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Autore: Destyno    15/02/2017    1 recensioni
“… senza che me ne accorgessi mi sono ritrovata a pregare che piovesse. Lo desideravo fortemente, in silenzio. Provavo profonde emozioni per qualcuno. Non sapevo… di avere dentro di me sentimenti del genere. L’avevo dimenticato… fino a quella mattina di pioggia.” (Il Giardino delle Parole, 2013)
O di un halfling che si ricorda di avere dei sentimenti.
[partecipa al contest "Baci Rossi e Blu - Corsa di San Valentino", indetto dal forum Torre di Carta e da Fanwriter.it]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
- Questa storia fa parte della serie 'Gaia'
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Numero di parole:  394
Fandom: Originale
Prompt: “… senza che me ne accorgessi mi sono ritrovata a pregare che piovesse. Lo desideravo fortemente, in silenzio. Provavo profonde emozioni per qualcuno. Non sapevo… di avere dentro di me sentimenti del genere. L’avevo dimenticato… fino a quella mattina di pioggia.” (Il Giardino delle Parole, 2013)
 
Viveva nella pioggia.
Erano strani, quelli come lui; fatti d’acqua, sempre mutevoli, cangianti. La loro pioggia poteva essere la rabbia sorda di mille aghi fatti d’acqua, gelidi come ferro, che cadevano dall’alto. Poteva essere la gioiosa gioia di primavera, che danza assieme alla luce del Sole e dà vita agli arcobaleni. Poteva anche essere l’oscura vendetta di una tempestosa notte d’estate, i fulmini che lampeggiano tra i venti ululanti.
Piotr non s’aspettava di innamorarsi di quello spettro di pioggia. Non s’aspettava di innamorarsi, non durante un viaggio tra i Piani Interni. Non s’aspettava d’innamorarsi al confine tra il Piano dell’Aria ed il Piano dell’Acqua. Non s’aspettava di innamorarsi di un genio della pioggia.
E se ne accorse solo quando sentì nuovamente il duro suolo di Gaia sotto i suoi piedi al posto del legnovento di cui era fatto il ponte dell’aeronave. Se ne accorse solo quando Ifaseo ricoprì il cielo terso dello Steingatte di nubi, e gli portò la pioggia.
Piotr non s’aspettava di innamorarsi. Si era dimenticato come si faceva.
L’halfling si voltò a guardare indietro. Il porto planare di Mireth non si era mosso di un millimetro.
«Io torno indietro.»
 
Il genio della pioggia gli sorrise, mentre avvertiva lo spazio torcersi su sé stesso per far spazio al portale violaceo dal quale uscì fuori un halfling dai capelli neri e piccoli occhi marroni, con una grossa cicatrice che gli attraversava il volto da una guancia all’altra, una parte del piccolo orecchio sinistro tagliata via e una grossa bruciatura su tutto il collo. Era zuppo fino all’osso.
«Liubimaya*» sussurrò lo stregone nella sua lingua natale.
«Sapevo che saresti tornato» mormorò di rimando il genio, ed era come il rumore della pioggia che picchietta sul vetro.
«Ho viaggiato per tutti i Piani Interni,» disse Piotr, evocando un piccolo scudo di forza per ripararsi dalla pioggia «Cercando te, e cercando la tua pioggia. Ho battuto tutto il confine tra il Piano dell’Aria e quello dell’Acqua.»
Fece una pausa.
«Ho temuto che te ne fossi andato.»
Il genio rise.
«Ti ho dato il mio vero nome.» disse, raggiungendolo sotto lo scudo di forza «In termini di voi umani, è praticamente una proposta di matrimonio.»
Piotr rise. Il genio aveva portato nuovamente la pioggia sotto il suo piccolo ombrello magico.
«Sono un halfling, deficiente»
Il sorriso dell’elementale era scintillante anche nelle nubi eterne del Semipiano della Pioggia. 


*non sono un esperto di russo ma stando a Google traduttore significa “amato” (sì, gli halfling dello Steingatte parlano russo un giorno parlerò meglio di Gaia loggiuro)
   
 
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