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Autore: Tony Stark    17/02/2017    2 recensioni
Ethan era stato più che felice di essere stato scelto per un intervista… e pensare che credeva che il suo canale stesse affondando… Beh, certo se avesse saputo con chi avrebbe avuto a che fare forse sarebbe stato un po’ meno contento.
(Personaggi: Markiplier, Wilford Warfstache, CrankGameplays(Ethan Nestor-Darling)
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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: Youtubers
Personaggi: Markiplier, Wilford Warfstache, CrankGameplays(Ethan Nestor-Darling)
Avvertimenti: Major Character Death
Coppie: Nessuna
Generi: Horror(più Creepy che altro), Drammatico
Ambientazione: Non specificata
Introduzione: Ethan era stato più che felice di essere stato scelto per un intervista… e pensare che credeva che il suo canale stesse affondando… Beh, certo se avesse saputo con chi avrebbe avuto a che fare forse sarebbe stato un po’ meno contento.
Nota di pre- storia: Sebbene Wilford sia solo un “alter-ego” di Mark, in questa storia apparirà come se fosse una persona diversa da Mark che curiosamente ha il suo stesso aspetto.

 

Interview with the Warfstache

 


Ethan era stato più che disposto a presentarsi a quell’intervista. Anche se era dovuto andare in uno dei quartieri più reconditi di Los Angeles e anche se Mark gli era sembrato preoccupato, dopo aver saputo chi voleva intervistarlo.
E aveva cercato di convincerlo a non fare l’intervista.


Ma lui aveva scosso la testa sorridendo e gli aveva detto “ci vediamo sul 232, Mark. Conto che tu vedrai la mia intervista in live”.


Quando aveva incontrato il suo intervistatore, Wilford Warfstache, non aveva potuto fare a meno di notare quanto somigliasse a Mark, solo con un ciuffo di capelli di un brillante e vibrante rosa con un paio di baffetti di un rosa più chiaro, perfettamente ordinati che terminavano in un piccolo riccio( chissà quanta cera gli ci era voluta per tenerli così perfetti, si era chiesto Ethan).
Aveva un papillon di raso rosa, brillante quanto quello dei suoi capelli.
E tutto sommato un espressione abbastanza affabile, seppure sembrasse quasi forzata. Di certo i suoi occhi gli parevano freddi, e quando incontrò il suo sguardo, un impercettibile brivido gelido scosse Ethan.
Dio, c’era davvero qualcosa di strano nello sguardo che gli aveva rivolto.


La luce dei riflettori venne smorzata, mentre veniva puntata su Wilford. Lasciando l’intervistato quasi nella totale oscurità.


<< Buongiorno e Buonasera, signore e signori! Mi chiamo Wilford Warfstache e vi do il benvenuto a Warfstache Tonight! >> disse. Il suo tono ricordò allo youtuber il tono forzatamente entusiastico dei presentatori dell’AFC degli anni ‘80.
La cosa ancora più strana che Ethan aveva notato solo ora era la totale assenza di pubblico, ma la risposta che si diede era che forse era una diretta live senza pubblico in studio… Si doveva essere così.


Wilford si rivolse finalmente a lui, dopo averlo presentato al “pubblico”.


La luce del riflettore li illuminò entrambi.


<< Bene, ti do il benvenuto a Warfstache Tonight, CrankGames >>; Il modo in cui pronunciò il suo nickname lo fece sentire quasi fuori posto. Per Dio, Ethan neanche sapeva per quale diavolo di ragione si stesse sentendo tanto in ansia.


<< Grazie, sono felice di essere qui >> rispose timidamente << Oh, e per favore chiamami Ethan >> aggiunse. Non era che non gli piacesse il suo nickname ma Warfstache l’aveva pronunciato con un tale fastidio che gli aveva fatto venire i brividi.
<< Certamente, Ethan >> aveva sorriso l’intervistatore. Prima di porgli una domanda sull’andamento del suo canale, con fare appena disinteressato.


Ethan aveva risposto facilmente, finalmente l’ansia che lo aveva stretto in una morsa si stava sciogliendo. E apparentemente l’atteggiamento di Wilford si stava facendo meno falso e appena più reale, forse gli aveva fatto una buona impressione.


Le domande di Wilford però presero tutto ad un tratto una strana direzione. Chiedeva di accuse che non gli erano mai state mosse e lo sguardo nei suoi occhi castani(identici a quelli di Mark) si era fatto gelido.


Una domanda lo sconvolse più delle altre al punto tale che quando negò lo fece con un tono appena più alto di quello che aveva usato fino ad allora.
Wilford lo inchiodò con uno sguardo, mentre con la velocità e la destrezza di qualcuno abituato a maneggiare coltelli ne prendeva uno- da dove Ethan non lo aveva capito- puntandoglielo contro.


Lo youtuber dai capelli blu si congelò, la voce che gli si bloccava in gola e lo sguardo fisso sull’arma letale ora premuta quasi pigramente contro la sua gamba.


Il Warfstache gli rivolse un altro sorriso, affabile e plastico, lo sguardo gelato.
<< Allora, Ethan, stavamo dicendo… >>


Ora si pentiva di avergli detto di usare il suo nome, c’era qualcosa di viscidamente carezzevole nel modo in cui lo stava pronunciando. Una minaccia e una promessa allo stesso tempo.


Ethan rispose alla sua domanda, cercando di non far tremare la voce e di non lasciare che le lacrime di paura sfuggissero dai suoi occhi, mentre Wilford muoveva il coltello, la punta affilata scivolava sui suoi jeans, senza tagliare solo facendogli capire quando fosse pericolosa.




Ora capiva perché Mark era sembrato tanto preoccupato, ora capiva perché prima d’allora non aveva mai sentito parlare di questo “Warfstache Tonight” né del canale 232.


<< Uh? Qualcosa non va, Ethan? >> gli aveva chiesto nel bel mezzo dell’intervista come se si fosse completamente dimenticato di starlo minacciando con un coltello.


<< N-No >> gli aveva risposto, maledicendosi per aver lasciato che la sua voce tremasse. Voleva solo lasciare quello show e quel pazzo del suo presentatore.
Voleva tornare a casa e scusarsi col suo migliore amico per non essersi fidato.


<< Stupendo! Allora continuiamo >> esclamò Warfstache. Premendo appena di più il coltello contro la sua gamba. Un piccolo avvertimento.


Ci furono altre dieci, undici domande prima che Wilford si sentisse soddisfatto dell’intervista. Gli sorrise, ritirando il coltello e voltandosi verso il “pubblico”.


<< E con quest’ultima domanda, mi duole dirlo mio amato pubblico, quest’episodio di Warfstache Tonight finisce qui. Vi ringrazio per essere stati qui e … >> si voltò verso di Ethan, che era ancora paralizzato dal terrore, << ringrazio il nostro intervistato per la pazienza e l’entusiasmo che ha mostrato. >> Si voltò nuovamente << Quindi vi ringrazio e alla prossima intervista >>


Il led rosso lampeggiante della telecamera si spense e il riflettore lo seguì poco dopo, lasciandoli completamente al buio.


Eppure Ethan poteva sentire lo sguardo di Wilford su di lui e questo lo terrorizzava. Voleva scappare ma era paralizzato dal terrore.


<< Grazie per essere venuto così volentieri, mio caro Ethan. Sono davvero grato di averti potuto intervistare >> disse Wilford, sebbene le telecamere si fossero spente il suo tono rimaneva quello stesso tono falso che aveva usato in precedenza, ma appena più basso.
Ethan sentì i passi dell’uomo che gli si avvicinavano e poi percepì qualcosa di freddo, anche se non troppo, premergli contro il collo.
Il suo respiro si bloccò.


<< Davvero, Ethan, ti sono grato. Ma sai, amo che le mie interviste siano esclusive. >> gli soffiò a pochi centimetri dal viso, poteva sentire il suo respiro, la pressione della lama rimase costante. << Quindi temo davvero che dovrò fare in modo che nessuno possa più intervistarti >>.


Ethan spalancò gli occhi, all’implicazione. Voleva ucciderlo… Voleva ucciderlo!
Cercò di afferrargli la mano armata con una delle sue, ma Wilford lo fermò, velocemente, con la mano libera gli aveva bloccato i polsi. Mentre col suo peso lo teneva intrappolato fra lui e la poltrona, impedendogli così anche di tentare di correre via.


<< Sei stato così educato, Ethan. Non rovinare tutto ora >> lo avvisò << Non preoccuparti non ti farò male, ci vorrà solo un secondo, fidati di me >>; Poggiò la fronte contro la sua, i loro visi erano così vicini che anche nell’oscurità più totale poteva vedere perfettamente i suoi occhi, quegli occhi castani che luccicavano, non di malvagità ma di qualcosa di più contorto.
Riusciva a sentire il pizzicore che i suoi baffetti rosa incerati gli provocavano contro la pelle.


Non fu che un secondo. Ethan nemmeno si rese conto dell’improvviso aumento della pressione esercitata sulla lama.
Non si rese conto di nulla in quell’ultimo istante.
Anche se il suo ultimo pensiero, mentre aveva le lacrime agli occhi era che non avrebbe mai dovuto accettare quell’intervista, che avrebbe dovuto ascoltare Mark.






 
   
 
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