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Autore: ranyare    17/02/2017    2 recensioni
Quando Garon ha orchestrato l'incidente di Cheve, non ha pianificato soltanto il brutale assassinio del Re di Hoshido, ma anche di appropriarsi di una specifica bambina dal sangue di drago. Ma come poteva essere certo che la bambina che ha strappato dal corpo ancora caldo del Re sia davvero quella giusta?
Le bugie crollano quando Ileana, cresciuta come una principessa nohriana, viene catturata da una pattuglia hoshijin presso l'Abisso Infinito, e portata al cospetto della regina Mikoto e di una ragazza della sua età, Zoe; ma il prezzo da pagare per la verità si rivelerà, però, troppo alto per entrambe.
Mentre le ombre della guerra si stagliano sul continente di Euanthe, Ileana e Zoe dovranno prendersi per mano per proteggere i propri cari dal pericolo imminente.
Dalla storia:
Ma, se gliel’avesse detto, il Principe Ereditario non sarebbe partito con un’armata, preferendo invece una delegazione diplomatica. E Re Garon non avrebbe avuto la guerra che voleva così tanto – la guerra che lui, il suo fedele e capace Iago, aveva passato tutto quel tempo a preparare. Quindi, ovviamente, non aveva detto nemmeno una parola sulla pergamena, già sparita in uno sbuffo di fiamme guizzanti.
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Avatar/Kamui (F), Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Golden Bridges'
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Aranyhíd
Hi Fun Kou Gai
(Giapponese)
Una legittima, miserevole verità, una frustrazione e una disperazione relative a una situazione terribile che non si può cambiare.

.

.

L’acqua bruciava come fuoco sulla sua ferita.

Saizo rimase immobile, lasciandosi galleggiare sul pelo dell’acqua del fiume che attraversava la città di Cheve in cui si era lasciato cadere, troppo esausto per lottare contro le correnti che lo stavano trascinando lontano dalla battaglia che ancora si combatteva, lontano dallo sguardo dei soldati di Nohr.

Bugiardi.

Il Re d’Ossidiana aveva promesso di parlare di pace, e invece li aveva accolti con punte di frecce e lame d’ascia. Aveva comunicato a Re Sumeragi che avrebbe portato con sé il suo stesso figlio, il giovane Principe Ereditario Xander, come prova delle proprie buone intenzioni, ma non aveva detto che anche il ragazzino sarebbe stato armato fino ai denti. Sumeragi non avrebbe mai portato i propri figli al seguito, se avesse sospettato un tradimento di quel calibro.

Assassini.

Il Re di Marmo era caduto. Hoshido aveva perso la propria stella guida. Una donna, che ora sarebbe stata incoronata Regina Reggente, aveva perso un marito. Quattro bambini avevano perso un padre. Lui aveva perso la sua battaglia, e fallito il suo compito.

Ma c’era ancora qualcosa che poteva fare. Aveva origliato il loro complotto scivolare dalle labbra ghignanti di quel disgustoso, viscido mago: volevano una bambina.

Mostri.

Non l’avrebbe permesso. Avevano ucciso il suo Re, ma non avrebbero fatto altro male alla famiglia reale. Era suo dovere proteggerli – anche se non aveva ancora dieci anni, anche se era soltanto un bambino secondo ogni legge o costume possibili… eppure era quello che si aspettava da lui suo padre, il motivo per cui si stava addestrando con così tanto impegno.
Alla prima ansa del fiume, Saizo si aggrappò ad una radice sporgente e si trascinò fuori sulla riva. Il dolore gli trafisse violentemente il braccio ferito, lo squarcio sulla sua pelle che bruciava mentre i muscoli si tendevano, ma lui strinse i denti e lo ignorò.

Poteva solo sperare che non fosse già troppo tardi.

Di angolo in angolo, Saizo scivolò fra i muri delle case come un’ombra, completamente invisibile se non per quelle minuscole gocce di sangue che si perdevano nell’oscurità della notte: era giovane, sì, eppure era già uno dei ninja più rispettati dei regni dell’est, l’orgoglio di Igasato.

Era un edificio in particolare, quello che stava cercando, uno che lui e il suo fratello gemello avevano ispezionato con il padre appena arrivati a Cheve, determinati ad organizzare rifugi e nascondigli nel caso le cose non fossero andate per il verso giusto. Chiaramente, l’istinto del padre non avevano sbagliato nemmeno questa volta. Saizo era certo che avrebbe trovato Kaze, lì, assieme alle bambine.

Trovata la finestra a livello della strada per la cantina della forgia, Saizo si lasciò scivolare all’interno.

Fece a malapena in tempo ad atterrare sulla nuda, fredda pietra prima che qualcosa gli si avventasse contro, mandandolo dritto disteso al suolo. Ne fu felice: significava che suo fratello era lì, di guardia e attento, e che il posto era ancora sicuro. Tuttavia, non poté non emettere un grugnito strozzato quando una lama d’acciaio gli accarezzò il collo.

-Kaze, no! Sono io!- ringhiò, e subito il peso che lo inchiodava a terra svanì assieme al bacio del gelido metallo.

-S_Saizo?- balbettò suo fratello, chiaramente sconvolto. Saizo sentì una stretta al cuore: avevano la stessa età, erano gemelli, ma Saizo si era sempre sentito in dovere di prendersi cura di lui. -Perdonami, fratello. Ho esagerato. Ti credevo un nemico.-

Appoggiò una mano sulla spalla di Kaze, sperando di calmarlo. -Hai fatto bene, fratello. Sono fiero di averti trovato all’erta e pronto a difendere la famiglia reale.-

Kaze parve rilassarsi alle sue parole: era raro ricevere complimenti dal gemello, era rassicurante, e in quel momento gli trasmise quell’effimera contentezza di cui aveva bisogno per rimanere lucido, per riprendere contatto con la realtà. -Ma certo. Nostro padre è già venuto a prendere l’Alto Principe, lo sta portando al sicuro in questo momento. Mi ha lasciato a proteggere le bambine fino al suo ritorno.-

Saizo si lasciò andare ad un sospiro che aveva, inconsciamente, trattenuto. Aveva fatto in tempo, dopotutto.

Le due bambine in questione erano appallottolate in un angolino della stanza, i capelli biondi di entrambe che si mescolavano tanto stretto era il loro abbraccio. Avevano circa un anno di differenza – la più grande aveva cinque anni, la più piccola quattro – ma, in quel momento, parevano anche più giovani ed indifese.

Con la forza del proprio senso del dovere che gli bruciava nel petto, Saizo si avvicinò alle due ed estrasse con fermezza la più piccola dalle braccia della più grande. Kaze fu immediatamente accanto a quest’ultima, cercando di tranquillizzarla mentre lei cercava di afferrare il braccio ferito del Ninja per fermarlo.

-No!- protestò, e Saizo poté quasi sentire il suo piccolo cuoricino spezzarsi nel vedersi strappare dalle braccia la propria sorellina. -Cosa fai? Dove la porti?!-

Persino Kaze lo guardò in modo strano, un sopracciglio inarcato per la preoccupazione, mentre stringeva più forte la bambina recalcitrante. -Fratello?-

-Abbiamo dei doveri, Kaze.- fu la sua unica spiegazione, mentre tornava alla finestra da cui era entrato tenendo fra le braccia l’altra bambina, che si dimenava debolmente nel tentativo di tornare dalla sorella. -Proteggere la famiglia reale. Quindi resta qui e proteggi la principessa.-

Kaze deglutì, chiaramente a disagio dinanzi alla scelta terribile che si trovavano costretti a fare, ma alzò comunque una mano tremante per premere un fazzoletto umido sulla bocca della bimba che teneva contro il proprio petto. Quella crollò addormentata nel giro di pochi minuti, il pianto messo a tacere dall’anestetico che imbeveva il tessuto.

-Se nostro padre tornasse prima di me, prendete la principessa e digli che ci ritroveremo in un posto sicuro.-

E poi Saizo fu nuovamente sulle strade di Cheve, con la mano della bambina stretta nella propria.

Non si era ancora lamentata nemmeno una volta: le sue uniche proteste furono quei deboli tentativi di allontanarsi da lui per tornare alla cantina, ogni volta che Saizo si fermava per scrutare dietro un angolo, un bivio, per evitare eventuali trappole. Era come se la piccola sapesse – come se sapesse che il suo futuro sarebbe stato quella di diventare la guardia personale di colei che la chiamava sorella ma che non lo era, e la vita di una guardia reale non veniva mai prima di quella del proprio protetto.

Saizo rallentò quando si avvicinarono al cuore del conflitto, dove ancora si combatteva: il suolo acciottolato era coperto di corpi e l’odore marcescente di sangue, interiora e morte gli fece storcere il naso, mentre la bambina alle sue spalle si copriva la bocca con una manina, le lacrime che le pungevano gli occhi. Se la tirò più vicino e le indicò qualcosa.

Il corpo di Re Sumeragi giaceva in mezzo alla strada, troppe frecce incastonate nel suo corpo per poter anche solo pensare di contarle. Accanto a lui, il cadavere della sua guardia, il partner di suo padre, che si era lanciato in mezzo alla pioggia di frecce al primo dardo che era affondato nella spalla del Re.

C’erano altri corpi attorno a loro, ma quella zona era resa momentaneamente sicura dal muro umano creato dalla milizia di Hoshido, impegnata a respingere i soldati di Nohr per poter almeno recuperare il cadavere del Re e tributargli i giusti onori.

La bambina riconobbe Sumeragi, ma Saizo le chiuse il grido in bocca prima che potesse rovinare tutto.

Non ora.

E poi l’edificio dietro cui si era nascosto venne colpito quando un pegaso vi venne scagliato contro, proprio come lui si aspettava che succedesse – era un edificio alto e i Cavalieri Viverna nohriani erano temuti per la loro capacità di menomare i nemici alati facendoli schiantare contro la prima superficie disponibile.

Allora, soltanto allora, lasciò andare la bambina: al nemico sarebbe sembrato che fosse rimasta nascosta nell’edificio colpito e che lo schianto l’avesse fatta uscire allo scoperto, i suoi protettori sepolti vivi dal crollo del tetto.

-Papà!- gridò, e Saizo la guardò correre, scivolando appena sul suolo sporco quando si fermò accanto al cadavere del Re. -Papà, papà, svegliati, dobbiamo andare via! Ho paura!-
La sua voce di bambina catalizzò l’attenzione di coloro che la stavano cercando – ovviamente.

Saizo vide lo stesso mago viscido che aveva scorto sul ponte, lo vide illuminarsi di un ghigno disgustoso mentre uccideva un soldato con una scarica elettrica per poi gridare, trionfante:

-Maestà!-

La battaglia finì all’improvviso.

L’ascia del Re d’Ossidiana aveva strappato la vita a tutti coloro che avevano continuato ad opporglisi con un solo, brutale colpo.

Saizo si rifugiò nelle ombre, invisibile, pronto per tornare da suo padre, da suo fratello, dalla sua principessa. Ma era ancora abbastanza vicino da sentire il pianto disperato della bambina e le parole terribili dell’assassino.

-Oh, povera piccola. Rimanere orfana così giovane…- una pausa, l’attesa quasi insopportabile, una risatina da gelare il sangue nelle vene. -Tu sei mia figlia, adesso.-

Il grido della bambina lacerò la quiete di morte che aveva pervaso Cheve.

Il cuore di Saizo si incrinò, ma lui non si fermò né si volse indietro: aveva fatto solo il suo dovere.






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Salve a tutti! Siamo ranyare e DreamWanderer e siamo liete di accogliervi in questo nuovo, delirante progetto!

Eccoci approdate su un fandom che ci ha letteralmente divorate vive da quando abbiamo avuto la (s)fortuna di mettere le mani su Fire Emblem Fates: ci siamo dette "ehi, siamo talmente ossessionate da questo gioco che ormai ce lo sogniamo di notte, forse è meglio cominciare a scrivere qualcosa!"... ed eccoci qua, con la nostra più recente creaturina fresca fresca di correzione!

Sono necessarie diverse note di traduzione, perché entrambe giochiamo a Fates in inglese e abbiamo apportato diverse scelte stilistiche per adattare l'inglese a come abbiamo pensato potesse essere il più scorrevole possibile nella nostra lingua madre. Ma non preoccupiamocene ora! Reggiamoci forte, perché quella su cui siamo appena salite sarà una giostra piuttosto turbolenta!

Un appunto, però, va fatto: la storia verrà pubblicata contemporaneamente anche sul sito ArchiveOfOurOwn, in inglese, con aggiornamenti mensili da entrambe le parti. Trovate la versione in inglese QUI.

I personaggi principali della storia (eccetto Female!Kamui e Nuovo Personaggio), che non siamo riuscite ad inserire per mancanza di approvazione degli stessi, sono i seguenti, anche se in realtà li troveremo un po' tutti lungo il percorso: Azura, Ryoma, Takumi, Saizo, Hinata, Kagero, Orochi, Kaze, Scarlet, Xander, Leo, Niles, Odin, Nyx, Iago.

Il percorso principale su cui si snoderà l'intera storia è Revelation (Rivelazione), sebbene ci saranno diversi plot twist e parecchie giravolte legate a Birthright (Retaggio) e a Conquest (Conquista) nel frattempo!

Vi auguriamo entrambe una buona lettura, un buon divertimento e un sincerissimo "buona fortuna"!

   
 
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