lou».

Getta lo zaino a terra e si sgranchisce la schiena, intorpidita dal peso eccessivo dei libri. «Chi è stato a farmi iscrivere all’università?» domanda a vuoto, visto che quando si gira quasi rischia un infarto nel vedere Harry e Louis sbaciucchiarsi amorevolmente senza nemmeno sentire il bisogno di prendere aria per respirare. Alza gli occhi al cielo, per metà disgustato e per metà divertito. Okay, facciamo per metà disgustato, per un quarto divertito e per l’altro quarto intenerito. Anche se certe scene di prima mattina eviterebbe volentieri di guardarle. Distoglie lo sguardo dai due amici ed affonda una mano nella sua giacca, cercando il cellulare. Schiaccia il tasto di sblocco per fare illuminare lo schermo e sospira. Ancora nessuna chiamata, nessun messaggio. Nessun- niente

«Ehi, che hai?» domanda Harry, quando finalmente decide di staccarsi da Louis e di rendersi conto che non sono soli. Il biondo fa spallucce e ripone via il telefono, non prima però di avere controllato se per caso si è perso qualche messaggio su WhatsApp. 

«Nulla, è solo che Chrystal non si è fatta sentire. Le avevo fatto promettere che lo avrebbe fatto se avesse avuto bisogno di qualcosa, ma-»

«Beh, ottimo! No? Significa che va tutto bene, giusto?» si rallegra Harry, battendo felicemente le mani. «Tesoro, a volte sei proprio ingenuo, sai?» scuote il capo Louis, sorridendo teneramente al riccio. Quest’ultimo s’imbroncia, incrociando le braccia al petto: «Che intendi dire?».
«Per prima cosa» esclama, alzando un indice in aria per contare. «A Niall piacerebbe a prescindere che lei gli scrivesse… Anche solo per informarlo dello stato di salute del suo inesistente pesciolino rosso». Niall a questo arrossisce, ma decide di tacere. Quindi Louis alza un secondo dito, con espressione molto più seria: «E seconda cosa, credo che effettivamente ci sia qualcosa di strano. È una sorta di sesto senso, ed inoltre il tempo ha ripreso ad essere imprevedibile». Harry alza il capo e concorda con il suo ragazzo: «Già, hai ragione». Niall raccoglie da terra il suo zaino e annuisce mestamente: «Già. Oltretutto ho questa strana sensazione… È come se potessi sentire che ci sia qualcosa che non va». Sospira ed indugia sul posto, prima di ammettere: «Quindi- sono preoccupato. Perché so che qualcosa non va, ma lei non si fa sentire, ed io dovrei aiutarla, ma inizio a chiedermi se io sia davvero in grado di farlo, sapete? E poi il tempo incomincia a stringere, abbiamo una missione da compiere e non so nemmeno da che parte dobbiamo partire!».

Louis gli stringe una mano sulla spalla: «Ehi, Nì, stai tranquillo! Se c’è qualcuno che è in grado di risolvere faccende legate al sovrannaturale, beh, quello sei tu. Dai a Chrys ancora qualche tempo, okay?» sorride con fare rassicurante. «Sono certo che si farà sentire lei, ma se così non fosse, ricordati che i telefoni funzionano in entrambi i versi. Puoi sempre chiamarla tu!».

Niall annuisce, appena più rilassato: «Hai ragione, hai ragione». Riflette un attimo e: «Inoltre, se fosse successo qualcosa di davvero grave me lo avrebbe detto. Ne sono sicuro» afferma, non sapendo se sta cercando di convincere i suoi amici, o sé stesso.

«Devo solo aspettare» mormora, dirigendosi verso la prima lezione della giornata.

 

Niall aspetta pazientemente, davvero. I nervi pronti a scattare alla minima provocazione, controlla il cellulare più volte di quelle che si potrebbe considerare sano per la sua salute mentale, ma nonostante tutto aspetta. Devono passare altre due notti, però, prima che Chrystal lo contatti. La ragazza non dorme davvero da fin troppe ore e si sente esausta. Per questo motivo, alle due di mattina della terza notte, combattuta fra incubi ed insonnia, cede: rinunciando ai suoi buoni propositi di non caricare nessuno di altri pesi, afferra il telefonino in un gesto d’impeto. Strizza gli occhi, infastiditi dalla luminosa luce improvvisa che li investe, e se li stropiccia con due polpastrelli. Sotto di essi sente l’impronta delle occhiaie profonde. Muove velocemente le dita sullo schermo tecnologico, avvicinando poi l’apparecchio al padiglione. Squilla a vuoto per un paio di minuti, prima che un rumore meccanico segni l’inizio vero e proprio della chiamata.

«Pronto?» mormora una voce appena arrochita dal sonno. Chrystal inghiotte un singhiozzo: «Niall? Niall, sono io. Ti prego, ho bisogno di te. Non ce la faccio più-».
«Chrystal?» esclama Niall, improvvisamente sveglio. «Stai bene?» domanda, mentre scosta le coperte e cerca a tentoni la tuta per iniziare a vestirsi. «Io- sì, penso...» La ragazza sospira affranta. «Solo, per favore… Puoi venire?»

«Sono già per strada, tesoro. Non preoccuparti. Resto con te al telefono fino a quando non arrivo, va bene?». 

Chrystal tira su con il naso e «Al vivavoce?» si assicura.

Niall ride: «Al vivavoce, certo».

«Allora va bene».

 

Sbatte con forza la portiera e chiude l’auto con il bottone presente sulla chiave, senza nemmeno curarsi di voltarsi indietro. Cammina di fretta fino al portone, vi scivola dentro e poi si infila velocemente nell’ascensore, battendo nervosamente il piede per terra nel tragitto fino al sesto piano. Entra dalla porta che Chrystal ha socchiuso per lui e lascia le scarpe vicino all’ingresso, dirigendosi quindi verso la sua stanza. La trova a dondolarsi sul letto, le gambe strette fra le braccia ed il viso bianco, solcato da profonde occhiaie violacee. Gli si stringe un po’ il cuore, a vederla così. 

Lei alza immediatamente il capo quando lo sente arrivare, e gli sorride in maniera luminosa: «Sei qui!» esclama, la voce appena rotta. Niall le si avvicina e si siede al suo fianco: «Certo che sono qui, puoi stare tranquilla». Chrystal gli stringe una mano ed annuisce: «Lo so, grazie».

«Cos’è successo?»

«Immagini, Niall. Suoni». Si indica le tempie. «Sono continuamente qui, non mi lasciano mai in pace. Sono lì ogni volta che chiudo gli occhi. Non posso dormire, ho troppa paura».

Niall la abbraccia, accarezzandole i capelli con una mano: «Va tutto bene, va tutto bene… Ci sono io con te, ora». Si stende lentamente sopra le lenzuola, portandola al suo fianco. Chrystal si accoccola al suo lato e appoggia il capo sul suo petto, mentre lui le circonda il busto con un braccio.

«Va tutto bene, Chrys… Puoi dormire, ora» mormora dolcemente, mentre lei viene cullata dal delicato suono dei battiti del suo cuore, riuscendo finalmente a prendere sonno.

 

Niall osserva la ragazza dormiente e si alza con il busto, evitando di disturbarla ma facendo comunque in modo di riuscire ad arrivare a prendere la coperta in fondo al letto. Il materasso cigola appena quando la copre con il piumone e si ristende sulla schiena, puntando lo sguardo sul soffitto bianco. Osserva le ombre che la luce che filtra dalle tapparelle un po’ vecchie crea, ed inizia a riflettere sul destino di Chrystal. È così incerto, pieno di variabili. Deve essere probabilmente terrorizzata. Lui lo sarebbe di certo. Si volta su di un fianco, tornando a fronteggiare con lo sguardo la ragazza ancora addormentata: «Potrei essere la tua costante, se tu lo  volessi, Chrys».

Chrystal si stringe più vicino al suo lato, appoggiando un braccio sul suo stomaco. Niall posa la guancia sul suo capo ed abbassa le palpebre. Non riesce però ad addormentarsi, perché Chrystal improvvisamente stringe notevolmente la presa su di lui, facendogli quasi male; la guarda confuso, notando la fronte aggrottata e le labbra imbronciate. Capisce poi che molto probabilmente i sogni che la tormentano sono tornati. Le accarezza brevemente la fronte ed i capelli: «Tranquilla. Riuscirai a capire». La ragazza sospira e sorride impercettibilmente, tornando a rilassarsi.

 

Quando Chrystal si sveglia è ancora mezza abbracciata a Niall e per questo si sente profondamente imbarazzata. Non ha però davvero molto tempo per pensarci, perché poi una realizzazione la fa sorridere ampiamente: ora sa perché sta facendo quei sogni.

Deve solo riuscire a decifrarli.

Alza cautamente il braccio di Niall che la circonda, cercando di scivolare fuori dalla sua presa confortevole. Infila le pantofole morbide che rendono i suoi passi felpati come quelli di un micio e si avvicina al lato dove sta dormendo il biondo. Gli rimbocca le coperte fino al petto e sorride nel notare la sua espressione rilassata. 

Sospira. Non sa proprio cosa avrebbe fatto senza di lui.

Lancia un’ultima occhiata dietro la propria spalla ed esce dalla stanza, socchiudendo dietro di sé la porta. Trascina i piedi fino al bagno, apre il rubinetto del lavandino e si riempie le conche delle mani di acqua fresca, lavandosi la faccia e reprimendo uno sbadiglio. Afferra alla cieca un asciugamano pulito e se lo tampona delicatamente addosso, abbassandolo poi lentamente per guardarsi timorosamente allo specchio.

«Ugh» un gemito involontario le esce dalle labbra. «Sono orrenda, un vero straccio!» si lamenta, portando le mani sulle guance pallide. Volta con decisione le spalle allo specchio e decide di iniziare a preparare la colazione.

 

Niall si mette supino, spalancando un braccio verso il lato destro del letto; l’arto ricade mollemente sul materasso vuoto e freddo, facendolo svegliare. Si mette seduto e sbadiglia apertamente, allungando poi entrambe le braccia verso l’alto. Si alza in piedi e quasi inciampa nelle scarpe da ginnastica che ha lasciato sparse a terra la notte precedente. Zampetta fino al piccolo cucinino, da dove sente arrivare leggeri rumori di stoviglie. Si appoggia allo stipite della porta e trattiene un nuovo sbadiglio, stropicciandosi i capelli con una mano. Chrystal non sembra essersi accorta della sua presenza, così le si avvicina ed appoggia le mani sui suoi fianchi, abbassando appena il capo per poggiarlo sulla sua spalla e osservare il gas: «Buongiorno, che prepari?».

Chrystal alla sua presa sobbalza spaventata, presa alla sprovvista, e si porta una mano al petto: «Santo cielo, Niall, ho quasi avuto un infarto!». Il biondo ridacchia, stringendo appena la presa prima di lasciarla andare: «Ops, mea culpa!».
«Latino, Horan?» Gli lancia  un’occhiata stupita, ruotando poi le manopole del fornello per spegnere la fiamma. Niall alza le spalle: «Lo studio all’Università come corso a scelta, è utile per gli incantesimi, sai».

Chrystal si alza sulle punte per afferrare un piatto dalla scansia e vi deposita sopra una pila di frittelle, allungandolo poi all’altro: «Ti avrei portato la colazione a letto, ma mi hai preceduta» sorride, iniziando poi a versare del caffè in due tazze.

Si siedono al tavolo, davanti a loro la bevanda fumante. Chrystal è la prima ad alzare gli occhi sull’altro: «Devo chiederti scusa, Niall». Il ragazzo la guarda stranito: «Che intendi dire?».
«Mi dispiace di averti fatto venire qua in piena notte, certo, ma… Le scuse maggiori te le devo perché sono stata una vera stupida. Avrei dovuto avvisarti subito, avrei dovuto sapere che tu mi avresti condotto alla soluzione dei miei problemi» sospira. «Mi dispiace davvero tanto, Niall. Di solito mantengo sempre le mie promesse».

Niall sorride con fare comprensivo: «Fa lo stesso, so che lo hai fatto perché credevi fosse il meglio  per tutti. Ora importa solo che tu sappia che puoi contare su di me-»

«Sempre e per qualsiasi cosa, sì, lo so» Chrystal lo interrompe e rotea gli occhi al cielo, divertita. «Lo stesso vale per te» aggiunge poi, seria.

Niall ripensa velocemente alle parole della ragazza e domanda: «Aspetta. Che intendi dire con ‘sapevo che mi avresti portato alla soluzione’ ?»

Chrystal alza le spalle: «Sei la mia Guida, Niall»

«Sì, ma io davvero non ho fatto nulla-»

«Forse non consapevolmente. Non devi sforzarti, per guidarmi nella direzione giusta. È la tua natura». Gli stringe velocemente una mano. «E anche questa volta mi hai aiutata».

La guarda incuriosito ed addenta con un mugugno felice una frittella, esortandola poi a continuare.

«So da dove vengono quei sogni, e sono stata davvero sciocca a non pensarci prima, davvero! È esattamente la stessa cosa che è successa a noi, Niall. Sono tutti indizi che ci condurranno fino all’attuale regolatore». Niall spalanca gli occhi, eccitato: «Questo vuol dire che siamo più vicini al raggiungimento del nostro scopo?». Chrystal annuisce lentamente: «Sì, è proprio così».

 

Niall sfoglia le spesse pagine del vecchio libro che ha trovato fra gli scaffali del negozio di Louise; è alla ricerca di qualcosa che li possa aiutare a velocizzare la frequenza dei sogni che gli permetterà di conoscere la strada da seguire. Non è ben sicuro di cosa segnerà la fine del tempo a loro disposizione, ma sa che non è più tanto. Sono passate davvero poche settimane, ma fa già fatica a ricordare la sensazione di noia e fastidio che lo aveva preso il 14 Febbraio. Ora non può più concentrarsi su cose così futili.

«L’amore non è mai futile» lo raggiunge la voce della medium, facendolo sobbalzare. 

«Come-»

«Stavi parlando a voce alta» spiega lei, accennando ad un sorriso. «Ma l’amore non è mai futile, Niall. A volte è l’unica cosa che ci permette di andare avanti, anche se non ne avremmo alcuna voglia».
«Mh, sarà». Storce il labbro con fare poco convinto, continuando a sfogliare il libro.

Louise cammina per la stanza, il lungo vestito argenteo fruscia sul pavimento ad ogni suo passo. «Non saprei» dice poi. «Se Chrystal non fosse in grado di provare un amore immenso ed incondizionato, pensi davvero che rinuncerebbe a tutti i suoi sogni per un bene superiore?». Sospira, strisciando un polpastrello sulle copertine impolverate dei tomi che riposano sulla sua libreria. Volta il capo verso di lui: «Se tu non provassi amore, perderesti ore di sonno, faticheresti più di quanto il tuo corpo sia in grado di sostenere, solo per cercare un qualcosa che non sai nemmeno cosa sia?».

Niall la fronteggia con occhi fiammeggianti: «Potrei non sapere cosa sto cercando, ma non ho alcuna intenzione di fermarmi». Louise gli lancia un sorriso divertito e si avvicina alla scrivania. Scansa delicatamente le sue mani e spalanca il libro un centinaio di pagine più avanti, indicando con un dito la formula necessaria: «Suppongo allora di avere avuto ragione. L’amore non è mai qualcosa di futile. Qualsiasi forma esso possa prendere».

Niall abbassa il capo, tacendo. Ripassa le parole in inchiostro nero con la punta di un dito, imprimendosele nella memoria. «Funzionerà?» domanda poi, alzando gli occhi per incontrare quelli della medium. 

«Solo se sarai motivato abbastanza» è il perentorio giudizio che riceve di lì a breve.

 

Il liquido nel pentolino borbotta leggermente mentre Niall continua a frugarci dentro con un cucchiaio di legno, mescolando rigorosamente in senso antiorario. Si asciuga con una manica il labbro superiore, imperlato dal vapore che continua a salire verso l’alto.

«Ha un ottimo profumo» la voce di Chrystal gli arriva da dietro le spalle, facendolo sorridere. «Beh, non è davvero una pozione. Più che altro una sorta di tisana miracolosa».

La ragazza sospira, accasciandosi su una sedia: «Spero davvero che sia miracolosa, dobbiamo riuscire a capire dove andare». Le lancia un’occhiata rassicurante: «Ce la faremo. Fidati di me». La riccia annuisce: «Lo faccio già, Niall».

Il biondo torna a prestare attenzione al frutto del suo lavoro e ritenendosi soddisfatto lo toglie dalla fiamma per versarlo in una tazza di vetro. Il liquido ha un colore giallo paglia poco rassicurante, ma il suo odore ripaga l’aspetto: «È un infuso di camomilla, verbena e liquirizia» spiega all’amica, porgendole la tazza. Chrystal la prende fra le mani, avvicinandola al viso per poterne inspirare meglio l’odore. «Mh» mugula felice. «Hai per caso detto verbena?».

«Sì, è così. Perché?»

«Ricordo che in The Vampire Diaries veniva usata contro i vampiri, sai, per impedire loro di soggiogarti». Appoggia il capo sul palmo di una mano, tenendo ferma la tazza con l’altra. «Quelli sì che erano bei tempi, quando queste cose assurde erano solo un qualcosa che potevo trovare giusto in innocue serie TV».

Niall la osserva sorpreso: «Daresti via i tuoi poteri, se questo ti permettesse di avere una vita normale?». Chrystal pare pensarci seriamente, e in un certo modo il fatto che stia prendendo davvero in considerazione quell’ipotesi lo ferisce e lo rattrista. 

«No, penso di no» dice infine lei, sorridendo appena. «Suppongo che la banalità alla lunga stufi, anche se ogni tanto non sarebbe male. Ma no, non cambierei nulla. Sento che perderei molto più di ciò che potrei guadagnare». Riprende quindi a soffiare sulla bevanda, prendendone poi un sorso: «Allora? La verbena?». Niall sospira sollevato, rilassando le spalle: «Beh, sì, in effetti la verbena impedirà a qualsiasi tipo di entità di metterti i bastoni fra le ruote».

Chrystal beve lentamente, la fronte appena corrucciata.

«Ehi, non avere paura! Sai che non ti succederà nulla, vero?»

La ragazza alza il capo per incontrare il suo sguardo: «Oh, ma io non ho paura, Niall. Niente affatto». Sorride divertita alla sua espressione sorpresa: «Io ho sbagliato, e per questo ero perseguitata. Dovevo soltanto abbracciare i miei sogni, e non cercare di combatterli. Dovevo accoglierli a braccia aperte, come avevo fatto con te».

Ancora una volta Niall si oscura, facendosi mille domande sui sogni a cui la ragazza ha sempre e solo accennato, senza calarsi mai nei particolari.

«Quando mi sveglierò te ne parlerò, se è quello che vuoi» mormora lei, una volta terminata la tisana.

«Come, scusa?»

«Ti parlerò dei sogni che facevo, se questo è davvero quello che desideri» gli spiega in maniera serafica. «Ho- ho parlato ad alta voce?» si gratta la nuca imbarazzato, mentre tamburella con un piede contro il pavimento. «No» nega l’altra. «Ma posso leggerti le domande negli occhi».

«Io… Sì, vorrei sapere» ammette quindi, abbassando il capo con fare vergognoso.  

«Va bene, sai? Dopotutto, ti riguardano. Riguardano tutti voi».

Niall lascia momentaneamente cadere il discorso e guarda l’orologio alla parete: «Dovremmo incominciare, si sta facendo tardi».

Chrystal allunga mollemente in avanti le braccia per farsi tirare in piedi e si schianta ridendo contro il petto di Niall: «Andiamo, forza». Il biondo fa strada verso la sua camera, chiudendo poi la porta dietro di sé. Chiude con un movimento fluido le tende scure alle finestre ed accende una piccola lampadina da scrivania. «Coraggio, stenditi» la incoraggia indicando il letto e sedendosi poi al suo fianco. La ragazza reprime uno sbadiglio e sistema meglio il cuscino sotto il capo, voltandosi poi su un lato: «E adesso?».

Niall le sorride, recuperando un vecchio libro dal comodino. Appoggia una mano sulla fronte della ragazza, mentre con l’altra apre il tomo verso la metà circa ed inizia a seguire le parole con l’indice, ripetendole poi a voce alta:


«Chiudi gli occhi e riposa la mente
il pensiero del mondo è sempre con te.
Rilassa il corpo, il torpore lo addormenta.
Fa che nessun’altra voce il tuo orecchio senta

oltre a quella che ti aiuterà a comprendere.
Per questo in un sonno profondo cadrai
dal quale ti sveglierai solo quando vorrai»

 

Chrystal abbassa lentamente le palpebre che si fanno man mano più pesanti, ma prima di cadere in un sonno profondo, afferra con mano ferma il polso di Niall. Le è sufficiente questo, per farlo cadere addormentato al suo fianco.

 

 

È stesa a pancia in giù  su qualcosa di duro, questo è certo. Stringe la mano sinistra sulla superficie che la accoglie: fra le dita si incastrano fili d’erba ed un paio di piccole margherite. Rilascia la presa, alzando appena la testa ed aprendo gli occhi. Si trova in un boschetto. Facendo leva con le braccia si mette a sedere, guardandosi attorno con attenzione. In lontananza qualche uccellino cinguetta. Lo sguardo ricade vicino a lei, dove un’altra figura sembra essere ancora priva di sensi. Si sporge con il busto, raggiungendo così l’altra persona. «Niall» sussurra, posandogli una mano a coppa sulla guancia. «Niall, svegliati».

Niall apre cautamente gli occhi chiari, subito feriti dalla luce che filtra attraverso le fronde degli alberi che li circondano. Nota una figura sopra di sé; lentamente i tratti si fanno sempre meno confusi e sfocati, fino a prendere le sembianze di Chrystal. La ragazza gli sorride: «Come ti senti?».

«Bene» si affretta a rispondere, mettendosi in piedi, seguito anche dall’altra. «Come sono arrivato fino a qui?» domanda poi, confuso. «Ti ci ho portato io» ammette Chrystal, stringendosi le braccia attorno al busto. «Spero non ti dispiaccia».

«No, certo che no» la rassicura, posandole una mano sulla spalla. «Ma perché?»

«Ho pensato che poi sarebbe stato più semplice farti capire» spiega. «E non volevo essere di nuovo sola».

Chrystal torna ad osservare il luogo dove sono finiti, girando piano su sé stessa: «Io- Mi sento strana» mormora. Il ragazzo si volta preoccupato nella sua direzione: «Cos’hai?»

«Non capisco, io-» assottiglia gli occhi, presa da un’improvvisa realizzazione: «Io sono già stata qui, prima d’ora!». Si muove velocemente verso un sentiero già tracciato, che porta ad un ponte in legno. Sotto di esso scorre un piccolo canale. Chrystal si sporge un poco per guardare verso il basso e schiude le labbra dalla sorpresa quando un nome le torna alla memoria: «Rochdale Canal» mormora, portandosi una mano alla bocca. Niall la raggiunge e: «Ehi, non ti sporgere così tanto!» la riprende con un filo di preoccupazione, facendola tornare in posizione eretta. 

La ragazza lo ignora, voltandosi nella sua direzione e prendendogli i polsi fra le mani. Sgrana gli occhi e sorride ampiamente: «So dove siamo, Niall!» dice eccitata. «Siamo a Eastwood, West Yorkshire!». Abbraccia brevemente Niall, riprendendolo subito dopo per la mano per trascinarlo dietro di sé lungo il piccolo ponte.

«Non riesco a ricordare i particolari» sibila scocciata, rilasciando uno sbuffo. «Vedrai che ti verrà in mente tutto» sorride Niall, facendola sedere su di un masso. «Prova a rilassarti un attimo, chiudi gli occhi». Chrys gli lancia distrattamente un’occhiata e fa come le è stato detto.

Incrocia le gambe fra di loro e si mette più comoda, iniziando a frugare nella sua memoria: «Ricordo… Ricordo che nei miei sogni correvo per questo bosco, da piccola». Inclina appena il capo, strizzando gli occhi. «E non ero sola». Sospira, cercando di ricordare altro: «Però deve essere passato molto tempo, perché non me ne ricordavo assolutamente, prima di questo momento».

Riapre gli occhi, tornando in piedi e prendendo ad addentrarsi fra gli alberi.

«Aspettami!» la richiama la voce di Niall, inciampato in una radice sporgente. Si volta per dargli una mano a rialzarsi, mentre con l’altra lo incita a seguirla.

«Niall, guarda» sussurra dopo qualche minuto, indirizzando con un dito il suo sguardo verso la giusta direzione. «Ma che-» mormora lui, notando la casina bianca che si erge in mezzo agli alberi.

«Penso che questo sia il posto giusto, Nì» dice Chrystal in maniera concitata, girandosi verso di lui.

Il ragazzo osserva incuriosito l’abitazione, cercando un qualche segno di vita. Sussulta appena quando nota una figura leggermente ingobbita muoversi in una delle stanze del primo piano. 

«Forza, andiamo» sussurra Chrystal, accingendosi ad avvicinarsi alla casa. Arrivata a una decina di metri di distanza, però, è costretta ad arrestare il suo cammino: quello che sembra essere una sorta di muro invisibile le impedisce di continuare ad avanzare. Alza una mano nell’aria, cercando di rendere tangibile quell’ostacolo non visibile ad occhio nudo e finendo per toccare una superficie liscia e fredda.

«Non capisco». Si innervosisce. «Non mi è mai successo nulla del genere».

Improvvisamente un gemito si leva alle sue spalle, quindi si sbriga ad abbandonare la sua posizione per ritornare sui suoi passi ed avvicinarsi al biondo. Niall perde l’equilibrio nel momento in cui lei si volta, cadendo in ginocchio: «Mi sento strano, mi gira la testa» si lamenta, tenendosi il capo con le mani. Chrystal corre nella sua direzione e lo prende per mano appena in tempo per essere risucchiati fuori dal sogno, direttamente nel mondo reale.

Spalancano gli occhi di colpo, ritrovandosi stesi a letto. Sopra di loro torreggia la figura di una donna. Niall la fissa con sguardo terrorizzato mentre lei sorride, incrociando le braccia al petto. 

«Dimmi, caro, vuoi presentarmi qualcuno?» sorride Maura, osservando con un sopracciglio alzato il figlio. Niall geme imbarazzato e si copre il volto con il cuscino. Chrystal si stropiccia i ricci con una mano, mettendosi a sedere e allungando l’altro braccio per scuotere la mano alla signora: «Io sono Chrystal, piacere di conoscerla» sorride timidamente.

«Il piacere è tutto mio, tesoro». Maura fa vagare lo sguardo verso il figlio﹣che è lentamente riemerso dal cuscino dietro cui si era nascosto﹣e sospira estasiata. «Oh, ragazzi! Sono così felice, davvero!».

Niall e la ragazza si scambiano delle occhiate stranite, tornando poi a guardare la donna: «Avevo paura che il mio bambino non avrebbe mai portato nessuno a casa, ma poi ho visto il suo sguardo e-»

«Mamma» la interrompe bruscamente Niall. «Non è come pensi, Chrys non è la mia fidanzata».

Maura appare spaesata: «No?». Il ragazzo scuote il capo: «No. Noi- Noi siamo amici».

La donna corruga le sopracciglia: «Oh».
«Già» le fa eco il biondo, tornando ad accasciarsi sul letto. Un paio di sospiri volano per l’aria.

«Mh, io devo andare» rompe il silenzio Chrystal, mettendosi agilmente le Vans rosse ai piedi, voltandosi poi verso il biondo. «Noi ci sentiamo dopo, va bene?». Non aspetta una risposta e si allunga con il busto verso Niall per lasciargli un bacio sulla guancia. Trattiene appena un sorriso divertito quando lo vede spalancare la bocca dalla sorpresa. Si avvia verso la porta e saluta Maura con un cenno: «Arrivederci, signora». 

Mentre si chiude la porta alle spalle ha il tempo di sentire un ultimo sprazzo di conversazione: «Che cara ragazza. Niall, sei sicuro che-»

«Credimi mamma, ne sono sicuro!» sbuffa l’altro scocciato, incrociando le braccia al petto.
«Me ne accorgerei se stessimo insieme».

 

«Stai fissando» nota con un cipiglio divertito Louis, abbassando la tazza di tè e posandola sul tavolino di vetro.

«Mh-mh» mugugna Harry, il viso appoggiato sulla conca delle mani ed uno sguardo trasognato in faccia. Il suo ragazzo lo scruta, ora preoccupato: «Seriamente, sei sicuro di sentirti bene?». Gli appoggia una mano sulla fronte per controllare la temperatura, ma non trova nulla di strano: «Niente  febbre...». Harry sospira docilmente ancora una volta, osservandolo con sguardo languido mentre si muove per il salotto di casa Tomlinson. 

«È solo che sono felice, Lou». Stiracchia un sorriso, osservandolo contento. «Ho dei bravi amici, sono innamorato di una persona meravigliosa...». 

Louis a questo si rilassa, ridacchiando appena.
«È tutto qui? Mi avevi fatto preoccupare, sciocchino!». Passa una mano fra i ricci ribelli di Harry e mormora teneramente: «Anche io ti amo, lo sai, vero?». Harry annuisce.
«Sì, e sono così fortunato! Ogni cosa sta andando al suo posto. Tu ed io, poi quel piccolo dream team che sono Zayn e Liam, ed ora...»

«Ora, cosa?» domanda confuso il liscio. «Che mi sono perso?».

Harry alza gli occhi al cielo, divertito: «Come fai a non essertene accorto? Niall non è l’unico ad essersi preso una bella cantonata, lo abbiamo capito tutti!» ridacchia, sospirando poi trasognato. «Sai, quello che sta facendo per Chrys… Mi riporta indietro nel tempo. Mi ricorda la nostra, di avventura». Louis si siede al suo fianco sul divano e gli stringe delicatamente una mano: «Cambieresti qualcosa, Haz?».
«No, mai!» nega con vigore l’altro, facendolo sorridere.

Porta una mano alla sua guancia e gli lascia un breve bacio sulle labbra: «Sarei disposto a morire altre mille volte se questo significasse poterti incontrare, Harry Styles».

 

Liam si accomoda al fianco di Zayn e sbadiglia: «Perché non le dici la verità?».

Niall lo fissa in maniera apatica: «Liam. Sono le sette di mattina, sto per addentrarmi in due ore di filologia e non ho la minima idea di quello che tu stai dicendo. Per favore. Sii chiaro». L’amico alza gli occhi al cielo ed esplicita: «Perché non dici a Chrystal che ti piace?». Niall apre la bocca, ma Liam lo interrompe: «Intendo, prima della fine del secolo, possibilmente». 

«Non mi sembra il caso, in questo momento» sbuffa il biondo, facendolo sorridere ampiamente. «Che c’è?» domanda. «Perché mi stai guardando così? Ho qualcosa in faccia?». Liam batte il cinque a Zayn e scuote il capo, continuando a sghignazzare: «Te l’ho fatta! Non hai negato il fatto che Chrys ti piaccia!». 

Niall corruccia il naso ed emette un verso infastidito: «Così maturo da parte tua, Lee, prendermi alla sprovvista in un momento di debolezza». Alza le spalle: «Comunque, per quel che importa… Non è che cambi molto ora che l’ho detto ad alta voce, no?». Gli altri si scambiano occhiate preoccupate nel sentire il suo tono sconsolato: «Niall-»

«No, davvero, non cambierà nulla, va bene?» li ammonisce con lo sguardo. «Io non le dirò nulla, e voi nemmeno. Ha un destino più grande di questo»

«Questo cosa?» indaga Zayn, osservandolo triste. «Questo- me». Stringe le labbra in una linea sottile, rilassandole poi per sorridere ai due amici.
«Oh, andiamo. Non guardatemi così, non è mica morto nessuno! A me basta poterle stare vicino. Come amico, come Guida... Come una cosa qualsiasi. Non m’importa». Liam lo osserva scettico, facendolo ridere: «Okay, un po’ mi importa» ammette. «Sono pur sempre umano!».

 

Pizzica con dolcezza le corde della chitarra, facendo suonare gli accordi in un delicato arpeggio. Inizia a vocalizzare il motivetto a labbra chiuse, continuando a muovere con sapienza le dita. 

La musica lo accompagna da sempre; anche nei momenti più bui, anche quando crede di non avere nulla, sa di potere sempre contare su di essa. Chiude gli occhi ed inizia a cantare con voce limpida: 

 

«Waking up to kiss you and nobody's there
The smell of your perfume still stuck in the air
It's hard
Yesterday I thought I saw your shadow running round
It's funny how things never change in this old town
So far from the stars

And I want to tell you everything
The words I never got to say the first time around-»

La porta della sua camera si apre all’improvviso e dalla fessura che ne deriva riesce a vedere un ciuffo biondo dei capelli di sua madre. Alza le spalle e riprende da dove era rimasto, fermandosi però di colpo quando la porta si apre maggiormente e sente la donna parlare: «Entra pure, cara». Chrystal ringrazia Maura con un sorriso caldo e si volta verso di lui, che ha preso a stringere il manico della chitarra con una mano. Probabilmente se ne pentirà quando poi la dovrà riaccordare, ma al momento quello è l’ultimo dei suoi pensieri. 

Chrys osserva lo strumento e si illumina in viso: «Aspetta, ma eri tu a suonare?». Niall prende un po’ di colore sulle gote: «Sì, ogni tanto strimpello qualcosa, quando sono ispirato». La ragazza sgrana gli occhi: «Vuoi dire che quella canzone è tua?». 

Il biondo annuisce e mentre Chrystal esulta con un felice «È meraviglioso!», un improvviso cinguettare di uccellini riempie l’aria circostante. Lei agita frettolosamente una mano per aria.
«Non farci caso, faccio particolarmente fatica a contenere i miei legami con la natura».
Si siede al suo fianco ed unisce le mani sotto il mento, supplicandolo: «Ti prego, non fermarti per colpa mia! Continua a fare quello che stavi facendo». Niall sorride e tace, riprendendo a far cantare la sua chitarra, accompagnandola con la voce. 

Terminata la canzone si alza per sistemare lo strumento sul suo piedistallo; quando si volta nota che la riccia si è stesa per metà sul suo letto, lasciando le gambe a penzoloni. Ha un sorriso rilassato appena accennato sul viso, quando prende a parlare: «Questa» inizia, aprendo gli occhi e fissandoli sulla sua figura, puntandogli contro un indice. «È una delle cose più belle che io abbia mai ascoltato». Il biondo ride e scuote piano il capo, sistemandosi al suo fianco. Chrystal alza il busto, appoggiando il peso sui gomiti e assumendo un’espressione scandalizzata: «Niall! Non fare così, sei bravissimo, dico sul serio!». Alza il mento per indicare verso la finestra: «Se non credi a me, guarda il cielo: l’ho fatto diventare rosa! Hai una voce bellissima, anzi, sai che ti dico?». Si avvicina con fare cospiratorio a lui, sussurrando: «Potresti anche farlo per mestiere. Il cantante, dico». Niall rotea gli occhi e le tira una leggera spinta: «Ma piantala!». Chrys emette un verso strozzato e cade pesantemente sul materasso, quindi si rialza e squittisce oltraggiata, attaccando a  sua volta il ragazzo e buttandoglisi contro. Lo sovrasta con il proprio corpo e prende a fargli il solletico sui fianchi: «Vendetta!». 

«Ragazzi, tutto bene?» La testa di Maura fa capolino dalla porta e la donna li osserva dapprima sorpresa e poi divertita, notando la posizione equivoca: Chrystal seduta sulla pancia di Niall e quest’ultimo con le braccia alzate sopra la testa, tenute ferme con una mano dalla ragazza.  «Eh sì, va tutto bene, mamma» dice imbarazzato Niall. «Già, lo vedo» annuisce Maura, prima di uscire dedicandogli un gran ghigno. I due rimangono in silenzio e si guardano per un attimo, prima di scoppiare a ridere come pazzi. Chrystal ridacchia ancora mentre si lascia cadere sopra di lui. Il letto cigola appena sotto il loro peso e lei appoggia il viso nell’incavo del suo collo. Niall contrae le dita della mano in un riflesso incondizionato, prima di decidere di lasciarsi andare e portare un braccio a circondarle la schiena. Sospira contento e appoggia una guancia sul suo capo.

«Puoi chiedermelo, sai» il sussurro della ragazza lo riporta alla realtà. Aggrotta la fronte, ma non si muove dalla sua posizione: «Chiederti cosa?» domanda. 

Sente Chrystal respirare profondamente prima di spiegarsi: «Di mantenere la parola che ti ho dato prima di addentrarci nel sogno. Ti avevo promesso che ti avrei parlato dei miei sogni, se tu lo avessi voluto». 

Niall si morde un labbro, indeciso: «È solo che… È solo che non riesco davvero a capire come tu faccia a sapere certe cose». Chrys annuisce lievemente: «Va bene. Ti ho già detto che ho iniziato a sognarti sin da quando ero bambina: io crescevo e tu crescevi con me e… Ti consideravo davvero il mio migliore amico, nonostante la mia fosse soltanto una presenza fantasma» sospira. «Per questo ci sono rimasta così male quando ho scoperto che tu invece hai iniziato a sognarmi solo pochi mesi fa, e in quel modo così confuso». 

Le accarezza la schiena con una mano: «Mi dispiace molto, Chrys. Vorrei avere vissuto quei sogni con te». La riccia scuote il capo: «Non scusarti, non è colpa tua» si schiarisce la gola e continua «Ad ogni modo, ti ho portato con me per farti capire quanto quei sogni non sembrino affatto finzioni. Ti dirò di più, io sono convinta che siano realtà collegate alla nostra, e non semplici mondi immaginari». Alza appena il capo per potere incontrare il suo sguardo: «Hai visto come tutto sembra vero quando si è sprofondati in quei sogni? Io sono davvero cresciuta con te e con i tuoi amici. Ho vissuto le tue avventure, ti sono sempre stata vicino» sorride dolcemente, passandogli una mano fra i capelli. «Speravo tu avessi potuto sentire la mia presenza, specialmente nei momenti in cui ne avevi più bisogno. Conosco la storia di Harry e Louis e quella di Liam e Zayn, semplicemente perché l’ho vissuta con te». Riabbassa il capo, tornando ad appoggiarsi a lui: «Ti ho visto ridere e gioire, essere triste e piangere. Ho riso con te, ho sofferto con te. Ho sofferto per te. Io sono davvero sempre stata al tuo fianco, Niall». Il biondo trattiene il respiro per un attimo. Con il volto rivolto verso l’alto osserva il soffitto della sua stanza. È pensieroso, si sente toccato nel profondo, ma non dice nulla. Non riesce a trovare le parole, perciò si limita a stringerla appena più forte per cercare di farle arrivare un messaggio. È una cosa che sa già da tempo, in effetti. Per Chrystal ci sarà sempre. Proprio come lei c’è sempre stata per lui.

 

Liam spegne con uno sbuffo lo schermo della televisione, osservando poi con preoccupazione Zayn, che gli sembra ogni giorno più fiacco: «Sembra la fine del mondo. Pare che sia tutto impazzito». Il moro alza leggermente gli angoli delle labbra: «Gli animali non sono impazziti, Lee. Risentono solo del cambiamento che stiamo attraversando. Lo facciamo tutti. Animali meno- canonici compresi». Gli lascia un bacio sulla guancia. «Vedrai che tutto tornerà alla normalità non appena sarà avvenuto il passaggio dei poteri». 

Un grosso tuono squarcia all’improvviso l’aria e fa vibrare violentemente i vetri delle finestre; il rumore fa sobbalzare sul posto Harry, seduto sul divano al canto di Louis. Chrystal si stringe nelle spalle ed indica con il capo la finestra: «Scusate, colpa mia». 

Sospira, ripensando ai fatti paranormali riportati dal telegiornale di poco prima: «Non posso assolutamente più aspettare, ragazzi. Non ora che ho un’idea di dove andare». 

Niall li raggiunge con un vassoio con sopra una teiera e delle tazzine: «È un’ottima cosa, allora, che sia appena iniziata la settimana di pausa delle lezioni a causa delle lauree» sorride ai suoi amici. «Mi pare il momento adatto per un viaggio, non trovate?». Appoggia il vassoio sul basso tavolino in cristallo e dalla tasca posteriore dei jeans tira fuori una cartina un po’ stropicciata: «Guardate, mi sono informato». Stende la cartina sul posto del divano dove prima era seduto e punta un indice sulla superficie lucida: «Ecco, qui è dove siamo noi. Doncaster. Mentre qui-» fa scivolare l’indice un po’ più in giù e verso sinistra «-è dove dobbiamo arrivare, ovvero Eastwood. In realtà siamo abbastanza fortunati, non è molto distante, sono poco più di venticinque miglia». Si tocca ripetutamente il labbro inferiore con il polpastrello di un indice, riflettendo: «Penso che ci vorranno al massimo una quarantina di minuti, se prendiamo la M18». 

Louis annuisce solennemente con il capo: «Quindi… Si parte». 

Chrystal fa vagare lo sguardo sui ragazzi: «Beh, se siete tutti d’accordo… Direi di sì. Ma per favore, non sentitevi obbligati a venire con me, okay?». Liam alza gli occhi al cielo e ridacchia divertito: «Oh, Chrys, gli faresti davvero un dispetto ad impedirgli di partire con te! Amano l’avventura!». La ragazza ride, sentendosi un po’ più sollevata: «Okay, allora. E tu?»

«Io amo Zayn, e questo per me è abbastanza per partire» sorride, andando a stringere una mano al moro. 

Harry batte una volta le mani, sfregandole poi fra di loro: «Perfetto, siamo tutti d’accordo!».

Niall ripiega la cartina e torna a sedersi sul divano, prendendo poi a versare il tè nelle tazze. Alza il capo per incontrare lo sguardo dei suoi amici: «Direi che è il momento di fare i bagagli, allora».

 

«Tesoro, sei sicuro di avere preso tutto?» domanda con apprensione Maura, seguendolo con lo sguardo. «Sicurissimo» la tranquillizza Niall, chiudendo con un movimento fluido la zip del suo fidato borsone nero. 

«Andate in campeggio, vero?» domanda ancora, osservando il figlio annuire velocemente mentre continua a fare su e giù per la stanza, controllando di non avere lasciato indietro nulla di importante. Maura si muove un po’ sul posto e si morde un labbro, poi con malcelata curiosità chiede: «E dimmi, caro… Ci sarà anche Chrystal?».  Niall è indeciso se ridere o alzare gli occhi al cielo, quindi risolve per una via di mezzo, sbuffando una risata: «Sì, mamma. Ci sarà anche lei». La donna reprime uno squittio felice e saltella appena: «Sono molto contenta, mi piace quella ragazza!». Maura prende a seguirlo per la camera, buttando poi casualmente: «Sai, sarebbe bello se venisse a trovarci a casa più spesso...». Il ragazzo scuote il capo con fare sconfitto e alza il suo bagaglio: «Glielo farò sapere, va bene, mamma?». Si dirige poi verso le scale﹣ancora seguito dalla donna﹣e si ferma nell’ingresso per indossare il cappotto. Si volta infine per puntarle un dito contro: «Tu però la prossima volta che la vedi cerca di non spaventarla, eh? Sembra sempre che tu stia cercando di svendermi!».  La madre nega ripetutamente con il capo e giura: «Croce sul cuore!». 

Niall la osserva con un sopracciglio alzato, poi con un breve cenno del capo si gira verso la porta, girando la maniglia ed aprendola. Dall’altro lato c’è Chrystal con il braccio alzato, pronta a suonare il campanello. «Oh, buongiorno!» saluta allegramente. «Ho pensato di evitarti di dover venire fino al mio appartamento e di raggiungerti qui. Spero non sia un problema». Il biondo fa per parlare, ma Maura lo scansa lievemente per prendere posto vicino a lui e sorride ampiamente: «Certo che no, cara! A Niall fa sempre molto piacere averti qua, e anche a me!».
«Mam-ma!» sibila Niall imbarazzato, le guance paonazze mentre cerca di spostare sua madre per potere uscire di casa. Chrystal osserva la scena con gli occhi sgranati e una risata nascosta dietro ad una mano. 

«Torna presto a trovarci!» urla la donna da sopra la spalla del figlio, prima che questi le chiuda la porta in faccia, appoggiandocisi poi contro con la schiena e chiudendo gli occhi e prendendo un profondo sospiro. «Ti prego» dice poi in direzione dell’amica. «Ignorala. Davvero».

Chrystal gli stringe una mano sul braccio, comprensiva: «Tranquillo! Metterci in imbarazzo è tipo il compito dei genitori. Ma possono anche tornare utili, sai? Come quando ti prestano la loro auto a sette posti per andare a salvare il mondo!».
«Giusto» concorda Niall, aprendole poi la portiera del passeggero per farla salire.
«Forza, andiamo a raccattare gli altri quattro!».

 

«Chi prende il posto davanti?» domanda Louis, mentre Liam gli passa il loro ultimo borsone da infilare nel bagagliaio. «Io!» esclama Chrystal allegramente, sistemando quindi a sua volta il suo zainetto. 

«Perché tu?» si lamenta il castano, chiudendo lo sportello e voltandosi  per fronteggiarla con le mani sui fianchi. «Beh, perché guida Niall e-» 

Louis le fa un vago cenno per dirle che non c’è bisogno di continuare a parlare: «Okay, ora mi è tutto chiaro» dice con il sorrisetto divertito di chi la sa lunga. 

«Che intendi dire?» chiede perplessa, aggrottando la fronte. Lì di fianco Liam e Zayn ridono a bassa voce. «Anche voi?!» domanda Chrystal sconfitta, voltandosi verso dei due ragazzi. «Perché ridete?». Harry e Louis le si mettono uno alla sua destra e l’altro alla sinistra, appoggiandole un braccio l’uno sulle spalle. «Tesoro» inizia Louis. «Niall potrà anche avere la testa da un’altra parte...»

«...Ma noi no» termina il riccio, sorridendole caldamente. «Semplicemente, vediamo come lo guardi».
«Sì» concorda Zayn. «Ma non devi davvero preoccuparti, perché-»

«Ho trovato le borracce!» salta fuori il biondo, appena tornato dal supermercato. Osserva gli atteggiamenti colpevoli dei suoi amici e li guarda con diffidenza. Assottiglia lo sguardo quando nota le braccia di Harry e Louis su Chrys: «Mi sono perso qualcosa?».

La ragazza si sbriga a scuotere il capo e si morde nervosamente il labbro: «Nulla, è solo una sciocchezza». Distende le labbra in un sorriso esagerato: «Andiamo?». Niall annuisce, non ancora del tutto convinto, e si dirige verso il posto di guida. Chrystal invece si trattiene ancora per un momento sul posto, agitata. Alza lo sguardo verso gli altri quattro e con fare supplicante si porta un indice sulla punta del naso, chiedendo loro di mantenere il silenzio. Infine si volta ed entra in macchina. Nel posto anteriore, naturalmente.

 

Tiene una mano fuori dal finestrino, chiudendo e riaprendo le dita per farci passare l’aria nel mezzo, godendosi nel frattempo la sensazione di libertà degli sbuffi di vento che le arrivano sul viso, rinfrescandolo e facendo volare qua e là le ciocche ricce. 

L’asfalto corre velocemente sotto di loro, Niall guida tranquillamente e canticchia a bocca chiusa la melodia delle canzoni che passano alla radio. Zayn dorme appoggiato alla spalla di Liam, mentre Harry e Louis sono persi nel loro mondo nei due sedili più posteriori. Chrystal continua ad osservare fuori dal finestrino, ripensando a ciò che le hanno detto prima i quattro ragazzi e a come il  moro sia stato bloccato proprio nel momento meno opportuno. 

Niall si schiarisce la gola e con un cenno del capo indica un cartello al bordo della strada: «Stiamo entrando ad Eastwood». Fa saettare lo sguardo verso gli specchietti prima di inserire la freccia per cambiare corsia. «Fra poco saremo in città». Chrys volta il capo verso di lui e gli sorride: «Sei stanco?».
«No, ma non vedo davvero l’ora di sgranchire le gambe» ride brevemente, continuando a prestare attenzione al traffico attorno a sé. 

Chrystal tira fuori dalla tasca il cellulare e apre l’applicazione di Google Maps, preparandosi ad indicare la strada per arrivare ai margini del bosco dove è nascosta l’abitazione che devono cercare.

 

Non ci vuole molto tempo prima che giungano al limitare del bosco. Molti turisti fanno escursioni in questi luoghi, ma è decisamente ancora troppo freddo per rischiare di incontrare qualcuno, quindi non sono troppo preoccupati. Beh, la maggior parte di loro non è preoccupata, almeno. Chrystal scende dalla macchina e mentre gli altri iniziano a scaricare i pochi bagagli che si sono portati dietro, inizia a guardarsi attorno con circospezione. Ha una sensazione pesante proprio nel centro del petto e sente di fare appena fatica a respirare. Zayn lo nota e le si avvicina, apprensivo: «Ti senti male?». Questo richiama anche l’attenzione del resto del gruppo, che la osserva con preoccupazione. 

«Chrystal?» la richiama il moro, ancora in attesa di una risposta. «Io non- non ne sono sicura» continua a fare saettare lo sguardo nei dintorni, cercando inutilmente un dettaglio in disordine. Scuote il capo, incurva le spalle e si china per prendere il suo zaino, iniziando ad incamminarsi verso l’entrata della foresta: «Andiamo, ragazzi. Prima arriviamo alla casa e meglio è. Ho una strana sensazione, e non mi piace davvero per niente».

 

Il sentiero tracciato che avevano iniziato a seguire all’inizio della camminata li ha portati esattamente… Nel mezzo del nulla. Beh, non proprio del nulla, visto che è ovviamente pieno di alberi e di cespugli. Senza considerare poi i rumori che tradiscono la presenza degli animali che si stanno nascondendo alla loro vista. Chrystal apre la strada, al suo fianco il maestoso lupo nero che è Zayn vigila attentamente, le zampe felpate sembrano quasi non toccare il suolo. Niall storce leggermente il naso e sobbalza sul posto quando gli arriva una leggera gomitata sul fianco. Sposta lo sguardo dai due per posarlo su Liam, che indica vagamente il suo fidanzato e la ragazza: «Si fanno bene a vicenda, sai? Sono contento siano diventati così tanto amici». Niall è sorpreso: «Sono così tanto vicini?». Liam annuisce: «Certo, sì. Zayn è molto più calmo da quando conosce Chrys, per via di tutta la faccenda del legame con la natura… E lei sa di poter contare su qualcuno che sa perfettamente cosa si prova a trovarsi improvvisamente in una situazione così disperatamente diversa da ciò a cui si è sempre stati abituati». Il biondo abbassa lo sguardo: «Non me lo ha mai detto...» mormora amareggiato. «Non devi essere geloso di quello che hanno, Niall». Il castano gli stringe brevemente la spalla e sorride «È profondo, ma mai quanto l’incontro di due anime affini. Inoltre, non penso che Zayn sappia nemmeno la metà delle cose che Chrystal ha confidato a te. È solo che ci sono argomenti che forse non si sente ancora pronta a discutere con te. Devi solo aspettare». Detto ciò gli lancia un occhiolino e torna a prestare attenzione al resto del gruppo: «Bene. E adesso da che parte si va?».

«Non ne sono sicura, pensavo- pensavo che una volta stata qui avrei sentito qualcosa… Un legame, un qualcosa, non lo so, io-» Scuote la testa con fare desolato. «Mi dispiace». 

Niall la raggiunge con pochi passi veloci: «Ehi! Se tu avessi tutte le risposte, io sarei totalmente inutile, no?».
«No» ridacchia Chrystal, facendogli roteare appena gli occhi con fare affettuoso. «Va bene, allora mettiamola così: se tu avessi tutte le risposte, a cosa ti servirebbe una guida?». La riccia soppesa qualche secondo le sue parole: «Touché, suppongo». 

«Bene. Ora chiudi gli occhi» ordina semplicemente. Chrystal abbassa le palpebre senza esitazioni, continuando ad ascoltarlo parlare. «Devi tornare indietro di tanti anni. Devi tornare ai tuoi sogni di bambina, a quando giocavi in questo stesso bosco» spiega, soddisfatto con sé stesso per essersi documentato prima di partire. La ragazza non fa cenno, quindi Niall suppone che sia riuscita a cadere in quella specie di trance: «Perfetto. Ti trovi proprio qui, in questo punto. Sei piccola e felice, scorrazzi tranquillamente fra gli alberi. Ma adesso devi tornare a casa, c’è qualcuno che ti sta aspettando».

Chrystal gira su sé stessa ed i piedi si attorcigliano un po’ fra di loro, ma una mano invisibile è subito pronta a tenerla dritta. Razionalmente sa di avere le palpebre chiuse, lo può sentire, ma se non fosse per questo, crederebbe di avere gli occhi perfettamente spalancati: la luce la colpisce in pieno viso e riesce a vedere tutto. Gli alberi sono più giovani e molte piante non ci sono ancora. Una risatina allegra le fa voltare il capo, osservando verso il basso. Una bambina la sta fissando di rimando. Ha i capelli lunghi fino alle spalle pieni di boccoli e gli occhi grandi. È lei.

«Ciao» sussurra, cercando di avvicinarsi. La bimba ride ancora, nascondendo un sorriso dietro alla manina pallida ed un po’ paffuta. Improvvisamente guarda alle sue spalle ed inizia ad allontanarsi, saltellando fra la vegetazione. Il vestitino bianco che indossa insegue i suoi movimenti e riflette la luce che filtra tra le fronde degli alberi. Chrystal inizia a seguirla.

I ragazzi osservano Chrystal guardare nel vuoto con gli occhi chiusi e poi la sentono salutare qualcuno. Harry lancia uno sguardo preoccupato a Louis quando la ragazza rimane immobile per minuti interminabili, sobbalzando poi quando invece incomincia a muoversi all’improvviso. Fa mezzo passo e poi rischia nuovamente di capitombolare al suolo, come se non fosse conscia della presenza di ostacoli che forse una volta non erano presenti.

Liam scuote il capo: «Non può andare avanti così, finirà per farsi male!».
«Hai ragione, Lee» concorda Niall. «Ma come possiamo fare? Non sappiamo dov’è diretta, non possiamo trasportarla!». Un leggero uggiolio li interrompe, facendogli scattare lo sguardo verso Zayn. Gli occhi di Niall si illuminano: «Ma certo Zayn, hai ragione, sei un genio! Ciò di cui ha bisogno è un destriero che possa guidare!». Il grosso animale fa un breve cenno con il testone e poi trotterella verso la ragazza. Ulula leggermente, facendola fermare sui suoi passi e guardare verso di lui.

Chrystal sente un lupo chiamarla, ma quando cerca di guardare nella direzione da cui ha sentito provenire  il suono, non vede nulla. Lancia un’occhiata apprensiva alla bambina per non perderla di vista ed allunga tentennante un braccio nel vuoto, tastando l’aria.

Niall osserva Chrystal allungare un braccio verso Zayn e fermarsi una volta raggiunto il folto pelo nero del lupo, che uggiola ancora qualcosa. Probabilmente lei riesce a comprenderlo, perché senza fare resistenza si lascia dare una piccola spinta per potere salirgli sul dorso come una cavallerizza, le mani sprofondate nella pelliccia per indicargli delicatamente la direzione da seguire. Zayn si volta appena verso di loro e con un colpo del muso li esorta a riprendere il cammino.

Chrystal aguzza lo sguardo per identificare la piccola figura bianca che apre loro la strada e si abbassa per avere le labbra vicino a dove pensa sia l’orecchio del lupo: «Dritto davanti a noi». Zayn continua a muoversi come se non avesse un peso estraneo sulla groppa e segue tranquillamente le sue indicazioni. Dietro di loro seguono, a piedi, gli altri quattro ragazzi. 

Improvvisamente la bambina guarda brevemente nella loro direzione con un sorriso furfante e con un ulteriore piccolo saltello scompare dietro ad un grosso albero. Chrys avvisa Zayn, che prende immediatamente a correre e la ragazza per non cadere è costretta ad abbassarsi per potergli allacciare le braccia attorno al collo. Niall e gli altri prendono a rincorrerli, ma non riescono ad andare abbastanza veloci e ben presto rimangono indietro, riuscendo a vedere solo da lontano il lupo nero spiccare un grosso salto e scomparire dalla loro vista.

Durante il salto Chrystal caccia un piccolo urlo e si stringe più forte all’amico, nascondendo il viso nella pelliccia del collo. Le possenti zampe di Zayn atterrano con un suono attutito e la riccia si permette di raddrizzarsi. Osserva tutto attorno a sé, ma anche in lontananza non vi è alcun segno del passaggio della bambina. È scomparsa nel nulla, ed il buio incomincia lentamente a calare e ad avvolgere ogni cosa.

Quando finalmente apre le palpebre per tornare a vedere, si accorge che al posto degli alberi che ha visto fino a poco fa si trova ora una piccola radura. «L’abbiamo persa, ma sei stato grandioso» ringrazia Zayn, lasciando una breve carezza fra le sue orecchie pelose prima di smontargli dalla groppa. Gira lentamente su di sé: «Forse da qui potrei ritrovare la strada. Penso sia vicino al luogo in cui Niall ed io ci siamo ritrovati nel sogno».

«Sta diventando buio, però. Non penso sia il caso di continuare adesso» li raggiunge la voce di Louis, mentre anche gli altri emergono dalla foresta. Harry guarda in alto e scruta pensieroso il cielo:  «Lou ha ragione, dovremmo allestire un campetto». Niall ridacchia: «Beh, quando mai tu non dai ragione a Louis». Liam grugnisce una risata e anche Zayn emette un verso strano, prima di tornare nella sua forma umana ed afferrare riconoscente gli abiti che gli porge il castano. «Beh, potrei dire lo stesso di-» inizia Harry incrociando le braccia al petto, ma viene prontamente fermato da un calcio sugli stinchi. «Lou- ahi!» si lamenta, tirandogli di rimando una sberla sul braccio. Louis strabuzza gli occhi ed in qualche modo riesce a fargli comprendere cosa desidera comunicargli, perché il riccio emette un flebile «Oh!» di comprensione e tace.

«Allora, lo costruiamo questo campetto?» Chiede Liam sfregando le mani, felice di potere essere finalmente d’aiuto. Niall annuisce e si toglie dalle spalle il borsone. Apre la zip e ci infila dentro un braccio intero, tirando fuori tre set di tende. Harry lo fissa a bocca spalancata: «Ma come hai fatto?». 

Il biondo allarga le gambe ed appoggia le mani sui fianchi: «Ehi, vorrei ricordarvi che anche se è arrivato qualcuno più tosto di me, anch’io conosco qualche trucchetto. Questo mi è venuto in mente guardando Harry Potter».
«La borsetta di Hermione, giusto?» commenta Chrystal, iniziando a trafficare con i bastoni della prima tenda.

 

In qualche modo alla fine riescono a montare le tende e decidono di sistemare alcuni tronchi per creare un falò e riscaldarsi, visto che il buio ha portato con sé anche un terribile gelo che entra nelle ossa e non lascia più andare. Louis è seduto su una sedia pieghevole di tela e lancia un fischio con due dita per richiamare l’attenzione di tutti: «Faremo alla maniera di Tommo, ragazzi!» avvisa.
«Se vuoi fare a modo tuo almeno alza il tuo culone!» ride Liam, avvicinandosi alla legna.

Louis inizia a sollevare l’ultimo dei tronchi con l’aiuto di Liam ed Harry, che però ben presto si lanciano uno sguardo d’intesa e lasciano la presa, in modo tale che tutto il peso ricada sul liscio. «Grazie mille ragazzi, davvero!» esclama a corto di fiato, riuscendo finalmente a sistemarlo. 

Chrystal esce in quel momento dalla tenda dove con l’aiuto delle capacità artistiche di Zayn ha cercato di ricostruire una mappa con quella che dovrebbe essere la giusta direzione per raggiungere la casa dell’attuale regolatore. Ha in mano la cartina per farla vedere a Niall e sta per chiedergli se secondo lui la ricostruzione è abbastanza fedele al tragitto che avevano percorso insieme, quando si ferma vicino al falò ancora spento per cercare la testa bionda. È distratta, perciò non si accorge che la costruzione di Louis è in realtà piuttosto pericolante e traballante. Il tronco più esterno inizia ad oscillare più degli altri e prende a cadere nella sua direzione. «Chrys, attenta!» ode Harry urlare da lontano, poi improvvidamente sente qualcosa colpirla in pieno e spostarla di qualche metro, buttandola a terra. Strizza gli occhi durante l’impatto, il respiro reso un po’ difficoltoso da un peso fermo sul suo petto. «Louis, tu- idiota!» sente Zayn urlare, ma con tono comunque piuttosto sollevato. Si decide quindi ad alzare le palpebre, e non sa se ha fatto bene, perché tutto quello che vede è un marea di blu. Il volto di Niall è così vicino al suo che le punte dei loro nasi si sfiorano e riesce a sentire sulla pelle il suo respiro delicato, mentre lui la guarda di rimando. Non riesce a trattenersi dal sorridere ed il ragazzo insegue con lo sguardo il suo movimento, indugiando appena. 

«Ti stavo cercando» dice Chrystal, facendolo sospirare. «Già, anche io» mormora lui, alzandosi.

«Ehi, tutto bene? Ho sentito qualcuno urlare» li interrompe una voce profonda, che precede di poco l’apparizione di un ragazzo sconosciuto; quest’ultimo si avvicina immediatamente a Chrystal per tirarla su di peso. Durante la flessione i muscoli piuttosto evidenti delle braccia quasi esplodono, compressi nelle maniche nere strette e corte della sua t-shirt. È alto, le sopracciglia e i capelli sono castani e folti, gli occhi di un azzurro quasi bianco davvero inquietante. Almeno secondo Niall, che lancia un’occhiataccia verso il punto dove lo sconosciuto sta ancora trattenendo Chrystal per gli avambracci. Il biondo si schiarisce la voce: «Tu saresti?». Il ragazzo si volta nella sua direzione, agendo come se si fosse appena accorto della presenza di altre persone oltre a quella della ragazza: «Oh! Hai ragione, dovete scusare le mie maniere. Io sono Russell. È un piacere conoscervi» sorride e fa un cenno ai ragazzi, baciando poi il dorso della mano di Chrystal, che senza farsi vedere da lui subito dopo se la pulisce sul maglione per liberarsi della sensazione umidiccia. «Io sono Harry» interviene il riccio, quando nessuno di loro accenna a parlare. «E loro sono Louis, il mio fidanzato, Zayn e Liam, Niall e la nostra Chrys» indica ognuno di loro mentre li presenta. 

«Non hai freddo?» domanda il moro, adocchiando la maglietta leggera ed i pantaloni tagliati al ginocchio che porta l’altro. «Nah» nega. «Mi scaldo facilmente. Piuttosto, voi che fate qui? Non è ancora stagione per le escursioni».
«Ci piace la solitudine» risponde glaciale Niall, avvicinandosi a Chrystal e portandole un braccio dietro la schiena con fare protettivo. Russell sorride ampiamente: «Grande, anche a me! Vi spiace se mi unisco a voi?».
«A dire il vero, sì. È una cosa fra amici, sai» sibila il biondo. Russell freme e allarga leggermente le narici, irritato. Poi sorride ed inizia a tornare da dove è venuto: «Bene. È stato un piacere». Lancia un occhiolino a Chrystal e scompare fra gli alberi. Harry lascia passare qualche secondo e poi sgrida l’amico: «Niall! Sei stato estremamente maleducato, avrebbe potuto rimanere con noi!». Niall lo guarda con fare ferito, ma Louis lo precede, riflettendo: «Io penso abbia fatto bene. In quel tipo c’è qualcosa di strano». Zayn annuisce: «Anche a me è arrivata una strana sensazione». Harry si volta verso Liam con sguardo interrogativo, ma lui si limita ad alzare le spalle: «Non chiedere a me, io non ci ho visto nulla di strano, ma mi fido del loro sesto senso» dice, abbozzando un sorriso. «Si è rivelato giusto più volte». Il riccio alza le braccia al cielo: «Era solo molto bello, andiamo!». Louis ride: «Dovrei essere geloso, qui? No, davvero, scherzi a parte, fidati, Haz. E poi, non lo vedremo mai più, no? Non potrà pensare che tu sia una cattiva persona, tranquillo». Si alza sulle punte per potergli lasciare un bacio sulle labbra, facendogli sciogliere il piccolo broncio. Chrystal lancia un’occhiata verso il punto in cui si è eclissato Russell. «Non ne sarei così sicura» sussurra a voce bassissima, scuotendo il capo e stringendosi fra le braccia.

 

Chrystal apre la zip della tenda e portando una mano a coprirsi lo sbadiglio immenso che la sta colpendo, con l’altra cerca di ripararsi gli occhi dalla luce solare.

«Datemi del caffè e tornerò ad essere amico di tutti» urla Louis poco più in là. «Smetti di strillare come un’aquila e non ti manderò contro una fattura» bofonchia in maniera più o meno comprensibile, combattendo contro il malumore dovuto ad una notte insonne. Si guarda attorno brevemente per essere sicura che non ci sia nessun altro oltre a loro e con un cenno della mano fa volare fra le mani di Louis una tazza. «Chiudi gli occhi» gli intima. Louis inarca un sopracciglio: «Perché?». Chrystal sorride, già molto più di buon umore e pronta a scherzare: «Perché un mago non rivela mai i propri trucchi!». Il ragazzo soppesa la cosa velocemente: «Mi pare giusto. E poi, ho davvero bisogno di caffè» ride. Chrystal porta entrambe le mani attorno alla tazza: «Ti avviso, però: non sono sicura che funzionerà. Non ho mai provato qualcosa del genere, ma suppongo che sia una buona cosa cercare di superare i propri limiti». Storce il naso e chiude gli occhi a sua volta. Conta mentalmente fino a tre e poi si concentra più che può. Infine riapre gli occhi e si sporge oltre il bordo della tazza. «Mh. Lou, spero che ti piaccia il cappuccino» lo informa, osservando con attenzione la schiuma cremosa che è riuscita a creare.

«Che succede?» mormora la voce assonnata di Zayn, mentre la sua testa fa capolino dall’ingresso della tenda. «Chrys si è improvvisata caffettiera, approfittatene tutti, forza!» esorta Louis, scappando con la sua tazza per andare a svegliare anche Harry. 

«Dov’è Liam?» domanda il moro, prendendo un tetrapak di succo di frutta ed occhieggiando verso Chrystal mentre infila la piccola cannuccia di plastica ed inizia a succhiare. Lei fa spallucce: «Credo di averlo sentito andare a fare un giro di ricognizione con Niall, ma non ne sono sicura, ero ancora in dormiveglia e quando mi sono svegliata già non c’erano».

Improvvisamente dei rumori di rami spezzati e fiato corto spezzano la relativa calma che fino a quel momento aveva regnato sull’accampamento. 

Liam e Niall arrivano correndo disperatamente, i petti che si alzano e abbassano freneticamente per la fatica e la paura. «Dobbiamo scappare!» urla il primo, mentre l’altro aggiunge: «C’è qualcosa di malvagio, qui dentro. Voleva ucciderci, l’ho sentito».
«Che cos’è?» domanda Louis con preoccupazione, ma Niall scuote il capo: «Non ne ho idea, ma è come una bolla d’aria gassosa e maligna, si espande per l’etere e lascia dietro di sé la desolazione più cupa, tra poco sarà qui, dobbiamo fare presto!».
«Ma cosa possiamo fare?!» esclama disperato Harry, mentre un forte e continuo sibilo si fa sempre più vicino. «Hai detto che è fatta d’aria, vero?» interviene Chrystal, torcendo nervosamente una ciocca di capelli. «Così pare, sì» conferma Liam, correndo al fianco di Zayn.
«Allora avrei un’idea. Dobbiamo trasformarci in qualcosa che dell’aria ha fatto la sua forza. Non dobbiamo combatterla, non nel senso proprio del termine» dice, fissandoli seriamente.
«Vi fidate di me?». Niall annuisce, posandole una mano sulla spalla: «Sempre». La ragazza fa un breve cenno del capo e sentendo l’energia negativa stare per raggiungerli batte i palmi delle mani fra di loro una volta sola. I corpi umani scompaiono, al loro posto si librano nell’aria sei uccellini di diverse tonalità. Quello rosso scuro vola davanti agli altri ed insieme trovano rifugio fra le fronde più alte degli alberi. Quando la bolla d’aria arriva con la sua furia si aggrappano ai rami con le zampe artigliate, mentre le ali si gonfiano un po’ per via degli sbuffi che riescono a superare il riparo dato dai rami e dalle foglie. Sotto di loro, la furia dell’entità malvagia impazza, le tende vengono sradicate e l’intero accampamento raso al suolo, come se quella cosa fosse alla ricerca di qualcosa- O di qualcuno. Quando la bolla gassosa sembra andare oltre al loro accampamento, l’uccellino rosso vola cautamente verso il basso, e dopo un giro semicircolare d’ispezione, la sua forma si ingrandisce fino a riprendere le sembianze di Chrystal.
«Venite pure» chiama i suoi amici, che prendono a volarle attorno. L’uccellino blu le si posa su una spalla, spingendo la testolina contro la sua guancia. «Grazie, Niall» sorride la ragazza, picchiettandogli con un polpastrello sul capo morbido e piumato. Con uno schiocco delle dita li fa tornare nei rispettivi corpi, e il sentimento di sollievo provato per lo scampato pericolo sembra già un ricordo lontano: «Dobbiamo metterci in cammino». Niall nota un pezzo di carta tremare sotto uno dei picchetti della tenda: «La mappa si è salvata!» esclama, tornando verso gli altri. «Coraggio, raccogliamo quello che è possibile salvare e poi partiamo. Dovremmo cercare di arrivare alla casa prima di notte; questo posto è saturo di sovrannaturale. E non si tratta solo del Regolatore».

Chrystal inizia a raccogliere le loro cose, fermandosi per un attimo quando ai suoi piedi si distende la schiuma del cappuccino di Louis, la tazza lasciata cadere ed abbandonata giace poco più in là. 

«Io comunque alle ali preferisco le zampe» bofonchia Zayn, prendendo in spalla il proprio bagaglio e scostando con una mano una piccola piuma nera dai capelli. 

 

Liam tiene le braccia tirate davanti a sé per stirare il più possibile la mappa casereccia e renderla così più facilmente comprensibile. Chiude un occhio con fare critico e poi abbassa il foglio. «Secondo quello che c’è scritto qui, pare che sia quella la giusta direzione» dice, indicando con un dito a nord-est. Chrystal segue con lo sguardo la traiettoria indicata dal dito dell’amico e storce appena il naso, contemplativa: «Sì, sono abbastanza sicura che sia così». Si volta verso il ragazzo al suo fianco e: «Tu che dici, Niall?» chiede. Niall fa un mezzo inchino ed allarga un braccio verso destra.
«Dopo le signore» scherza.

Riprendono a camminare in silenzio, le orecchie tese per captare ogni singolo rumore che potrebbe indicare un ripetersi degli eventi della mattina, cosa che desiderano evitare per ovvie ragioni. Ad un certo punto, quando già da qualche minuto Liam e Louis hanno iniziato a bisticciare amichevolmente, stufi di non avere fatto altro se non camminare per ore, Niall li silenzia: «Ssh… Fermi un attimo… Ascoltate». Louis si zittisce con la bocca ancora aperta per dire qualcosa ed aggrotta la fronte: «Sembra… Sembra proprio...».
«Acqua corrente!» conclude Harry con soddisfazione. Chrys e Niall si scambiano un’occhiata: «Rochdale Canal! Siamo vicini!». 

Chrystal afferra la mano del ragazzo e lo trascina dietro di sé, prendendo a correre sempre più velocemente fra gli alberi, evitando gli eventuali ostacoli con piccoli salti. Frena i piedi quando raggiungono uno spiazzo alla fine della quale rivede la casina bianca del suo sogno. Stringe più forte la mano del ragazzo e si gira verso di lui, commossa: «Ce l’abbiamo fatta! L’abbiamo trovata, Niall!». Lascia la mano per stringergli di slancio le braccia dietro al collo. Dopo un attimo di stupore il biondo porta le braccia attorno alla sua vita e la alza di poco dal terreno per farle fare mezzo giro, ridendo leggermente. «Ragazzi, guardate!» esclama Chrystal, liberandosi gentilmente dalla stretta e rivolgendosi agli altri, pochi passi dietro di loro. «È laggiù, ci siamo riusciti! Forza, andiamo!». 

Il gruppo si incammina verso la casa, ma anche questa volta, così come nel sogno, sono costretti a fermarsi a qualche metro di distanza per colpa di un ostacolo invisibile.  «Ti pareva che per una volta le cose non potessero essere semplici» si lamenta Liam, facendo ridere Zayn. Chystal prende a tastare quella parete liscia e fredda per cercare una fessura da cui potere passare, ma quando Harry cerca di seguire il suo esempio per velocizzare le cose, si ustiona le mani, lanciando un gemito di dolore. «Ma che diavolo-?» urla Louis, osservando i palmi rossi completamente rovinati del riccio. «State tutti lontani da quella cosa!» grida Chrystal, impaurita che qualcuno possa farsi ancora più male. Si avvicina al riccio e gli prende dolcemente i polsi fra le mani, evitando accuratamente di toccare la pelle lesa. Chiude gli occhi e poi soffia sulle bruciature. L’aria che esce dalle sue labbra non è trasparente, ma bianco-azzurra e gelida: posandosi sui palmi di Harry, li riporta alla loro condizione naturale. «Grazie» mormora Harry, ancora scosso. Lei gli sorride e lo lascia andare a rifugiarsi nelle braccia di Louis.
«Non avvicinatevi, okay? Ci penso io» dice, allontanandosi di un poco da loro per potere osservare meglio davanti a sé. Muove gli occhi da destra a sinistra, ma per quanto stia cercando di sforzarsi, non riesce a rendere visibile l’ostacolo. Sbuffa contrariata e si butta a sedere per terra, incrociando le gambe all’indiana. Appoggia le mani sull’erba dietro di sé ed in una frazione di secondo viene colpita da una rivelazione: attraverso il contatto con il suolo, può sentire tutto ciò che su di esso si erge. Barriere e varchi in esse compresi. Si lascia andare in un sorriso e con le mani ancora collegate alla terra comanda a lunghi ciuffi d’erba di crescere, andando a circondare il punto debole della barriera e quindi rendendolo visibile la porta anche ai suoi amici. Torna in piedi e sfrega le mani fra di loro: «Direi che si può andare!». Varca per prima la soglia, volendosi assicurare di non trovare altre sorprese sgradite, quindi fa il segno dell’okay ai ragazzi: «Provate ad entrare, uno alla volta». Le cose vanno lisce, perciò iniziano a camminare verso la casa. 

«Come ti senti?» domanda Niall, passando un braccio dietro la schiena di Chrystal. Lei lo guarda dal basso, essendosi curvata nel suo semi abbraccio: «Agitata ed entusiasta» ammette, fermandosi sullo zerbino. Stringe una mano a pugno, e sotto lo sguardo rassicurante del biondo, bussa con le nocche sul legno chiaro. Deglutisce e si lecca le labbra con agitazione quando sente scattare la chiusura del portone, che si apre lentamente. Una donna anziana e bassa, un po’ gobba, viene rivelata. Ha penetranti occhi verdi, che rivelano l’acume ancora del tutto integro della sua mente. «Chrystal, cara, è tanto che ti aspetto» sorride dolcemente, facendo spalancare la bocca per lo stupore a tutti, tranne che a lei. La ragazza inclina appena il capo, guardandola con gli occhi socchiusi. Li sgrana quando i ricordi la colpiscono: «Baba?». La donna annuisce appena, lo sguardo un po’ lucido: «È così che mi chiamavi da bambina, sì. Ma entrate pure». Si scansa dall’ingresso, occhieggia discretamente al braccio di Niall - ancora appoggiato come supporto alla base della schiena della riccia - e fa loro strada verso il salotto. Cammina lentamente, aiutandosi con un bastone da passeggio, poi si siede su una piccola sedia a rotelle e sorride ai giovani: «Sedetevi, ragazzi».

«Mi stavi aspettando?» domanda la ragazza, prendendo posto e sporgendosi verso la donna, che annuisce: «Certo. Non immaginavo però che avresti avuto così tanta compagnia». Fa passare i penetranti occhi verdi sui ragazzi, le labbra racchiuse in una linea severa che si scioglie non appena sorride: «Ma si tratta sicuramente di una piacevole sorpresa». 

Stringe il bastone fra le mani, perdendosi per qualche attimo a guardarne il manico di cristallo. «Tu sai cosa sei, Chrystal?» domanda infine, andando dritta al punto. La ragazza annuisce: «Sì». 

Baba ride leggermente: «Beh, non mi sarei altrimenti spiegata la vostra presenza qui. Non si può certo dire che io abbia ricevuto molte visite, nel corso degli anni». Harry si morde un labbro per cercare di non intervenire, ma poi non riesce a resistere: «Come mai?». L’anziana ride di gusto, portandosi una mano al petto: «Caro ragazzo, non so se ti sei accorto che vivo in mezzo al nulla». Louis stringe una mano al riccio, che è arrossito, e spiega: «Quello che voleva intendere Harry, è per quale motivo vivi qui, da sola».

Baba si alza con qualche difficoltà dalla sedia, camminando verso la finestra per potere guardare all’esterno: «Noi regolatori siamo individui solitari. Se siamo fortunati in una vita riusciamo ad avere tre buoni amici: il nostro predecessore, il nostro successore e la nostra guida». Si volta verso Niall con fare consapevole: «Sei tu, non è vero?». Niall raddrizza la schiena ed annuisce: «Io- sì. Come hai fatto a…?».
«Ci sono passata prima di lei, è semplice» spiega gentilmente. «Inoltre, ho dalla mia parte la saggezza che solo l’età può portare».

Chrystal alza lo sguardo da dove lo aveva puntato sulle sue mani, strette fra di loro sopra alle ginocchia: «Siamo destinate ad essere sole per sempre?» domanda, non riuscendo a bloccare un piccolo tremolio nella voce. Niall si volta di scatto verso Baba, aspettando una risposta che non tarda ad arrivare. La donna li osserva con un angolo delle labbra alzato: «Questo è quello che mi disse il regolatore che mi precedette, che se lo sentì dire a sua volta dalla persona che venne prima di lui». Guarda in lontananza, come per farsi tornare alla memoria momenti lontani: «Era un uomo buono, ma incredibilmente triste. Per secoli è stato il destino dei regolatori, quello di nascondersi dal mondo per non farsi vedere e morire in solitudine». Alza le spalle: «È ciò che ci è sempre stato detto». 

«Ma?» interviene Zayn dopo qualche tempo, intuendo in qualche modo che manchi qualcosa nel discorso della regolatrice. «Ma-» continua infatti quella. «Se mi passate il termine, credo proprio che sia una gran stronzata».
«Cioè...» mormora Liam, guardando fra Chrystal e Niall con riaccesa speranza. «Cioè sono più che sicura che ognuno di noi sia, almeno entro certi limiti, il creatore del proprio destino. Ho perso delle occasioni che non smetterò mai di rimpiangere, per avere creduto a ciò che mi fu detto, e non voglio che la stessa cosa capiti a Chrystal». Si avvicina alla ragazza per accarezzarle il capo con una mano «Promettimi che quando sarai in dubbio, ti ricorderai sempre che meriti di essere felice. E potrai esserlo, davvero». 

 

Chrystal aiuta Baba a stendere l’ultima passata di sugo nella teglia, infilandola poi nel forno già preriscaldato. Inserisce il timer e si appoggia contro il bancone: «Baba?»

«Dimmi, tesoro»

«Perché sono tornata a sognarti solo dopo avere incontrato Niall? E perché l’ho incontrato proprio in questo momento?». Baba finisce di sciacquarsi le mani e con ancora la pezza in mano per asciugarsi si volta a risponderle: «So che non puoi ricordarti molto perché eri così tanto giovane, ma io ero già vecchia quando venivi a trovarmi nei sogni. E credimi quando ti dico che sento il peso di ogni anno che è passato da allora». Appoggia l’asciugamano sul tavolo ancora mezzo imbrattato, sospirando: «I miei poteri si stanno facendo sempre più deboli, perché il mio corpo è pronto per il passaggio».

«Il passaggio?» indaga cautamente la ragazza, osservando la donna, che annuisce. «Sì. Non sei ancora in grado di controllare appieno i tuoi poteri perché deve avvenire il passaggio. Anche il tuo corpo sente che si sta avvicinando il momento, e questo è il motivo per il quale la tua strada è giunta ad incrociarsi con quella di Niall, per trovare me e rendere completo il processo». 

«Ma dopo… che ne sarà di te?»

«Non preoccuparti per me» sorride tranquilla. «Me ne andrò dolcemente, sarà come addormentarsi». Chrystal boccheggia, senza sapere cosa dire: «Ma non è giusto, io- Posso aspettare, non c’è bisogno che-»

«No, non puoi. Non si tratta solo di me o di te, ma del mondo intero. E lo sai anche tu. Non essere triste per me, Chrys! Ho vissuto a lungo, e mi riunirò finalmente con la mia occasione persa. Mi aspetta da tanto, sai?» ridacchia. «Sono stata una vera testarda, da giovane. Poi ho capito troppo tardi quello che avrei potuto avere». Si guarda attorno per assicurarsi che siano sole e poi sussurra, come se fosse un segreto: «Non permetterò che tu faccia il mio stesso sbaglio».

La riccia sgrana gli occhi, sorpresa: «Tu sai che…?»

«Mi domando chi non lo sappia, onestamente» la prende in giro giovialmente, facendola arrossire. «Io pensavo… Pensavo che magari fosse per via del suo essere la mia guida»

«Mh… Penso che anche tu non creda alle tue stesse parole, ma ti tolgo ogni dubbio: la mia metà è stata il mio migliore amico di una vita. E non era la mia guida. Quello che provi per Niall è reale. E non dovresti lasciarlo fuggire solo perché hai paura».

«Sì, ma sicuramente per lui non è così!». Baba si limita ad osservarla con un sopracciglio alzato ed espressione scettica, uscendo di scena trionfalmente: «Pulisci il tavolo!».

Chrystal s’imbroncia: «Ma davvero potrebbe non corrispondere…» borbotta, lanciando un’occhiata scura al tavolo. Sbuffa e tenendo il polso fermo muove lateralmente la mano, facendo scomparire le stoviglie sporche, che ricompaiono un secondo dopo nei loro posti nelle credenze, perfettamente pulite.

 

«Chrystal, vieni».

Si sente chiamare dalla voce di Baba, così segue il suono e la trova seduta sulla poltrona di vimini che dà sul giardino sul retro. Vicino a lei c’è anche Niall. «Che succede?» domanda confusa, sedendosi al lato del biondo, che si è ristretto sul divanetto di vimini per farle spazio. 

«Penso sia arrivato il momento di darti una cosa» inizia l’anziana, giocherellando con un anello che porta al dito medio; è una sottile fedina di oro bianco, leggermente a V sulla parte superiore, decorata da un piccolo tulipano con una minuscola pietruzza azzurra. 

Gira l’anello qualche volta attorno al dito, poi se lo sfila, soppesandolo fra due dita. «Questa è la prima volta che lo tolgo, da quando mi fu donato» confessa dopo poco. «È l’unica cosa che mi è rimasta del mio predecessore. Devi sapere, Chrystal, che a volte sentirai il bisogno di un appoggio. Il tuo appoggio, sarò io. Anche quando sarò lontana». Rimette la fedina al suo posto e muove leggermente le dita per riabituarsi alla presenza: «Anche adesso, a distanza di anni, se tocco questo anello posso sentire Jason al mio fianco. È un pensiero piacevole». Punta gli occhi chiari su quelli nocciola della ragazza: «Noi non siamo immortali, e nemmeno invincibili: ma non devi mai darti per vinta. Quando sarai a terra, troverai sempre la forza di rialzarti ed una mano ad aiutarti». Le sorride, poi porta i palmi delle proprie mani a contatto, le punte delle dita della mano destra a contatto con il polso sinistro e viceversa; una calda luce dorata emerge fra le fessure delle dita e si collega direttamente al collo di Chrystal, formando una catena di luce abbagliante. Quando la luce è scomparsa, al suo collo riposa una semplice collana, lunga fino al petto, con un piccolo pendaglio d’argento lungo e stretto, una specie di cilindro schiacciato sul davanti. La parte anteriore è nera, ed al suo interno riposa un piccolissimo girasole con il suo delicato stelo adornato da due foglioline. Chrystal lo prende in mano per osservarlo e lo sente piacevolmente tiepido al tatto. «Ecco» riprende Baba. «Ogni volta che avrai bisogno di me, ti basterà toccare il pendaglio».

«Grazie mille, Baba» sussurra, stringendo l’anziana in un morbido abbraccio. 

 

«You still make me nervous when you walk in the room
Them butterflies they come alive when I'm next to you
Over and over the only truth
Everything comes back to you
»

Chrystal canticchia a bassa voce la canzone scritta da Niall, sorridendo leggermente nel mormorare le parole. Per magia, seppur contro la sua volontà, tante farfalle colorate prendono il volo da un punto a metà fra il suo petto e la sua pancia, facendole scuotere il capo per la stupidità della cosa. Sente le farfalle nella pancia. Niall, che stava per raggiungerla, rimane nascosto ad osservare la scena, senza parole e decisamente confuso: quella è la sua canzone, e Chrys la sta cantando. Potrebbe- star cantando per lui? Si riscuote, avvicinandosi lentamente. La ragazza inizia ad oscillare dolcemente sul dondolo che si trova nel portico anteriore della casa, giocherellando con il nuovo monile ed osservando distrattamente la natura davanti a sé. Anche se Baba non glielo ha voluto dire apertamente, ha capito che quel dono fa parte del passaggio dei poteri: li sente diventare sempre più radicati all’interno del suo corpo. Sospira, abbassando lo sguardo sul ciondolo e chiudendoci attorno una mano per bearsi del suo tepore curativo.

«C’è qualcosa che non va?» la voce di Niall la fa sobbalzare sul posto. «Mi hai spaventato» dice con un sorrisino, facendosi più in là ed invitandolo a sedersi al suo lato, battendo il palmo un paio di volte sul cuscino del dondolo. 

«Sono solo un po’ preoccupata» pronuncia poi, consapevole di dovere dare una risposta al biondo. 

«Per quale motivo?». Alza le spalle: «So che la nostra missione era trovare Baba e stabilizzare i miei poteri, ma non riesco a scollare la sensazione che ci sia qualcosa che ci sfugga. E poi...».

«E poi?»

«Baba… Baba sta morendo. È per questo che deve avvenire adesso la transizione per farmi diventare a tutti gli effetti la nuova regolatrice. Deve succedere prima che lei muoia, o i poteri andranno perduti e gli equilibri saranno spezzati per sempre». Tira su con il naso un paio di volte, lasciandosi circondare dalle braccia di Niall, che le posa una guancia sul capo: «Io- io penso di averlo immaginato» ammette. Chrystal annuisce: «Sarebbe stato stupido non pensarci, non è colpa tua, ma mia». Allarga la presa per poterla guardare negli occhi e le porta una mano sulla guancia per lasciarci una carezza: «Ultimamente penso invece di essere stato davvero stupido» mormora, non distogliendo lo sguardo e anzi, avvicinandosi gradualmente al volto della ragazza, che trattiene rumorosamente il respiro. Niall abbassa lo sguardo sulla bocca rosea di Chrystal; i loro volti ora sono così vicini che se pronunciasse qualcosa le loro labbra finirebbero per toccarsi. Ha sognato così tanto di poterle essere così vicino, che ora che finalmente lo è non riesce ad essere sicuro che sia vero. Abbassa le palpebre e sfiora delicatamente la punta del naso della ragazza con la sua, ma proprio quando ha inclinato il volto per potere avere un accesso più facile e potere finalmente fare quello che desidera da un sacco di tempo, un grido di dolore squarcia l’aria. Le loro teste si allontanano velocemente, ma non hanno il tempo di sentirsi in imbarazzo; si scambiano un’occhiata preoccupata  e corrono verso il giardino sul retro, da dove hanno sentito giungere le urla. Chrystal corre verso la figura rannicchiata a terra, che scopre con terrore essere Baba, mentre poco più avanti Zayn, trasformato in lupo, ha la schiena inarcata e le fauci scoperte dal suo ringhiare feroce. Niall mormora a mezza voce qualcosa in antico inglese e le sue mani si riempiono fiamme blu, pronte ad essere lanciate in un attacco contro il nemico. Chrystal tiene stretta la mano di Baba, ma guarda nella direzione verso la quale sta ringhiando il lupo e si tiene preparata in caso debba agire. La donna tira con fatica il suo braccio e sussurra: «Se n’è andato… Per ora».  Liam arriva dall’interno della casa con le braccia piene di libri, che lascia cadere a terra quando si accorge della situazione: «Che diavolo è successo?» esclama, correndo al lato dell’anziana. «Aiutami a portarla sul suo letto, per favore, Liam. La curerò come posso e quando avrà recuperato le forze ci racconterà» decide la ragazza, alzandosi in piedi. Il castano annuisce e prende in braccio il corpo leggero della donna, che  ride cautamente: «Oh, santo cielo! Erano anni che non venivo presa in braccio da un bel ragazzotto come te!». Liam ridacchia, ma non riesce a velare del tutto la preoccupazione. Lancia un’occhiata alle spalle per controllare il grosso animale, che ha abbandonato la posizione in offesa per odorare con attenzione il suolo. 

Si muove con attenzione nel corridoio, raggiungendo infine la camera da letto della donna e posandola delicatamente sul materasso. Poi si fa da parte per permettere a Chrystal di prendere il suo posto. La ragazza gli stringe una mano sul braccio per ringraziarlo e si avvicina a Baba: «Cosa ti ha fatto?»

«Non sono riuscita a contrastarlo, così ha succhiato gran parte delle mie energie. Ma non voglio che tu me le restituisca togliendole a te stessa». Il viso di Chrystal si oscura all’ordine perentorio della donna: «Ma allora non posso fare nulla?!». 

Niall si schiarisce la voce ed interviene: «Forse potrei fare qualcosa io? Ho portato il necessario per ricreare il filtro che avevo preparato anche per te, Chrys, quella volta al negozio. Non farà miracoli, ma con un po’ di riposo...» fa spallucce, massaggiandosi la nuca con una mano. La riccia gli riserva uno sguardo carico di affetto e non detti ed annuisce: «Sarebbe grandioso, grazie!».

Niall si defila velocemente per andare a lavorare, e poco dopo compare sull’uscio della porta Zayn, appoggiato allo stipite e con le braccia incrociate sul petto: «È stato Russell» le informa, scuotendo il capo con rabbia. «Sapevo che ci fosse qualcosa di strano in quel tipo».
Baba annuisce: «È tanto che Russell vaga per la Terra. Era così anche quando io ero giovane, non è mai stato scalfito dal tempo, non ti saprei dire la sua età, o la sua provenienza. So che ha sempre cercato di avvicinarsi a noi regolatori, e non con intenti puri» rivela, battendo le palpebre stancamente: «In tutti questi anni sono riuscita a tenerlo lontano grazie alla barriera invisibile che avete incontrato, e che solamente Chrystal avrebbe potuto attraversare, o aiutare a farlo… Ma deve essere andata in pezzi» spiega. 

«Posso provare a ricostruirla io?»

«No» nega immediatamente. «Non sei ancora pronta abbastanza».  Chrystal si porta le mani alle tempie, portando indietro i capelli e prendendo un profondo respiro per calmarsi: «Odio non poter far nulla».

«A chi lo dici» interviene Louis, scuro in volto. «Harry ed io eravamo lì e non abbiamo potuto far nulla. L’unico ad avere un’arma era Zayn… Beh, lui è un’arma». Il riccio aggrotta la fronte, pensieroso: «E se Niall ci rendesse le armi che usammo contro il lupo mannaro che ci attaccò la notte del completamento della trasformazione di Zay? Penso che i proiettili facciano poco bene anche ad uno come Russell, no?». Baba riflette: «Non ne sono sicura, ma penso ne valga la pena. Sicuramente lo rallenterebbero, comunque».

Liam parla dall’angolo in cui si era sistemato: «Ma quindi pensate che tornerà?». Niall﹣che è riuscito a sentire il dialogo fra i suoi compagni﹣entra nella camera per portare il bicchiere di liquido fumante e profumato a Baba e risponde alle parole dell’amico: «Finché non avrà ottenuto ciò che vuole, dubito che si arrenderà. Per questo dobbiamo essere preparati ad un suo ritorno. Per sconfiggerlo definitivamente».

 

«C’è qualcosa di strano fra voi due» sentenzia Liam, osservando da lontano Zayn e Chrystal confabulare qualcosa. «Che intendi?» borbotta Niall, senza smettere di lavorare su un revolver nero lucido. Sta cercando di potenziarlo in qualche modo. Deve solo capire quale.

«Voglio dire, sono abituato a vedervi appiccicati, mentre ora tu sei qui, e lei… È là» dice ovvio il castano, storcendo le labbra. 

Niall rotea gli occhi e sbuffa: «Ma dai, non mi dire. Non me n’ero accorto». Liam mette su un’espressione offesa: «Guarda che non c’è bisogno di prendersela con me!». 

«Chiedo scusa!» sbotta Niall scocciato; gesticola anche, e nella foga si fa cadere su un dito la pistola pesante, quindi lancia un insultaccio e prende a succhiarsi il dito per alleviare il dolore: «Hai paura che ti porti via Zayn? Magari le piacciono i mori». 

Il castano tace per qualche momento e poi si illumina: «Allora è di questo che si tratta! Sei geloso!». Niall arrossisce: «Non sono geloso...» coglie l’occhiata scettica dell’amico ed aggiunge «Okay, forse un po’, ma non si tratta di questo, davvero»

«E allora di che si tratta?»

«Sono un po’… Frustrato» ammette, riportando gli occhi sull’arma. «Per quale motivo?» si interessa Liam, lanciando un nuovo sguardo verso il suo ragazzo e la riccia, ancora presi dalla conversazione. 

Niall occhieggia verso Chrys per essere sicuro che non lo possa sentire e sussurra: «Noi abbiamo avuto un- momento. Ma poi c’è stato l’attacco di Russell e non ne abbiamo potuto parlare e… E adesso mi sembra che lei non voglia farlo».

«Un momento?» domanda confuso Liam, facendogli sbuffare una risata: «Sì, un momento, Lee! Insomma… Penso ci stessimo per baciare».

L’amico sorride ampiamente: «Cosa?! Ma è magnifico!».

«Già, peccato che ora lei stia facendo finta di nulla» mormora desolato, appoggiando il capo su una mano. Liam lo scruta con fare indagatore: «Tu hai cercato di dirle qualcosa?».

«Beh, no, ma...»

«Idiota!» lo sgrida il ragazzo, tirandogli uno scappellotto. «Ma si può sapere che stai aspettando? Un invito in carta bollata, forse?». Borbotta fra sé e sé ancora un po’, allontanandosi poi scuotendo la testa. 

Niall riprende a lavorare sul revolver, ragionando sul da farsi, ma anche sulle parole di Liam. È così preso che non si accorge di quando qualcuno gli si avvicina, almeno fino a quando una mano pallida e sottile non si appoggia sulla sua. Guarda in alto e vede Chrystal sorridergli timidamente: «Penso che la risposta non sia tanto potenziare l’arma, quanto impedirle di sbagliare obbiettivo. O di mancarlo». 

«Hm, sì. Negli ultimi tempi mi sembra di stare sbagliando spesso direzione» biascica Niall, evitando il suo sguardo. Chrystal si morde un labbro con indecisione, poi tira indietro una sedia e si siede al suo fianco. «Magari...» inizia tentennante. «Magari non hai sbagliato? Magari… L’obbiettivo ha- timore?». Niall gira il corpo per fronteggiarla con sguardo tempestoso: «Timore? Di cosa? Sai, se solo lo sapessi, sarei disposto a fare qualsiasi cosa. Ma forse è una cosa a senso unico» scuote la testa, tornando a girarsi dall’altra parte. 
«No, Niall, non-» Prova a farlo voltare con una mano, ma lui la evita e continua imperterrito a guardare la pistola sul tavolo.
«Sai cosa? Non importa» mormora infine, alzandosi ed allontanandosi da lui.

Zayn lo fissa da lontano con disapprovazione, ma non dice nulla. Niall ha appena deciso che inizierà ad ignorare anche lui.

 

Chrystal bagna il fazzoletto di cotone nella ciotola piena di acqua di rose, poi lo tampona delicatamente sul viso di Baba. La donna abbassa le palpebre per aiutarla nel compito e chiede: «Che cosa ti turba? E non dirmi “niente”. Sono vecchia, mica scema!». Ridono entrambe, sorridendo complici. Chrystal appoggia la ciotola sul comodino e prende a torcere fra le mani il fazzoletto umido: «Si tratta di Niall».

«Mi dispiace che sia andato tutto a monte per colpa mia» dice Baba, sistemando meglio i cuscini dietro la schiena. «Per colpa di Russell, semmai» la corregge l’altra, mettendo ad asciugare la pezza sul termosifone. 

«Cos’è successo?»

«Abbiamo litigato, penso. Non so, avrei voluto spiegargli, ma… Non trovavo le parole e forse ho usato quelle sbagliate». Alza le spalle. «Forse è meglio così. Sarebbe egoista da parte mia chiedergli di rinunciare alla normalità e alla sicurezza e-». La grossa risata di Baba la lascia interdetta: «Che ho detto?». Baba scuote la testa e si asciuga gli occhi appena umidi: «È solo che… Quel ragazzo vive per le cose fuori dall’ordinario! Hai paura, e va bene» dice, tornando seria. «Ma non ti permetterò di gettare al vento un’occasione che forse non ritornerà più. Non prima di averti fatto vedere una cosa». La riccia inclina il capo con curiosità: «Vedere cosa?».

Baba la guarda in maniera indecifrabile e le indica di sedersi sul bordo del letto, poi le si avvicina un po’ e le porta gli indici e i medi sulle tempie, continuando a mantenere il silenzio.

Chrystal, con ancora gli occhi aperti, inizia a vedere scene di una visione: c’è il pancione di una donna incinta in primo piano, ed un paio di mani maschili che la accarezzano amorevolmente. 

«Ehi, creaturina» sussurra l’uomo; la voce è in qualche modo conosciuta e lei già si sente crescere un groppo in gola. Poi però la sconosciuta allunga un braccio per raggiungere la mano dell’uomo, e con un sussulto Chrystal riconosce come suo il tatuaggio che svetta sul polso della donna. Alza lo sguardo, e nonostante abbia i capelli più scuri e la barba appena più lunga, non può non riconoscere il blu degli occhi di Niall. 

Niall, che continua a muovere dolcemente le mani e a parlare con la sua pancia: «Il papà ti ama tanto, lo sai». 

Trattenendo il fiato la riccia torna a vedere la stanza di Baba. Strizza gli occhi per un poco, poi tira frettolosamente su la manica sinistra della maglia che sta indossando e sfiora con due dita il tatuaggio che spicca nero sulla pelle chiara. Continua a tracciarne il contorno mentre domanda: «È quello che succederà?».

«No» risponde, lasciandole una breve carezza con la mano fredda. «Nessuno può conoscere con certezza il domani, perché non c’è altra certezza se non l’incertezza del futuro. Perdonami il gioco di parole, ma è così». Le spalle della ragazza si afflosciano, mentre si porta le braccia ad avvolgere il ventre con fare protettivo: «Ma allora non è valso nulla? Era tutto falso, solo il frutto dei miei desideri?».

Ancora una volta l’anziana nega: «Conta moltissimo, invece. Adesso sai che potresti avere una possibilità. Quello che hai visto non è la semplice rappresentazione di un sogno, è quello che potrebbe succedere… Se vi deste una possibilità». Sorride. «C’è ancora un po’ di magia che scorre in queste vene, e ho desiderato usarla per renderti uno dei doni più grandi: la possibilità di decidere con consapevolezza. Sai perché ho scelto per il tuo ciondolo proprio un girasole?». Chystal nega: «No, non lo so».
«Perché volevo regalarti un po’ di positività, un raggio di Sole. Ma tu al tuo fianco ne hai già uno pronto a scaldarti. Vi serve solo una piccola spintarella».

Qualcuno bussa sulla porta, interrompendole. «Hm, scusate» tossicchia Niall, aprendo la porta con uno scatto del fianco, dato che ha le mani occupate. «Baba, ti ho portato la minestra per il pranzo». Chrystal prende il tavolino da letto e lo sistema sulle gambe della donna, così che il ragazzo possa posarci sopra il vassoio con le vivande. «Grazie, ragazzi» sorride Baba, prendendo in mano il cucchiaio per girarlo lentamente nella minestrina. Niall incrocia le braccia al petto, in imbarazzo, e punta lo sguardo sul pavimento. «È davvero ottima» dice Baba, dopo una prima cucchiaiata soddisfatta.

«Baba, sai dirci qualcosa in più su Russell? Niall e i ragazzi stanno cercando di capire come prepararsi… Ed anch’io». La donna annuisce ed indica con un cenno del capo il comò al quale il biondo si è appoggiato con la schiena: «Guarda nel primo cassetto. Sulla sinistra dovresti trovare un diario. Prendilo». Niall si stacca ed apre il cassetto, cercando l’oggetto. Quando lo trova lo porge a Chrystal, evitando di guardarla. Lei sospira e lo prende, girandoselo fra le mani; la copertina è di pelle marrone, ed è chiusa da un lungo laccio – anch’esso di pelle – che gli gira tutt’attorno, terminando in una specie di sigillo. Guarda Baba, che le dà silenziosamente il consenso, e prende a sciogliere l’apertura. Sfoglia velocemente le pagine, notando come queste sembrino molte di più di quelle che si potesse pensare guardando il diario da chiuso, inoltre nota anche la presenza di moltissime grafie differenti. Niall sbircia da sopra la sua spalla: «Che cos’è?».

«Si tratta del diario dei regolatori. Ognuno di noi vi ha scritto le cose che riteneva più importanti, e così continuerà ad essere. Un’antica magia gli permette di non finire mai le pagine» spiega la donna, facendo loro cenno di avvicinarsi per potere prendere in mano il diario. «Qui lessi per la prima volta di Russell. Sono piuttosto sicura di ricordare bene, ma in questo modo posso mostrarti come utilizzarlo». Posa il diario aperto sui palmi, parlandogli direttamente: «Vorrei leggere di Russell, per piacere» domanda gentilmente, ed incredibilmente il diario si chiude di scatto, per poi riaprirsi ed iniziare a fare voltare velocemente le pagine, fino a fermarsi su una scrittura sottile ed angolata. Baba  scorre velocemente le righe, annuendo di tanto in tanto, infine chiude il diario e gli gira attorno il laccio, restituendolo a Chrystal. 

«Dovrete colpirlo nel suo punto più debole» afferma. Niall annuisce: «Va bene, qual è?».

«Il cuore»

«Il- cuore?» ripete la riccia, pensando di avere capito male, aggrottando la fronte. 

«È così» conferma Baba. «È il suo punto più debole, perché non ne ha più uno. L’ha barattato tanto tempo fa, in cambio di altro».
Afferra l’occhiata interrogativa del ragazzo ed aggiunge: «Potere. Non per tutti quello dell’amore è abbastanza».

Niall sbotta: «Ma come possiamo colpirlo al cuore, se non ne ha più uno?! È impossibile!». Chrystal lo appoggia: «Non ha tutti i torti, Baba». Lei sorride enigmatica: «Sono certa che riuscirete a trovare una soluzione, quando il momento arriverà. Insieme» aggiunge più enfasi sull’ultima parola ed osserva profondamente il ragazzo, trasmettendogli soltanto un frammento della visione di Chrystal. Lui non ha nemmeno il tempo di comprendere cosa sia successo, che la donna li congeda: «Ora venite a darmi un abbraccio ed andate. Sono un  po’ stanca». 

Stringe più che può le esili braccia attorno ai due giovani e sorride felicemente.

 

Baba se ne va la mattina seguente.

Le fanno indossare l’abito più bello che trovano nell’armadio e le scarpe eleganti per le occasioni importanti. Chrystal le pettina i morbidi capelli candidi con cura, tirando su con il naso di tanto in tanto.

Nell’angolo più remoto del giardino c’è una piccola lastra con il nome di Andrew, il migliore amico e l’uomo di cui Baba è stata innamorata per tutta la vita. È lì che decidono di fare riposare anche la donna, per permettere ai loro spiriti di potersi trovare più facilmente. Adagiano il suo corpo sull’erba morbida, che lo ingloba nel ventre della Terra dopo che ognuno di loro le ha lasciato un ultimo saluto. Chrystal si inginocchia a terra ed appoggia i palmi sul suolo, creando una targa identica a quella di Andrew. «Sii felice, Baba» sussurra, lasciandosi scappare una lacrima. Sente qualcuno sedersi al suo fianco e stringerla al proprio corpo. Riconosce il profumo fresco che la circonda e si nasconde contro il petto di Niall; porta le proprie mani sulla sua schiena, stringendo la sua maglietta fra le dita e permettendosi finalmente di lasciarsi andare. 

«Sapevo che sarebbe successo, ma-» balbetta, tirando su ancora una volta con il naso. «Ssh, shh…» cerca di tranquillizzarla il ragazzo, portando una mano ad accarezzarle il capo. «Va bene essere tristi». Chrystal annuisce un paio di volte e rilascia la presa dalla maglia dell’altro per potersi asciugare il viso. Niall fa per allontanarsi e lasciarle più spazio, ma lei lo ferma: «Non andare via? Per favore?». Lui annuisce con un piccolo sorriso e le prende una mano, mentre lei con l’altra sfiora la piccola targa di pietra. Sotto il tocco delle sue dita si scalfisce il nome di Baba. Chrystal muove in piccoli ghirigori il dito indice, formando sotto il polpastrello lo schizzo di un tulipano, a ricordo di quel fiore che per tanti anni ha accompagnato la donna e a simbolo di quell’amore disinteressato che era la parte più profonda del suo essere. 

Chrystal lancia uno sguardo alle due lastre di pietra e ricordando le parole di Baba sui rimpianti e le occasioni perse, così cercando di renderla fiera tira fuori tutto il coraggio che possiede, deglutisce a fatica e si rivolge al biondo al suo fianco: «Niall, senti… L’ultimo paio di giorni è stato una cosa tremenda, e non vorrei che continuasse così. Mi ferisce davvero doverti stare lontana, e poi-». Niall la interrompe, annuendo gravemente: «È stata colpa mia, non avrei dovuto comportarmi così, sono la tua guida e devo accompagnarti, specialmente in un momento delicato come questo. Non capiterà più, te lo prometto».
La ragazza scuote il capo: «No, non hai capito, non è questo che intendevo-».

«Amici, okay?» interviene nuovamente, non facendola finire e allungandole la mano destra come per concludere un contratto. Lei fa passare lo sguardo più volte dalla mano tesa al viso tirato di Niall, incredula. Infine «No!» esclama, facendolo sbuffare: «Senti, ti ho chiesto scusa, va bene?! Sono stato un idiota, finiamola qui!». Chrystal assottiglia le labbra e allarga le narici, scoppiando: «Sai cosa? Tu sei un idiota! Se solo mi facessi finire di parlare-»

«Se ti facessi finire di parlare, cosa? Che cambierebbe?»

«Agh- senti, vaffanculo!» Alza le braccia al cielo, alzandosi in piedi per tornare in casa. Arrossisce quando nota che gli altri ragazzi sono ancora all’esterno. Porta la mano destra sul braccio sinistro ed abbozza un sorriso, apre la bocca per scusarsi, ma un improvviso battito di mani rompe il silenzio, inseguito da una voce roca: «Ma che bel siparietto!».

Chrystal si gela sul posto, riconoscendo la voce di Russell. Davanti a sé vede i volti dei suoi amici impallidire. Zayn non perde molto tempo e con un ringhio rabbioso prende la sua forma da lupo, ponendosi davanti agli altri tre ragazzi per coprirli e permettere loro di avere la possibilità di essere riparati nel tirare fuori le armi, doverosamente potenziate da Niall. Russell osserva la scena con un sorrisetto divertito: «Toh, un lupetto! Devo dire che tu mi hai proprio dato fastidio, quando sono venuto a trovarvi la volta scorsa. Maleducato. E pensare che io vi ho anche spronato!». Sgrana gli occhi, annuendo.
«Oh, sì! Io vi ho spronati! Chi pensate abbia buttato all’aria il vostro misero campeggio?» Imita con le mani oggetti che saltano per aria e ride fra sé e sé. In maniera terribilmente veloce poi torna serio e più spaventoso che mai: «Per fortuna ora sono arrivato preparato anche a te, lupetto». 

Zayn lo vede preparare un incantesimo d'attacco, perciò spicca un grosso salto per poterlo precedere, ma quando sta per richiudere le fauci sul suo braccio destro per poterglielo staccare e lanciare lontano, si sente colpire da una scossa potentissima. Viene gettato a terra ed immobilizzato da una speciale rete d'argento che gli brucia la pelle e gli impedisce persino di ragionare, per il dolore. Il suolo sotto al suo corpo prende terribilmente a tingersi di rosso. 

Nel frattempo Harry, Louis e Liam sono riusciti a tirare fuori le loro armi, ed è proprio quest'ultimo che con un urlo di rabbia inizia la scarica di proiettili. «Questo non lo avresti dovuto fare» grugnisce furioso, preoccupato per Zayn, mentre punta direttamente al petto del nemico. Harry e Louis gli danno man forte, sparando più che possono. Ogni colpo va a segno ed il corpo di Russel rincula un po' all'indietro ogni volta che viene colpito. Russell guarda con occhi spalancati il proprio petto, ormai completamente bucherellato. Louis alza un braccio al cielo, esultando: «Questo non te l'aspettavi, eh?!». Russell scuote il capo lentamente, una finta smorfia dispiaciuta sul viso: «Avete rovinato la mia maglietta preferita» dice, togliendosi poi la maglia ormai distrutta e rivelando un corpo tonico e ben definito. Prende a staccarsi i proiettili dal petto come se nulla fosse, facendo impallidire i ragazzi. Grazie al diversivo dei loro amici, Niall e Chrystal sono riusciti ad avvicinarsi per provare ad attaccare il ragazzo assieme, ma prima che possano pensare alla mossa giusta da compiere, gli occhi dapprima chiarissimi di Russell diventano completamente neri, mentre lui con una mano alzata dirige un getto scuro verso i tre ragazzi, che vengono inglobati dalla sostanza che si cristallizza fino a renderli imprigionati in una roccia impenetrabile nera e trasparente. 

«Dovete davvero imparare le buone maniere» sibila. «Ero solo venuto a dare un saluto a Baba, eravamo amici di vecchia data. Poco male che sia morta, era solo una stupida vecchia». 

«È colpa tua se è morta!» ruggisce Chrystal mentre prova a lanciarsi verso di lui, venendo però trattenuta indietro da Niall, che mormora fra sé e sé: «Sarà giovane lui, tsk». Russell inarca un sopracciglio verso il biondo, sbuffando: «Sei stato in mezzo alle palle sin dall'inizio. È ora di cambiare questa situazione». Chrystal afferra la mano di Niall per portarselo dietro alla schiena, ma lui fa resistenza per non metterla sotto l'obbiettivo di Russell, che ora ha un braccio teso verso di lui, le dita della mano spalancate al massimo della loro apertura. Chrystal sente scivolare via dalla sua presa la mano del ragazzo e urla: «No!» tuffandosi in avanti cercando di riprenderlo, ma Russell è troppo forte, ed il corpo di Niall viene sbattuto contro il grosso tronco di uno degli alberi. Pezzi di corteccia gli scorticano la pelle lasciata libera dagli abiti. Ad un ulteriore gesto delle dita di Russell dei rampicanti muniti di gigantesche spine prendono a sorgere dal terreno, andando ad incatenare il ragazzo all'albero, i piedi a muoversi convulsamente nel vuoto nel vano tentativo di dimenarsi. I rampicanti si muovono come cobra: le estremità richiamano i movimenti del capo che i serpenti velenosi fanno prima dell'attacco, infatti poco dopo i rampicanti si gettano con ancora più forza sul corpo del ragazzo, facendolo urlare di dolore mentre lo infilzano ripetutamente con i grossi spini iniettati di veleno. Il viso di Niall prende una preoccupante tonalità violacea. Gli occhi blu sono sgranati all'inverosimile, le vene del collo gonfie e tirate. Chrystal distoglie lo sguardo, lanciandosi furente contro Russell, stringendogli le mani alla gola per cercare di strozzarlo. Il suo tentativo lo fa solamente ridere; con una manata se la toglie di dosso e la fa volare dall'altro lato del giardino. 

«Tz-tz» Scuote il capo con fare deluso. «Vedi, Chrystal, io non voglio farti male. Tutt'altro». La ragazza sputa un grumo di sangue che le si è formato in bocca e ride amaramente: «Davvero? Non mi pare proprio, sai. Scusami se sono scettica». Russell si porta una mano al petto con scenicità. Seguendo il movimento Chrystal individua per la prima volta uno strano riflesso rossastro sulla parte sinistra del suo torace. Aggrotta la fronte, iniziando a ragionare. Russell riprende a parlare: «Vedi, io l'ho capito subito, che eri tu la futura regolatrice. Non poteva essere nessuno di questi stupidi microbi». Occhieggia ai ragazzi resi innocui, facendo digrignare i denti a Chrystal. Russell le si avvicina nel punto in cui è ancora accovacciata a terra per via del lancio subito. Si abbassa verso di lei, stringendole il mento con due dita: «Ecco, magari all'inizio pensavo semplicemente di eliminare l'ostacolo al mio piano, ma poi quando ho visto la tua mente ho cambiato idea». Le lascia il viso e prende a girarle attorno: «Ho dovuto riflettere molto per arrivare ad una conclusione, ma poi ho capito» Si abbassa per parlarle nell’orecchio. «Tu non sei come gli altri regolatori. No, tu tutto questo potere non lo vuoi... Tu non vuoi rimanere sola». La ragazza deglutisce lentamente, guardando con la coda dell'occhio alle sue spalle, dove si trova Russell. «Io posso aiutarti. Posso liberarti di questo peso. Sono potente, molto, ma ancora non abbastanza. Con i tuoi poteri arriverei a dominare il mondo. Sarei Re. E farei di te la mia Regina». 

«La- la tua Regina?» cerca di prendere tempo lei, rialzandosi lentamente in piedi. Così da vicino riesce a vedere che il riflesso rossastro di prima altro non è che un grosso rubino incastonato nel pettorale sinistro del ragazzo. «Certamente» risponde Russell. «Saresti la mia Signora. Devi solo arrenderti a me, e tutto questo potrebbe essere tuo» indica ciò che li circonda ed anche il proprio corpo muscoloso dalla pelle diafana. «Saresti mio?» domanda ancora, lanciando un'occhiata verso Niall, che li fissa con occhi spalancati, allo stremo delle forze. Mentre cerca di distrarre Russell, prende a muovere la mano sinistra dietro alla propria schiena per cercare di allargare un poco i rampicanti che stringono gradualmente, sempre di più, il corpo di Niall. Tenendo gli occhi fissi sul ragazzo davanti a sé, prova a raggiungere la mente del biondo, pur non essendo nemmeno certa che le sia possibile farlo: «Niall, tesoro... So che sei stanco, ferito e spaventato, ma ho bisogno di te. Senza di te non posso farcela, ho bisogno che tu cerchi di indebolire le difese di Russell. Puoi farlo per me?». Un piccolo mugugno la raggiunge da dietro le spalle e decide di leggerlo come una risposta positiva, quindi prende fra le mani il volto di Russell e lo fa voltare, in modo tale che ora sia lui a dare le spalle all'altro ragazzo. Si avvicina lentamente al suo volto ed annuisce: «Va bene». Sbircia oltre la sua spalla e vede Niall stringere i denti e riuscire a liberare una mano, sulla quale nascono delle bolle azzurre chiaro. Le lascia scivolare via dalle dita e poi lungo il terreno, in modo tale che il nemico non si accorga del loro arrivo prima che sia troppo tardi. Chrystal prende a fare vagare le mani sul torso muscoloso: «Cosa devo fare?» chiede, continuando il bluff. Le bolle azzurre raggiungono finalmente Russell e prendono a salirgli addosso a partire dalle gambe, quindi il ragazzo colpito lancia un urlo e si gira velocemente verso Niall, stringendo all'ennesima potenza i rampicanti, che si attorcigliano ancora di più tutto in una volta attorno al corpo martoriato del povero ragazzo, che grida di dolore nel sentirsi nuovamente pugnalato a ripetizione. Chrystal lascia cadere la sua maschera e ruggisce: «Non- devi... Toccarlo!».
Il suo intero corpo prende fuoco, e quando fa scivolare la mano sul petto di Russell ancora una volta, lascia dietro di sé ustioni di alto grado. Si ferma solo una volta giunta al rubino, posandoci sopra una mano. Il ragazzo prova a colpirla, ma il suo attacco non le fa nemmeno il solletico. Chrystal tiene la mano arcuata, artigliando le unghie diventate improvvisamente lunghe e affilate come artigli di corvo nel pettorale del ragazzo. Stringe la presa sul rubino e lo estrae dal corpo di Russell, che inizia a barcollare. 

«Non puoi- farlo!» sibila a fatica, mentre il suo corpo inizia velocemente a deperirsi ed invecchiare. Chrystal lo guarda con sfida: «Davvero? Allora guardami». Prende a stringere sempre più forte la pietra preziosa nella mano, mentre con l'altra lo spinge con un getto rosso fuoco contro un albero.

«Questo» sussurra con fare calcolatore, stringendo un po' la presa. «È per Baba.
«Questo» continua, mentre il rubino prende ad incrinarsi. «È per Niall ed i miei amici» ringhia, intensificando il flusso che tiene fermo Russell: «Questo- questo è per me!» termina, stringendo sempre più la mano, che al posto del rubino tiene ora un cuore nero e raggrinzito. Le dita lo stritolano sempre di più, grossi rivoli di sangue nero hanno preso a scivolarle lungo il braccio; le basterebbe un tocco in più per renderlo polvere. «E comunque, per la cronaca» soffia una risata disprezzante, «I palestrati non mi sono mai piaciuti». Russell﹣ormai irriconoscibile﹣la guarda terrorizzato, scuotendo il capo: «No, ti prego!» urla, ma è troppo tardi: il cuore diventa polvere nera che si libra nell'aria, ed il corpo del ragazzo esplode in uno sbuffo di polvere maleodorante, vecchia di secoli.

La ragazza si lascia cadere a terra in ginocchio e le fiamme che fino a quel momento l’hanno circondata vengono risucchiate all’interno del suo corpo. Porta le mani ancora insanguinate sul viso, cercando di prendere profondi respiri per calmarsi. «È fatta, è fatta» continua a cantilenare per qualche secondo, prima di rialzarsi per andare a controllare le condizioni dei suoi amici: sa che non c’è tempo da perdere, ne è già passato troppo. Il più vicino è Zayn, quindi si accovaccia accanto al grosso animale. È svenuto e le catene d’argento sono scomparse, ma il sangue continua a colare dalle ferite. Chrystal tocca con una mano il pelo morbido, facendo così riprendere a Zayn la sua forma umana. Liam le ha spiegato che il corpo di Zayn – così come quello di Louis, anche se per motivi differenti – è in grado di fare rimarginare le ferite, ma sarebbe del tutto inutile, con tutto quel sangue perso. La ragazza posa una mano sull’erba e sussurra rivolta al terreno: «Potresti per favore restituire al tuo amico ciò che ha riversato in te? A te non è necessario, lui senza ne morirebbe». Un breve alito di vento si alza e le accarezza il viso, facendole socchiudere gli occhi. Il sangue prende a scorrere al contrario, tornando nelle vene del ragazzo ancora dormiente.

Guarda nella direzione dei tre ragazzi: sono ancora imprigionati nella loro teca di cristallo nero, ma sembrano tutto sommato stare bene. Niall invece è ancora ancorato a quel maledetto albero, ed è pallido come la morte, perciò si muove verso di lui. Lancia uno sguardo storto ai rampicanti, che fanno uscire le loro spine dal corpo martoriato del ragazzo, per poi tornare a nascondersi nel sottosuolo. Per sempre, spera lei. Riesce a prendere appena in tempo il corpo di Niall, anch’egli senza sensi. Si fa carico del suo peso e riesce a portarlo vicino a Zayn, adagiandolo al suo lato. 

«Che posso fare per lui?» si domanda ad alta voce, sospirando. Gli porta una mano sulla guancia bianchissima, sorridendo appena: «Non sai quanto tu possa essere scemo, certe volte. Farai bene a riprenderti, perché te ne devo davvero dire quattro». Decide di cercare di estrarre il veleno, quindi con un piccolo movimento del braccio crea un laghetto in miniatura e vi affonda le mani, estraendole a coppa: al loro interno ci sono delle piccole sanguisughe. «Ehi, piccine!» le saluta, posandole sul ventre di Niall. «Aiutereste il mio amico? Mi raccomando, tirate fuori solo il veleno, per favore!». Controlla un po’ il lavoro dei piccoli animali per controllare che non facciano scherzi sgraditi e poi, seppur contro la sua volontà, si alza dal fianco del biondo per andare a risolvere il problema degli altri tre ragazzi. Si massaggia il mento con due dita, studiando bene la situazione.

I ragazzi sono fermi nella posizione in cui si trovavano quando sono stati colpiti dal raggio di Russell: Liam con la pistola ancora puntata davanti a sé, pronto a sparare, e Louis a mezz’aria davanti ad Harry, in un tentativo fallito di proteggerlo dall’incantesimo volante. Avvicinandosi maggiormente alla superficie liscia, Chrystal nota un piccolo movimento: «Siete svegli!» gioisce felice, notando il movimento degli occhi degli amici. «A questo punto credo che mi basti fare scomparire questa cosa nera» suppone, facendo schioccare due dita e volatilizzare nel nulla la costruzione. Louis termina il suo salto cadendo a terra, Harry accorre ad aiutarlo e Liam abbassa finalmente l’arma. Si scambiano un breve ma sentito abbraccio di gruppo, tornando poi da Zayn e Niall.
«Non penso di dovervi raccontare nulla» dice con voce stanca, stringendosi nelle braccia.

«No» conferma Harry. «Abbiamo visto tutto, sei stata bravissima».
«Non abbastanza, purtroppo» si sgrida invece duramente lei, abbassando lo sguardo sui due ragazzi. «Sciocchezze» interviene bruscamente Louis. «Noi abbiamo visto, e non potevi fare di meglio. Ora portiamoli su un letto, sì?».

«Va bene» concorda lei. «Solo un attimo». Controlla le ferite di Niall, che  hanno finalmente perso il viola del veleno, e riprende in mano le sanguisughe, riposandole nel laghetto e facendolo scomparire. Mentre Harry prende in braccio Niall, Liam si fa carico di Zayn, che inizia a battere lentamente le palpebre e sorride vedendo il volto del fidanzato: «Ehi. Il mio macho» scherza, tornando a svenire subito dopo per la stanchezza. 

Una volta dentro casa li sistemano sui letti che Baba aveva preparato al loro arrivo. 

«Chrys, vorrei che tu mi passassi le ferite di Niall. Sai che posso guarire più velocemente, ed il veleno non è più in circolo nel suo sangue» dice Louis, facendola voltare di scatto per guardarlo con riconoscenza: «Sei sicuro?».

«Ovviamente sì. Niall è uno dei miei migliori amici, lo sai». Lei annuisce a prende in una mano il polso sottile del castano, e nell’altra quella di Niall. Chiude  gli occhi ed inizia a stringere i denti quando le ferite passano dalla pelle di Niall alla sua, per poi trasferirsi su quella di Louis, il cui corpo inizia immediatamente il processo di guarigione.

«Penso abbiano solo bisogno di recuperare le forze, ora» riflette Liam, portando via dalla fronte di Zayn i capelli mori. Harry annuisce: «Lo penso anch’io. Hanno subito la peggio, noi in confronto siamo stati molto fortunati».

Si stringono silenziosamente ai piedi del letto, aspettando un segnale di ripresa.

 

Zayn si risveglia poche ore dopo - aiutato nel processo di ripresa anche dalla licantropia – mentre  a Niall è invece necessaria una notte intera. Quando si risveglia la prima volta la stanza è buia e sente sul braccio un peso sconosciuto; riesce ad alzare di un poco il capo e a vedere che si tratta della testa di Chrystal, seduta su una sedia al fianco del suo letto e profondamente addormentata. Torna ad appoggiarsi sul cuscino e riprende immediatamente a dormire. 

La seconda volta che riprende i sensi si sveglia definitivamente, il sole è alto nel cielo e un fresco venticello soffia fra gli alberi. Si mette seduto sul materasso, testando i propri riflessi, poi decide di potersi fidare e si mette in piedi, avviandosi verso il soggiorno, proprio dove Chrystal sta leggendo il diario dei regolatori in solitudine. Probabilmente percepisce qualcosa, perché alza lo sguardo dalle pagine ed appoggia il libro sul tavolino, girandosi verso di lui.
«Niall! Ti sei svegliato!» esclama contenta, alzandosi dal divano. «Ma che ci fai in piedi?». Niall la fissa per un secondo, riportando alla mente gli ultimi ricordi prima dello svenimento, ed aggrotta la fronte: «Tu… Tu mi hai mandato a fanculo».

«Come, scusa?» domanda l’altra esterrefatta, battendo lentamente le palpebre. «Prima che arrivasse Russell» insiste il biondo. «Tu mi hai mandato a fanculo». Chrystal spalanca la bocca, emettendo un verso scandalizzato: «Ti sembra davvero il momento di parlare di quello?!».

«Beh, sì!» alza i toni Niall, incrociando le braccia al petto. «Mi hai mandato a fanculo!».

«Magari perché stavi facendo il coglione e te lo meritavi, ti è mai passato per la mente?» grida lei in risposta, tenendo le braccia tese contro i fianchi ed i pugni stretti.

«Cosa- E per quale motivo sarei stato un coglione? Per avere cercato di sistemare le cose?» sbuffa. «No, perché non mi permettevi di parlare e davi per scontato di sapere ciò che pensavo! Proprio come adesso! Davvero, vaffanculo!» soffia Chrystal, assottigliando lo sguardo, arrabbiata. 

«No, vaffanculo tu!» grida in risposta Niall, alzando le braccia al cielo con fare esasperato. «E c’era davvero bisogno di tastare Russell?».

«Ma fai sul serio?!» si porta una mano sulla fronte, avanzando poi a grande falcate verso di lui e puntandogli contro il petto un dito. «Piuttosto, perché non hai lasciato che ti difendessi contro di lui?». Niall ringhia e sputa fuori: «Perché ti amo!».
«Ottimo, perché ti amo anch’io!» gli risponde Chrystal, senza battere ciglio.
«Bene!» grida il ragazzo e «Bene!» ribatte lei.

«Ben- Aspetta, cosa?» Niall si blocca e rimane in silenzio tombale, osservandola con sguardo vacuo «Io-  cosa?». Chrystal lo guarda a metà fra divertita ed intenerita: «Niall. Shh» lo zittisce, prima di posargli le mani sulle guance e tirarlo verso di sé, facendo scontrare finalmente le loro labbra. Il tocco dura poco più di una frazione di secondo, il tempo di un battito di cuore saltato, poi Chrystal si stacca e congiunge le loro fronti, chiudendo gli occhi e respirando profondamente, aspettando una risposta qualsiasi da parte di Niall, ancora immobile. 

«Tu- mi ami?» domanda con voce scossa, facendole aprire gli occhi per incontrare i suoi. «Sì» conferma lei. «Davvero tanto».
«E me lo volevi dire? Quando ti ho chiesto di rimanere amici?».
«Già» annuisce.
«Sono un coglione» sospira Niall, facendola ridere. Le posa tentennante una mano sul fianco ed una sul viso; rotea delicatamente il pollice sul suo zigomo e Chrystal si appoggia contro il palmo della sua mano, sorridendo a labbra chiuse. 

Niall la osserva silenziosamente, passando un polpastrello sulle sue labbra morbide, trattenendo appena il fiato quando sente il suo respiro caldo sulla pelle. 

«Per- per la cronaca» si schiarisce poi la gola. «Ti amo». Chrys sorride divertita: «Così mi è stato detto». Niall annuisce cautamente, poi senza preavviso porta il suo corpo più vicino a sé fino a fare toccare i loro petti e tornando a sfiorare il suo viso con una mano, si abbassa per raggiungere il livello della sua bocca. Alza un’ultima volta lo sguardo per incontrare i calmi occhi nocciola della ragazza ed infine la bacia. È tenero ed insicuro, delicato. Dolce.

Ed è solo il primo di una lunga serie.

 

 

 

Fin- Ah, no. C’è l’epilogo.

 

Qualche anno dopo...

 

Il cellulare di Niall sta già squillando da un paio di minuti, quando lui riesce finalmente ad andare a recuperarlo dall’ufficio sul retro per potere rispondere. 

«Pronto?»

«Si sono rotte le acque! Vieni subito!». La telefonata gli viene malamente chiusa in faccia e lui rimane a fissare per qualche secondo lo schermo ancora illuminato. Quando si riprendere corre a prendere il giubbotto di jeans e le chiavi della macchina, urlando un «Devo uscire!» da sopra la spalla a Louise. Vantaggi che essere diventato suo socio ha portato.

Si precipita in macchina, tamburellando nervosamente le dita sul volante mentre è incastrato nel traffico. «Se non arrivo in tempo per la nascita Alexa mi ammazza» borbotta, decidendo quindi di sfruttare un pizzico di magia. Controlla accuratamente che nessuno lo stia guardando e con una breve formula fa diventare immediatamente verdi tutti i semafori che deve superare. 

Arrivato all’ospedale parcheggia nel primo posto vuoto e chiude velocemente le sicure, mettendosi a correre verso l’ingresso e poi su per le scale, fino al reparto maternità. Si ferma appena prima di entrare nel reparto per riprendere fiato e tranquillizzarsi. «Finalmente sei arrivato!» da dietro le sue spalle arriva la voce di Zayn. «Sai che Alexa ci tiene che tu sia presente». Niall annuisce freneticamente: «Lo so, lo so, ora vado». 

Spalanca le porte e prende a camminare verso la prima porta che vede, quando viene fermato da un colpetto di tosse: «Hm-hm». Si frena sul posto e volta appena il capo: «Ehy, Chrys» saluta, scuotendo la mano. Lei mantiene un cipiglio serio mentre lo guarda: «Possibile che tu sia in ritardo anche in queste situazioni?!» Poi scoppia a ridere. «Forza, andiamo ad indossare i camici, sai che ci tiene siano presenti anche il padrino e la madrina! Louis ed Harry ovviamente sono già dentro». Niall le lascia un breve bacio sulla guancia e afferra la sua mano, seguendola in una stanzetta che ovviamente non era quella nella quale lui era intenzionato ad entrare. Si aiutano a vicenda ad allacciare i camici sulla schiena e nascondono i capelli sotto le cuffiette sterili, così come il resto degli abiti che hanno dovuto indossare e i copri scarpe. «Pronto?» chiede Chrystal, dirigendoli verso la stanza si Alexa. «Si può?» domanda entrando, andandosi a mettere al lato di Harry e Louis. Il riccio ha già gli occhi lucidi per la commozione, mentre Louis sorride entusiasta: «È nel pieno delle doglie, l’ostetrica ha detto che manca poco!». Niall e Chrystal si avvicinano alla donna sul letto, che li saluta con un sorriso tirato: «Ah, vi siete decisi ad arrivare!». Stringe i denti un po’ più forte ed aggiunge: «Sono già dilatata, stavamo aspettando giusto voi». Visto che nessuno muove un passo urla: «Me lo chiamate sì o no un dottore?!». Niall si sbriga a schiacciare  il tasto di chiamata e poi si fa un po’ indietro per permettere ai genitori – Dio, fa così strano chiamare Louis ed Harry in questo modo! - di essere più vicini alla madre surrogata. 

L’ostetrica e le infermiere arrivano subito ed in poco tempo è il caos. Quando un piccolo vagito rompe l’aria e una piccola bambina ancora sporca di sangue e liquido amniotico viene sollevata in aria, due cose accadono. Primo: Harry scoppia a piangere sulla spalla di suo marito. Secondo: Niall, il futuro padrino della bimba, perde i sensi. 

 

Chrystal usa una rivista per fare aria sul viso di Niall, che è steso sulle seggiole della sala d’attesa ed ha il capo appoggiato sulle sue gambe. Sorride guardando i lineamenti assopiti del ragazzo. Ora porta un filo di barba ed ha smesso di tingersi i capelli di biondo. Personalmente, pensa che il suo colore naturale lo faccia sembrare ancora più bello. Ma magari è solo di parte. 

Niall muove appena la testa e stringe gli occhi per una frazione di secondo, prima di aprirli ed osservarla da sotto in su con confusione: «Ma che è successo?».

«Sei svenuto, amore» ridacchia lei, passandogli una mano fra i capelli. «Oh, no! Però ho resistito fino alla nascita, vero?» si informa, alzando di un poco il capo. Chrystal annuisce: «Signorsì signore!».
«Oh, per fortuna» esala, tornando ad appoggiarsi sulle sue gambe. «Sì» concorda la ragazza. «Così sarai più preparato per la prossima volta» butta lì casualmente. «Già» conferma Niall, richiudendo gli occhi. Poi pare ragionare su ciò che gli è stato detto: «Aspetta. Quale prossima volta?». Chrystal risponde con noncuranza: «La prossima volta che dovrai vedere un bimbo nascere». 

«Ah» dice. «Beh, avrò tempo per prepararmi». Fa spallucce, osservandola dal basso: «No?».

«Certo» lo tranquillizza Chrystal. «Otto mesi non sono mica pochi». Niall si alza di scatto a sedere, aggrottando la fronte e guardando la sua ragazza con confusione: «Otto mesi?». 

Chrystal annuisce ancora, aspettando pazientemente che il ragazzo arrivi alle sue conclusioni. Improvvisamente gli occhi blu di Niall si sgranano e porta una mano a coprire la bocca un filo aperta. «Oh, mio Dio» sussurra sotto lo sguardo amorevole della ragazza, che gli lascia una carezza su una guancia. «Stai- stai dicendo che…?» domanda incredulo, spostando lo sguardo dal viso al ventre di Chrystal, che finalmente si permette di commuoversi un po’ mentre annuisce.

Niall allunga lentamente un braccio verso Chrystal, e dopo un suo cenno incoraggiante appoggia il palmo della mano sulla sua pancia: «Diventerò papà?».

«Sì, papà» ride lei, beandosi dell’espressione di incredula felicità sul volto di Niall, che si alza all’improvviso per prenderla fra le braccia e farle fare un mezzo giro per aria.
«Ehi, attento!» scherza Chrystal. «C’è un carico fragile, qui». Niall si lascia andare ad una risata un po’ umida e si abbassa per baciare con rinnovata delicatezza Chrystal.

Un paio di fischi segnano la presenza di Zayn e Liam, che gioiscono: «Diventeremo di nuovo zii!» esulta il primo, seguito anche dall’altro: «È grandioso!».

 

 

Fine. 

(Per davvero, questa volta).


















Grazie mille per essere arrivati fino a qui! Questa storia conclude la trilogia "Behind those Eyes": dietro gli occhi di tutti c'è una storia. Io ho provato a raccontare la loro.
Solitamente sono molto più sintetica - c'è qualcuno a cui interessano davvero le note? - ma questa serie mi ha accompagnata dall'esame di maturità fino ad oggi, al secondo anno di università. È stata con me per parecchio tempo, e decisamente mi mancherà scrivere di questo mondo, in cui mi buttavo ogni volta che ne sentivo la necessità.

Per questo motivo desidero ringraziare enormemente voi, che mi avete permesso di farlo e mi avete ispirato non potete immaginare quanto. Grazie.
Come sempre e un po' più forte un abbraccio a Barbs -Potsie- fan numero uno dei Chryall e soprattutto creatrice di questo trailer per la storia, del collage su Efp e della copertina su Wattpad (già, senza di lei sarei in alto mare). Qui sotto trovate i suoi portali, la sua arte merita di essere conosciuta. Ancora grazie, a presto!
Fux




Dove trovare Potsie: EFP - Wattpad - Facebook - YouTube

 



   
 
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