“Bentornata.” Archer fece segno a Crys di accomodarsi, tanto ormai conosceva la strada.
La ragazza reggeva un vassoio incartato e infiochettato con cura. Doveva essere il dolce che gli aveva promesso. Aramis balzò in piedi e corse ad annusare il pacchetto che lei aveva posato sul tavolino da tè.
“Giù, giù, non essere maleducata.” La rimproverò Archer e la cagnetta si accocolò sul tappeto dove poteva tener d’occhio l’oggetto del suo desiderio.
Crys si sedette sulla poltrona.
Ormai era a suo agio nel salotto dell’ammiraglio e si predispose ad ascoltare il racconto del giorno.
”Malcom Reed, il più grande enigma di tutta la mia missione.”
“Esagerato!” Esclamò Crys pensando che scherzasse.
”Sul serio! L’ho capito quando mi sono messo in testa di festeggiare il suo compleanno. All’epoca era mia intenzione conoscere ogni singolo membro del mio equipaggio e instaurare con lui un rapporto di fiducia.” Archer si interruppe notando che a Crys era sfuggita una risatina.
“Ti sembra sia stata una mossa stupida da parte mia?″
"Oh no! Non volevo implicare questo.”Si schernì immediatamente imbarazzata, temendo di averlo offeso.”Pensavo che su una nave con più di 400 persone a bordo, tra cui famiglie con bambini, questo non sarebbe mai potuto accadere!”
Archer la fissò sbigottito .”Ne hai di fantasia ragazzina. Chi penserebbe mai di esplorare il cosmo su navi così grandi, portandosi dietro anche dei bambini? Lo spazio è molto pericoloso,mortale qualche volta.”
Crys si strinse nella spalle.“Era un ‘idea...”
Archer fece un gesto di noia con la mano e proseguì col suo racconto.”Era il due di settembre e decisi di chiamare i suoi genitori per chidere loro quale fosse il piatto preferito del loro figliolo e farglielo cucinare dal mio cuoco personale. Non puoi immaginare come ci son rimasto scoprendo che neppure loro lo conoscevano. A malapena sapevano che lui serviva sull’enterprise,e addirittura ignoravano il suo incarico. Come ti avevo detto, Malcom era veramente un mistero, non solo per me, ma per tutto il resto dell’equipaggio e persino per la sua famiglia!“
”Quindi come ha risolto la questione?”
“Semplice, ho delegato il lavoro alla povera Hoshi!” E gl i scappò un sorisetto perfido al pensiero della sua amica intenta a tampinare l’inglese asociale per poter carpire i suoi segreti.