Distance makes the heart grow cold. ❆
 

Silenzio e quiete. Le prime ore di viaggio furono così. Nessuno tentava di aprire bocca, nemmeno per dire una stupidaggine perché eravamo tutti troppo intenti a pensare ad altro o forse, stavamo tutti pensando la stessa cosa: finalmente eravamo ritornati insieme.
Mi sedetti sulle scale che conducevano al giardino in terrazza e, mentre contemplavo l'orizzonte, emersero tutti i singoli ricordi che vissi fin dal primo momento che decisi di far parte di questa ciurma. Sorrisi, ero felice di essere tornato.
«Che hai da sorride sotto i baffi, spadaccino?» disse il biondo accendendosi una sigaretta.
«Siamo tornati e non vedo l'ora di fare a fettine qualcuno, cuoco.»
«Non mi sembra ancora vero.» sorrise. «Ragazzi, cosa dite di brindare?»
«Ci sto, stavo giusto morendo di sete.» rispose il cyborg.
«A proposito, Franky, quante sorprese hai in serbo dietro tutto quel metallo?» chiese Usopp
«Parecchie, ho apportato molte modifiche al mio corpo e sono... suuuper!» rispose con la sua solita mossa
«Ma neanche tu scherzi, vedo che hai messo su massa.»
«Mi sono allenato duramente in questi due anni e mi sono ripromesso di non scappare più di fronte al pericolo.»
«Invece, Chopper mi sembra più morbido» si intromise Brook
«Sii, è grazie al mio nuovo bagnoschiuma se... Ehi, anche io sono diventato più forte. Difatti, ora posso fare più trasformazioni.. prima ero limitato solo a tre.» ribatté sicuro di sé
«Non vedo l'ora di vederle, allora!» urlò di gioia Rufy.
«Abbiamo molte cose da raccontarci, ma prima facciamo un bel brindisi.»
Sanji porse ad ognuno di noi un bicchiere «Ti vuoi muovere, testa d'alghe? Stiamo aspettando solo te.»
«Vacci piano, sopracciglione coi mustacci, potrei farti a fette in questo preciso istante e tu non te ne accorgeresti.»
«Cosa hai detto?»
«Mi hai sentito benissimo»
«E' una sfida questa?»
«E se anche fosse?»
«Ragazzi, non siete cambiati per niente» rise Robin interrompendoci.
«Si, ma adesso smettetela di fare i bambini e brindiamo.» disse Nami alzando il bicchiere «A noi.»
Tra risate e bevute di sakè, continuammo a festeggiare senza sosta, e non so se fosse colpa di tutto l'alcool in corpo, ma iniziai a notare qualcosa di strano da parte di Nami. Passò tutta la serata a guardarmi e a sorridermi timidamente, come se avessi qualcosa di strano. Decisi di non darci peso, eravamo tutti stanchi e poteva essere frutto della mia immaginazione. Ma le aveva sorriso.
La notte fece capolino e mentre gli altri crollarono dalla stanchezza l’uno vicino all’altro, io mi diressi verso le camere da letto e mi sedetti vicino alla porta d’ingresso di esse. Con la testa china e le braccia incrociate, lasciai che il vento gelido di quella notte mi avvolgesse. Sentii un rumore provenire da dentro le stanze, istintivamente presi le spade e con molta cautela mi precipitai nel corridoio. Sentii ancora lo stesso rumore seguito da una imprecazione, stavolta proveniva dalla mia stanza. Mi avvicinai al ciglio della porta brandendo saldamente la spada.
«Fermo dove sei, ladro.»
Riconobbi la figura accasciata a terra in mezzo ad alcuni oggetti, non era un ladro era lei.
«Nami!» corsi verso di lei, era svenuta. La presi tra le mie braccia e la posai sul letto, mi sedetti accanto.
«Cosa mi combini, dolcezza» sussurrai accarezzandole i morbidi capelli. Mi resi conto di non averla mai dimenticata e che l’avevo sempre amata segretamente, ma per quanto fossi coraggioso in battaglia non lo ero abbastanza per confessarle il mio amore. Ero sicuro che non ricambiasse e avrei fatto solamente la figura del coglione. Era troppo bella e sexy per un uomo testando e rozzo come me, per questo preferii tacere e fare l’indifferente. In quel momento, Nami riprese lentamente conoscenza e prima che se ne accorgesse, tolsi la mia mano dai suoi capelli e tornai a far finta di niente.
«Alla buon’ora, mocciosa»
«Cosa è successo? Mi ricordo solo di aver bevuto un po’ tanto e poi…»
«Ti sei introdotta in camera mia, hai iniziato a far cadere alcuni oggetti per terra perché eri troppo ubriaca per reggerti in piedi e non so come ti ho trovato per terra svenuta. Ti ho adagiato con delicatezza sul letto. E ora ti sei svegliata»
«Mi ricordo delle tue possenti braccia che mi proteggevano» disse sottovoce, sorridendo. Feci finta di non sentire. Non volevo illudermi di qualcosa che non sarebbe mai accaduto.
«In ogni caso, cosa ci facevi nella mia stanza?»
«Io? Ehm, non mi ricordo. Sarà meglio che vada nella mia stanza» disse frettolosamente, scendendo dal letto.
Si precipitò verso la porta e si fermò di colpo, girandosi lentamente. Era bellissima.
«Buona notte, Roronoa» sorrise timidamente.
«Buona notte, Nami»
Lei se ne andò ed io iniziai a sorridere come un ebete senza un motivo preciso. Mi aveva chiamato per nome, ma detto da lei con quella bellissima voce… aveva uno strano effetto. Sembrava pieno di amore. Mi lasciò una strana sensazione, volevo che continuasse a chiamarmi così, in quel modo sensuale che solo lei possedeva. Mi addormentai serenamente. 



* Autore *

Con enorme ritardo ho postato il secondo capitolo, anche se è leggermente corto.
Spero che vi invogli a continuanare a seguirla.
Sappiate che mi farebbe tanto piacere se lasciaste una recensione, anche piccola, perché ogni vostro singolo parere è importante per me.
Con voi sono certa che migliorerò sempre di più.
Grazie per aver prestato 5 minuti del vostro tempo per leggere/recensire,
vostra Mirya ♥