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Autore: Fabbricante Di Sogni    14/02/2017    2 recensioni
• San Valentino • Sakuma/Kazemaru • Distance •
Ispirata alla canzone dei Joy Division, da cui prende il titolo
[…]che sia giusto o meno lasciarsi si finisce sempre per rimpiangere un po’ la persona che si ha lasciato, poiché ce ne si dimentica tutti i difetti.
Anche quel giorno però le cose non andavano esattamente come le aveva immaginate[…]
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: David/Jiro, Nathan/Ichirouta
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Love will tear us apart



Kazemaru era seduto sul letto: le gambe incrociate, i capelli sciolti che gli piovevano indisciplinatamente sul viso, mentre da un  giradischi appoggiato sul pavimento fuoriuscivano le note di Love will tear us apart  dei Joy Division. Il ragazzo osservava distrattamente il movimento circolare del disco nero che girava producendo quella melodia che tanto gli piaceva.  
Era stato Sakuma nove mesi prima a regalarglielo: lo vedeva sempre stravedere per quel gruppo e i suoi occhi a cuoricino mentre passava davanti ai negozi di musica non gli erano passati inosservati, così alla fine del loro prime mese assieme glielo aveva regalato.
Il fissarlo gli rimandava automaticamente alla mente il ricordo del ragazzo, il primi tempi con lui e a come gliene aveva fatto dono; mancavano solo tre mesi alla maturità ed i due erano entrambi impegnati nello studio, il turchese aveva perso precedentemente il suo atlante di geografia e Jirou si era offerto di prestarglielo. Una volta arrivato a casa e aperto il libro per studiare aveva trovato il vinile tra le pagine con sopra un biglietto su cui c’era scritto:
 
lo so che non dovevamo farci niente,
ma tra una pagina e l’altra magari lo ascolti
e se lo ascolti magari trovi il tempo di pensarmi.
 
Si ricordava di aver sorriso per un’ora intera come un deficiente, mentre cercava di riportare l’attenzione sullo studio inutilmente. Aveva sempre adorato il modo che aveva Sakuma di farsi scoprire dolce, ma allo stesso tempo di comportarsi come se per lui quelle dimostrazioni di affetto non quantificassero minimamente quello che provava, come se non fosse mai abbastanza.
Ripensando a quei dolci ricordi il ragazzo sorrise cingendosi il busto con le braccia, come ad abbracciarsi da solo; amava di quegli attimi passati ogni particolare, gli piaceva molto riviverli nei momenti di solitudine come quello.
Tutta la magia dei primi messi con Sakuma si era però esaurita con la fine dell’estate, quando i due ragazzi avevano dovuto intraprendere strade differenti per continuare i loro percorsi di studio: Sakuma si era trasferito in Hokkaido per studiare psicologia, mentre lui era rimasto a Tokio per potersi occupare di grafica e design.
Si sentivano spesso, nonostante fossero entrambi molto occupati per gli esami e non appena poteva Jirou scendeva giù nella sua vecchia città natale, anche se l’ultima volta era toccato a Kazemaru fare un viaggio di diverse ore per raggiungere il partner all’università innevata.
Ogni volta ne valeva la pena, perché nonostante le settimane trascorse l’uno in assenza dell’altro si ritrovavano ed era come se non fosse passato un giorno dall’ultima volta che si erano visti.
Anzi se possibile la distanza aumentava la voglia e il desiderio di stare assieme, ogni abbraccio e ogni bacio durava un tempo interminabile poiché sembrava sempre che il tempo a disposizione non bastasse.
I giorni che li separavano erano uno strazio, passavano lunghi, noiosi e interminabili.
Vivevano entrambi aspettando il momento in cui i kilometri sarebbero venuti meno per poter stare assieme, questa volta per sempre si dicevano.
 
Quel giorno il turchese doveva realizzare delle illustrazioni per le istruzioni di un salvagente, aveva già iniziato il lavoro a scuola e gli restava solo da far le rifiniture e spedire il tutto all’insegnate. Era un pomeriggio d’inizio febbraio e anzi per la precisione sul suo calendario si leggeva il numero quattordici non ancora cancellato da una grossa X.
Già, quelle maledette convenzioni sociali che attribuivano a quella data la festa degli innamorati, come se ci si ricordasse di amare qualcuno solo il giorno di S. Valentino.
Al ragazzo la cosa non andava proprio giù, l’anno precedente durante l’anniversario della festività era rimasto solo a casa a deprimersi, poiché solo pochi giorni prima la sua relazione con Endou era definitivamente finita.
Che all’epoca la relazione fosse morta già da un po’ di tempo non cambiava le cose, che sia giusto o meno lasciarsi si finisce sempre per rimpiangere un po’ la persona che si ha lasciato, poiché ce ne si dimentica tutti i difetti.
Anche quel giorno però le cose non andavano esattamente come le aveva immaginate, Sakuma aveva un esame in quel periodo ed era dalla sera prima che non lo sentiva, non voleva però distrarlo dallo studio e farlo preoccupare inutilmente per lui.
Intanto il disco girava e Jirou invadeva gran parte dei suoi pensieri, tanto che finì anche per scrivere nella distrazione il suo nome nell’etichetta che doveva indicare come usare il salvagente per poi tirarsi una mano sulla fronte con evidente esasperazione.
Non ce la faceva a ragionare razionalmente quando aveva lui per la testa, e questa era una cosa che non era mai cambiata, dal primo momento in cui aveva sentito di provare qualcosa per lui.
Intanto il ritornello della canzone risuonava nella stanza, era incredibile come per quante canzoni lasciassero il ragazzo indifferente e distaccato, quella invece gli appartenesse, lo sentiva, lo ripeteva parola per parola quello che sentiva. Era tutto così chiaro, nei suoni distorti degli strumenti, era come se fosse stato messo tutto lì, solo da saper cogliere.
 
«Love, love will tear us part again»
 
Cantava come se il solo pronunciare quelle parole gli rendesse più facile il sopportare la sua mancanza.
Poi accadde qualcosa d’inaspettato, il computer sul cui schermo appariva il programma di grafica che il ragazzo stava utilizzando illuminò l’icona di Skype, mettendo in mostra una videochiamata da niente meno che Sakuma in persona.
Il ragazzo sobbalzò dalla sorpresa, non si aspettava sentire il proprio fidanzato prima di sera, e del resto si mettevano sempre prima d’accordo prima di chiamarsi, la cosa lo mise in uno stato di allerta e preoccupazione; qualunque cosa fosse doveva essere urgente.
Accettò la chiamata dopo aver preso un lungo respiro e osservo la scena sfocata in movimento aprirglisi dinnanzi agli occhi, notò sorpreso che il ragazzo lo stava contattando dal suo cellulare; lo dedusse dal fatto che l’inquadratura cambiava continuamente e la qualità dell’immagine era inferiore rispetto a quella solita.
«Ichirouta, non mi avevi detto che eri all’università il martedì?» borbottò senza salutarlo.
«Sì, al mattino, perché?» chiese perplesso il turchese.
«Accidenti a te, volevo farti una sorpresa.» scoppiò a ridere l’altro dall’altra parte.
«Tu sei venuto alla mia università senza dirmi niente?» chiese pieno di stupore Kazemaru.
«Ho pensato che magari la cosa ti avrebbe fatto sorridere.» rispose impacciato.
«Aspetta che ti vengo a prendere.» concluse rivolto a Sakuma.
«A proposito, buon S. Valentino.» aggiunse quest’ultimo dall’altro capo prima di buttar giù.
Una piacevole sensazione all’altezza dello stomaco si fece largo dentro di lui, era incredibilmente felice di tutto, felice di sentirsi amato, felice come un bambino.
Quello che era appena successo era meglio di tutto ciò che potesse sperare.
Ichirouta sorrise tra se e se, perché era incredibile come riuscisse sempre a sorprenderlo, questa volta però la sorpresa sarebbe stata reciproca; andò a recuperare un CD che aveva sulla scrivania, sopra vi erano tutte le canzoni che gli facevano venire in mente lui e la copertina raffigurava la loro prima foto assieme. Era da un pezzo che lo aveva fatto consapevole che prima o poi l’innamorato l’avrebbe sorpreso ancora, aveva deciso di tentare di sorprenderlo anche lui e dopo tanto era arrivato il momento giusto.





Smiley's corner
Salve o coraggiosi che siete giunti fin qui, lo so, è tardino per una fic su San Valentino, ma del resto meglio tardi che mai, giusto? Giusto!
Ordunque, parlando della storia in se non sono affatto sicura del tutto, specie dei caratteri dei due personaggi che credo d'aver un po' generalizzato per necessità della storia sì, non sapevo che diamine inventarmi.
Anche il finale mi lascia parecchio in dubbio, buh.
Spero ad ogno modo che abbiate passato un buon San Valentino, o quanto meno più allegro del mio e in caso contrario che la mia storia vi sollevi in qualche modo (?)
baciotti


Smiley


 
  
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