Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Churros25    20/02/2017    1 recensioni
Cass se ne era andato e Dean era rimasto solo. Abbandonato a se stesso per un anno intero, una sera il cacciatore rincontra l'angelo e, ancora una volta, sotto la pioggia, il blu e il verde si mischiarono.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell'autrice

Ciao a tutti. Questa one shot non si colloca in una nessuna momento preciso di supernatural, ma è soltanto una piccola scena che mi è sempre balenata in testa dei miei amati Destiel. Mi raccomando RECENSITE e non preoccupatevi per le critiche.

Home
Cass era fermo sotto la pioggia, in piedi, il trench tutto inzuppato e i capelli neri luccicanti. Non c'era nessuno per strada; il silenzio interrotto soltanto dalla scroscio della pioggia e dal rumore di alcuni passi. Non sentiva freddo, non era nella natura degli angeli, ma sapeva che si sarebbe dovuto togliere dal bel mezzo della strada; un umano avrebbe fatto così. Eppure lui rimaneva lí, quell'angelo caduto per amore, con gli occhi blu, scintillanti ma tristi, fissi su quella figura che, scura, si intravedeva sotto un lampione. Poteva sentirle il cuore andare a mille e si chiese se mai avesse potuto sentire quella sensazione su di sè. La osservava camminare velocemente, un passo dopo l'altro, senza meta ne traguardo, come un'anima in pena di Dante. Sapeva di non poter fare nulla; aveva già causato troppo dolore. Perciò rimase lì, beandosi di quel l'acqua che veloce scivolava sul suo viso e controllando a vista quella figura. La vide, ad un certo punto, fermarsi, incerta sul da farsi, e iniziare a camminare nella direzione opposta, verso di lui. Rimase in mobile fino a che non fu raggiunto. Ma anche allora, incatenato a quegli occhi verdi, non seppe cosa fare. 
"Dean..." sussurrò piano, abbassando la testa. Sentiva le mani fredde, nelle tasche del trench. Dean lo guardava, pieno di orgoglio ferito e triste; infuriato con se stesso. Come aveva anche solo potuto pensare che un angelo tenesse a lui? 
"Cosa stai facendo?" chiese Castiel, perplesso. 
"Sto cercando di trovare una valida ragione per ciò che hai fatto" ammise Dean, con un groppo in gola, "Ma non la trovo." Cass sostenne lo sguardo e Dean si concentrò ancora di più su quegli occhi blu, così profondi che avrebbe potuto benissimo annegarci, come era solito fare tempo prima. Ma ora sapeva di non possedere quel lusso, non poteva permetterselo; non dopo un anno in cui l'angelo era sparito. L'aveva abbandonato e lui si era ritrovato solo, senza una casa e una famiglia. Sammy era morto durante una caccia ad un alpha. Aveva pianto sulla spalla di Cass, si era fatto consolare da lui, si era fidato. Insieme avevano donato a Sammy un funerale degno di un cacciatore. Poi l'angelo era sparito.
Dean aveva pregato, tanto: ogni mattina, prima di iniziare una nuova caccia; di sera, prima di concedersi quelle poche ore di sonno; e di notte quando si svegliava urlando il nome di Cass o del fratello. Ma tutto era stato inutile. Cass aveva deciso di ritornare in Paradiso e di dimenticarsi quegli occhi verdi. Anche lui avrebbe dovuto fare così. Fregarsene come aveva sempre fatto. Ma con Cass non ci riusciva. Qualcosa lo teneva legato a lui. Il ricordo forse delle notti che l'angelo aveva passato seduto al suo fianco, vegliando su di lui; le miriadi di battute che Cass non aveva capito e che lui aveva tentato di spiegargli; il senso di pace che provava quando Castiel era seduto di fianco a lui sull'Impala. Tutti ricordi che sapeva non lo avrebbero mai abbandonato anche se lui stava iniziando ad andare avanti. Come quella sera, quando aveva deciso di andare in un bar e conoscere qualche ragazza, per poi finire la serata con lei. Aveva appena iniziato a sorseggiare la sua birra quando sentí nuovamente quella sensazione di presenza divina che non sentiva da tempo e che gli era mancata. Cass era al suo fianco, nel suo trench coat e con lo sguardo curioso di sempre, questa volta solo per il cacciatore. Dean rimase incantato da quegli occhi che distinguevano gli angeli, quel l'angelo, e deglutí a fatica, rilassando finalmente i muscoli dopo un anno. Poi si alzò e uscí da locale, arrabbiato e confuso, sotto la pioggia. Troppo incosciente per prendere Baby, si era messo a camminare per la strada, imprecando contro quel l'angelo che in qualche modo aveva fatto cadere anche lui. Ma voleva avere delle risposte da Cass, così fece retromarcia. 
Era ancora lì, perso in quel mare blu, quando Castiel si tolse la giacca e gli e la pose sulle spalle.
"Cosa pensi di fare?" chiese Dean, cercando di togliersela. Ma era calda e sapeva di casa e Cass.
"Si gela qua fuori e tu stai morendo di freddo." Si guardarono ancora, senza il coraggio di dire nulla. Dean si avvicinò di un passo, incerto. 
"Perché mi hai abbandonato?" chiese, la voce rotta. Cass spostò lo sguardo, ferito. Non lo aveva abbandonato. Lo aveva fatto per il suo bene. Ma non disse nulla, dando a Dean l'opportunità di sfogarsi. 
"Hai idea di quanto io abbia pregato? Di quanto mi sia sentito stupido ogni volta che aspettavo seduto sul letto che quel fottuto angelo si facesse vivo? Mi ero completamente affidato a te, e tu te ne sei andato." Dean aveva gli occhi lucidi. Si sentiva solo, preso in giro.
"Non volevo ferirti. Pensavo al tuo bene" sussurrò Cass, alzando lo sguardo su di lui.
"Sei tu il mio bene, Cass!" Si bloccarono entrambi. Dean finalmente lo aveva ammesso. E non solo a se stesso, ma anche a Cass, quel l'angelo al quale era troppo legato.
"Questa è una di quelle cose che gli umani non dicono apertamente, giusto?" chiese Cass, colpito dalla reazione di Dean, che aveva iniziato a indietreggiare. Il cacciatore annuí, imbarazzato, accennando però un timido sorriso. 
"Dopo Sam, vedendoti distrutto dal ricordo, ho pensato che la mia vicinanza non fosse un bene per te" riprese l'angelo, "Così me ne sono andato. Ma ero sempre lí, con il naso rivolto alla terra, tenendoti d'occhio." 
"Ti ho sentito una volta" lo interruppe Dean, avvicinandosi. Gli guardò un attimo le labbra e poi riprese.
"Ero in camera, nel bunker, e stavo piangendo. Era stata una settimana orribile e più che mai in quel momento avevo bisogno di qualcuno." Lo guardò negli occhi. 
"Di te." Rimase un attimo in silenzio.
"Mi tenevo la testa fra le mani, quando sentí una leggera pressione sulla spalla. Sapevo fossi tu; lo sentivo. Poi però la pressione se ne andò e io credetti di star impazzendo."
"Volevo mostrarmi, Dean. L'ho voluto molte volte."
"Allora perché non lo hai fatto?" La rabbia di Dean stava iniziando a sparire, lasciando il posto alla paura di perdere ancora Cass. L'angelo si guardò le punte dei piedi.
"All'epoca provavo sentimenti che non riuscivo a spiegarmi e non volevo incasinarti ancora di più la vita." Dean trattenne il fiato.
"E ora non lì provi più?" chiese, titubante. Forse neanche lui voleva conoscere la risposta. E forse è per questo che non gli lasciò il tempo di rispondere e lo abbracciò, stringendolo come aveva fatto nel Purgatorio. Quanto gli era mancato quell'angelo. Sentí il corpo di Cass rilassarsi e sorrise. Erano tutti bagnati dalla testa ai piedi, ma a loro non importava. Si erano ritrovati, di nuovo, dopo un anno di sentimenti soppressi e preghiere inesaudite. E ancora una volta, dopo un anno, si sentirono a casa.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Churros25