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Autore: Yuki Delleran    14/02/2017    1 recensioni
Vedendo il suo sguardo in direzione della principessa, Pidge probabilmente interpretò il suo vago tentennare come un tentativo gentile di declinare l'invito.
« Ah, ma non che ne abbia così voglia, eh! Anzi, non so nemmeno fare la parte della dama, so solo condurre, me l'ha insegnato mio padre quando ero piccola. Ahahah! Forse è meglio che aspetti il prossimo ballo di Allura, io intanto andrò a salvare Lance. »
Accennò solo ad avviarsi in direzione del tavolo dei rinfreschi prima che Shiro la fermasse.
« Non m'importa! » esclamò. « Se sai solo condurre, intendo, anzi meglio. Io non ho mai mosso un passo di danza in vita mia e non credo che al momento sia presente qualcuno in grado di distinguere le due cose. Lasciamo che Lance si salvi da solo, per una volta! »
Scritta per il contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gunderson Pidge/Holt Katie, Takashi Shirogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shall we dance?

 

 

Era la vigilia di Natale, una festa prettamente terrestre ed ovviamente del tutto sconosciuta su Arus. Ogni pianeta ha le sue tradizioni, le sue religioni e le relative festività. Dove si trovavano ora venivano adorate divinità differenti e lo stesso valeva per l'ormai scomparso Altea, ma tutto questo non era bastato a fermare Lance e la sua nostalgia di casa. Non appena si era reso conto dell'approssimarsi della festa, aveva iniziato a fischiettare canzoni natalizie, contagiando loro malgrado anche gli altri Paladini, e ad addobbare prima la propria stanza poi a poco a poco tutti gli spazi comuni. Quando gli abitanti del castello si erano effettivamente resi conto di cosa stava succedendo, buona parte dei corridoi era ricoperta di fiocchi rossi e oro e rami di una pianta che poteva essere il corrispondente alieno dell'agrifoglio. Inutile dire che Keith gli aveva immediatamente fatto notare quanto quelle celebrazioni fossero fuori luogo: erano nel bel mezzo di una guerra, non avevano tempo da perdere e comunque quel poco che restava dovevano occuparlo con gli allenamenti. Anche Pidge aveva tentato di obiettare allo stesso modo, ma i suoi occhi brillavano quando erano posati sulle decorazioni che ornavano le pareti del palazzo. Tutti sapevano che avrebbe voluto darsi un tono, mostrasi adulta ed impegnata nella missione, ma era altrettanto chiaro quanto le mancasse la famiglia e quel genere di sentimento si acuiva inevitabilmente sotto le feste. Quando però era giunta anche Allura a chiedere spiegazioni e Lance e Hunk le avevano spiegato di che genere di celebrazione si trattasse, era subito stato chiaro che ogni obiezione sarebbe stata vana: nemmeno il più cinico degli uomini sarebbe riuscito a rimanere indifferente all'entusiasmo della principessa.
« Organizzeremo una grande festa qui a palazzo! » aveva esclamato con espressione rapita. « Inviteremo gli Arusiani e potremmo anche andare a prendere Shay e suo fratello sul Balmera! »
A quelle parole Hunk era arrossito leggermente ma nessuno ci aveva fatto davvero caso.
Shiro, dal canto suo, avrebbe voluto dare manforte a Keith. Il suo senso di responsabilità faticava ad adattarsi a quel genere di “perdite di tempo” ed era perfettamente consapevole che i Paladini avevano molto più bisogno di allenarsi che festeggiare, ma allo stesso tempo sapeva che non si poteva vivere di soli doveri. A lui stesso mancavano le celebrazioni sulla Terra, inoltre i suoi compagni erano molto più giovani e di certo una cosa del genere li avrebbe fatti stare meglio. Già solo vedere con quale espressione di gioia Pidge si era messa al lavoro sul suo portatile per incrociare il calendario terrestre con quello arusiano e ricavare così il giorno esatto, sarebbe bastato a far crollare ogni sua possibile obiezione. Di certo, se gliel'avesse chiesto, la risposta sarebbe stata che non le importava affatto festeggiare lontano da casa e senza suo padre e suo fratello, ma i suoi occhi dicevano chiaramente che non era così.
Era stato principalmente per quello che Shiro non aveva contestato più nulla, tentando di convincere un Keith imbronciato che un po' di sano relax avrebbe fatto bene anche a lui. Ed era stato esattamente a seguito di quello che ora si trovava seduto su un divanetto a lato del salone delle feste del castello, agghindato in quello che poteva somigliare ad uno smoking.
Allura era stata irremovibile: avrebbero riprodotto in maniera più fedele possibile una festa terrestre, in modo che i Paladini si sentissero a casa, arrivando addirittura ad allestire un albero di Natale in mezzo alla sala. Ovviamente era previsto un abbigliamento formale, ma quello che avevano a disposizione che più poteva avvicinarsi erano le tute da combattimento di Voltron. C'erano voluti il guardaroba di Coran e l'inventiva di Lance per riuscire a vestire tutti in modo elegante, anche se l'abito di Hunk era stato rifatto praticamente da zero. Allura invece aveva stabilito di provvedere a sé stessa e a Pidge, nonostante l'espressione inorridita della ragazza non appena aveva sentito ventilare l'ipotesi. Shiro si chiedeva come fosse andata a finire, mentre allentava il colletto della camicia e si guardava attorno nel salone.
La principessa aveva fatto il suo ingresso vestita di un sontuoso abito dorato che creava un particolare contrasto con la sua pelle scura, attirando lo sguardo di tutti e rendendola ancora più luminosa di quanto apparisse di solito. Il colore caldo della stoffa, del tutto differente dai toni di azzurro che indossava normalmente, e i fermagli dorati che raccoglievano i capelli chiari, contribuivano a conferirle un'aura ancora più regale e affascinante, al punto che chiunque, Shiro compreso, era arrossito guardandola. Coran la scortava da vicino, fulminando con lo sguardo chiunque si azzardasse a fare un commento di troppo e suscitando la discreta ilarità della principessa, che invece non avrebbe negato due chiacchiere o un ballo a nessuno.
Poco distante si poteva assistere ad una scena simile ma ribaltata, dal momento che Hunk stava tentando disperatamente di avere una qualsivoglia conversazione con Shay sotto lo sguardo inferocito del fratello di lei, che di certo si stava trattenendo solo per il fatto di essere a corte. Forse avrebbe dovuto intervenire per dargli manforte, magari avrebbe potuto portare via Rax con una scusa, parlare dei leoni di Voltron o di un qualunque altro argomento casuale. Non era un gran conversatore, certo, ma qualcosa si sarebbe inventato per aiutare l'amico a passare un po' di tempo con quella che sembrava essere diventata l'aliena del suo cuore.
Era già in piedi e pronto all'azione, da buon soldato, quando vide sopraggiungere di gran carriera Lance, impeccabile nel suo completo blu notte, che si trascinava dietro un recalcitrante Keith con l'aria di chi avrebbe preferito uno scontro a mani nude con Sendak piuttosto che quello che lo aspettava.
« Rax, vecchio mio! Che piacere vederti! » esclamò il pilota del leone blu alzandosi sulle punte dei piedi per circondare le spalle all'imponente alieno. « Sono felice che tu sia riuscito a venire! Sai, tutto quel lavoro nelle miniere, quei cristalli da estrarre... una pausa ci vuole, eh? »
Rax lo fissava perplesso, probabilmente chiedendosi che intenzioni avesse quel bizzarro personaggio.
« Che ne dici di venire con noi a bere qualcosa al rinfresco? Sai, Keith qui era curioso di assaggiare qualche cocktail di queste parti e voleva il tuo consiglio. »
Il pilota del leone rosso sgranò gli occhi al punto che Shiro poté quasi sentire la parolaccia che di certo era apparsa nei suoi pensieri. Si chiese se l'alieno sapesse davvero di cosa Lance stesse parlando e dubitò fortemente che sul Balmera esistessero drink che potessero essere consigliati, ma lo sguardo riconoscente che Hunk lanciò ai due compagni che si allontanavano lo convinse a desistere da ogni intervento.
« Sono i soliti, Rax li scaricherà in un quiznak. »
La voce ridente proveniente dal suo fianco lo indusse a volarsi e ad abbassare di un poco lo sguardo. Pidge era in piedi accanto a lui, ma impiegò un istante a riconoscerla davvero: indossava un vestito verde, di un colore molto simile a quello del suo leone, ed apparentemente intessuto di foglie. Il corpetto era completamente sbracciato, lasciando nude le spalle e il decoltè, mentre la gonna, di un tessuto frusciante e cangiante, arrivava fino a terra. I capelli castano chiaro, solitamente indomabili, erano arricciati magistralmente e trattenuti da forcine di strass.
Shiro si rese conto di averla fissata per un istante di troppo e distolse lo sguardo, vagamente a disagio: era ancora una ragazzina e lui era un adulto, non avrebbe dovuto guardarla in quel modo.
Sfortunatamente anche Pidge se ne accorse, come al solito non le sfuggiva mai nulla.
« Sono strano, eh? » commentò ridacchiando. « Ho tentato di spiegare ad Allura che non era il caso, ma non ha voluto saperne. »
Shiro si schiarì la voce e tentò di darsi un tono.
« Non dovresti usare il maschile quando parli di te stessa, Katie, non hai più bisogno di nasconderti. E non sei affatto strana, quel vestito ti dona molto. »
Quando si voltò a guardarla notò che era arrossita leggermente e si grattava la guancia, sempre con quel sorrisetto stampato sul volto.
« Mi spiace, è la forza dell'abitudine. Sono abituato... volevo dire... abituata a parlare e comportarmi come un ragazzo quindi presentarmi in questi panni, beh, mi mette un po' in imbarazzo. In ogni caso non sono mai stata granché femminile, o non sarei mai riuscita a farmi passare per un cadetto della Garrison. »
« Non è vero, sei molto graziosa! » esclamò Shiro impulsivamente, prima di riuscire ad impedirselo. « Voglio dire, ehm... non hai motivo di sentirti a disagio, davvero! Indipendentemente dal tuo aspetto resti comunque la più preparata di tutti noi. »
La risata cristallina della ragazza lo deliziò per un istante.
« Mi stai adulando, ma grazie comunque, capitano! »
Per qualche minuto rimasero in silenzio. Pidge sembrava interessata al teatrino che Lance stava mettendo in scena al tavolo del rinfresco a favore di Keith e Rax, mentre Shiro non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di ingiustificata euforia che gli veniva dal trovarsi in quell'angolo appartato in sua compagnia. Non aveva per nulla senso il fatto che si sentisse così, erano compagni e lei era davvero troppo giovane per giustificare simili sentimenti, senza contare tutte le implicazioni morali dovute al fatto che suo padre e suo fratello fossero stati suoi colleghi. Di certo era tutto dovuto alla sorpresa di vederla in quelle vesti del tutto nuove, non era di certo il caso che si mettesse a guardarla come una donna. Sarebbe stato controproducente per la squadra, oltre che illegale in tutti i paesi terrestri che gli venivano in mente.
Una piccola mano appoggiata sul braccio bastò a disperdere in un attimo tutti quei pensieri.
« Ehi, Shiro, so che forse è una proposta un po' fuori luogo ma... ti va di ballare? »
A quelle parole il Paladino Nero si rese conto che, in effetti, nell'aria risuonava già da un po' una musica che invitava alla danza. Gli Arusiani avevano già invaso il centro del salone mentre Hunk e Shay ballavano stretti stretti in un angolo, anche se definire quell'ondeggiare goffo una danza era decisamente un eufemismo. Tuttavia il ragazzo sembrava in estasi e anche la giovane aliena appariva felice. Allura aveva “rapito” Keith lasciando il povero Lance alle prese con Rax e Coran, che non sembravano particolarmente propensi a quel tipo di attività.
Vedendo il suo sguardo in direzione della principessa, Pidge probabilmente interpretò  il suo vago tentennare come un tentativo gentile di declinare l'invito.
« Ah, ma non che ne abbia così voglia, eh! Anzi, non so nemmeno fare la parte della dama, so solo condurre, me l'ha insegnato mio padre quando ero piccola. Ahahah! Forse è meglio che aspetti il prossimo ballo di Allura, io intanto andrò a salvare Lance. »
Accennò solo ad avviarsi in direzione del tavolo dei rinfreschi prima che Shiro la fermasse.
« Non m'importa! » esclamò. « Se sai solo condurre, intendo, anzi meglio. Io non ho mai mosso un passo di danza in vita mia e non credo che al momento sia presente qualcuno in grado di distinguere le due cose. Lasciamo che Lance si salvi da solo, per una volta! »
Aveva di nuovo agito d'impulso, prima che la coscienza gli impedisse di fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi. Era solo un ballo, si disse sospirando tra sé, un ballo innocente in un giorno di festa in cui tutti si stavano divertendo. Da fuori probabilmente doveva essere molto buffo vedere quella piccola dama verde condurre la danza con il piglio di un cavaliere e quel ragazzone grande e grosso seguirla passo passo tentando di non pestarle i piedi.
Tutto andò definitivamente a rotoli quando Pidge, in un passaggio particolarmente lento della musica, appoggiò la testa sul suo petto.
« Katie... » iniziò Shiro schiarendosi nervosamente la voce.
« Visto che tu mi chiami Katie, posso chiamarti Takashi? » rispose lei con voce morbida, alzando gli occhi color miele e fissandolo dal basso.
Per un istante Shiro desiderò che il pavimento si aprisse e lo inghiottisse, l'istante successivo stava rispondendo un patetico: « Se vuoi... »
Pidge gli regalò un sorriso luminoso e tornò ad appoggiarsi a lui.
« Grazie per aver lasciato che si facesse questa festa. » mormorò. « So benissimo che non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo tutti allenarci un sacco, ma questa atmosfera mi fa sentire un po' meno lontana da casa. Sarebbe bello se il prossimo Natale lo trascorressimo ancora insieme. Quando ritroveremo la mia famiglia, dovrai assolutamente venire a passarlo da noi, Takashi. »
Sentirla chiamarlo per nome gli procurava uno strano brivido e Shiro si ritrovò ad appoggiare la guancia sui suoi capelli, mentre ancora ondeggiavano al ritmo di quel lento improvvisato.
« Sarebbe bello, sì, anche se forse, per allora, dovrò trovare il modo di giustificarmi con tuo padre... »

 

 

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