Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Shikayuki    15/02/2017    3 recensioni
Storia partecipante al contest “Baci Rossi e Blu – Corsa di San Valentino” indetta da Fanwriter.it e La Torre di Carta.
~
Hajime e Tooru, San Valentino ed un appuntamento per scommessa, chi ne uscirà vivo?
~
Dal testo:
[...]
«Iwa-chan?»
Il suo tono era stupito, quasi incredulo, ed Hajime di risposta lo guardò truce, prima di abbassare lo sguardo e arrossire.
«Che c’è, non mi riconosci Trash-… ehm, Oikawa?»
Tooru la guardò stralunato, era decisamente lei, eppure era anche così diversa. Non era abituato a vederla vestita da ragazza, il massimo di femminilità per lei erano jeans strappati, la canotta di qualche band metal e sopra una camicia, possibilmente a quadri.
[...]
~
[Oikawa x fem!Iwaizumi]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hajime Iwaizumi
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

• Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Baci Rossi e Blu - Corsa di San Valentino” a cura di “Fanwriter.it!” e La Torre di Carta
• Numero Parole: 4943
• Situazione: 17. Un vestito particolarmente scollato che A indossa fa girare la testa di B...





For bet or love?



Hajime si sentiva a disagio in quel vestitino turchese, i capelli abbocco lati e raccolti in una coda, il cappotto bianco con un fiocco sul retro e le scarpe, dio quanto le stava odiando. Erano un paio di stivaletti neri, con cinque centimetri di tacco, ma le stavano facendo rimpiangere completamente le sue comodissime solite scarpe da ginnastica. Il trucco le tirava il viso e si sentiva le ciglia pesanti, impiastricciate di mascara, al quale lei non era assolutamente abituata. Si stava costringendo a non stropicciarsi gli occhi, per non rovinare lo splendido lavoro fatto da Suga-chan. La ragazza, o meglio la sua migliore ed unica amica femmina, aveva insistito così tanto a farla vestire da ragazza qual era e ci aveva messo così tanto impegno, che le dispiaceva vanificare tutti i suoi sforzi.
Ripensò a come erano diventate amiche e un sorriso le increspò le labbra. Dopo un’amichevole di allenamento tra le loro squadre e Suga-chan, alzatrice e capitano, l’aveva placcata e praticamente costretta a scambiarsi i numeri. Si era giustificata dicendo che le sembrava una ragazza molto simpatica e che voleva assolutamente fare amicizia con lei. Da quel giorno le scriveva più o meno tutti i giorni e ogni tanto la trascinava per negozi o in qualche nuovo caffè carino per provare i dolci. Era una compagnia interessante e lentamente Hajime si era abituata ad averla intorno e aveva smesso di tenere il broncio quando uscivano, anche se non avrebbe mai ammesso che le piaceva averla come amica. Lei era così, assolutamente incapace con i sentimenti e ciò l’aveva portata ad essere ermetica ed anche un po’ burbera con le altre persone. Ma non quel giorno. Era San Valentino e Suga-chan le aveva servito la sua occasione per mettere appunto un po’ d’ordine nella sua vita sentimentale e avrebbe dovuto coglierla al meglio.
Guardò il grazioso orologio a braccialetto argentato che le aveva prestato l’amica, il quadrante era a forma di cuore e al posto delle ore c’erano dei brillantini, e vide che mancavano ancora quindici minuti prima dell’orario dell’appuntamento, si maledisse mentalmente e si costrinse ad aspettare. Lasciò vagare lo sguardo attorno a lei e non poté far a meno di notare che era circondata da coppiette felici, poteva quasi vedere cuoricini impregnare l’aria e si morse il labbro, frustrata. Odiava San Valentino, l’aveva sempre trovato una festa assolutamente stupida, ma si era ritrovata in quella situazione e tanto valeva stare al gioco e magari raggiungere il suo obiettivo. Qual era il suo obiettivo? Dichiararsi a Tooru Oikawa, suo vicino di casa e migliore amico da che ne aveva memoria, possibilmente vincendo anche la scommessa ed accaparrandosi le ore extra di utilizzo della palestra. Arrossì al solo pensiero e prese a tormentarsi una ciocca dei capelli che le ricadevano in onde morbide sulla spalla, torcendola tra le mani nervose. Alzò di nuovo lo sguardo e si guardò intorno e lo vide. Tooru stava camminando guardandosi intorno, presumibilmente cercandola, ed era in anticipo sull’orario dell’appuntamento. Quella cosa stupì non poco Hajime, abituata alle mezzore buone di ritardo dell’amico, prima che il suo cuore iniziasse a battere un po’ più forte, agitato.

Tooru camminava lento, facendosi strada tra la folla di coppiette, schivandole agilmente e lasciando vagare lo sguardo a destra e a sinistra. Incrociò persino lo sguardo di Hajime, passando oltre, prima che il suo cervello registrasse la familiarità di quegli occhi verdi. Si bloccò, portò di nuovo lo sguardo sulla ragazza e pensò che la mandibola gli si sarebbe potuta staccare dalla testa. Non aveva dubbi, quella ragazza nel cappottino bianco, i capelli ed il trucco impeccabili e gli ardenti occhi verdi era sicuramente la sua migliore amica, Hajime Iwaizumi.
«Iwa-chan?»
Il suo tono era stupito, quasi incredulo, ed Hajime di risposta lo guardò truce, prima di abbassare lo sguardo e arrossire.
«Che c’è, non mi riconosci Trash-… ehm, Oikawa?»
Tooru la guardò stralunato, era decisamente lei, eppure era anche così diversa. Non era abituato a vederla vestita da ragazza, il massimo di femminilità per lei erano jeans strappati, la canotta di qualche band metal e sopra una camicia, possibilmente a quadri.
«Stai benissimo così, immagino ci sia lo zampino di Suga-chan, vero? Avete preso questa scommessa sul serio, eh?»
Hajime si trattenne dall’offenderlo ed arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo ed imponendosi di comportarsi da ragazza, per una volta in vita sua.
«Allora, vogliamo iniziare questa farsa?»
Tooru non ebbe tempo di ribattere e si ritrovò ad accelerare per seguire la ragazza, che però dopo pochi metri rallentò l’andatura. La guardò confuso, però poi affiancandola si rese conto che c’era qualcosa di diverso. Hajime si voltò a guardarlo interrogativa e allora il ragazzo notò che gli occhi della ragazza erano un po’ più in alto del solito. Abbassò lo sguardo e vide che infatti indossava degli stivaletti con il tacco, cosa che non aveva mai fatto in vita sua, per questo camminava con i piedi storti e concentrandosi ad ogni passo, rallentando l’andatura. Sorrise tra sé e senza pensarci le afferrò una mano, stringendola nella sua. La ragazza si bloccò di botto, voltandosi a guardarlo con gli occhi sgranati.
«Che c’è, non è un appuntamento? Quando esco con qualche ragazza la tengo per mano!»
Usò il suo solito tono lezioso e riprese a camminare, trascinandosela dietro. Sapeva che se solo avesse potuto, Hajime gli avrebbe assestato un bel pugno, chiamandolo con qualche epiteto poco carino. Però non disse nulla e nemmeno si ribellò, limitandosi a farsi guidare, attenta a dove metteva i piedi. Tooru la conosceva bene e sapeva che la ragazza proprio non poteva essere così remissiva, neanche per una scommessa, e la cosa un pochino lo preoccupava. Aveva il terrore di perdere la sua migliore amica per quello stupido gioco, quindi si impose di darsi comunque un limite e di comportarsi come si comportavano di solito. Diamine, non era la prima volta che uscivano insieme, anche se quello era ufficialmente un appuntamento.
«Allora, dove vogliamo andare?»
«Io… io ho prenotato in un posto qui vicino, è carino e tranquillo, ti… ti piacerà sicuramente.»
Hajime stava parlando, guardando ovunque tranne che lui e sulla parte finale della frase arrossì leggermente, anche se Oikawa pensava di esserselo immaginato. Camminarono in silenzio per il resto della strada, le mani unite e gli sguardi ben attenti a non incrociarsi.
«Siamo arrivati!»
Hajime spezzò il silenzio, guidandolo poi attraverso la porta di un piccolo caffè. Il posto era davvero carino, arredato in stile shabby chic con merletti, candele e cuori di legno bianco un po’ ovunque.
«Non sapevo frequentassi posti del genere!»
«Uhm… ci vengo ogni tanto con Suga-chan, è tranquillo e mi piace, inoltre fanno la migliore torta al cioccolato che io abbia mai mangiato!»
Gli occhi di Hajime brillavano mentre parlava della torta e Tooru la trovò davvero carina, ma lui la trovava carina anche dopo il loro allenamento mattutino, con la tuta sgualcita e i capelli appiccicati al volto dal sudore, il volto arrossato ed il fiato corto. Si stava stupendo a scoprire quegli aspetti femminili della sua amica e non poteva che ringraziare mentalmente tutti i loro amici per avergli offerto quell’opportunità irrepetibile.

Hajime si tolse il cappotto ed arrossì non appena sentì gli occhi di Tooru percorrerla da capo a piedi, soffermandosi in particolare sulla scollatura del vestito. Non era abituata a mostrare così tanto e si sentiva a disagio alla sola idea di indossare un reggiseno di pizzo che le valorizzava il seno, invece di appiattirlo come faceva il suo abituale reggiseno sportivo. Era una sportiva, si allenava alla mattina, durante la pausa pranzo e dopo le lezioni, quando non aveva addosso la divisa scolastica indossava la tuta e quando tornava a casa si metteva subito il pigiama, che consisteva in una vecchia tuta bucherellata. Sospirò e si sedette, sentendo ancora gli occhi del ragazzo su di sé.
Lo guardò levarsi il cappotto a sua volta e sedersi e come sempre lo trovò impeccabile, con i suoi jeans e il suo cardigan con i bottoncini, un po’ slacciato a far intravedere la sobria t-shirt che portava sotto. Era ancora risentita per quello che il ragazzo le aveva detto prima, riguardo ai suoi appuntamenti. Sapeva che era popolare, spesso lo aveva preso in giro e innumerevoli volte si era ritrovata a recapitargli lettere da parte di altre ragazze; aveva sempre pensato di essere indifferente, ma ultimamente ogni ragazza che andava a chiederle consiglio la faceva incazzare. Sorrideva, prendeva la lettera e alla fine la consegnava comunque, anche se si era ritrovata a lottare sempre di più contro la voglia di prendere quelle lettere e stracciarle, bruciarle, buttarle e farle sparire nel dimenticatoio. Si odiava per tutto quello e soprattutto si odiava per aver maturato dei sentimenti verso il suo migliore amico, che presumibilmente la vedeva piuttosto come un fratello. Non che si fosse mai presa la briga di sembrare una ragazza di fronte a lui: si allenavano insieme, andavano nelle sale gioco, lei lo picchiava spesso e lo stracciava quasi sempre a braccio di ferro. Erano cresciuti insieme e lei lo aveva sempre dovuto proteggere dal mondo, Oikawa era un bambino delicato, che piangeva facilmente ed aveva paura degli insetti. Aveva sempre portato lei i pantaloni tra i due, per lo meno finché le ragazze non avevano iniziato ad accorgersi di lui, diventato cuore pulsante della squadra maschile di pallavolo.
«Desiderate ordinare?»
La voce della cameriera la riscosse dai suoi pensieri e alzò la testa dal menù, spaventata.
«Io non-»
«Un tè arancia e cannella e una torta al cioccolato per la signorina e un caffè macchiato e una torta di mele per me, grazie!»
Tooru sorrise ammaliatore alla cameriera, che arrossì, affrettandosi a segnare le ordinazioni e a sparire di nuovo in cucina. Hajime notò che era molto carina e un’altra ondata di rabbia la invase. Guardò storto Tooru, imbronciando le labbra.
«Che c’è, ho sbagliato? Di solito ti piace arancia e cannella con la torta al cioccolato!»
La ragazza lo guardò di nuovo e non poté rimanere arrabbiata a lungo, lui la conosceva troppo bene e quegli occhi grandi la destabilizzavano ormai da troppo tempo.
«Sei squallido, ci stavi provando persino con la cameriera!»
«Ma non è vero!»
«Ah no?»
«Sei una scema, lo sai?»
«Io vedo solo uno scemo qua, e ce l’ho proprio seduto davanti… ops, scusa Trashykawa!»
Tooru rise di gusto, reclinando la testa all’indietro.
«Eccola finalmente la Iwa-chan che conosco!»
Hajime arrossì, maledicendosi mentalmente. Si era ripromessa che sarebbe stata carina e femminile per tutto il giorno, ma proprio non ci riusciva. Faceva schifo a recitare e lei odiava le ragazze tutte carine, risolini e smancerie, non era tagliata per essere così, non era tagliata per essere come le ragazze con le quali Tooru usciva di solito. Si morse il labbro e fece per parlare, ma la cameriera tornò da loro, interrompendoli.
«Ecco qui la vostra ordinazione, buon appetito e buon San Valentino!»
Parlò e sistemò tutto sul tavolo, ignorando totalmente Hajime e sorridendo e rivolgendosi solo a Tooru, ovviamente. La ragazza represse l’istinto di affogarla nella sua tazza di tè, limitandosi a fulminarla con lo sguardo senza farsi notare, nonostante quella, voltandosi per tornare in cucina, la squadrò con compassione. Hajime annotò mentalmente di non tornare più in quel posto finché non l’avessero licenziata e frustrata affondò la forchetta nella torta innocente. Stettero in silenzio per un po’, lei che mangiava e Tooru che girava il suo latte, il viso appoggiato su una mano e gli occhi allegri puntati su di lei.
«Allora, hai visto-»
«Allora, hai visto-»
Si fermarono entrambi e Tooru ridacchiò.
«Vai, parla prima tu Iwa-chan!»
«Ti dicevo, hai visto il nuovo video della partita degli Stati Uniti contro il Brasile? L’alzatore degli States è fenomenale e il loro schiacciatore è una bomba! La loro veloce è inarrestabile, inoltre hanno anche un attacco da seconda linea davvero micidiale, mi piacerebbe provare a farlo… ci alleniamo domani, vero?»
Hajime si era mossa simulando un’alzata e una schiacciata mentre parlava, completamente eccitata, il tutto con la forchetta stretta nel pugno. Tooru rise di gusto e la ragazza si accorse di quello che aveva appena fatto ed arrossì di nuovo. Normalmente se ne sarebbe fregata, ma tecnicamente quello era un appuntamento “ufficiale” e teoricamente lei dopo avrebbe dovuto dichiarare i suoi sentimenti al suo migliore amico da sempre. Stava rovinando tutto, sia essendo se stessa, sia cercando di essere come le ochette che piacevano solitamente a quell’idiota che le stava seduto davanti.
«Volevo assolutamente dirti la stessa cosa Iwa-chan! Dopo dovremmo assolutamente passare da me e riguardare il video, l’ho già scaricato, almeno domani mattina possiamo direttamente allenarci, che ne dici? Uh, inoltre hai della torta qui…»
Si sporse sul tavolo e le tolse delle briciole di torta dal mento. Hajime arrossì, cosa che fino a poco tempo prima non avrebbe minimamente fatto - considerando che essendo cresciuti insieme si erano visti nei peggiori modi possibili - si maledisse e lo fulminò con lo sguardo. Tooru sapeva come mettere in difficoltà chiunque e carpendo il suo disagio, doveva starsi divertendo tantissimo. Si appuntò mentalmente di fargli arrivare una pallonata dritta in faccia alla prima occasione disponibile. Il ragazzo le sorrideva sornione, perfettamente consapevole che la stava portando all’esasperazione, anche se non aveva esattamente capito quale tipo di esasperazione.
«Scemo-kawa, ho capito che ci stiamo giocando delle ore extra per utilizzare la palestra, ma non riuscirai a farmi cedere. Sono il capitano e sono pronta ad immolarmi per il bene della mia squadra.»
«Iwa-chan, lo sai quanto posso essere esasperante, quindi se vuoi darmi un pugno, sentiti pure libera di farlo!»
«Che c’è, non vedi l’ora di essere libero per andare a fare di nuovo incetta di cioccolato da qualche povera sventurata?»
«Gelosa che io ricevo il cioccolato e tu no?»
«In realtà ne ho ricevuto tantissimo e non dalle ragazze della squadra, ma da un sacco di altre ragazze… e ragazzi. E non era cioccolato di cortesia.»
Qualcosa nel sorriso studiato di Oikawa s’increspò, mentre apprendeva che Hajime aveva dei ragazzi che le regalavano il cioccolato, cioccolato vero. Certo, era sempre circondata da ragazzi, lei non riusciva a legare propriamente con le ragazze, al di fuori di quelle della squadra e di Suga-chan, ma di solito erano amici, con i quali praticava sport. Hajime era sempre stata un maschiaccio, sin da piccola. Finiva spesso nelle risse con gli altri bambini, soprattutto per proteggere lui dalle prese in giro, e si era portata dietro questo aspetto. Amava gli sport e oltre alla pallavolo, quando aveva tempo, giocava a basket, calcio o si allenava con la squadra di atletica. Quello le aveva donato un corpo atletico e una schiera di ragazzi con i quali lei di solito scherzava o usciva per andare alla sala giochi. Tooru non aveva mai pensato che potesse essere appetibile per un qualche ragazzo, sempre infagottata in tute da ginnastica e t-shirt di almeno una taglia in più, il seno perennemente schiacciato in qualche reggiseno sportivo, i capelli costantemente raccolti in una coda di cavallo o uno chignon, decisamente più pratici per fare sport.
«E, giusto per dire, oggi sarei dovuta uscire con un altro ragazzo, quindi sbrigati ad arrenderti!»
Era una bugia, ma questo Tooru non poteva saperlo. Annotò mentalmente di scoprire questo ragazzo e fargli accidentalmente arrivare un servizio dritto in faccia. Fece velocemente il censimento degli amici della ragazza, quelli con i quali usciva di solito, ed incolpò senza pensarci su un attimo di più lo spilungone con il quale Hajime giocava spesso a basket. Aveva visto come la guardava affamato, e al solo pensiero sentì le mani prudergli.
«Sentisenti, e quindi la nostra Iwa-chan è riuscita a non terrorizzare qualche ragazzo eh?»
La ragazza lo trucidò con lo sguardo, sorseggiando il suo tè, prima di sorridergli affabile.
«Almeno sono in grado di attirare qualcuno non solo per il mio bell’aspetto e il mio essere una persona assolutamente frivola.»
Il sorriso di Tooru gli si congelò sulle labbra, e Hajime si pentì subito di quello che aveva detto, dandosi dell’idiota. Se già prima le sue chance di essere ricambiata erano vicine allo zero, adesso erano completamente sotto zero. Erano giorni che ci pensava, ponderando se valesse la pena rovinare la loro amicizia per uno stupido sentimento presumibilmente a senso unico, e adesso si stava scavando la fossa da sola. Il ragazzo davanti a lei assunse uno sguardo ferito e Hajime sapeva cosa voleva dire: c’era una scenata da diva in arrivo. Sospirò, preparandosi alle lamentele del suo amico, ma quello la stupì. Si alzò, rovistandosi nelle tasche e tirando fuori soldi sufficienti per pagare il conto per entrambi, che posò sul tavolo, prima d’infilarsi il cappotto.
«Bene Hajime, mi arrendo. La palestra è tutta vostra, complimenti, hai vinto. Ci vediamo e buon San Valentino, spero tu ti diverta insieme al tuo amico
La ragazza rimase interdetta e non reagì, non capendo bene cosa stesse succedendo. Il suo cervello si era fermato a quando l’aveva chiamata per nome, cosa che Tooru non aveva mai fatto in vita sua. Presumibilmente adesso la odiava.
Hajime scosse la testa e si alzò, rinfilandosi il cappotto e schizzando fuori dal locale, il più velocemente possibile, o per lo meno veloce quanto quelle maledettissime scarpe le permettevano. Era stata davvero cattiva, se ne era resa conto anche da sola. Erano stati costretti ad uscire per una scommessa, perdeva il primo che abbandonava l’appuntamento, aveva deciso di sfruttare l’occasione per confessarsi e coprirsi di ridicolo, convinta di distruggere il suo rapporto di amicizia con Oikawa. Beh, grazie all’ansia era riuscita a fare tutto, tranne confessarsi.
Le strade erano affollate e di Tooru sembrava non esserci più traccia in giro, eppure non poteva essersi volatilizzato in così poco tempo. Hajime s’insinuava tra la gente, cercando d’individuare quelle onde castane a lei così familiari, ma proprio non lo vedeva. Le scarpe le dolevano, costringendola a rallentare l’andatura, che man mano diventò zoppicante. Girovagò per un bel po’, poi alla fine, arresa e completamente incapace di camminare ancora, si fermò, lasciandosi cadere sconsolata su una panchina. Il suono di un messaggio in arrivo sul suo cellulare la fece scattare e si affrettò a recuperarlo dalla tasca del cappotto, speranzosa che fosse Tooru. Invece era Suga-chan, che le chiedeva come stesse andando e la informava che lei e Daichi, suo ragazzo e capitano della squadra maschile di pallavolo della sua scuola, facevano il tifo per lei. Senza pensarci troppo, compose il numero di Suga e la chiamò.
«Iwa-chan, allora, come va? Glielo hai detto? Che cosa ha risposto?»
«Suga, mi dispiace disturbarti proprio adesso, ma io…»
Un singhiozzò le sfuggì dalle labbra e una lacrima calda le rotolò lungo la guancia.
«Iwa-chan? Cosa succede?»
La voce di Suga era allarmata, non era abituata a sentirla così abbattuta e da quando erano amiche aveva persino dubitato che Hajime fosse una ragazza in grado di piangere, per lo meno per amore.
«Ho rovinato tutto Suga-chan! Ha flirtato con la cameriera e sono diventata cattiva, ero nervosa per il vestito, il trucco, i tacchi mi fanno male, adesso non riesco neanche più a camminare… sono stata davvero troppo cattiva. Mi odierà per sempre, non avevo mai visto quello sguardo freddo, mi ha anche chiamata per nome, capisci?»
Stava avendo una piena crisi isterica e la cosa la spaventava, considerando che era sempre stata una ragazza abbastanza fredda e poco emotiva, soprattutto per questioni che riguardavano l’amore, sentimento a lei assolutamente estraneo.
«Ma no, tesoro, non piangere! Sono sicura che non ti odia e poi lo sai che è permaloso.»
«Ma è scappato via e io non sono stata abbastanza veloce e adesso mi fanno male i piedi e non posso camminare e… che schifo l’amore Suga-chan. Proprio di una diva donnaiola mi dovevo innamorare? Che poi è il mio migliore amico, ho dovuto rovinare tut-»
Qualcuno le tolse il telefono dalle mani, posandole poi una mano sulla testa, in una carezza gentile.
«È tutto a posto Suga-chan, ci sono qui io con lei.»
Suga rispose qualcosa che Hajime non poté sentire e poi quella voce così familiare parlò di nuovo, al suo cellulare.
«Si, lo so. Grazie e buon San Valentino anche a voi.»
Ci fu il click del tasto che chiudeva la chiamata e poi un sospiro.
«Lo sai che sei scema, vero?»
Hajime avrebbe voluto rispondergli che se c’era uno scemo tra i due, era proprio lui, ma non si sentiva sicura della sua voce. Inoltre pensò al fatto che il trucco dovesse esserle colato per tutta la faccia e per la prima volta in vita sua si vergognò per come era conciata.
«Non sono arrabbiato e non ti odio, ho solo reagito male. Di solito non usi un tono così cattivo con me.»
Tooru si accovacciò davanti a lei, cercando di guardarla negli occhi. Ma lei lo spintonò.
«Non osare guardarmi in faccia, Scemo-kawa!»
Tooru rise, seduto a terra a dopo la spinta.
«Eccola l’Iwa-chan che mi piace! Sai, Suga-san ha detto che se quando ti richiama tu sei ancora triste, viene e mi picchia. Sono abbastanza convinto che lo farebbe davvero, quindi che ne dici di fare pace? Oppure vuoi farmi ridurre in polvere dalla tua amica?»
Hajime ridacchiò al solo pensiero, sapeva che Suga era perfettamente in grado di fare una cosa del genere. Alzò il volto e guardò Oikawa dritto negli occhi.
«Lo so, la mia faccia è un disastro, ma devi ascoltarmi, non mi ripeterò una seconda volta.»
Tooru annuì in silenzio, limitandosi a guardarla, in attesa. Hajime sospirò e mandando al diavolo il discorso che si era preparata, iniziò a parlare.
«Da piccolo eri una piaga, sempre con la bocca aperta per piagnucolare, ora sei cresciuto, ma resti pur sempre una piaga. Non piagnucoli più, ma ti devo comunque fare da balia, tu e le tue manie di protagonismo e tutte le oche che ti circondano. Non ti sopporto, ti tirerei un pugno ogni volta che apri bocca e, ti giuro, ogni volta che ti lamenti ti strozzerei. Sei una piaga, ma… ma sei la mia piaga. Mi piace quando ci alleniamo insieme e quando poltriamo in camera vedendo i video di pallavolo o giocando alla play, mi piace quando sorridi e quando non fai l’idiota per farti notare e mi piace la concentrazione e l’impegno che metti in qualsiasi cosa che fai. Insomma, sei un imbecille e mi piaci, non so neanche io perché, ma è così. Oggi mi sono conciata così per diventare come una di quelle oche che ti piacciono di solito, ma mi sono resa solo molto ridicola e mi sento davvero un’idiota. Siamo amici da sempre, ma chi voglio ingannare? Inoltre adesso ho i piedi massacrati e non posso neanche camminare… che scema, vero? Questa volta puoi essere tu a dirmelo, ma non abituarti, l’unico scemo tra i due sarai sempre e solo tu.»
Hajime tacque, in attesa del verdetto e guardò Tooru, dritto in faccia, anche se quello teneva lo sguardo basso e se ne stava in silenzio.
«Oh, insomma, per lo meno dì qualcosa!»
Oikawa scoppiò a ridere fragorosamente, la gente che stava camminando per la strada si fermò a guardarlo, sicuro doveva sembrare pazzo. Seduto per terra, le mani che trattenevano la pancia per le risate e una ragazza bellissima con il trucco colato seduta davanti a lui, con l’espressione più sbalordita che le avesse mai visto addosso.
«Iwa-chan, la scema qui sei solo tu. Possibile che tu non ti sia mai accorta di come ti guardavo mentre ero circondato da oche e tu nel frattempo eri tutta presa a fare a braccio di ferro con i tuoi amici? Ti ho sempre guardata, ho sempre aspettato che tu ti accorgessi di me, ma non accadeva, allora me ne stavo buono per non rovinare almeno l’unica cosa che mi teneva legato a te: la nostra amicizia. Tu continuavi a trattarmi come sempre, mi portavi persino le lettere con le confessioni, prendendomi in giro come al solito, come dovevo fare a capirlo? Poi oggi ti sei presentata vestita tutta carina e ti comportavi in modo così strano e pensavo fosse solo per la scommessa… non hai bisogno di diventare come loro. Io guardo te perché sei così. Sei un maschiaccio, mi riempi di pugni, la mattina appena sveglia faresti scappare un grizzly e hai la grazia di un camionista, ma mi piaci così, perché tu sei così. Sei Iwa-chan e tanto mi basta per essere felice.»
Un singhiozzo strozzato sfuggì dalla gola di Hajime, che arrossì e, totalmente imbarazzata, sferrò un pugno sul braccio di Tooru.
«Ahia!»
«Questo è perché sei un completo Idio-kawa!»
«Sei rude Iwa-chan!»
Si sorrisero e Tooru trovò Hajime bellissima, anche se era un totale disastro, con il trucco colato e il naso rosso. Era la prima volta che la vedeva piangere in tutta la sua vita e gli fece male pensare che la colpa era solo sua. Allungò una mano e prese una delle sue, notando per la prima volta come fosse piccola e calda, stretta nella sua. Hajime lo guardò, gli occhi luminosi per le lacrime versate, un sorriso leggero ad incresparle le labbra rosee. Il ragazzo fece leva sulla mano libera e si sollevò di poco, andando a posare un bacio su quelle labbra che tanto aveva osservato, desiderando di poterle assaporare. La ragazza rimase immobile, stupita da quel gesto, ma fu un attimo, perché poi realizzò e il suo corpo si mosse da solo, in un qualche meccanismo di difesa irrazionale, ed assestò una testata al ragazzo, che ricadde di nuovo all’indietro. Eppure risero entrambi, spensierati, con i cuori più leggeri.
«Avrei dovuto aspettarmelo!»
«E poi la rude sarei io! Non si prende e si bacia una povera ragazza indifesa così!»
«Povera ed indifesa? Non ne vedo nessuna, mi dispiace!»
Un pugno gli arrivò leggero sul braccio e risero, di nuovo. Tooru si tirò su e tese la mano ad Hajime, in un invito ad alzarsi.
«Torniamo a casa, ti va? Abbiamo ancora quel video da guardare!»
La ragazza gli afferrò la mano e provò ad alzarsi, ma come mise il peso sulle gambe e quindi sui piedi, un gemito strozzato le abbandonò le labbra. I piedi le facevano davvero male ed era sicura che le si fosse formata qualche vescica, non sarebbe riuscita a camminare di certo fino a casa, non con quelle scarpe addosso. Ricadde a sedere sulla panchina, ben intenzionata a togliersi gli stivaletti e a camminare scalza, quando Tooru si inginocchiò di schiena davanti a lei.
«Il suo destriero è pronto a riportarla a casa, mia principessa.»
Hajime accettò l’invito, ma come si fu sistemata gli diede un pizzicotto sul collo.
«Non chiamarmi mai più principessa!»
«Oh, giusto, dimenticavo che le principesse non tirano schiacciate in faccia ai loro bellissimi principi, rischiando di comprometterne per sempre il fascino indiscusso.»
«Non eri un cavallo, o meglio asino, fino a poco fa?»
«Rude, sei rude!»
Eppure Hajime ridacchiò, abbandonandosi al calore di quella schiena familiare e forte, felice.
«Magari dovremmo provare ad uscire di nuovo, che ne pensi Iwa-chan? Potremmo anche rimettere in palio le ore extra di palestra…»
«Sull’uscire sono d’accordo, ma andiamo in sala giochi. Per quanto riguarda le ore extra, puoi scordartelo! Ormai ce le siamo accaparrate noi della squadra di pallavolo femminile!»
«Sei sleale! Ero sicuro di vincere io, di solito non resisti per più di dieci minuti in un caffè, invece mi hai ingannato!»
«Ringrazia la cameriera ammiccante, è tutta colpa sua! Così impari ad essere così figo!»
«E quindi sarei figo?»
Hajime arrossì e ringraziò il fatto che non potesse vederla in faccia.
«E comunque quella mi guardava anche con sufficienza. Non ci metterei più piede in quel locale, se non fosse per la loro torta…»
«Credo che piuttosto ti guardasse invidiosa.»
«Perché ero con te? Quanto sei egocentrico! Ma come fa a piacermi uno come te?»
«Perché sei bellissima, scema!»
E per l’ennesima volta quel giorno, Hajime si ritrovò ad arrossire.
«Suga-chan si è impegnata molto…»
«Non è merito di Suga-chan, tu sei sempre bella. Anche se dovrei ricordarmi di ringraziarla per avermi concesso questa visione di te. Però quel vestito… troppo scollato, preferisco le tue solite t-shirt.»
«Geloso Scemo-kawa?»
«Mai.»
Percorsero il resto della strada in silenzio, Hajime che si godeva il contatto con Tooru, cullata dal dolce movimento della sua camminata.
«Siamo arrivati Iwa-chan! Ce la fai a camminare almeno fino alla tua stanza?»
«Credo di si, basta che mi levo questi infernali strumenti di tortura.»
La ragazza si lasciò scivolare giù dalla schiena del ragazzo, per poi avviarsi verso casa.
«Dammi il tempo di darmi una sistemata e mettermi dei vestiti comodi e vengo da te per quel famoso video… ah, comunque nessun ragazzo mi aveva chiesto di uscire, giusto per essere onesta.»
Rovistò nella borsetta che le aveva prestato Suga e ne estrasse qualcosa che lanciò a Tooru, che per istinto afferrò al volo. Era un piccolo sacchettino di tulle turchese chiuso da un grazioso fiocchetto bianco, con dentro dei cioccolatini fatti a forma di stelle, lune e volti stilizzati di alieni.
«Li ho fatti con le mie mani, ovviamente mi ha aiutata Suga-chan… spero siano commestibili. Buon San Valentino!»
Rossa in viso, Hajime si voltò, avviandosi verso casa sua, ma non fece a tempo a muovere più di un passo che Tooru scattò in avanti, afferrandola per una mano e facendola voltare, per poi far unire di nuovo le loro labbra. Non ricevette nessuna testata quella volta, anzi Hajime dischiuse le labbra, accettando il bacio. Tooru la strinse tra le braccia, mentre lei si aggrappò alle sue spalle. Il bacio fu dolce e leggero ed entrambi tennero gli occhi chiusi, perdendosi nelle sensazioni del momento. Quando si staccarono, entrambi erano rossi in viso.
«A tra poco Scemo-kawa.»
«Fai presto Iwa-chan.»



Shikayuki's corner: Buon San Valentino in ritardo a tutti!!! Questa storia ce l'avevo in testa da circa un mesetto e finalmente ho avuto l'occasione di scriverla! L'idea di Iwa-chan al femminile mi è sempre ronzata per la testa, sostanzialmente perché sono un'Iwa-chan al femminile e la confessione che fa lei è mezza tratta da una storia vera, solo che la sottoscritta si è beccata una bella friendzone XD Anyway, non so se si capisce molto, ma la scommessa consisteva che i due dovevano andare ad un appuntamento e il primo che fuggiva impanicato perdeva le ore extra di utilizzo della palestra, per questo Iwa-chan ha tirato fuori gli armamentari (era una clausola della scommessa)... chissà, magari potrei scriverci un bel prequel XD Potreste pensare che Hajime sia un pochino OOC, ma in realtà dovete ragionare nell'ottica che è una ragazza che è sempre stata forte ed indipendente, alle prese con la sua prima cotta in assoluto, verso il suo migliore amico scemo ed insensibile, capitela poverina c.c
Per questo contest ho altri tre lavori in corso, ma dubito di riuscire a pubblicarli, quindi farò la mia entrata ed uscita gloriosa con questa storia! Spero davvero molto che vi sia piaciuta quest'idea e questa shottina, mi sono impegnata molto e sono arrivata a scrivere addirittura 7 pagine u.u *record*
Alla prossima <3
Uh, quasi dimenticavo, questa storia è dedicata a tutte quelle adorabili personcine che mi hanno sopportato e supportato durante la stesura, voi sapete chi siete e sappiate solo che ve se ama troppo... grazie per sopportare una piaga come me <3

PAGINA AUTRICE: Hecate - Shikayuki Efp
PROFILO AUTRICE: Shikayuki Efp chiedetemi tutti l'amicizia, ho i biscotti *^*

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Shikayuki