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Autore: Frederik    18/02/2017    1 recensioni
Federico è un ragazzo di diciassette anni. Con vari problemi adolescenziali da affrontare: come il fatto di aver concluso la scuola prima del tempo, il fatto di non avere particolari doti per un futuro e quello di non andare più d'accordo con gli altri se non indossando una maschera che lo nascondi(metaforicamente parlando). Con il passare del tempo cominciava a chiudersi sempre più in sè stesso, non accettando la sua realtà.
Fin da bambino, però, Federico ha sempre mantenuto il suo fascino per un certo fattore... I sogni.
Per affinare la "tecnica del ricordo" li scrive continuamente in un quaderno, ma...
Un giorno in Federico qualcosa si divise, creando qualcosa che incoscientemente fa finta di non voler sapere.
Realtà o Sogno?
Troverà la sua risposta a questa domanda?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogno 1

 
"È... Finito?"  Pensai interrogativo mentre aprivo lentamente i miei occhi.


Era già mattina, per la precisione le nove constatate con l'orologio del cellulare che avevo di fianco a me, appoggiato sul comodino alla mia sinistra.
La stanza non era più illuminata dalla flebile luce lunare della sera prima, ma dagli splendenti raggi solari che trapassavano il vetro della finestra, aumentando così leggermente la temperatura circostante.
Stava per cominciare un altro giorno.
A prima vista potevo sembrare un idiota sdraiato sul letto, dallo sguardo perso nel vuoto a fissare il soffitto dal colore biancastro ma in realtà... 
La mia mente stava pensando ad altro.
Ricordavo, anzi, tentavo mentalmente di formulare più informazioni possibili in una piccola bozza, cercavo di formare l'ennesimo sogno che avevo appena concluso.
Passati un paio di minuti decisi finalmente a malincuore di alzarmi dal comodo letto, togliendomi di dosso lo strato di coperte nelle quali ero raggomitolato.



Beh, non che dovessi uscire  di casa poi...  Pensai sospirando.
Andai nella stanza accanto alla mia, il bagno, passando per il corridoio.
Una volta entrato mi diressi verso il lavandino per sciacquarmi la faccia in modo da far sparire completamente la sonnolenza.
Fissai l'immagine riflessa allo specchio ma, ovviamente, non c'era molto da vedere se non quella di un ragazzo, un ragazzo di diciassette anni... Io.



Chissà dove  e cosa farà la nostra copia dall'altra parte una volta allontanati... Mi domandavo qualche volta senza ottenere nessuna risposta in cambio, anche se alla fine mi piaceva fantasticare sul fatto che vivesse in un mondo a parte, forse migliore del mio.
Dal silenzio che albergava in casa dedussi che tutti quanti dovevano essere al lavoro, ciò significava "per fortuna" un po' di tranquillità per il sottoscritto.
Tornai nella mia stanza, o meglio, quella che condivido con mia sorella... Purtroppo.
Era una camera poco spaziosa contenente varie cose, le mie e, quelle di mia sorella: vestiti, accessori, ancora vestiti, oggetti inutili, avevo già detto vestiti? Ma soprattutto... I peluche che gli regala il fidanzato. 
Odiosi, superflui, che accumulano solo spazio. A differenza mia, però anche con tantissima roba sapeva ben tenere in ordine la sua parte...



Il karma  doveva per forza essere quello.
Mi sedetti sulla sedia girevole per accostarmi alla scrivania, sopra  quest'ultima, attaccata alla parete, si trovava una mensola a sei spazi. Tralasciando le cianfrusaglie che riempivano i tre quarti di essa, presi il quaderno dei sogni.
Sogno. Una parola dai tanti significati ma... Qual è quello giusto?
Di solito quando utilizziamo questa parola ci viene da pensare ad un "obbiettivo impossibile", o direttamente lo associamo all' attività mentale che svolgiamo durante il sonno.
Ma è proprio del fenomeno psichico che mi interessa...
Tutte le persone sognano mentre dormono e, fin da bambino, ho sempre avuto la fortuna particolare di sognare molto più frequentemente della norma, o meglio, di riuscire a ricordarli rispetto agli altri che li scordano incoscientemente al risveglio.



Dopottutto è la mia unica dote...
Per non dimenticarli, dopo qualche ricerca, decisi di iniziare a scriverli in una specie di diario, affinando così questa "tecnica del ricordo" che a quanto pare sembra funzionare.
Ovviamente bisogna farlo il prima possibile per non rischiare comunque di perdere alcuni pezzi per strada nel dimenticatoio.
Adoro il semplice "fattore" dei sogni:


 
Emozioni + Desideri + Immaginazione = "New World"


Un mondo nuovo... Dove possiamo accedere scollegandoci dal nostro durante il riposo.
Un mondo... Che collega tramite piccoli ponti altri mondi paralleli creati da noi
Un mondo... In cui la parola impossibile non esiste nel vocabolario
Un mondo... Nel quale l'immaginazione supera e prevale sulla realtà.



Già... La realtà.


La detesto con tutto me stesso.

 
Presi la penna blu dal portapenne e una volta sfogliate rapidamente le pagine del quaderno iniziai, finalmente, a scrivere il sogno prodotto la sera precedente...

 
*^^^^^^^^^*
Silenzio.
Oscurità.
REM.



Dovremmo esserci ormai...

 
Intorno a me vi era il buio più totale mentre la quiete faceva da sfondo sonoro.                                                                                      
La fase del Rapid Eye Movement, detta anche "sonno paradosso".



"Ah... Eccoti"  Dissi percependo alle mie spalle una luminosità sempre più vivida. Mi girai tranquillamente, verso di lei.
"Ciao Anna" Proferii sorridendo.
"Ciao fratellone. Bentornato." Rispose lei, ricambiando il sorriso.
"Direi subito di non perdere altri istanti, andiamo?" Chiesi oramai esaltato.
"Certamente!" Esclamò. "Da quella parte avverto la presenza di un "white hole", seguimi"  Aggiunse poi, sprizzando energia da tutti i pori
.
"Ah! Aspettami"


Anna...
Durante la cosidetta "dormiveglia" il mio essere si ritrova mentalmente in uno stato quasi conscio  di ciò che succedeva attorno, venendo gettato nella dimensione purgatoria formata dai "White hole", buchi bianchi che come enormi portali separano e collegano il nostro mondo con quello dei sogni.
Entrando in uno di essi ero ben consapevole del fatto che la percentuale più alta era sempre quella di essere controllato come una marionetta dalla stessa utopia invece di dominare la realtà immaginaria.
Anna era la guida che conduceva verso quelle porte percependone la presenza.
Lei era la chiave per aprirle...
Lei era diventata la mia osservatrice...
Lei era...



"Siamo arrivati"  Annunciò impaziente, indicando l' enorme buco bianco davanti a noi.
I "White hole" si riconoscevano per la loro caratteristica a spirale, linee scintillanti che viaggiavano a una velocità impressionante formando un cerchio profondo all'interno.
L'entrata verso un'altra dimensione...
"Secondo te dove ci porterà questa volta la tua creazione?"  Domandò divertita guardandomi con la coda dell'occhio.
"Sinceramente non ne ho la più pallida idea, ma presto lo scopriremo." Affermai con aria determinata avvicinandomi ad esso.
"Pronta per varcare la soglia?"  La interpellai  a un passo dal mettervi piede all'interno. 
"Prontissima!"  Dichiarò lei.

"Bene, andiamo..."

 
*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\*


Sudore.
Affannamento.
Riflessi rapidi.
Si udiva il brusio in sottofondo del pubblico attorno a noi:



"Alzala!"
"Prendetela, forza!"
"Non fatela cadere!"
"Accidenti"
"Nice receive!"
"Vaaaaai!"



La partita che scorre rapidamente.
I punti che salgono.
La pallavolo...
 
 
 

 
"Ricevila Fedeee!"  Urlò il mio compagno di squadra grondante di sudore.
Non posso più sbagliare  Era quello l'unico pensiero che avevo in mente durante quei secondi.
Correvo, correvo, correvo più che potevo nella traiettoria della palla mentre quest'ultima volava libera in picchiata verso il nostro campo di "battaglia".


 
Eravamo al matchball per gli avversari; uno dei collaboratori aveva segnato sul cartello il punteggio:


"24"                                               "21"


 
Bastava un semplicissimo contatto con il pavimento e sarebbe finita.
Non potevo commettere di nuovo alcun errore, non dovevo arrendermi, non volevo...

...è troppo tardi.

 
Un rimbalzo. Un attimo di silenzio... E poi il fischio dell' arbitro che annunciò la fine.


"25"                                "21"


"La squadra avversaria vince il primo set contro la Karasuno"


L'assenza di rumori venne interrotta dal ritorno del mormorio della gente.
Nonostante mi fossi buttato allungando la mano il più possibile, fu solamente un'azione vana.
Li avevo portati alla sconfitta.


 
Alla fine... Ho fallito.
Durante l'intervallo, subito dopo il primo set, la squadra mi scrutava con occhi pieni di delusione mista a un po' di rabbia.
Mi sento a disagio Pensai malinconicamente, strattonandomi il braccio.
"Oi, Fede!" Esclamò una voce dall'aria irritata facendomi sobbalzare di colpo.
"E-eh?"
"Vieni subito qui, dobbiamo parlare"
Avvisò l'allenatore con voce ferma.
Piano piano mi allontanai dal gruppo che stava riposando in panchina, arrivando così di fronte a lui.
"In questo momento abbiamo perso la prima partita a causa tua, Fede. Perciò renditi conto della situazione e la prossima volta prenditi  le tue responsabilità" Dichiaro mettendosi le mani fra i capelli con un gesto di frustrazione
La prossima... Volta?
"Ora vattene, non servi più. Torna negli spogliatoi a cambiarti" Aggiunse poi, congedandomi.
"Si, istruttore..."


 
*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\*


Fratellone...  Con uno sguardo amareggiato non potei far altro che osservarlo dalla tribuna allontanarsi.
A quanto pare non era finita nei migliori dei modi.
Nel corso della partita Federico aveva fatto perdere involontariamente alla squadra dei punti preziosi che avrebbero potuto comportare la loro vittoria, ma dopottutto lui non aveva colpe.
Come poteva riuscire a giocare liberamente se la sua volontà era sotto  controllo...
"In ogni caso sarà meglio andare." Sospirai alzandomi in piedi. "Il nucleo è sicuramente da queste parti"
Facendomi in qualche modo largo tra la folla di persone per passare e  raggiungere così  il fratellone la mia vista notò un particolare che destò l'attenzione.
Capelli corti di un color rosa ciliegio...


*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\*

 
Una volta cambiato la divisa sportiva con gli abiti quotidiani la prima cosa che feci fu quella di salire in fretta e furia le scale dell'edificio, arrivando così sulla terrazza.


"Maledizione! Perchè proprio io sono la causa che ha trascinato la squadra alla sconfittaaaaaa" Urlai incavolato, mentre le parole si disperdevano nella brezza serale.
"Perchè? Perchè? Perchè? Accidenti!" Imprecai, facendo pian piano scemare tutta la rabbia colpendo il muro.
Continuai per  po' finchè il furore non fu svanito del tutto.
Ero seduto accanto al muro e, sicuramente erano passati vari minuti da quando l'allenatore mi aveva detto di andarmene dal campo.
Prima che potessi muovere un solo muscolo per rialzarmi e lasciare finalmente la struttura, la porta del terrazzo si aprì di botto, scoprendo uno dei giocatori della team avversario facilmente riconoscibile per la maglietta e i pantaloni color verde oliva a strisce gialle.
Ci fu un mezzo istante di silenzio, subito interrotto dalla sua voce.


"Ah... Scusami non pensavo ci fosse qualcuno quassù" proferì, manifestando un certo imbarazzo per la situazione creatasi.
"Oh fa niente, non preoccuparti... Tanto me ne stavo andando" Avvisai sollevandomi in piedi per poi dirigermi verso la porta.
"Congratulazioni"
"Eh? Per cosa?" Chiesi osservandolo con sguardo perplesso.
"Congratulazioni... Per la vostra vittoria." Rispose lui con sorriso malinconico.
Sentendo quelle parole sgranai gli occhi.
"La nostra vittoria? Eh, aspetta, davvero la Karasuno ha vinto???" Domandai sorpreso e pieno di gioia.
"Si, per qualche motivo è riuscita a riprendersi dal primo set portandoci all'ultimo per poi stracciarci..." Spiego tristemente.


È riuscita a riprendersi in qualche modo... Capisco. Era così semplice intendere quello che stava dicendo.
La verità era che...
Abbiamo vinto per-
"Abbiamo perso per colpa mia"  Strillò lui.
"Eh?"
"Abbiamo perso... per colpa mia."
Ribadì a pugni stretti e con lo sguardo basso, mentre alcune gocce di lacrime si rovesciavano sul pavimento. 
"Durante gli altri due set sono stato la causa che ha trascinato la squadra alla sconfitta, perchè continuavo a fare più errori degli altri" Sostenne con rancore.
"Io non volevo essere questo, eppure sembra come se tutto fosse già prestabilito" Aggiunse poi asciugandosi le lacrime in volto.


Prestabil... Controllo...?
Per un attimo corrugai la fronte, confuso, non capendo cosa fosse questa strana sensazione che percepivo.
"Perdonami di nuovo. Non volevo farti assistere anche al mio sfogo"  Asserì, riportando lo sguardo dagli occhi lucidi verso di me.
"Tranquillo, non devi angustiarti per me."
In fondo quel ragazzo stava solo sbollendo il suo tormento come avevo fatto precedentemente.
Nonostante la situazione simile alla mia, a lui era andata pure peggio.
Perciò non aveva alcun motivo per scusarsi.


"Ascolta!" Esclamai avvicinandomi.
"Anche se entrambi abbiamo fatto schifo, anche se entrambi abbiamo deluso le nostre rispettive squadre, noi non dobbiamo mollare" Proclamai, allungandogli il pugno.
"Quindi cerchiamo di superare l'accaduto e divertiamoci la prossima volta che ci incontreremo" Aggiunsi sorridendogli.
Per qualche secondo rimase a guardarmi stupefatto, ma poi, ridendo, allungò pure lui il suo pugno verso il mio.
"Si, hai completamente ragione. Mettiamocela tutta!" Esercitò determinato.
Incredibilmente, per qualche bizzarro motivo, eravamo riusciti a risollevarci il morale.


 
"A quanto pare siamo arrivati alla conclusione... Fratellone."


"Eh? Cosa?" Interpellai, voltandomi le spalle, alla figura rivelatasi di colpo.
Una ragazza un po' minuta dai lunghi, lisci, capelli castani che raggiungono le spalle e con la frangetta. I suoi occhi erano di color nocciola e portava addosso un vestito prolungato di colore bianco, quasi luminoso, a coprirle il corpo esile.
"Pare che quel tizio sia il nucleo" Disse con tono pacato aprossimando la distanza tra noi.
Fratellone...? Nucleo?
"Che stai dicendo?" La guardai con espressione interrogativa, aggrottando la fronte per dar più peso alla domanda intanto che la sensazione anomala si rifece viva.


 
Arrivando di fronte a me appoggiò le sue docili mani sul mio volto e...
"Ormai siamo arrivati alla fine del percorso, Fede. Pertanto... Riprendi coscienza."
In quel momento sentii qualcosa dentro me rompersi.
Come un fragile specchio che separava con le sue crepe l'entità dal suo mondo.




*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\*


"Capisco" Sospirai. Tutto quello che avevo appena vissuto era solo un sogno.
"Inoltre abbiamo ottenuto il nucleo" enunciò Anna, sorridendo.
Tra le sue mani vi si posava una piccola sfera luccicante, il nucleo, il cuore e la fine del percorso di un sogno.
"Adesso dovresti consumarlo"  informai la diretta interessata che stava giocherellando con il suo cibo.
"Si, lo so benissimo" Palesò lei con una risata. Portandosi il minuscolo globo alle labbra iniziò ad assorbire l'energia del nucleo finchè quest'ultimò non svanì del tutto.
"Era proprio buono" dichiarò, facendomi scappare un breve risolino.
"Non posso ancora credere che sto già per svegliarmi" 
"Beh, per quanto sia incredibile ogni volta, a questo punto dovresti averci fatto l'abitudine. Dopottutto le leggi non contano come quelle della tua dimensione" riferì ridacchiando. 
Nonostante la cosa fosse abbastanza ovvia, era sempre assurdo pensare al fatto che nella dimensione dei sogni il tempo passasse paradossalmente irrazionale.
Manca poco ormai. È questione di secondi... Pensai un po' rattristato.
Non volevo già tornare nel mio mondo, in quella realtà... Ma purtroppo, gradualmente la mia vista si offuscava sempre più.
"Sai, sono contenta che alla fine del sogno le cose si siano sistemate. È stata una bella scena" Disse guardandomi con un'espressione serena.
"Già... Nel complesso lo è stato" Confermai.


"Ci vediamo al prossimo sogno allora"
"Puoi contarci"
  Risposi ammirandola con un sorriso sincero.
A quel punto non riuscii a vedere più nulla tranne una luce candida che mano a mano aumentava d'intensità...

"Ricordalo Fede. Ogni cosa è generata dalla tua consapevolezza."


*^^^^^^^^^^^^^^^^*

"Perfetto! Ho finito di scriverlo" Esclamai concludendo l'ultima riga del "racconto".
E un altro sogno si aggiunge al gruppo Pensai compiaciuto.
Ogni giorno che passava il quaderno si riempiva continuamente di sogni, avventure tutte da esplorare in quella realtà immaginaria dove venivano partoriti un sacco di mondi strampalati.
E con Anna le cose si facevano più interessanti...
Anna...
La felicità svanì di colpo.
Avevo promesso di non pensarci, ma ovviamente era impossibile non farlo.
Un argomento come quello non poteva di certo essere preso con tanta leggerezza...
Ogni volta che ci pensavo dovevo guardare in faccia la verità degli eventi, ma alla fine mi limitavo a fingere di non volerne sapere.
Ma chi volevo prendere in giro.
Anche la conversazione avvenuta con quel giocatore senza nome era tutta una farsa, quelle non erano le mie parole, il vero me.
Nella realtà non sarei mai stato capace di pensarla in quel modo, in positività.
Bastava semplicemente rievocare i ricordi.  
I ricordi di quando ero alle  medie, dove facevo pena alla pallavolo...


 
Avevo giurato che sarei resistito, ma per quanto sarebbe andata avanti?
Anna e Io
Sogno e Realtà
Un ponte che ci collega in entrambi i mondi.



 
Salve lettori di Efp ^^, come state? Spero bene.
Allora... Si, si, ecco... Lo so, avrete sicuramente molte domande da farmi ^^" Credo... *Qualcun avrà veramente cagato il capitolo? XD*
Comunque.
In questo piccolo "angolo" vi chiarirò un paio di cose, senza ovviamente entrare troppo nei dettagli per non rovinarvi qualche sorpresa ahahaha.
La struttura della storia sarà basata sull'alternanza tra momenti di quotidianità nella realtà e, soprattutto, i sogni che farà il protagonista, Fede.
La vicenda sarà in prima persona, dal punto di vista di Federico, ma... Si, penso che abbiate già capito leggendo il capitolo XD.
Eh? Davvero? Alcuni di voi conoscono la parola "Karasuno"?
Forse ho sbagliato fandom... No! 
Non fraintendete, non saltate subito alle conclusioni affrettate.
Lo so, lo so, per quanto sia assurdo ogni cosa avrà un senso. E ovviamente non c'entra la pallavolo XD.
Vorrei tanto spoilerarvi altro... Però, intanto vediamo come procede la storia, che dite?
Ci vediamo al prossimo capitolo ^^

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

 

 
 

 
 



 
 

 
 
   
 
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